lunedì 8 dicembre 2014

Proposte del Covegno sulla qualità dell'acqua a Verona (ancora in marzo 2014 )

Le proposte emerse dal convegno sull’acqua
di Flavio Coato , 11 marzo 2014
Il primo febbraio nella sala conferenze ATER si è tenuto un convegno su “Lo stato delle acque in provincia di Verona”, organizzato dal Carpino, Legambiente e Terra Viva. I relatori rappresentavano gli Istituti scientifici maggiormente qualificati e tutte le Istituzioni pubbliche deputate ai controlli. Da questo primo incontro sono emerse alcune proposte su cui lavorare nei prossimi mesi.
Tre considerazioni
La prima considerazione riguarda la vastità dell’argomento: è stato scelto di fare il quadro su “chi fa cosa e come”, cercando innanzitutto di capire i meccanismi che regolano l’approvvigionamento idrico, le modalità e la qualità dei controlli dell’acqua per uso potabile.
Registriamo come fatto positivo l’adesione e la partecipazione di tutte le Istituzioni interessate all’approvvigionamento, al monitoraggio della qualità, alla sorveglianza sui rischi per la popolazione.
Di grande interesse gli approfondimenti proposti dai professori universitari sugli aspetti idrogeologici che regolano l’andamento delle acque nel sottosuolo, sui concetti di biodiversità e sulle problematiche imposte dal trattamento delle acque reflue.
Il quadro della situazione
I medici ISDE hanno posto l’accento sui rischi gravi per la salute rappresentati dagli inquinanti rilevati in alcune aree della provincia;
Alcuni rappresentanti dell’Associazionismo hanno sottolineato il rischio derivante dall’eccessivo uso di sostanza chimiche in agricoltura e dalla diffusione delle monocolture che tendono ad azzerare la ricchezza della biodiversità;
L’onorevole Andrea Zanoni, membro della Commissione Ambiente, ha fornito un quadro sulle interrogazioni alla Commissione Europea relative alle situazioni di inquinamento in provincia di Verona;
Il Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’ULSS 22 ha sostenuto che il livello qualitativo dell’acqua pubblica è buono e che il Servizio sanitario è impegnato a vigilare perché sia garantita acqua pulita ai cittadini;
Altri interventi di persone presenti in sala hanno evidenziato alcune situazioni critiche specifiche diffuse su tutto il territorio della provincia veronese.
Le proposte
Riprendere nel prossimo futuro alcuni singoli aspetti ed approfondirli in maniera specifica, ad iniziare dall’impatto delle circa 7.000 tonnellate di prodotti chimici usati ogni anno come pesticidi in provincia di Verona , allargando il confronto alle associazioni e consorzi degli agricoltori.
Verificare con gli Enti di controllo la completezza della gamma di sostanze monitorate rispetto ai principali prodotti utilizzati in agricoltura e ai nuovi prodotti introdotti.
In considerazione della ricorrente presenza di diserbanti nelle falde si propone alle Pubbliche Amministrazioni di eliminare l’uso degli erbicidi nelle aree pubbliche, in particolare l’uso di quelli a più lunga persistenza.
Predisporre un censimento a tappeto in tutta la provincia degli utilizzatori di solventi clorurati (tri e tetracloroetilene) e di eventuali altri inquinanti più frequentemente presenti nelle acque;
Avviare un percorso per la costruzioni in un tempo definito di una banca dati unica sullo stato delle acque, che integri quelle delle singole amministrazioni e includa i parametri indicativi dello stato della biodiversità dell’ecosistema.
Censire ed inserire nella banca dati la mappa dei pozzi privati riportandone la qualità secondo i dati esistenti, favorendone un monitoraggio completo e costante.
Affermare, attraverso provvedimenti comunali, provinciali, regionali il principio che l’acqua è un bene pubblico da preservare e che eventuali danni alla sua integrità vanno risarciti da chi li ha provocati.
Le relazioni svolte durante il convegno sono consultabili sul sito del Diparimento di Prevenzione della ULSS 20
2 comments to Le proposte emerse dal convegno sull’acqua
johnny
11 marzo 2014 at 09:37
Ottime le conclusioni.
Non sarebbe male richiedere anche il dosaggio del glifosate nei campioni, visto che è il diserbante di gran lunga più usato e che, stranamente, non è ricercato.
Una cosa che non è stata valutata, solo per mancanza di tempo, è l’impatto che gli impianti di irrigazione che pescano acqua potabile di falda profonda hanno sul bilancio idrico presente e futuro.
Questi impianti sono sempre più diffusi e pescano sempre più profondamente.
Mi chiedo se possono arrecare danno sia perchè favoriscono il percolamento di sostanze attraverso i fori che fanno nelle faglie, sia perchè esauriscono le riserve di acqua pura. Questo aspetto, e quindi una eventuale regolamentazione dei pozzi non è stato approfondito. Per esempio c’è da chiedersi se sia corretta la usanza secondo la quale chi fa un pozzo e pesca acqua non debba pagare nulla, cioè che l’acqua che trova sia a sua disposizione. Quando (se)a causa di continui pescaggi l’acqua finirà o sarà impura o scarsa, e sarà necessario comprarla in altri luoghi, chi la pagherà, chi la deve usare o chi ha consumato quella che c’era ?
mario spezia
11 marzo 2014 at 12:54
I realtà non si tratta solo del Gliphosate, i residui di parecchi altri principi attivi fra i più venduti non vengono cercati.

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