L'inquinamento da Pfas non è un problema
ambientale. È una questione che riguarda il ministero della Salute.
Questa, detta in estrema sintesi, è la posizione assunta in merito alla
contaminazione che interessa l'area posta a cavallo fra le provincie di
Verona, Vicenza e Padova dal ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.
Rispondendo ad un'interrogazione, presentata ancora un anno fa da alcuni
parlamentari del M5S, con prima firmataria la veronese Francesca
Businarolo, il ministro ha ora risposto dicendo in maniera chiara che
lui in questa vicenda non c'entra. «Con riferimento alle problematiche
segnalate dall'onorevole interrogante, relative alla presenza delle
sostanze perfluoro-alchiliche nelle acque erogate al consumatore finale
nella Regione Veneto, si comunica che la competenza in materia è del
ministero della Salute», dice nella sua risposta Galletti.Il quale,
quattro mesi fa, in una sua visita a Pressana, compiuta in piena
campagna elettorale per le Regionali, aveva mostrato, ad onor del vero,
ben altro interesse per la vicenda. Allora, infatti, aveva addirittura
affermato: «Entro l'estate verranno stabiliti i limiti per quanto
riguarda la presenza dei Pfas nelle acque destinate al consumo umano».
L'attuale rinvio della questione, d'altro canto, sembra costituire in
qualche misura la conferma del fatto che nessuno vuol prendere una
posizione ufficiale in merito ad una vicenda che è al di fuori delle
regole. Nonostante ancora nel 2013 sia emerso, in seguito ad indagini
ambientali compiute su indicazione dell'Unione europea in un territorio
comprendente una trentina di Comuni, una presenza rilevante nelle acque,
sia superficiali che di falda, di perfluoro-alchilici (elementi di
produzione industriale derivanti da sversamenti di un'azienda del
Vicentino) ancora nessuno ha stabilito il limite massimo della loro
concentrazione nelle acque destinate al consumo umano.Acque Veronesi, la
società che gestisce i pozzi contaminati che servono gli acquedotti, ha
attuato forme di abbattimento dei Pfas con filtri a carboni attivi. La
Regione ha avviato azioni di controllo sugli effetti dell'inquinamento
sui prodotti agricoli e la salute umana. L'Arpav sta svolgendo campagne
di verifica su fiumi e canali. Di fatto, però, mancando una normativa
specifica, l'acqua rimane comunque potabile. «Ora andremo avanti,
interrogando anche il ministro della Salute», afferma Businarolo. «È
infatti inaccettabile», ribadisce, «che nessuno voglia rispondere in
maniera chiara su quello che, purtroppo, resta un problema grave».o
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