Il 20
ottobre abbiamo finalmente conosciuto 4 lavoratori chimici della Miteni
della RSU della CGIL della Miteni. Qui un riassunto delle cose più importanti che si
siamo scambiati con loro e intanto ringraziamo sia l'associazione No alla
Centrale per i contatti e sia l'associazione Cillsa per averci messo a
disposizione la loro sede ad Arzignano.
Queste erano
le nostre domande che abbiamo fatto :
1) Ci
presentiamo e chiediamo se sono a conoscenza del nostro lavoro dal maggio del
2014 quando ci siamo costituiti in coordinamento, come assemblee
pubbliche, esposto presentato a novembre nelle procure di VR e VI e incontri
con la Regione e i sindaci
2) Siete
stati convocati subito come RSU dalla vostra azienda appena l'Arpav è risalita
con le analisi e ha individuato nella vostra azienda la maggior ditta colpevole
di questo inquinamento?
3) Siete
stati informati che sulla ditta Miteni ricade l'obbligo e la responsabilità per
le indagini ambientali ma anche di circoscrivere la contaminazione evitando che
si estenda anche fuori con il pericolo per la salute dei cittadini e la
salubrità della falda.
4) La nostra
Provincia di Vicenza, si era impegnata a insitituire ogni 30 giorni un tavolo
tecnico con la vostra ditta per valutare lo stato dell'arte e capire se gli
interventi adottati cominciano a dare risposte efficaci (comunicato provincia
8-8-2013 fluoro nell'acqua monitoraggi costanti)
- Ci
rispondono e sono tutti molto gentili. Si, sono abbastanza informati del
nostro lavoro e sono informati su quello che è accaduto.
Riguardo essere informati come RSU(rappresentanti sindacali unitari)
ci rispondono che piuttosto vengono informati come RLS (rappresentanti dei
lavoratori sicurezza salute e ambiente). A riguardo sono
stati aggiornati sull' esito dell' ultima conferenza dei servizi svoltasi
la settimana scorsa.
Viene detto
che di norma è il Comune di Trissino a presiedere e a
convocare la conferenza dei servizi . Ci dicono che, in relazione al
rinvenimento nel 2013 di Pfoa nelle acque di falda , l'azienda
Miteni aveva preventivamente inviato agli Enti preposti le comunicazioni
previste dalla Legge quando si rileva una possibile fonte
di inquinamento o di contaminazione. Informano che la barriera
idraulica al confine sud dello stabilimento è stata potenziata nell'ultimo
anno. La barriera ha ora la funzione principale di contenere il Pfoa. A
sud della barriera idraulica, in convenzione, sono stati realizzati dei
pozzi-spia (piezometri) per monitorare l'efficenza della medesima (si
confrontano i valori delle acque di falda prima della barriera e dopo il
trattamento della barriera). Le funzioni aziendali di SPP hanno
comunicato che la barriera funziona e trattiene le sostanze in questione. Viene
detto che comunque nelle falde acquifere, e non solo in quella
sottostante la Miteni, vi è un "coctail" di inquinanti; non c'è
solo il Pfoa, prodotto dalla Miteni ma dismesso nel 2012, ma tante
altre sostanze non prodotte dalla Miteni, tipo trielina, metalli pesanti,
solventi, etc., i cui valori sono preoccupanti, stante che dette
sostanze sono in alcuni casi, queste sì, classificate come cancerogene
certe. Si ricorda che fino al 1988 le industrie, e tra queste l'allora Rimar,
non erano collegate al depuratore consortile per il semplice fatto che non
era ancora stato costruito. Miteni (all'epoca Rimar) era autorizzata a
scaricare, previo trattamento delle acque reflue secondo la legislazione allora
esistente (Legge Merli), nel torrente Poscola, lì transitante. Così come
all'epoca le concerie della valle del Chiampo scaricavano nel fiume
Chiampo... Dal 1988, anno dell'entrata in funzione del depuratore
consortile,l'azienda ha collettato i propri scarichi a
quest'ultimo. Posto che lo scarico del Pfoa non era
sottoposto a norma, nè risultava essere, dai dati scientifici a
disposizione, attenzionato quale dannoso (rilievo invece emergente ora o
recentemente), appare consequenziale che gli scarichi, sebbene
trattati dal depuratore interno dell'allora Rimar, e autorizzati ad essere
rilasciati nel torrente Poscola, sono stati veicolati da quest'ultimo
verso altre aree di infiltrazione della falda cui i corpi idrici
superficiali contribuiscono a fungere. Poi, dal 1988, di converso il
Consortile si è sostituito al Poscola allontanando le acque reflue via via
sempre più lontano attraverso condotte ("tubone" - Arica ...) che di
fatto hanno creato le condizioni per il contatto delle acque "trattate",
contenenti sostanze normate e non, con diverse zone di ricarica delle
falde di più provincie. Si ritorna all'oggi e viene informato che la
Miteni ha effettuato 81 carotaggi (ispezioni geognostiche) per
analizzare lo stato delle matrici ambientali dello stabilimento e agire di
conseguenza (piano di caratterizzazione delle matrici ambientali, concordato in
sede di conferenza dei servizi). I risultati sono in corso di analisi e
valutazione.
