martedì 23 maggio 2017

Pfas. Ecco i risultati monitoraggio Iss su residenti in zone agricole. Pfos e Pfoa nel 100% e 99% dei campioni analizzati

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Pfas. Ecco i risultati monitoraggio Iss su residenti in zone agricole. Pfos e Pfoa nel 100% e 99% dei campioni analizzati

Lo studio è stato effettuato su 122 soggetti (64 uomini e 58 donne) provenienti da vari Comuni situati nei territori di competenza di 5 differenti Ulss. La percentuale dei valori di concentrazione al di sopra del limite di quantificazione è risultata essere superiore al 50% anche per Pfhpa, Pfna, Pfda, Pfuda e Pfhxs. Il documento

19 MAG - Sono stati trasmessi alla Direzione Regionale Prevenzione del Veneto i risultati dello studio di biomonitoraggio di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in operatori e residenti di aziende agricole e zootecniche, condotto dall’Istituto Superiore di Sanità (iss). Tali analisi fanno parte del più ampio studio di biomonitoraggio che ha come obbiettivo la definizione dell’esposizione a PFAS nei soggetti residenti nelle aree del Veneto nelle quali è stata rilevata la presenza di questi contaminanti.

La documentazione, informa la Regione Veneto, “è stata già trasmessa alla Procura della Repubblica di Vicenza che indaga sull’evento inquinante specifico, al Presidente del Consiglio regionale affinché, una volta costituiti gli organi, la ponga a sua volta all’attenzione della Commissione consigliare d’inchiesta istituita martedì scorso, e alle Ulss interessate (6 Euganea, 8 Berica e 9 Scaligera), che nei prossimi giorni provvederanno a convocare le persone sottoposta a monitoraggio per comunicare loro gli esiti”.

Lo studio è stato effettuato su 122 soggetti provenienti da vari Comuni situati nei territori di competenza di 3 differenti Ulss: 8 Berica, 6 Euganea e 9 Scaligera  (ex Aziende 5, 6, 17, 20 e 21), 64 uomini e 58 donne.

I risultati ottenuti sugli “Allevatori” (operatori e residenti di aziende zootecniche) sono stati poi confrontati con quanto ottenuto nel biomonitoraggio condotto sulla popolazione generale. “Il rapporto dell’Iss – spiega la Reigone -  conferma  la classificazione dell’esposizione e del rischio definita con le aree ad oggi delineate, e sottolinea quanto già sostenuto sul fatto che il principale contributo all’assunzione di PFAS è rappresentato dall’acqua ad uso potabile (rete acquedottistica, ad oggi messa in sicurezza con l’applicazione di appositi filtri, e captazioni autonome-pozzi).

Per quasi tutte le sostanze analizzate, le concentrazioni nel siero del campione degli Allevatori (popolazione rurale) sono risultate superiori a quelle del gruppo dei Non esposti della popolazione generale (popolazione di controllo residente fuori le aree interessate).

Per otto tra queste sostanze (tra cui PFOA, PFOS e PFHxS) le concentrazioni rilevate negli Allevatori sono risultate superiori in modo statisticamente significativo anche a quelle degli Esposti della popolazione generale (popolazione residente nelle aree interessate alla contaminazione).

Considerando solo il PFOA (sostanza per cui attualmente si rilevano le concentrazioni maggiori), si è rilevato un livello mediano per il campione degli Allevatori pari a 40,2 ng/g, che confrontato con quello del campione della popolazione dell’area di esposizione, risulta doppio e marcatamente superiore al dato generale della popolazione campionata del Veneto (valore mediano Esposti:  13,8 ng/g; valore mediano Non Esposti: 1,6 ng/g).

Andando a differenziare per aree (ex Aziende Ulss) si evidenziano, come rilevato durante il biomonitoraggio sulla popolazione generale, differenze legate alla disomogeneità territoriale dell’esposizione. In particolare si hanno le concentrazioni maggiori tra gli Allevatori dell’ex-Azienda Ulss 5 e le minori nella ex-Azienda Ulss 6.

I risultati del presente rapporto saranno poi approfonditi ed integrati alla luce  delle evidenze che emergeranno dal completamento del piano straordinario di sorveglianza PFAS sugli alimenti predisposto dalla Regione del Veneto in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, attualmente in fase di esecuzione.

