domenica 21 ottobre 2018

Zero Pfas, la Regione approva la mozione Guarda

Zero Pfas, la Regione approva la mozione Guarda

Venezia – “Il voto unanime di oggi è di grande importanza: dal Veneto parte una richiesta forte, rivolta all’Europa, affinché si introducano limiti il più vicino possibile allo zero per le sostanze perfluoroalchiliche in tutta Europa il continente. Quanto è accaduto nel nostro territorio con le gravi contaminazioni da Pfas non deve ripetersi mai più”.
A dirlo è la consigliera regionale Cristina Guarda (Amp), prima firmataria di una mozione che è stata approvata oggi dall’aula di Palazzo Ferro Fini, a pochi giorni dal voto finale sulla nuova Direttiva europea sulle acque potabili, previsto nel corso della sessione plenaria del Parlamento europeo che si terrà dal 22 al 25 ottobre prossimi.
L’impegno cui è stata vincolata la giunta regionale è quello di “farsi parte attiva nelle sedi competenti affinché il Parlamento europeo introduca, con la nuova Direttiva Ue sulle acque potabili, limiti zero per le sostanze perfluoroalchiliche su tutto il territorio europeo, evitando così il ripetersi di gravi contaminazioni come quelle subite dalle comunità venete”.
Guarda ha sollecitato il contributo di tutte le forze politiche evidenziando che “la nuova direttiva rappresenta un’occasione irripetibile per farci sentire. Abbiamo la responsabilità – ha aggiunto – di dar voce ai nostri cittadini che hanno subito da anni disagi, rabbia e frustrazioni, mancanza di sfiducia nelle istituzioni, desideri di riscatto, voglia di più tutela e protezione. Ognuno di noi spinga e dia oggi mandato alla Regione per chiedere all’Europa misure stringenti. Dobbiamo far sì che l’esempio veneto diventi la base delle scelte volte alla prevenzione”.

Delibera regionale sulla nuova rete acquedottistica per superare l"emergenza Pfas:

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bur.regione.veneto.it
Messa in sicurezza delle fonti idropotabili contaminate da sostanze perfluoro - alchiliche (PFAS). Modello Strutturale degli Acquedotti del…

TAV: Fulmini sulla mozione favorevole e incertezze sul futuro

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Il futuro dell'alta velocità nel Nord Est è ancora nebuloso: e c'è chi solleva anche i problemi derivanti dallo scavare in un territorio inquinato


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FOTO, DOCUMENTI, VIDEO DEL 14 OTTOBRE 2018

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Il nuovo articolo di pfas.land sulla giornata di Trissino: l'inaugurazione del Leone Marciano nell'epicentro dei «crimini ambientali in corso».

C'E' BISOGNO DI TE Spedire una email ai parlamentari europei non costa niente e nessuna fatica lo puoi fare da casa con due click del mouse. Non c’è bisogno di andare a Strasburgo: agisci da casa!














Il 23 ottobre il Parlamento europeo voterà la
PROPOSTA di DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO
E DEL CONSIGLIO della COMMISSIONE EUROPEA
sulla qualità delle acque destinate al consumo umano.


la relazione dell'onorevole Michel Dantin sulla direttiva sull'acqua potabile è il primo riferimento legale all'ECI Right2water e
al Diritto umano all'acqua nella legislazione dell'Unione europea.
La relazione del deputato al Parlamento europeo ha apportato alcuni miglioramenti al testo originale, ma c'è ancora spazio per miglioramenti, soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti LIMITI consentiti per i PFAS nell’acqua potabile.
In questa relazione ci soffermiamo solo sulla questione PFAS che è una delle contestazioni presentata al Parlamento Europeo per il cambiamento della bozza che sarà votata martedì 23 Ottobre.
Al fine di definire dei limiti europei relativamente alle sostanze perfluoroalchiliche sono stati analizzati alcuni dati e proposte.
Si è subito scartata la raccomandazione che proviene dal WHO (Organizzazione Mondiale della Salute) che proponeva 4.000 ng/l per il PFOA e 400 ng/l per il PFOS. Tali limiti sono apparsi a tutti eccessivamente alti e tali da non garantire il rischio derivante dalla contaminazione.


