Oggi
sul Gdv un importantissimo articolo di Lino Zonin che era presente
nell'ultimo Consiglio comunale di Lonigo, dove il nuovo sindaco di
Lonigo,Luca Restello, nel suo lungo elenco di compiti da fare nei 5 anni
di mandato ha messo anche come priorità l'acqua inquinata dai pfas
avvisandoci che lui è stato l'unico sindaco di tutti i sindaci del
Bacino Valle del Chiampo a chiedere che si ponga riemedio all'acqua del
nostro acquedotto collegandoci ad un altra fonte come esempio
può essere la vicina San Bonifacio. Prima della sostituzione dei filtri
avvenuta a fine luglio i valori dell'acqua potabile di Lonigo sfiorava i
limiti di performance dell'Istituto Superiore di Sanità con 419
nanogrammi per litro e preoccupante anche Brendola con 345 nng per
litro! ! Inoltre 100 famiglie che usano pozzi privati e non sono
ancora collegate all'acquedotto sono in emergenza e per loro per il
momento non resta che la salvezza delle casette dell'acqua a cui devono
recarsi per prendersi l'acqua anche per cucinare. I filtri nella
stazione idrica di Madonna costano 90 mila euro ogni cambio e così non
si può continuare. Ritiene che gli interventi che finora si son fatti
siano solo di tampone e non rimediano la situazione, che, a causa
dell'incessante attività industriale (e in questo caso della Miteni) che
ci ha inquinato le falde continuerà a farlo , ma non sottovaluta
neanche l'inquinamneto del distretto conciario affermando che chi aveva
delocalizzato per la prima concia la più inquinante e visto che da
nessun parte del mondo esistono depuratori uguali ad Arzignano sono
ritornati qui. Peccato che non abbia detto nulla sul Tubone Arica che
porta la maggior parte delle sostanze inquinate nel Veronese a Cologna
Veneta....
sabato 29 agosto 2015
giovedì 13 agosto 2015
Merito dei floruri inquinanti a Lobia si rifà acquedotto e fognatura
Dopo
un caso di positività ora rientrato in un pozzo a Lobia di pfas fuori
norma, Acque Vicentine fa un investimento di 550 mila euro per sistemare
acquedotto e per fognature
Sforamento dei limiti dei pfas anche a Zimella e Albaredo e cambio filtri carbone (articolo dell'Arena del 28 luglio)
Pfas.
Limiti sforati in due Comuni, l’Ulss tranquillizza. L'Arpav ha rilevato
nella rete idrica di Albaredo e Zimella valori superiori a quelli
fissati dall’Iss
Nel Colognese toma a manifestarsi lo spettro Pfas, ma secondo l'Ulss
non ci sono rischi per la salute. L'Agenzia regionale per l'ambiente ha
rilevato nella rete acquedottistica di Albaredo d'Adige e Zimella
livelli elevati di sostanze perfluoro-alchiliche: i composti di origine
chimica che vengono utilizzati per impermeabilizzare carta, stoviglie e
tessuti, la cui presenza nelle falde da cui pescano gli acquedotti di
oltre 30 Comuni del Basso Veronese, del Vicentino e del Padovano era
stata scoperta due anni fa in seguito ad una campagna di controlli
specifici promossi dall'Unione Europea. Sin dal 2013 è stato deciso di dotare gli impianti di prelevamento e potabilizzazione dell'acqua contaminati - situati ad Almisano, nel Basso vicentino, e di proprietà di Acque Veronesi - di filtri a carboni attivi. Filtri molto costosi, ogni ricarica costa circa 100mila euro, ma che sono gli unici efficaci. Nel frattempo sono iniziate verifiche relative alla presenza dei Pfas anche nelle acque superficiali e negli alimenti del territorio. Nonostante vari annunci, finora nè lo Stato italiano nè l'Unione europea hanno fissato i limiti massimi di Pfas che possono essere contenuti nelle acque potabili. Gli unici parametri esistenti sono quelli stabiliti come obiettivo dall'Istituto superiore di sanità. Ebbene, i risultati di campioni prelevati dall'Arpav, per conto dell'Ulss 20, in via Brena ad Albaredo e in via Corain a Zimella, dicono che quei limiti di performance sono stati sforati. «Si tratta di superamenti contenuti dovuti ai filtri che cominciavano ad essere saturi», spiega Massimo Valsecchi, direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Ulss 20. «Abbiamo informato sia i sindaci che Acque Veronesi, la quale ci ha comunicato il 21 luglio di avere sostituito i carboni. La situazione non era comunque tale da far sì che dovessero essere presi provvedimenti di alcun genere». «I limiti non devono essere superati e in questo caso i sindaci dovevano muoversi, anche se non è giusto che si paghino con soldi pubblici inquinamenti provocati da privati», sottolinea Piergiorgio Boscagin del comitato Acqua libera dai Pfas. Comitato che ha scritto a tutti i sindaci dell'area interessata dall'inquinamento per chiedere loro di agire legalmente per far si che la bonifica delle falde acquifere sia a carico di chi ha provocato l'inquinamento ed ottenere un risarcimento dei danni. Lu. Fi. - L’Arena – 28 luglio 2015 |
domenica 9 agosto 2015
Floruri, 10 pozzi nel mirino a Montebello
10 pozzi nel Comune di Montebello Vicentino di cui non si può utilizzare l'acqua per scopi potabili.