"In ogni caso - conclude la Regione -, anche questo specifico sottogruppo, potenzialmente iper-esposto a sostanze perfluoroalchiliche, sarà incluso nel piano generale di sorveglianza sanitaria già messo in atto dalla Regione del Veneto".

19 maggio 2017
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PFAS: i medici di base del vicentino lanciano una loro indagine epidemiologica e denunciano la latitanza degli organi preposti.


PFAS: i medici di base del vicentino lanciano una loro indagine epidemiologica e denunciano la latitanza degli organi preposti.

lunedì 15 maggio 2017

Di Alberto Peruffo:UNA MARCIA DI FORZA E DIGNITA'

UNA MARCIA DI FORZA E DIGNITA'
La Marcia è andata bene. Non ha importanza in quanti eravamo. Molti. Sicuramente il doppio rispetto all'anno scorso. Il movimento e la consapevolezza stanno crescendo. Credo sia invece più importante dire chi c'era e chi non c'era. Non parlo di chi aveva impegni inderogabili. Parlo di chi aveva impegni leggeri. Chi non c'era ieri possiamo affermare che non sarà la persona da cui possiamo aspettarci il cambiamento di queste terre martoriate dall'inquinamento e da un falso benessere, espressione di una civiltà che ha esaurito le sue qualità migliori: la partecipazione, la responsabilità, la conoscenza, la solidarietà. Dobbiamo prendere atto soprattutto di chi non c'era, più di chi c'era. Metterlo nel nostro personale libro nero. Sarà utile per la nostra sopravvivenza. La Marcia ha invece dimostrato una forza simbolica enorme, che vale e varrà più di 10 o 100 mila presenze inerti. Più delle adunate di popolo, pensate per distrarre la gente. Più delle assenze e delle gite fuori porta. La forza memorabile - simbolica - dei contenuti emersi durante la Marcia di ieri resterà incontrollabile e spazzerà via l'indifferenza, la superficialità degli inerti. Da quella forza, dalla dignità che essa porta con sé, superiore a tutti gli sguardi e a tutti gli impegni superficiali, da questa forza rigorosa, gentile, creativa, piena di dignità, dobbiamo aspettarci il nuovo futuro. Non da chi non c'era. Solo da chi c'era potrà arrivare un nuovo scatto di civiltà. Perciò, avanti tutta!
// un grazie di cuore a tutti i partecipanti e ai gruppi di lavoro. Esemplari. Nei prossimi giorni dimostreremo quanto scritto sopra pubblicando le gallerie ufficiali e i documenti della Marcia. La foto in allegato è di Navarro Tartini per il Corriere del Veneto e un autoscatto delle Mamme No Pfas. Un giorno di festa - la loro - celebrato in prima linea.
#noncelabeviamo #pfiori2017

sabato 13 maggio 2017

Marcia pFiori Acqua Beni Comuni 2017

- 1 giorno. «NON TORNERANNO I PRATI finché ce ne staremo INERTI dentro casa, nei nostri giardini, nei nostri recinti. Chiusi e rinchiusi nelle nostre coscienze». Uscite. A domani.
Marcia pFiori Acqua Beni Comuni 2017

Nelle Terre dei PFAS - Acqua bene comune

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I Care: Mi Interessa! Proprio vero..... giovedì sera auditorium di Creazzo strapieno di cittadini, vogliosi di informarsi,capire, approfondire e chiedere di essere tutelati.
Il passo successivo? Esigere che chi ha inquinato, Paghi!

Foto incontro con la Puppato a Lonigo il 12 maggio 2017

Lonigo strapieno di cittadini anche fuori

venerdì 12 maggio 2017

In Nome del Popolo inquinato e avvelenato Questa sera a Lonigo la verità sui Pfas