Ecco perché l'EPSU, il Movimento europeo dell'acqua e altri gruppi che sono la campagna chiave dell'ECI Right2water stanno facendo pressioni su tutti i deputati democratici europei.
Si è passati alla analisi della legislazione svedese che propone un limte complessivo per la somma di 11 PFAS (PFBS, PFHxS, PFOS, 6: 2 FTSA, PFBA, PFPeA, PFHxA, PFHpA, PFOA, PFNA e PFDA). Che non superi 90 ng/l
Gli USA hanno adottato, come si sa, un limite di 70 ng/l per la somma di tutti i pfas presenti nell’acqua potabile.
Sia la Svezia che gli USA hanno pertanto posto limiti più bassi di quelli che sono stati decretati nel Veneto 300 ng/l per la somma di tutti i PFAS). Questo mostra che valori parametrici più bassi di quelli raccomandato dall'OMS sono realizzabili.
Dopo questa bella considerazione il Parlamento ha votato una bozza arretrata rispetto ai valori su esposti per Svezia, Usa e Veneto.
La proposta è di regolare il gruppo di PFAS, come definito dall'OCSE 60 e suggerire valori di 100 ng/l per PFAS individuali e 500 ng/l per PFAS in totale, come avviene per pesticidi.
Si è arrivati a questo inaccettabile compromesso, proposto dai socialdemocratici per battere la proposta del PPE e delle destre che era ancora più oscena.
Si tratta di una bozza che può e deve essere cambiata nel senso della mozione votata dal Consiglio regionale del Veneto che propone limiti il più possibile vicini allo zero.




  Puoi dare anche tu il tuo contributo inviando ai tuoi parlamentari di riferimento una e mail di cui ti propongo il testo che puoi riprodurre con un semplice copia-incolla e spedire ai tuoi eurodeputati di riferimento la cui e mail troverai in calce alla presente.


Gentile Eurodeputata/o,
Il 23 ottobre si voterà la  Proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio della Commissione Europea sulla qualità delle acque destinate al consumo umano.
Purtroppo nella bozza sono stati proposti limiti per i PFAS che sono più alti di quelli adottati dalla Svezia, dagli Usa e dalla Regione Veneto.
Tali limiti, se approvati non saranno sufficienti a scongiurare il rischio di gravi patologie, tra cui il cancro a rene e ai testicoli, la pre eclampsia, gravi lesioni per i feti con modificazione dei caratteri sessuali, tumori della mammella, ictus cerebrali e altre malattie tipiche delle sostanze POP (Persistent organic Pollutans) e degli Interferenti endocrini.
La contaminazione delle acque da parte dei PFAS comporta quella degli alimenti che diventano il vettore di una contaminazione più vasta e incontrollabile.


Per tale motivo Come parte della cittadinanza che ha appoggiato la ECI Right2water del 2012  le chiedo di votare a favore degli emendamenti alternativi, seguendo l’esempio della mozione votata all’unanimità dal Consiglio Regionale del Veneto, affinché i valori di tolleranza dei PFAS nell’acqua potabile siano il più vicino possibile allo zero.


La ringrazio e mi auguro, per il bene di tutti noi che le suddette modifiche vadano in porto.
La lista dei tuoi eurodeputati è qui :


martedì 16 ottobre 2018

Quale futuro per il nostro territotio? incontro Tav e Pfas a Lonigo 11 ottobre 2018

Vi aspettiamo a Lonigo stasera incontro molto importante per il nostro futuro
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Alessandro Tasinato vince la 36°edizione del Premio Gambrinus "Giuseppe Mazzotti" in Ecologia e Paesaggio con il libro "Il fiume sono io" (BEE).

Annunciazione annunciazione!!!
Alessandro Tasinato vince la 36°edizione del Premio Gambrinus "Giuseppe Mazzotti" in Ecologia e Paesaggio con il libro "Il fiume sono io" (BEE).
Le opere vincitrici sono state selezionate dalla Giuria, composta da scrittori, divulgatori, docenti universitari e alpinisti e presieduta quest’anno dalla giornalista Alessandra Viola, tra i 122 volumi inviati da 65 case editrici italiane, un numero notevole ma soprattutto di elevata qualità. Sono quattro i libri premiati, uno per sezione e uno destinatario del Premio Speciale della Giuria, ed emerge tra essi un legame inaspettato: tutti infatti, pur in modo molto diverso, trattano del legame uomo – paesaggio che diviene per entrambi valorizzante.
Cin Cin 🥂🥂🥂

Comunicato stampa del Comitato Vicentino No ecomafie riguardo il processo di giovedì prossimo sulla Valdastico Sud

