VICENZA
«No Pfas, acqua e terra pulite». Tremila in corteo hanno accerchiato la Miteni
A Trissino l’affollata protesta di cittadini e ambientalisti. Sit in di vicentini e veronesi. I lavoratori dell’azienda: vanno avviati nuovi cicli di lavorazione e trattamenti di depurazione
TRISSINO (VICENZA) Protesta e
corteo No Pfas. Almeno tremila persone hanno circondato l’azienda
Miteni di Trissino nel Vicentino, che secondo l’Arpav è la principale
responsabile dell’inquinamento da Pfas.
Una protesta pacifica, che ha visto però schierati insieme cittadini, ambientalisti e le «mamme No Pfas».
«Servono soluzioni subito», è stato il messaggio ricorrente, scandito anche dagli slogan.
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Tremila in corteo contro i Pfas
Oltre a Vicenza, la contaminazione
comprende anche 13 comuni del Veronese: alla manifestazione c’erano
dunque vicentini ma anche molti veronesi. Tutti a protestare per lo
stesso motivo: acqua non contaminata e via i veleni che inquinano il
territorio. In marcia anche i lavoratori della Miteni.
I lavoratori: noi in prima linea con i cittadini
«Noi
lavoratori della Miteni siamo qui perché in questa vicenda di
contaminazione da Pfas siamo in assoluto i più colpiti. Capiamo quindi
perfettamente lo stato d’animo, l’ansia, la preoccupazione dei papà,
delle mamme, dei figli e di tutti gli abitanti contaminati. Altrettanto
capiamo le sacrosante richieste di avere acqua pulita e salubre e delle
bonifiche. Così come condivisibili sono le istanze affinché la giustizia
faccia pienamente e rapidamente il suo corso nell’ acclarare le
responsabilità di quanto accaduto. Siamo in assoluto i più coinvolti
dalla vicenda sia per questioni di salute sia per ragioni di lavoro.
Consci di questa nostra condizione chiediamo in modo chiaro e
inequivocabile che vada salvaguardata la salute di tutti. Va
salvaguardato l’ambiente, la terra nonché il bene primario e comune che
essa racchiude: l’acqua. Vanno messi in pratica nuovi cicli di
lavorazione e trattamenti che prevedano una depurazione con le
tecnologie più idonee e più all’avanguardia. Anche le autorità però
devono fare la loro parte».
La replica della Miteni: gli slogan non risolvono il problema
«E’
stata una manifestazione simbolica che non aiuta però a risolvere il
problema Pfas, considerato che i dati Arpav del 2017 hanno rivelato che
meno dell’1% dei Pfas che esce dagli scarichi industriali della zona
appartiene a Miteni». Rileva in una nota, la Miteni. «È del tutto
incomprensibile che alla luce di questo dato - dice l’azienda nella nota
- si chieda la chiusura di Miteni visto che il suo impatto ambientale è
positivo togliendo Pfas dall’ambiente con la pulizia della falda a
fronte di scarichi sotto i livelli delle acque potabili: le acque che
escono sono più pulite di quelle che entrano. È del tutto evidente che
chiudere Miteni significherebbe aggravare il problema e non risolverlo.
Sono dati oggettivi sui quali c’è un confronto costante con le
istituzioni e sul quale più volte abbiamo invitato anche i comitati.
Rinnoviamo il nostro invito a venire in stabilimento a vedere cosa è
stato fatto e quali sono i risultati ottenuti, aiuterebbe a capire
meglio come affrontare il problema che non può fermarsi agli slogan e
alla protesta contro i simboli, altrimenti non troverà soluzione».
23 aprile 2018 (modifica il 23 aprile 2018 | 09:22)
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