Concia vicentina: Lotti, aiutaci tu
La visita del braccio destro di Renzi ad Arzignano ha un risvolto semi-segreto: l'azione di lobbying per il gassificatore. Il Pd locale cambia rotta?
Quali sono i motivi veri per cui Luca Lotti, potentissimo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha fatto tappa in Valchiampo nel maxi-distretto vicentino della concia? Erano le 13.30 del 7 settembre quando il braccio destro del premier democratico Matteo Renzi
è arrivato al quartier generale del gruppo Dani ad Arzignano. Dopo un
po’ di convenevoli con imprenditori e simpatizzanti di partito, Lotti si
è fiondato per un incontro a porte chiuse con il renzianissimo
onorevole vicentino Filippo Crimì e il patron del gruppo Giancarlo Dani,
che assieme ai Mastrotto e ai Peretti è uno dei grossi nomi della
concia. Parliamo di un comparto strategico che fattura un paio di
miliardi all’anno, che dà lavoro a sei mila persone e che vanta agganci
politici trasversali di primissimo livello. E infatti uno come Lotti,
che l’uomo-ombra di Renzi, non si muove mai per pura visibilità. Tanto meno per promettere, come da versione ufficiale, i soliti generici ed ipotetici incentivi alle imprese.
IL PUZZLE
Per cercare di ricomporre un puzzle i cui quattro spigoli si trovano ad Arzignano, Vicenza, Venezia e Roma, è necessario fare attenzione alla prima tessera. Prima tessera che è saltata fuori durante le ore successive al briefing riservato: secondo i media locali, tra i dossier presentati a Lotti c’è quello relativo alle politiche ambientali. La seconda tessera è costituita dal fatto che all’incontro era presente anche Roger De Menech. Il quale non solo è il segretario veneto del Pd: come Crimì è uno dei renziani doc a livello regionale, ed è anche un influente membro della commissione ambiente a Montecitorio.
Terza tessera: sul GdV dell’11 settembre sono state riportate le parole di Bernardo Finco, presidente della sezione concia di Assindustria Vicenza. Il quale invitava i politici del distretto a riprendere in considerazione l’opzione di un impianto per il trattamento dei fanghi conciari (il cosiddetto «inceneritore dei fanghi») che era stato seccamente bocciato, anche se in modo un po’ ondivago, da tutto l’arco politico durante l’ultima tornata amministrativa e regionale, sindaci di Arzignano e Montecchio Maggiore in testa, due Comuni che peraltro sono guidati da giunte di centrodestra, più o meno ascrivibili al Carroccio. Sempre il GdV dell’11 settembre riportava non a caso un repentino cambio di parere da parte del primo cittadino di Arzignano, il dottor Giorgio Gentilin, che nelle ultime ore è ritornato molto più possibilista sull’opzione dell’impianto.
ZAIA CONTRO
La quarta tessera utile a comprendere il gioco è la recente uscita del governatore del Carroccio Luca Zaia, che si è detto pronto a dire no ad altri inceneritori. Si tratta di un avviso spedito ai fautori dell’opera, mal digerita in vallata dal Carroccio. L’ultimo segnale lo rivela la recente uscita del Cillsa, associazione ambientalista arzignanese che pochi giorni fa ha rinfacciato all’esecutivo della città del Grifo di avere di avere tradito gli elettori rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale.
LOBBY A PALAZZO CHIGI
Ora, che la presenza di Lotti ad Arzignano sia da collegare alle aperture normative dello “Sblocca Italia” in materia di inceneritori, è cosa acclarata. Ma ovviamente c’é il risvolto locale. Da quella parte di Confindustria che sostiene il cosiddetto gassificatore, ovvero la maggior parte dei conciari, sarebbe stato chiesto a Lotti di misurare quanto la nuova normativa nazionale incida sulle potestà della Regione, proprio per scongiurare un eventuale intervento di Zaia teso a bloccare il progetto. In soldoni, gli industriali avrebbero chiesto una corsia preferenziale, nonché d’un sostanzioso contributo statale. Anche perché per i 100 milioni di euro previsti (la cifra è spannometrica perché sul piano è ancora buio pesto), sia il soggetto promotore (la municipalizzata intercomunale Acque del Chiampo) sia i privati interessati, di quattrini da spendere ne hanno ben pochi. O almeno non hanno voglia di impegnarsi economicamente in tal senso, mentre di converso sarebbero ben interessati a partecipare al business della costruzione.