Comunicato stampa del Comitato Vicentino No ecomafie riguardo il processo di giovedì prossimo sulla Valdastico Sud : Ribadiamo con forza Bonifica e legalità per la Valdastico Sud
La vicenda dello smaltimento dei rifiuti industriali nella nostra Regione, raccontata in molte pagine nel saggio di Paolo Coltro e Nunzio Perrella “Oltre Gomorra”, ha il suo epilogo il prossimo 11 ottobre. Ricordiamo che sotto la Valdastico Sud, 54 chilometri con 11 uscite, svincoli e ponti, sono finiti centinaia di migliaia di metri cubi di resti di fonderia non trattati con grave ripercussione sulla salute dei cittadini. Il tutto è stato denunciato per primo da un cittadino Marco Nosarini di Selvazzano Dentro, primo presidente del Comitato Vicentino No Ecomafie. La magistratura ha portato alla sbarra 27 persone. Ma dopo l’archiviazione di 22 posizioni, fra cui quella dell’ex presidente della Brescia-Padova Attilio Schneck, il processo che si dovrebbe svolgere a Vicenza il prossimo11 ottobre rischia l'archiviazione e ancora una volta a pagare non saranno i responsabili, ma i cittadini.
Il nostro Comitato ha più volte allertato i Sindaci dei Comuni situati lungo la A31 sud, e inviato diversi comunicati alla stampa per avvisare i cittadini e le istituzioni, sui rifiuti trovati da alcuni di noi, Nosarini in primis sotto quel manto stradale e la loro pericolosità.
Apprendiamo che un solo sindaco di Montegaldella (Vicenza) Paolo Dainese afferma con certezza che nelle sue zone ci sono residui industriali potenzialmente tossici e si è costituito parte civile nel processo di giovedì, ci chiediamo perchè non fanno lo stesso il Sindaco di Torri, Agugliaro e Noventa (dove l'autostrada intercetta la falda acquifera, per cui le idrovore vanno giorno e notte). Al Sindaco Dainese va tutta la nostra stima e solidarietà, ma i rifiuti ci sono per dei chilometri anche in quel di Albettone dove il sindaco ancora in carica Joe Formaggio ci derideva alle assemblee dove informavamo sulla presenza di questi rifiuti tossici e cancerogeni; probabilmente per Formaggio non è importante la salute dei suoi cittadini, ma la psicosi dello straniero.
Ringraziamo le Associazioni che assieme al sindaco Dainese si sono costituite parti civili e ribadiamo fortemente il nostro “Bonifica e legalità” per questa autostrada, bisogna bonificare per salvaguardare la nostra madre terra e i suoi prodotti dop, ma soprattutto i nostri figli. Sotto la Valdastico sud, non ci sono solo scorie di fonderia non trattate, ma molto altro e si annida la mafia politica con irregolarità urbanistiche ed ambientali e a suo tempo anche in materia di lavoro.
Irene Rui attuale presidente del Comitato Vicentino No Ecomafie
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NON È DA TUTTI ESSER VENETO

NON È DA TUTTI ESSER VENETO
Dopo il referendum - il mio scritto, forse, più culturalmente incendiario - all’ombra del Leon Sborassà.
17+7 minuti di discesa nell’inferno/paradiso delle nostre identità collettive.
Serenissimi, prima di sparare a zero sul titolo di questo scritto e sul Leon Sborassà, leggetevi il testo fino alla fine. So che è lungo, ma a volte le parole sono necessarie. Soprattutto per creare civiltà, di fronte ai banali proclami dei nostri politici. Lo dedico agli uomini di cultura del nostro Triveneto, come Paolo Rumiz e Ulderico Bernardi. Lo dedico alle esigenze mal riposte dagli assaltatori del Campanile di San Marco e allo spirito ribelle della Ciminiera di Montecchio. Lo dedico a coloro che avranno il coraggio di arrivare/argomentare in/il fondo.

