sabato 17 gennaio 2015
I “nuovi” PFAS – La Dichiarazione di Helsingør (Helsingør Statement)
Questa è la traduzione più o meno fedele di un articolo scientifico recente di Scheringer et al. liberamente
scaricabile
dal sito Pubmed. Ho tradotto la dichiarazione di un gruppo di
scienziati “preoccupati” sperando di fare opera di pubblica utilità e di
contribuire ad un dibattito sereno e pacato sulla presunta “innocuità”
dei
nuovi PFAS. Infatti circolano in rete dichiarazioni e documenti
rilasciati da “autorità ufficiali” che abbracciano acriticamente la
posizione
delle industrie che stanno contrabbandando come non pericolosi i “nuovi
PFAS”
(come avevano fatto per decenni con quelli “vecchi”), ignorando (o
fingendo di
ingorare?) tutti gli articoli scientifici che stanno confemrando,
purtroppo,
come anche i “nuovi PFAS” siano dotati degli stessi effetti negativi sul
metabolismo dei grassi e sulla tiroide. ll timore è, che con l’aumentare
degli
studi, e con la durata dell’esposizione a tali “nuove” molecole, si
comincino a
vedere anche gli effetti che impiegnao decenni a manifestarsi, per
esempio
quelli cancerogeni.
Dichiarazione sulle sostanze poli- e perfluoroalchiliche
Noi come scienziati
quotidianamente al lavoro sulla caratterizzazione degli usi, delle proprietà, della
distribuzione ambientale e degli effetti avversi delle sostanze poli- e perfluoroalchiliche,
PFAS, siamo preoccupati dell'orientamento attuale volto a sostituire PFAS a lunga
catena (PFAS-LC) con un gran numero di composti perfluorati di cui si hanno
solo scarsissime informazioni riguardo i loro volumi di produzione, l’utilizzo,
le proprietà e gli effetti biologici. Tuttavia, noi già sappiamo
che questi sostituti hanno proprietà simili ai PFAS a lunga catena per quanto
riguarda la resistenza alla degradazione completa, cioè sono anch'essi
persistenti nell'ambiente come gli attuali PFAS (Strempel
et al. 2012; Scheringer et al. 2013).
In assenza di prove
definitive che le soluzioni proposte rappresentino un sostanziale miglioramento
rispetto ai PFAS a lunga catena, noi riteniamo che non sia corretto accettare
acriticamente che il processo di sostituzione dei PFAS a lunga catena si
traduca in un mero incremento dei prodotti immessi sul mercato globale che
saranno utilizzati da milioni di consumatori e di professionisti. Per questi
morivi, e in questo momento storico, intendiamo portare la seguente
dichiarazione all'attenzione dei decisori politici e dei principali portatori d’interessi.
I PFAS sono ubiquitari
Numerosi PFAS, compresi i
composti sostituivi proposti per la
sostituzione dei PFAS-LC, sono presenti nelle matrici ambientali (Giesy e Kannan 2001; Ahrens e Bundschuh 2014; Buck et
al. 2011; Li et al. 2011; Gawor et al. 2014; Wang et al. 2013; Zareitalabad et
al. 2013; Müller et al. 2012; Zhao et al. 2012), nella flora e fauna selvatiche ((Giesy e Kannan 2001;
Houde et al. 2006; Buck et al. 2011), negli organi
e tessuti umani (Giesy e Kannan 2001;
Kannan et al. 2004; Martin et al. 2010; Kato et al. 2011; Yeung et al. 2006) in tutto il globo.
Le decisioni regolatorie
hanno permesso di ottenere una riduzione delle concentrazioni di alcuni PFAS-LC,
ma quelle di altre molecole LC rimangono stabili o continuano ad aumentare.
PFOS, PFOA e altri PFAS con
11-14 atomi di carbonio si sono dimostrati altamente persistenti nell'ambiente,
bioaccumulanti e tossici e sono state
sottoposti a restrizioni regolamentate per legge in Europa e in Canada; molte
industrie hanno accettato l'invito a ridurre o a sospendere la loro produzione
“volontariamente” («ECHA» 2014); PFOS è anche regolato secondo la convenzione di Stoccolma
sui POPs (Stockholm Convention
on Persistent Organic Pollutants 2009). Grazie a queste restrizioni, le concentrazioni di PFOS
e PFOA stanno declinando nel sangue di molti cittadini di alcune nazioni occidentali (Kato et al. 2011; Yeung
et al. 2006; Yeung et al. 2013a; Harada et al. 2010). Tuttavia i PFAS a catena più lunga del PFOA non
hanno seguito finora questa tendenza al calo (Glynn et al. 2012;
Kato et al. 2011; Yeung et al. 2013b).
Sono necessarie urgentemente maggiori informazioni sui "nuovi" PFAS
Numerose sono le alternative
fluorurate ai PFAS proposte e commercializzate (Lava 2010; Poulsen et
al. 2005; Diderich 2014), molte delle quali sono omologhi a corta catena dei PFAS-LC
(tipicamente con 6 atomi di carbonio o meno). L’accorciamento della catena perfluorurata
le rende meno bioaccumulanti rispetto ai PFAS-LC, ma non riduce la loro
resistenza alla degradazione. Inoltre, non è vero i PFAS-CC sono sempre meno
bioaccumulanti, dal momento che, per esempio la loro captazione da parte dei
germogli di mais (il cereale più importante per la nutrizione umana) è
superiore a quanto si osserva con i PFAS-LC (Krippner et al. 2014).
