Il riferimento è al fatto che il direttore generale dell’Area sanità e sociale della Regione,
Domenico Mantoan,
ha inviato un documento (datato 17 novembre 2016) che parla di questo
studio agli assessori regionali alla sanità, ambiente e agricoltura Luca
Coletto, Giampaolo Bottacin e Giuseppe Pan. Il documento è regolarmente
protocollato, ma è stato tenuto segreto.
«Dunque
non eravamo allarmisti, perfino da
denunciare. Piuttosto sono loro da denunciare per la violazione del
principio di precauzione – continuano i 5 Stelle – ora fra le soluzioni
proposte c’è lo
spostamento della Miteni. Non hanno
ancora capito il danno e le responsabilità che hanno in merito? Pensano
di risolverlo spostandolo da un’altra parte?».
«La nostra proposta è quella di
chiudere la linea Pfas della Miteni,
azienda responsabile dell’inquinamento, e deve cessare l’export di Pfas
in regioni dove i cittadini sono ignari, come accade per percolati,
idrolizzati e fanghi che arrivano a ritmi di fiera tutti i giorni in
provincia d Mantova – dicono gli esponenti veneti del movimento – È
urgente, infine,
bonificare le zone inquinate e si costruisca una rete d’acquedotto adeguata».
“I costi dell’operazione, una cifra conteggiata in
224 milioni di euro,
dalle autorità di bacino Veronese, della Val Chiampo e del
Bacchiglione, devono essere pagati dalla Miteni, secondo il principio
“chi inquina paga”. Ricordiamo inoltre che il ministero dell’ambiente a
domanda specifica sul perché non fa applicare il principio chi inquina
paga non dà risposta da più di un anno – proseguono i 5 Stelle – il 27
luglio 2016 interrogammo la Regione per sapere perché non ordinasse la
chiusura della Miteni, visto che sosteneva di aver fatto tutto il
necessario per risolvere il problema».
«La loro risposta datata 27 ottobre è un
arrampicarsi sugli specchi privo di significato
– fanno sapere i pentastellati – da notare che il 27 ottobre erano già a
conoscenza dello Studio sugli esiti materni e neonatali in relazione
alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche, uno studio del 29
settembre 2016 con protocollo 398534 del 17 ottobre 2016! La politica
locale ha quindi
responsabilità gravissime delle quali
deve pagare e gli assessori interessati dovrebbero dimettersi dopo uno
scandalo del genere. Con quale faccia si presenteranno ancora al
cospetto dei veneti? – concludono gli esponenti M5S – Anche la politica
nazionale ha le sue colpe».
I 5 Stelle ricordano infatti le promesse del Pd: «oltre alla Regione,
anche il Governo centrale ha giocato con la nostra salute
facendo promesse mai mantenute. Dal governo Renzi erano arrivate
promesse ben specifiche, e diversi parlamentari Pd del territorio
avevano fatto da cassa di risonanza. Ci aveva messo la faccia anche
Luca Lotti,
ora ministro: dovevano arrivare risorse importanti assieme a quelle per
il collettore del Garda e per la bonifica di Ca’ Filissine.
Per i Pfas si parlava di 80 milioni.
Non si è visto un soldo, con l’aggravante che dei Pfas non ne ha più
parlato nessuno e con il cambio di governo, anzi col governo-fotocopia,
anche se Lotti e molti altri ci sono ancora, sembrano esserselo
dimenticato».
UNG S.R.L.S
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