A
tutti gli interessati al problema dei PFAS, colgo l'occasione per
citare quanto scritto in un libro sulla storia di Trissino a proposito
della Rimar-Miteni, in periodo non sospetto e quindi doppiamente
interessante per inquadrare il problema pluridecennale dell'inquinamento
connesso: Il libro è "Trissino nel novecento" a cura di Giovanni Luigi
Fontana e Gaetano Bressan, Il Poligrafo, 2009 ISBN978-88-7115-649-1. Da
pagina 212 a 221 si fa la storia della ditta, compresi ben due
"incidenti" ambientali: nel 1966 una fuga di acido fluoridrico che
rinsecchi' la vegetazione collinare a valle dello stabilimento, allora
ospitato nelle scuderie della villa Marzotto, con conseguente blocco
della produzione di APO (come veniva allora chiamato l'Acido Perfluoro
Ottanoico, PFOA attualmente). Interessante notare che la leggera
contaminazione ambientale rilevata da ARPAV e non ancora spiegata dalla
stessa, anche a monte dell'attuale stabilimento Miteni è spiegata invece
da tale localizzazione e dal fatto che negli stabilimenti Marzotto al
Maglio di Sopra venivano allora applicati tali sostanze ai tessuti. lo
scarico in Agno e quindi il passaggio in falda di tali sostanze rende
conto della contaminazione a monte della Miteni. Il secondo "incidente"
è quello della contaminazione della falda acquifera fino a creazzo ed
il conseguente divieto di uso dei pozzi nella zona (non so se mai
ritirato) da parte di sostanze prodotte nella stessa Miteni, (residui
del Nitro), inquinamento riconosciuto fino dal 1977, e che porto' al
blocco della produzione per 14 mesi, ed un processo in cui gli imputati
vennero assolti (sorpresa!), e definito un "incidente di percorso". Si
noti anche che la Miteni produceva il PFOA ad un costo sei volte
inferiore alla Du Pont, che era comunque la metà del prezzo dell'oro.
C'è da chiedersi come si facesse a produrre ad un costo tanto basso, e
adesso forse sappiamo chi lo sta pagando ora.. consiglio la lettura del
libro.
Nessun commento:
Posta un commento