PD ECOLOGISTA
Lotti, per la sua vicinanza al premier, é l’uomo giusto per convincere l’ala renziana del Pd vicentino, da sempre la più ostile al gassificatore (che è osteggiato dalla popolazione per le temutissime ricadute ecologiche). Interpellato al riguardo da Vvox, Crimì ha preferito un prudente silenzio. Resta agli atti il cambio di atteggiamento della giunta di Arzignano (non quella di Montecchio, per ora): il segnale di un “serrate i ranghi” verso tutta la politica della vallata, Pd compreso.
IL PUZZLE
Per cercare di ricomporre un puzzle i cui quattro spigoli si trovano ad Arzignano, Vicenza, Venezia e Roma, è necessario fare attenzione alla prima tessera. Prima tessera che è saltata fuori durante le ore successive al briefing riservato: secondo i media locali, tra i dossier presentati a Lotti c’è quello relativo alle politiche ambientali. La seconda tessera è costituita dal fatto che all’incontro era presente anche Roger De Menech. Il quale non solo è il segretario veneto del Pd: come Crimì è uno dei renziani doc a livello regionale, ed è anche un influente membro della commissione ambiente a Montecitorio.
Terza tessera: sul GdV dell’11 settembre sono state riportate le parole di Bernardo Finco, presidente della sezione concia di Assindustria Vicenza. Il quale invitava i politici del distretto a riprendere in considerazione l’opzione di un impianto per il trattamento dei fanghi conciari (il cosiddetto «inceneritore dei fanghi») che era stato seccamente bocciato, anche se in modo un po’ ondivago, da tutto l’arco politico durante l’ultima tornata amministrativa e regionale, sindaci di Arzignano e Montecchio Maggiore in testa, due Comuni che peraltro sono guidati da giunte di centrodestra, più o meno ascrivibili al Carroccio. Sempre il GdV dell’11 settembre riportava non a caso un repentino cambio di parere da parte del primo cittadino di Arzignano, il dottor Giorgio Gentilin, che nelle ultime ore è ritornato molto più possibilista sull’opzione dell’impianto.
ZAIA CONTRO
La quarta tessera utile a comprendere il gioco è la recente uscita del governatore del Carroccio Luca Zaia, che si è detto pronto a dire no ad altri inceneritori. Si tratta di un avviso spedito ai fautori dell’opera, mal digerita in vallata dal Carroccio. L’ultimo segnale lo rivela la recente uscita del Cillsa, associazione ambientalista arzignanese che pochi giorni fa ha rinfacciato all’esecutivo della città del Grifo di avere di avere tradito gli elettori rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale.
LOBBY A PALAZZO CHIGI
Ora, che la presenza di Lotti ad Arzignano sia da collegare alle aperture normative dello “Sblocca Italia” in materia di inceneritori, è cosa acclarata. Ma ovviamente c’é il risvolto locale. Da quella parte di Confindustria che sostiene il cosiddetto gassificatore, ovvero la maggior parte dei conciari, sarebbe stato chiesto a Lotti di misurare quanto la nuova normativa nazionale incida sulle potestà della Regione, proprio per scongiurare un eventuale intervento di Zaia teso a bloccare il progetto. In soldoni, gli industriali avrebbero chiesto una corsia preferenziale, nonché d’un sostanzioso contributo statale. Anche perché per i 100 milioni di euro previsti (la cifra è spannometrica perché sul piano è ancora buio pesto), sia il soggetto promotore (la municipalizzata intercomunale Acque del Chiampo) sia i privati interessati, di quattrini da spendere ne hanno ben pochi. O almeno non hanno voglia di impegnarsi economicamente in tal senso, mentre di converso sarebbero ben interessati a partecipare al business della costruzione.
PD ECOLOGISTA
Lotti, per la sua vicinanza al premier, é l’uomo giusto per convincere l’ala renziana del Pd vicentino, da sempre la più ostile al gassificatore (che è osteggiato dalla popolazione per le temutissime ricadute ecologiche). Interpellato al riguardo da Vvox, Crimì ha preferito un prudente silenzio. Resta agli atti il cambio di atteggiamento della giunta di Arzignano (non quella di Montecchio, per ora): il segnale di un “serrate i ranghi” verso tutta la politica della vallata, Pd compreso.
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