Vi è una
comprensibile preoccupazione per lo stato della salute dei lavoratori che negli
anni si sono succeduti nelle lavorazioni del Pfos e del Pfoa, sebbene i dati
sanitari e gli studi della comunità scientifica, secondo quanto
relazionato dal medico di fabbrica, prof. Giovanni Costa, durante gli annuali
incontri di legge sulla situazione sanitaria della popolazione aziendale,
risulti essere non allarmante. Certo è che a riguardo il
dibattito degli esperti sulla tossicità dei prodotti in
questione è molto ampio ed aperto. Il prof. Giovanni Costa si è più volte detto
disponibile a partecipare, in un contesto organizzativo equilibrato e
bipartisan, ad un confronto pubblico sul tema. Su tutti questi temi l'Rsu ci suggerisce di cercare
anche un incontro coi responsabili dell'azienda, al fine di avere
informazioni ancora più precise e dettagliate, essendo loro, rispetto a noi,
molto più preparati, competenti e a conoscenza dei vari aspetti. Come Rsu
danno la disponibilità, se necessario, a partecipare a questo eventuale
incontro.
Noi a questo punto abbiamo detto
che un medico dell'ISDE il Dr. Vincenzo Cordiano , da anni,
studia i pfas calcolandoli come pericolosi non solo per l'ambiente ma
sopratutto per la nostra salute e anche appunto ricordiamo che abbiamo fatto un
nostro esposto nel 2014 il quale ha
anche tutta una parte scientifica dove vengono dimostrate queste pericolosità.
Continua R. V.che più in generale, sul piano cosiddetto
"politico", viene ricordata anche la vicenda della lottizzazione
zai Koris, sempre di proprietà dei Marzotto, antistante allo stabilimento Miteni,
oggetto di forti polemiche e di emendamenti nei consigli comunali di
Trissino del 2010-2011, circa una possibile variazione della destinazione
urbanistica richiesta dalla proprietà (da
artigianale-industriale a commerciale, tipo supermarket o outlet), però di
difficile realizzazione o impedita dal fatto che la Miteni, essendo una
azienda chimica a rischio di incidente rilevante (Seveso ter) eleva
sull'insediamento Koris una fascia di rispetto derivante dalle licenze -ben
antecedenti alla lottizzazione Koris!- di stoccaggio del Cloro, in relazione
alle quali non si possono insediare nella fascia di rispetto attività che
prevedono un afflusso di persone non numerabile (in ordine
alle procedure di sfollamento in caso di incidente,derivanti dai piani di
emergenza). Si ricorda questo perchè la Miteni sta attraversando un lungo
periodo di crisi proprio derivante dalla contrazione delle commesse di lavoro
che vedono l'utilizzo del cloro quale materia prima. La preoccupazione è che i
pesanti cicli di Cassa Integrazione cui sono sottoposti i lavoratori (4
mesi per 45 dipendenti -su 130 totali- solo nell'utima
parte del 2015, con non meno difficoltà per il 2016) dipendino non solo da
ragioni di mercato ma forse anche da scelte aziendali condizionate dal contesto
"ambientale" creatosi con la realizzazione dalla citata lottizzazione
Koris.Sarebbero quindi meritevoli di ben profonde riflessioni "politiche"
da parte dei cittadini-lavoratori quelle scelte politiche che hanno tolto dai
terreni -Marzotto- antistanti la Miteni il tracciato della Pedemontana con la
motivazione del rischio di incidente rilevante di quel stabilimento chimico
(infilando antieconomicamente ed anti ambientalmente l'autostrada dentro
il colle della Colombara di Trissino, forse unico caso di un tunnel
longitudinale ad un rilievo montuoso), per poi costruire, in quegli stessi
terreni, ben 7 capannoni con "mire" commerciali, quindi quanto
di più opposto alle motivazioni dello stabilimento a rischio di incidente
rilevante prese "a pretesto" per togliere da quell'area una
infrastruttura, quale la pedemontana, ben meno rimunerativa della lottizzazione