In altre parole: «Popolo delle Terre del Guà: andiamo a riconquistare la nostra acqua e la nostra libertà!».
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Rsu Miteni, ecco le richieste fatte al Prefetto

Lo stabilimento di Trissino della Miteni
Lo stabilimento di Trissino della Miteni

Rsu Miteni, ecco le richieste fatte al Prefetto

Vicenza – “Un tavolo istituzionale di regia dove riunire, oltre ai lavoratori e all’azienda, anche quelle istituzioni che in base a responsabilità e competenze, hanno un ruolo nella vicenda Miteni e Pfas. Nello specifico queste istituzioni sono il sindaco di Trissino, la Provincia di Vicenza e la Regione Veneto,  con i loro relativi organi tecnici”. E quanto hanno chiesto ieri le Rsu della Miteni alla Prefettura di Vicenza, nell’incontro che c’è stato in mattinata. I lavoratori dell’azienda di Trissino, chiedendo al prefetto di farsi interprete e promotore di questo tavolo con le istituzioni, mettono l’accento sulla necessità di affrontare subito affrontate alcune questioni urgenti. Eccole:
  • Condizioni dei lavoratori Miteni contaminati dai pfas: tutele sanitarie e ogni altra opportuna previdenza per gli effetti dannosi sulla salute nel breve-medio-lungo periodo associati all’esposizione a queste sostanze;
  • Urgente verifica e sistemazione degli impianti per risolvere tutte le criticità di salute, igiene e sicurezza del nostro luogo di lavoro. Finora gli enti si sono doverosamente concentrati su interventi, pur dovuti e importanti, a carico di canalette, pozzetti, bacini e quant’altro possa andar a contatto con la falda. Noi chiediamo che le verifiche siano effettuate anche negli impianti dove lavoriamo noi, con i conseguenti interventi che riteniamo siano altrettanto urgenti e necessari.
  • Misure per bloccare la fuoriuscita di personale; ripristino degli organici; verifica varie predisposizioni;
  • Prospettive occupazionali, salariali e sul futuro del nostro posto di lavoro, in considerazione anche della risoluzione n° 88 del 2 agosto 2018 del Consiglio Regionale del Veneto che esprime “piena solidarietà ai lavoratori di Miteni spa, violati nel diritto costituzionalmente tutelato della salute, intesa come stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o infermità, secondo l’accezione dell’art. 2 del decreto legislativo n° 81 del 2008, Testo unico sulla sicurezza e salute dei luoghi di lavoro” e che impegna la Giunta Regionale del Veneto a “… promuovere iniziative a garanzia della stabilità occupazionale e di conservazione del trattamento economico e di lavoro per i lavoratori occupati presso la ditta Miteni spa”. Al riguardo vogliamo capire quanto e in che maniera si vorrà tradurre in azioni concrete questo alto pronunciamento della Regione Veneto.
“Ora vogliamo vederci chiaro – aggiungono i rappresentanti dei lavoratori Miteni – e capire quale potrà essere lo stato della nostra salute ed il futuro del nostro posto di lavoro. Noi temiamo che si passi dalla prospettata cassa integrazione ai licenziamenti, cioè che si stiano apparecchiando, sulla nostra pelle, vie di uscita da questa situazione: noi siamo i più contaminati dai pfas, non vogliamo diventare anche i più abbindolati. Qui, da accomodare non devono esserci solo gli interessi delle multinazionali, ma prima di tutto quelli dell’ambiente e di chi in queste fabbriche ci ha lavorato rimettendoci magari anche la salute”.
“Siamo disponibili a discutere di tutto e su tutto. Però, o si avvia un confronto istituzionale urgente ed immediato su questi problemi, o valuteremo, come lavoratori, cosa sia meglio fare prima che le cose peggiorino ulteriormente. Dal 16 maggio scorso, data della richiesta di concordato, ci sono state quindici dimissioni. Le quali, aggiunte alle oltre quindici dei diciotto mesi precedenti, fanno più di trenta dipendenti altamente specializzati che se ne sono andati e solo in minima parte sono stati rimpiazzati. Per formare un lavoratore in industrie come la Miteni, tra esperienza, patenti, abilitazioni, ci vogliono minimo tre o quattro anni. Se altri operatori andranno via, la situazione diventerà ancora più problematica.
“Siamo una industria a rischio di incidente rilevante che ha a che fare tutti i giorni con cloro, acido fluoridrico ànidro, oleum, acido nitrico, ammoniaca etc… E siamo inseriti in un contesto fortemente urbanizzato. La Prefettura si è riservata qualche giorno per darci una risposta. Nelle prossime ore invieremo anche una comunicazione scritta che conterrà le richieste formulate ieri: confidiamo nell’intervento del prefetto, affinché chi di dovere si attivi. Il vertice aziendale sta dimostrando sempre maggiori difficoltà nell’affrontare una situazione così complicata e complessa, quindi è necessario che anche le istituzioni si assumano le loro responsabilità, anche al più alto livello”.