Questa sera a Lonigo in nome dei cittadini inquinati e avvelenati la verità sui Pfas :Un importante incontro per fare finalmente chiarezza sul grave stato di inquinamento da Pfas delle acque del Veneto
Ad un anno di distanza dal Consiglio Straordinario sulla contaminazione da PFAS, che ha colpito 79 comuni del Veneto e oltre 350.000 abitanti, e a tre mesi dalla pubblicazione della relazione della Commissione Ecomafie che mette in evidenza le lacune e le criticità mostrate nell’azione di contrasto all’inquinamento da PFAS e che afferma come sicuramente ipotizzabile il reato di avvelenamento delle acque, dell’omessa bonifica e dell’inquinamento ambientale, Legambiente e il Coordinamento Acqua Libera dai PFAS organizzano un importante incontro di approfondimento "per fare finalmente chiarezza e porre all'attenzione dei veneti la verità sui Pfas. Ai più ancora sconosciuta e che merita di essere diffusa" dichiarano gli organizzatori.
L'incontro pubblico, che si terrà Venerdì 12 maggio a Lonigo (Vi) alle ore 20.30, presso la Sala Soranzo dell’Istituto Tecnico “A. Trentin”, vedrà infatti protagonista la Commissione di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati con la relazione di Laura Puppato, Senatrice della Repubblica e membro della Commissione che ha prodotto un corposo ed a tratti impietoso rapporto sulla questione PFAS.
Seguiranno gli interventi di Barbara Degani, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Giampaolo Zanni, Segretario CGIL Vicenza e del Direttore Generale di Legambiente Onlus Stefano Ciafani, protagonista in primo piano nella battaglia per l’approvazione della Legge sugli Ecoreati.
Al termine dei primi interventi verrà aperto un “Question time” con Luca Restello, Sindaco di Lonigo, Stefano Marzotto, Sindaco di Pressana e Roberto Castiglion, Sindaco di Sarego, rappresentanti dei primi cittadini che si sono trovati in prima linea nell’affrontare la catastrofe PFAS. A moderare gli interventi sarà Matteo Mohorovicich, giornalista Rai per il TG3 Veneto.
Piergiorgio Boscagin, portavoce del Coordinamento Acqua Libera dai PFAS, afferma “Ritengo particolarmente importante che la Commissione venga a presentare quanto ha prodotto sulla questione PFAS in un luogo simbolo della contaminazione in corso. Ricordo infatti che nel territorio di questo comune si emunge l’acqua contaminata che alimenta gli acquedotti pubblici dei 21 comuni della cosiddetta area rossa, la zona a maggiore impatto sanitario per le problematiche relative all’inquinamento da PFAS. Abbiamo bisogno di chiarezza e di agire in fretta per spostare l'acquedotto in primis, interrompere l'afflusso di inquinanti nelle acque e bonificare il sito della Miteni."
Legambiente invita tutta la cittadinanza a partecipare all’incontro e ricorda che durante la serata sarà possibile firmare la petizione promossa da Legambiente e dal Coordinamento, che ha per obiettivi l’abbassamento dei limiti ai PFAS nelle falde e allo scarico uniformati ai limiti più restrittivi vigenti e allacciamento a fonti di approvvigionamento non inquinate.
L’incontro del 12 maggio è organizzato in vista della seconda edizione della MARCIA dei pFIORI che si terrà Domenica 14 maggio con partenza da Montecchio Maggiore fino a raggiungere Trissino (Vi), una grande mobilitazione regionale per la difesa dell’acqua, del territorio e della salute dei suoi abitanti. Legambiente invita tutti i cittadini del Veneto a partecipare e a sfilare pacificamente, a piedi o in bici, tra le strade e le piazze dei comuni maggiormente colpiti.
(Info sulla marcia clicca https://www.facebook.com/events/1362892663797817/ )
per informazioni:
Coordinamento Acque Libere da Pfas - Piergiorgio Boscagin 3487236715
Legambiente - Luigi Lazzaro 333 8268 258

Corriere del Veneto:Pfas, la rabbia delle madri: «Nel sangue dei ragazzi valori 20 volte la soglia»