poi realizzata... Forse avrebbero ben donde da interrogarsi su queste
scelte (e, perchè no, chiedendone magari conto agli amministratori
responsabili) tutti quei lavoratori-cittadini che ora si trovano in
Cassa Integrazione, magari con la prospettiva della dismissione della loro per
quanto problematica azienda (non certo però più di molte altre industrie
in un contesto di responsabilità "ambientali" diffuse a più livelli)
per far posto a qualche supermercato o simile, che poco occupa e ancor meno
retribuisce...Una taglio polemico è poi è riservato alla modificazione del
progetto in trincea della Pedemontana in Valbona (per intenderci la campagna
agricola dei Lora, quella di fronte alla conceria Basmar di Trissino), appunto
originariamente previsto in trincea artificiale ma poi, sulla scorta di
segnalazioni Arpav circa la possibile interferenza di queste trincee con un
possibile plume di Pfoa presente in falda, fatto sollevare dalla
concessionaria costruttrice dell'opera dalla trincea alla quota
campagna -con relativo "panoramico" viadotto lungo oltre
100 metri sopra la sp246- facendo così la bella figura
di"soddisfare" i rilievi ambientali dell'Arpav ma in realtà
diminuendo i costi della costruzione in trincea (imposta a suo tempo quale
mitigazione dell'impatto visivo!) ma soprattutto risolvendo così i grossi
problemi tecnico-idraulici derivanti da una zona notoriamente a
falda affiorante e quindi con grosse incognite gestionali nel realizzarvi
una autostrada interrata! A fronte quindi di un non del tutto dimostrato
rischio di contatto di questo plume di pfoa con le previste trincee (plume
che comunque sarà messo sotto controllo dalla citata barriera idraulica
della Miteni) viene fornito un sicuro vantaggio economico ai costruttori-gestori
dell'infrastruttura,
contro invece un gran nocumento ambientale-paesaggistico agli abitanti
della zona e ai cittadini in generale... Questo è un esempio di intervento
fuori tempo delle autorità che produce effetti molto discutibili sia sul piano
ambientale che economico...Viene poi detto che, giustamente, ci si attenziona
degli effetti del Pfoa sulla salute, ma quasi più non si discute sul danno,
questo certificato, che i pm 10 etc.introdotti del traffico della
pedemontana causeranno agli abitanti della valle dell'agno, in un contesto
di qualità dell'aria dell'ovest vicentino dove già insistono, oltre all'
impattante settore della concia etc, tre industrie chimiche con i
relativi forni termodistruttori (in ordine di importanza Fis, Zambon e Miteni)
che trattano i relativi rifiuti. In particolar modo non vi è quasi più dibattito
pubblico circa quanto un comprensorio territoriale quale il nostro può
sopportare in termini di insediamenti industriali ad alto impatto ambientale in
rapporto alla sua concentrazione abitativa e territoriale...Emerge la
preoccupazione che il caso del Pfoa divenga un capro espiatorio per
coprire e non affrontare sul piano generale l'inquinamento della nostra
zona... Più in generale viene espresso il desiderio che si
dovrebbe procedere ad una assunzione di consapevolezza di
popolo circa un modello di sviluppo che ha usato quale forma degenerata di
finanziamento l'ambiente, in un mix di ignoranza-malafede-omissione,
ovvero dei relativi modelli "socio-economico-culturali"
veicolati...Pesare in % ciascuna di queste responsabilità sarebbe utile
non tanto per procedere a improbabili processi e ancor meno probabili
ripristini ambientali, ma per cercare di compiere un atto di presa
di coscienza collettiva per capire la natura degli errori - la chiesa
direbbe dei peccati- compiuti e iniziare un percorso di cambiamento -la chiesa
direbbe di conversione-. Partendo dalla scuola, dai giovani, quasi sempre
assenti.