E' questa l'ordinanza del Sindaco di Montebello " Dino Magnabosco". Montebello sembra essere unico comune con dei pozzi fuori norma secondo l'Istituto Superiore di Sanità fra gli ultimi comuni che hanno fatto analizzare i pozzi dei privati.Anche se non tutti i privati hanno eseguito le analisi.
Mi piac
E' questa l'ordinanza del Sindaco di Montebello " Dino Magnabosco". Montebello sembra essere unico comune con dei pozzi fuori norma secondo l'Istituto Superiore di Sanità fra gli ultimi comuni che hanno fatto analizzare i pozzi dei privati.Anche se non tutti i privati hanno eseguito le analisi.
Abbiamo scritto di nuovo a tutti i sindaci dei comuni inquinati dai pfas : Nuova richiesta ai sindaci dei Comuni colpiti da inquinamento PFAS
Nuova richiesta ai sindaci dei Comuni colpiti da inquinamento PFAS
Di Redazione VicenzaPiù | Martedi 21 Luglio alle 18:13 | 0 commentiIn data 07 luglio 2015 il Coordinamento Acqua Libera dai Pfas ha inviato a tutti i Sindaci dei comuni interessati dall’ inquinamento ambientale delle falde e degli acquedotti pubblici da composti perfluorialchilici (Pfas) un documento (clicca qui). Il Coordinamento ritiene che le richieste indicate nel documento risultino fondamentali per affrontare tempestivamente il grave inquinamento tuttora in atto e poterne perseguire i responsabili .
Si
ricorda inoltre, che la figura del Sindaco rappresenta la massima
autorità anche a livello sanitario per la difesa del territorio e dei
cittadini e che i punti indicati nel documento avrebbero dovuto, già
da tempo, essere stati applicati dai Sindaci stessi.
Si
sollecitano inoltre gli organi di stampa ad una maggiore attenzione e
visibilità alle tematiche della gravissima devastazione ambientale che
mina pericolosamente la salute dei cittadini in tre province del Veneto.
Ultime Analisi sui pfas presenti nell'acqua dei comuni serviti da Acque del Chiampo e foto cambio filtri a Madonna
Nel blog di Acque del Chiampo trovate le analisi dei comuni serviti da Acque del Chiampo.
http://blog.acquedelchiampospa.it/?p=3880
Foto della sostituzione dei filtri di carbone fatta negli ultimi giorni di luglio 2015 presso l'impianto di filtrazione di Madonna di Lonigo.I vecchi filtri pieni di Pfas ci ha spiegato l'ing.Verza di Acque del Chiampo vengono portatai in un impianto specializzato per farli rigenerare per poi riutilizzarli.
http://blog.acquedelchiampospa.it/?p=3880
Foto della sostituzione dei filtri di carbone fatta negli ultimi giorni di luglio 2015 presso l'impianto di filtrazione di Madonna di Lonigo.I vecchi filtri pieni di Pfas ci ha spiegato l'ing.Verza di Acque del Chiampo vengono portatai in un impianto specializzato per farli rigenerare per poi riutilizzarli.
Marzo 2015 Pfas, Consiglio di bacino chiede risarcimento ( Vicenza Report)
Si comincia a passare dalle parole ai fatti nella delicata questione dell’acqua inquinata da perfluori. Al di là delle prese di posizione delle forze politiche, c’è da parlare di una iniziativa del Comitato istituzionale del Consiglio di bacino Ovest vicentino che, con i sindaci Giorgio Gentilin, di Arzignano, Renato Ceron, di Brendola, e Gianluigi Cavaliere, di Zermeghedo, ha deciso di scendere in campo per un confronto con la Miteni, di Trissino, individuata come “una delle aziende responsabili – dice il comitato – dei danni arrecati al territorio in materia di Pfas”.
“I nostri depuratori – ha spiegato Gentilin – dovranno essere attrezzati con costose tecnologie in grado di risolvere l’emergenza. Il Consiglio di bacino ha già iniziato autonomamente questo percorso già nel 2014, quindi ben prima che arrivassero gli allarmi di certe forze politiche, ed abbiamo investito quasi un milione di euro, mentre altri due milioni sono previsti per il 2015. Ricordo comunque che l’acqua dei nostri rubinetti, quindi dell’acquedotto, è sicura. Per questo bisogna investire anche per ampliare gli allacciamenti al sistema idrico civile”.
“Chi ha procurato il danno – ha aggiunto Ceron – deve assumersi la responsabilità di concertare con le istituzioni una soluzione per i nostri cittadini e, a fronte di investimenti di qualche milione di euro da adesso ai prossimi anni, l’azienda o le aziende che sono coinvolte dovrebbero partecipare alla spesa”.
“Nessuna volontà persecutoria nei confronti delle imprese – ha poi concluso Cavaliere – ma sia l’autorità di bacino che i comuni che rappresentiamo hanno il dovere morale, prima ancora che amministrativo, di intervenire immediatamente. Ci auguriamo che il mondo produttivo comprenda la nostra preoccupazione e sia la nostro fianco investendo per la salute delle famiglie”. da sottolineare infine che, all’azienda di Trissino, è stata chiesta la disponibilità ad incontrare i sindaci già la settimana prossima.
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