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ACQUA A RISCHIO IN ITALIA. STATO E REGIONI INADEMPIENTI, LA VERA GRANDE OPERA È IL RISANAMENTO!
In Italia, nel silenzio generale, stiamo perdendo l’acqua sotterranea!Le acque sotterranee non si vedono ma costituiscono un patrimonio di fondamentale importanza.
Se qualcuno ci chiede di pensare all’acqua ci sovviene l’immagine di un fiume e non quello dell’acqua che abbiamo sotto i piedi. In realtà l’acqua dei fiumi è solo una minima parte dell’acqua di un territorio.
Falde e acquiferi sono contaminati da sostanze che percolano attraverso i terreni provenendo da scarichi industriali, rifiuti accumulati sul suolo o interrati, contaminazione del terreno, fitofarmaci e fertilizzanti usati in agricoltura, scambi con fiumi inquinati.
Le acque italiane sono sottoposte dal 2003-2004 ad un monitoraggio costante da parte delle agenzie regionali dell’ambiente secondo le modalità previste dalla Direttiva Comunitaria 60/2000/Acque (http://www.direttivaacque.minambiente.it/documenti/Direttiva_2000-60-CE.pdf). Ci sono punti di monitoraggio su tutto il territorio che vengono campionati periodicamente. Si tratta di pozzi o piezometri (qui sotto un piezometro in un’area contaminata).
Le acque sotterranee vengono analizzate e, sulla base dei risultati, sono classificate in classi di qualità, buona o scarsa. Qui sotto un quadro riepilogativo generale contenuto nel rapporto dell’ISPRA “STATO DELL’AMBIENTE IN ITALIA” (http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/stato-dellambiente/annuario-in-cifre-annuario-dei-dati-ambientali-2014-2015).
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