Proseguiamo
intervenendo un pò tutti sul fatto del registro tumori dell'Ulss 5 i cui dati
non sono conosciuti, di un parallelo che si potrebbe fare tra il nostro comprensorio
e la Terra dei Fuochi, con tanti casi di tumore non indagati, di discariche
abusive oltre che inceneritori e acqua inquinata. Quando negli anni 60 si è
proceduto all'industrializzazione di questo comprensorio, scelta
dipesa soprattutto dalla ricchezza d'acqua presente nel sottosuolo, assai
necessaria per l'industria (soprattutto di un certo tipo quale quella
conciaria, tessile e chimica) non si erano fatti i conti (e qui sarebbe utile
capire quanto si è trattato di ignoranza, omissione o calcolo economico...?)
con le ricadute di queste attività in quelle stesse falde d'acqua,
che ora ci troviamo irremediabilmente compromesse o inquinate. Fare una
bonifica di tutto il terreno e della falda inquinata forse è praticamente
impossibile... Si dovranno aspettare i cento anni di cui parlava Restaino
dell'Arpav per una autorigenerazione? Comunque già ora dobbiamo tutti
insieme cambiare modo di produzione e trovare tecnologie produttive
eco-compatibili. Una idea sarebbe quella di cercare di promuovere un convegno,
un forum su questi temi, con un approccio didattico e non inquisitorio..
Montecchio o Vicenza potrebbero essere la location appropriata per un evento
simile...
Dovrebbero parteciparvi
degli esperti in acqua e aria inquinate ma anche degli storici, dei
sociologi, esempio, L. C. propone Edoardo Salzano anche se ormai ha passato gli ottanta
anni e farà fatica a essere presente (ora a distanza di più dieci giorni
dall’incontro con la RSU abbiamo più chiaro in testa di come fare questo
convegno coinvolgendo ambientalisti e lavoratori) . Con il loro aiuto
indagheremo anche sui meccanismi sociali di una popolazione che ha cercato - o
è stata indotta a cercare- attraverso il progresso economico la
risposta a condizioni di arretratezza che erano invece prima di tutto
culturali, e che sono ancora lì del tutto insolute... Per poi da lì cercare di
iniziare un cammino per informare di più su cosa sta succedendo
qui,come ad esempio la Pedemontana dove pochi cittadini stanno lottando per
denunciare questo abominio, nella quasi indifferenza generale... Cercare
insomma di far tornare le persone prima di tutto cittadini, spiegando
i diritti e i doveri di essere parte di una civis, che l'esserlo comporta
partecipazione, informazione, militanza, cose tutte molto
impegnative ma unico antidoto al servaggio. La cultura contrasta
lo sfruttamento, delle persone, dell'ambiente...
C'è l'intenzione di
coinvolgere in questo anche il sindacato. Con la Bergamin, segretaria
della CGIL di Vicenza, come Rsu se n'era già accennato, ma
pochissimo. Poi tutti dobbiamo pretendere che le istituzioni lavorino bene, che
non siano corruttibili. Diceva un pensatore italiano che un atto
rivoluzionario sarebbe quello di mettere persone oneste ai posti di comando...!
Capite che ci sta tutto il richiamo, legato all'onestà, del
gesto rivoluzionario! Ripartire da zero e cambiare strada? A
parte mettere tutti d'accordo su questo, è possibile? Se si, come? Per
concludere, pensare di far pagare i danni alla Miteni sarà, così di primo
acchito, arduo, in quanto l'attuale proprietà, un trust con sede in
Lussemburgo, ritiene, a torto o a ragione, di non avere alcuna responsabilità
con i fatti contestati, semmai riconducibili a precedenti gestioni o a
precedenti proprietà (tipo Rimar o Mitsubishi). Sarebbe semmai da chiedersi
come le Istituzioni nazionali non vigilino sul cambio di assetti proprietari
delle società basate nel proprio territorio, in relazione alle
responsabilità di impresa. Oppure sarebbe interessante conoscere il nome
degli azionisti di questi trust... Vuoi mai che saltasse fuori qualche nome
"curioso"... Del tipo la sorpresa che ha destato la pubblicazione sul
Corveneto dei nomi degli sponsor, leciti si capisce, di parte dell'ultima
campagna elettorale regionale della candidata pd Alessandra Moretti... Alla
fine noi comunichiamo che stiamo per
inviare alla stampa un nuovo comunicato stampa, dopo l' incontro
con lo Sian della nostra Ulss. Invitiamo poi la Rsu Miteni a partecipare
all'assemblea pubblica che faremo in Dicembre
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