I test sui quattordicenni. I medici: non c’è rischio

LONIGO (VICENZA) «Mia figlia ha 14 anni e un valore di Pfas nel sangue venti volte superiore alla norma. Cosa devo fare? C’è un’alimentazione da seguire, altri esami da fare? Abbiamo avuto l’esito delle analisi da un mese e nessuno ci dice cosa succede adesso». E’ un urlo di rabbia quello di Michela Piccoli, una delle tante mamme di Lonigo che a metà marzo ha ricevuto l’esito dello screening sui «Pfas» nel sangue dei figli. L’esasperazione è sua e di tanti altri genitori: il monitoraggio sta avendo successo, già 950 ragazzi dai 14 ai 18 anni della «zona rossa», i 21 Comuni dove la falda è pesantemente inquinata dai composti perfluoro-alchilici, si sono sottoposti ai test predisposti dalla Regione. Ma i risultati portano altre domande. «Quasi tutti i ragazzi risultano avere livelli di Pfoa nel sangue di 70 nanogrammi per litro di sangue — dichiara il direttore medico dell’area ovest dell’Usl 8 Berica, Giampaolo Stopazzolo —. Ma se non emergeranno complicazioni, li rivedremo fra due anni. Nel frattempo i valori dovrebbero dimezzarsi».
«Mia figlia ha nel sangue 90 nanogrammi per litro di Pfoa», insiste Michela Piccoli, che di professione fa l’infermiera. Mostra il foglio con i risultati degli esami: alla riga riguardante il Pfoa c’è scritto, fra le classiche due parentesi, che la soglia massima dovrebbe essere 8 nanogrammi. «Io lavoro con i medici, quelli quando un paziente è grave lo dicono chiaramente. Qua invece non c’è chiarezza: ci dicano cosa fare — insiste la signora —. E poi non capiamo come sia successo, in casa noi beviamo solo acqua filtrata, abbiamo filtri attivi a osmosi inversa». Giovanna Dal Lago, un’altra mamma di Lonigo, di figli ne ha cinque. La famiglia ha il pozzo che pesca a 104 metri sotto terra, direttamente nella falda, ma quell’acqua non la bevono. Anzi la figlia più piccola, 14 anni, ha sempre bevuto acqua in bottiglia. «Eppure ha 172 nanogrammi di Pfoa nel sangue. Forse perché va molto in piscina — s’interroga la madre — siamo pieni di dubbi. Tra l’altro io e i miei due figli maggiori non abbiamo ancora i risultati, pur avendo fatto uno screening nel 2016». Giovanna sarebbe disposta «a pagare di più», pur di essere sicura che i Pfas nell’acqua del rubinetto siano a quota zero. Elena Canola, sempre di Lonigo, ha una figlia il cui esame ha evidenziato Pfoa a quota 91.
«Anche lei ha sempre bevuto acqua in bottiglia — assicura — a questo punto devo pensare che i Pfas si assumano anche con il cibo». Fabiola Dal Lago, sorella di Giovanna, riassume l’esigenza di tutti: «Questa prima analisi non basta, devono darci una vera profilassi e dirci come comportarci per il bene dei nostri figli». In questa parte di Veneto, ai confini fra Verona, Vicenza e Padova, la falda ormai fa paura. I composti considerati più inquinanti sono il Pfoa (acido perfluoroottanoico) e il Pfos. Sulla contaminazione, che l’Arpav del Veneto ha fatto risalire all’attività degli ultimi decenni dell’industria «Miteni » di Trissino, è in corso un’indagine della Procura di Vicenza. In parallelo nel 2013 le autorità sanitarie hanno imposto nelle aree contaminate l’uso di sola acqua del rubinetto, filtrata dalle società fornitrici, e la Regione da poco ha avviato un maxi screening che durerà dieci anni su circa 80mila persone fra i 14 e i 65 anni nei 21 Comuni dell’area rossa.
Quali sono le conseguenze sulla salute degli alti livelli di Pfoa (e Pfas in genere) nel sangue? Le indagini della Regione hanno evidenziato che fino al 2013 nell’area di maggior contaminazione c’è stata per le donne incinte un aumento della frequenza di diabete gravidico e di gestosi. E sono aumentati i bimbi nati più piccoli. Con i filtri le cose sono migliorate. Ma secondo l’Isde, società internazionale di medici per l’ambiente presieduta nel Vicentino dal medico Vincenzo Cordiano, in queste zone si rileva una maggiore incidenza di patologie legate al sistema endocrino. Dall’Usl 8 si ribadisce che verranno svolti ulteriori esami nei pazienti in cui il primo screening evidenzia problemi di salute. «Stiamo mettendo a punto un protocollo per il secondo livello di analisi — conferma Stopazzolo — da giugno verranno richiamati i soggetti che hanno valori di Pfas elevati nel sangue, oltre a problemi di fegato e colesterolo, o ai reni, alla tiroide e alla glicemia». Se è solo il Pfoa ad essere elevato, però, il richiamo arriverà fra due anni. «Chi invece ha altri valori alterati verrà richiamato subito. Come pure chi dovesse avere valori di Pfas altissimi nel sangue: ma al momento non ci risultano casi di questo tipo», conclude Stopazzolo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Andrea Alba
Le mamme di Lonigo contro le Pfas. Da sinistra, Elena Canola Giovanna Dal Lago, Fabiola Dal Lago e Michela Piccoli (foto Optimabrand)Le mamme di Lonigo contro le Pfas. Da sinistra, Elena Canola Giovanna Dal Lago, Fabiola Dal Lago e Michela Piccoli (foto Optimabrand)
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Eventi nel Vicentino per liberare Acqua e terra dai Pfas

Prossimi eventi nel vicentino per liberare l'acqua e la terra dai Pfas! Partecipate grazie!

