«I limiti sulla presenza dei Pfas nell'acqua
potabile verranno decisi nelle prossime ore a Roma». Ad annunciare
l'imminente adozione di provvedimenti, che dovrebbero fare finalmente
chiarezza in merito ad una situazione che sinora chiara non lo è stata
di certa - quella relativa alle sostanze di origine chimica che da più
di un anno sono un problema per 13 Comuni del Basso veronese, come per
le aree contigue del Vicentino e del Padovano - è il deputato veronese
del Partito democratico Vincenzo D'arienzo. Il quale aveva già
preannunciato per la metà dello scorso giugno l'adozione di
provvedimenti volti a stabilire finalmente se e in che misura le
sostanze perfluoro-alchiliche, che normalmente vengono usate per rendere
impermeabili stoviglie, cartoni e tessuti, sono tollerabili dall'uomo. E
che ora spiega le ragioni per cui tale obiettivo sia in realtà
raggiungibile soltanto adesso. «Considerato che sulla presenza di Pfas
sono in corso accertamenti anche in altre zone d'Italia, tra cui
Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria», afferma D'Arienzo, «il
gruppo di lavoro istituito dal ministero dell'Ambiente ha realizzato uno
studio di ancor più ampio respiro, con la previsione di arrivare a
stabilire degli standard di qualità ambientale adottabili, in seguito
anche al confronto con gli esperti dell'Unione Europea, in tutta
Italia». Intanto, nel Veneto, vanno avanti le indagini sugli effetti
dell'inquinamento provocato con tutta probabilità dalle sostanze
rilasciate da un'azienda chimica del Basso Vicentino. In questi giorni è
infatti stata pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione la
delibera di Giunta con la quale è stato stabilito l'avvio di un piano di
campionamento degli alimenti di produzione locale. Stanno poi
procedendo anche le operazioni di censimento dei pozzi privati e di
controllo dell'acqua che essi pescano dalla falda. Un'iniziativa che
riguarderà per primi i Comuni di Cologna, Pressana e Zimella secondo le
disposizioni illustrate nell'assemblea di coordinamento svoltasi nei
giorni scorsi a Legnago. Un incontro dove la società consortile Acque
Veronesi ha confermato la disponibilità a svolgere le analisi dei
campioni prelevati dai privati, a cui competono le relative spese, ad un
costo di 80 euro più Iva per campione. LU.FI.
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