martedì 16 ottobre 2018

Pfas, lavoratori Miteni: «istituzioni si assumano responsabilità»


Pfas, lavoratori Miteni: «istituzioni si assumano responsabilità»



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«Le istituzioni si assumano le proprie responsabilità sulla vicenda Miteni». Questo il messaggio della Rsu Miteni, il sindacato dei lavoratori dell’azienda di Trissino (Vicenza) al centro dello caso Pfas, all’indomani dell’incontro in prefettura. «Ora vogliamo vederci chiaro – si legge nel comunicato sindacale – e capire quale potrà essere lo stato della nostra salute ed il futuro del nostro posto di lavoro. Noi temiamo che si possa passare dalla prospettata cassa integrazione ai licenziamenti, cioè che si stiano apparecchiando sulla nostra pelle vie di uscita da questa situazione: noi siamo i più contaminati dai pfas, non vogliamo diventare anche i più “abbindolati”». I lavoratori hanno pertanto chiesto alla prefettura di promuovere un tavolo urgente tra lavoratori, azienda e istituzioni coinvolte dalla vicenda Miteni-pfas: «il sindaco di Trissino, Provincia, Regione e relativi organi tecnici», per affrontare e risolvere le questioni urgenti che interessano in primis chi vede a rischio il proprio posto di lavoro, oltre alla salute.
E proprio la salute è il primo tema sul tavolo: i lavoratori Miteni chiedono «tutele sanitarie e ogni altra opportuna previdenza per gli effetti dannosi sulla salute nel breve-medio-lungo periodo associati all’esposizione a queste sostanze». Seconda richiesta, la «urgente verifica e sistemazione degli impianti per risolvere tutte le criticità di salute, igiene e sicurezza» sul luogo di lavoro. «La proprietà non può continuare a sottrarsi», attacca Rsu Miteni. «Il vertice aziendale sta dimostrando sempre maggiori difficoltà nell’affrontare una situazione così complicata e complessa». Con gli impianti chiusi per settimane, l’Rsu chiede a istituzioni e azienda «misure per bloccare la fuoriuscita di personale, il ripristino degli organici» e ancora «prospettive occupazionali, salariali» e sul futuro del posto di lavoro. In caso contrario, conclude il sindacato, alla luce degli oltre trenta dipendenti altamente specializzati che hanno già lasciato Miteni negli ultimi due anni, «valuteremo, come lavoratori, cosa sia meglio fare prima che le cose peggiorino ulteriormente».

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