In molti casi sono molto
limitate le informazioni di pubblico dominio su struttura, proprietà
chimico-fisiche e profili tossicologici dei PFAS-CC. Le concentrazioni di
alcuni PFAS-CC, per esempio PFBS e PFBA,
stanno progressivamente aumentando nelle
matrici ambientali e nei tessuti umani in tutta Europa (Ahrens e Bundschuh
2014; Glynn et al. 2012; Kirchgeorg et al. 2013). Pertanto abbiamo urgente necessità di ottenere e fornire
alle popolazioni le necessarie
conoscenze sui rischi per la salute ambientale e umana di questa classe di
composti in rapida ascesa, e di renderle facilmente accessibili al grande
pubblico.
Se i nuovi PFAS sono meno efficienti e validi c'è il rischio di un aumento del loro uso, delle emissioni e dell’esposizione
Molti fra i PFAS-CC proposti,
pur essendo generalmente meno bioaccumulanti, sono spesso tecnicamente meno
efficienti («Regulatory Affairs: The Challenge PFOA-free -
PERFORMANCE DAYS» 2014; Renner 2006; «Persistent Organic Pollutants(POPs)»
2014), per cui c'è il rischio che ne siano necessarie maggiori quantità o
che sia indispensabile l'uso combinato di più molecole per ottenere le stesse
performance, annullando i potenziali
vantaggi che deriverebbero dalla loro
supposta minore capacità di bioaccumulo.
Preoccupazioni riguardo la mancata effettuazione di accertamenti sula pericolosità dei nuovi PFAS
In Europa il regolamento
REACH richiede il soddisfacimento di alcuni criteri prima dell'immissione sul mercato
di sostanze chimiche prodotte in notevoli quantità («Regolamento REACH reach.sviluppoeconomico.gov.it»
2014). Se si usano miscele di più PFAS-CC
per rimpiazzare una singola molecola perfluorata a lunga catena, la quantità
della singola sostanza sostituente potrebbe essere inferiore a quella del PFAS-LC
da rimpiazzare, cosicché potrebbe essere sottratta ai limiti imposti dalla
normativa REACH (e immessa liberamente
sul mercato senza controlli, nota del traduttore). Inoltre, molte preoccupazioni derivano dalla
nostra incapacità di ottenere dei test di laboratorio in grado di identificare veramente
effetti quali l'immunotossicità e la distruzione endocrina causati dai PFAS (White, Fenton, e Hines 2011; Grandjean e
Budtz-Jørgensen 2013).
Introduzione di regole valide per tutti i paesi
Un numero crescente di paesi in
diverse regioni del mondo produce PFAS a lunga e corta catena. Pertanto è necessario definire regole valide
per un maggior numero di paesi, anche perché i tipi di produzione disponibili
sul mercato globale sono molto differenti e difficili da caratterizzare.
I PFAS, vecchi e nuovi, sono incorporati in prodotti di consumo duraturi
Le attuali conoscenze
dimostrano che i PFAS-CC sono resistenti alla degradazione e possono
trasformarsi in altri prodotti, compresi PFOA e PFOS e altri PFCA e PFSA che
persistono nell'ambiente (Butt, Muir, e Mabury 2014; Lee, D’eon, e Mabury 2010;
Liu e Mejia Avendaño 2013; Young e Mabury 2010). Pertanto l'uso crescente ed esteso e l'emissione di PFAS-CC
porteranno inevitabilmente all'aumento
dei livelli di PFCA, di PFOA e altri prodotti di degradazione perfluorurati
stabili nell'ambiente, nel biota e negli esseri umani
L’aumentata esposizione implica un aumento degli eventi avversi
È pertanto probabile che anche
i nuovi PFAS o i loro prodotti di trasformazione porteranno ad un aumento
globale dell'esposizione ambientale ed umana ad un gran numero di PFAS e, quindi, causeranno un aumento del rischio di
effetti tossici associati a queste sostanze, con problemi simili a quelli verificatisi con
il PFOS, il PFOA e altri PFAS-LC. In questo caso, se i nuovi PFAS dotati di
notevole mobilità ambientale si dimostrassero pericolosi per l'ambiente e gli
uomini, potrebbero essere necessarie decadi o secoli per ridurre la
contaminazione globale
Costi enormi sarebbero sostenuti
dalla comunità per studiare la tossicità dei PFAS-CC
se le istituzioni pubbliche dovessero
iniziare a studiarne gli effetti tossici con fondi pubblici, le risorse da
destinare allo scopo essendo enormi. Pertanto, è necessario obbligare le industrie
produttrici a rendere pubbliche tutte le informazioni in loro possesso relative
alle proprietà chimico-fisiche e tossicologiche, oltre ad obbligarle a sostenere i costi della
ricerca scientifica per valutare il rischio per la salute pubblica. Senza
trascurare che c'è anche il rischio di
provocare un danno ambientale globale irreversibile.
L'obiettivo dell'industria e
dei governi dovrebbe essere quello di introdurre molecole non persistenti e non
fluorurate, completamente biodegradabili e mineralizzabili, limitando l'uso dei
PFAS soltanto a quelle applicazioni realmente prive di alternative e
indispensabili.
Riferimenti bibliografici
1: Scheringer M, Trier
X, Cousins IT, de Voogt P, Fletcher T, Wang Z, Webster TF. Helsingør statement
on poly- and perfluorinated alkyl substances (PFASs). Chemosphere. 2014
Nov;114:337-9. doi: 10.1016/j.chemosphere.2014.05.044. Epub 2014 Jun 14. PubMed PMID: 24938172.
PS
I riferimenti completi degli articoli citati nel testo si trovano nella pubblicazione originale.
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