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lunedì 8 maggio 2017

Seconda puntata del tg3 regionale veneto inchiesta sui Pfas con l'intervista fatta dal giornalista Matteo Mohorovicich all'ingegnere Vittorio Sandri

Seconda puntata del tg3 regionale veneto inchiesta sui Pfas con l'intervista fatta dal giornalista Matteo Mohorovicich all'ingegnere Vittorio Sandri che negli anni settanta aveva progettato gli impianti della Rimar. Sandri ha seguito anche politicamente la vicenda, ora è nell'amministrazione del consorzio Arica



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Rai - Tgr Veneto
Seconda puntata della nostra inchiesta sui #Pfas e l'origine dell'#inquinamento.
Parla il progettista degli impianti della Rimar (oggi Miteni)

V

La prima puntata dell'inchiesta sull'#inquinamento da #Pfas.Grazie al giornalista Matteo Mohorovicich

La prima puntata dell'inchiesta sull'#inquinamento da #Pfas.Grazie al giornalista Matteo Mohorovicich e a chi ha collaborato per questa inchiesta davvero importantissima
Ci concentriamo sugli anni Settanta, quando Miteni si chiamava Rimar e contaminò l'acqua con un altro composto chimico, il dinitro.
Dai documenti e dalle testimonianze dei protagonisti dell'epoca emerge l'ipotesi che i Pfas di adesso siano stati sversati allora.
-2:20
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Pfas a Creazzo e Le Iene: Veronica Rigoni presenta un'interrogazione

Quotidiano | Categorie: Ambiente

Pfas a Creazzo e Le Iene: Veronica Rigoni presenta un'interrogazione

Di Note ufficiali Venerdi 10 Marzo alle 21:43 | 0 commenti
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"In qualità di Consigliere comunale del gruppo Creazzo nel cuore ho presentato un'interrogazione comunale sull'emergenza Pfas in Veneto" scrive in una nota che pubblichiamo Veronica Rigoni, Consigliere comunale Creazzo nel cuore. In data 8 marzo 2017 il programma televisivo "le Iene" trasmetteva uno speciale dedicato, pubblicando dati in cui compariva un'azienda sita in via Pisocche, a Creazzo, con prodotti contaminati dai valori fuori legge di concentrazione di Pfas pari a 57,4 nanogrammi, superando i limiti di performance indicati dalle autorità competenti. (Analisi del 03/2015).
Le domande che poniamo all'amministrazione sono molte: vogliamo sapere se ha appurato se l'acqua dei pozzi in questione viene ancora utilizzata per alimentazione animale, umana o per irrigazione; quali azioni l'amministrazione ha intrapreso quest'anno per monitorare la situazione dei pozzi privati nel comune di Creazzo; quali azioni l'amministrazione ha intrapreso nei confronti dell'azienda in questione; se, oltre all'ordinanza emessa ad Aprile 2016, si sono susseguite ulteriori informative verso i cittadini proprietari di pozzi di acqua privata; se l'amministrazione è a conoscenza che l'ultimo aggiornamento effettuato da Acque Vicentine sulla presenza di Pfas sulla distribuzione di acqua pubblica è del 28 Ottobre 2016, e vede presenza di Pfas in acqua pubblica di Creazzo pari a 0,01 (limite a norme di legge), e che quindi le analisi vengono pubblicate con cadenza semestrale privando la cittadinanza della possibilità di disporre di dati aggiornati; se l'amministrazione dispone dei dati delle analisi effettuate a campione sulla presenza di Pfas nel sangue dei cittadini di Creazzo e quali sono gli esiti; quali azioni l'amministrazione sta eseguendo per gestire e vigilare l'emergenza. Riteniamo doveroso ricevere risposte chiare e precise a tutela della salute dei cittadini di Creazzo, e non solo.
Veronica Rigoni
Consigliere comunale Creazzo nel cuore