Comunicato
stampa del Coordinamento Acqua libera dai pfas dopo il verbale del Noe
sui documenti trovati alla Miteni l'8 marzo 2017 ( in allegato il
verbale del Noe)
Cologna Veneta , 20 giugno 2017
NON AVETE PIU’ SCUSE NE ALIBI
Cologna Veneta , 20 giugno 2017
NON AVETE PIU’ SCUSE NE ALIBI
Alla luce di quanto appurato dal Nucleo Ecologico dei Carabinieri il
Coordinamento acqua libera dai pfas ritiene che non ci siano più dubbi
sulla fonte di inquinamento che ha contaminato le nostre acque e il
nostro sangue.
Il comportamento gravemente e dolosamente omissivo tenuto dall’azienda nel tempo non può essere giustificato in alcun modo, così come ora non possono essere più accampati alibi istituzionali nell’agire nei confronti di chi consapevolmente ha messo a rischio la salute dei cittadini delle zone contaminate.
Il coordinamento denuncia con forza anche la mancata attivazione degli organi di tutela e prevenzione istituzionali ed in particolar modo chiede dove fossero i vertici dell’ex Ulss 5 quando tutto ciò accadeva.
Non è concepibile che per oltre 20 anni chi ci doveva tutelare non subodorasse alcunché, vista l’attività altamente rischiosa svolta dalla Rimar prima e dalla Miteni ora.
Il coordinamento chiede, pertanto, a tutti gli enti competenti di attivarsi al più presto affinché chi ha inquinato paghi ed offra le necessarie ed adeguate garanzie patrimoniali ed economiche per la bonifica del sito e della falda.
Si richiede, inoltre, con forza che vengano accertate le eventuali responsabilità di tutti quei dirigenti del settore prevenzione che non hanno adeguatamente e prontamente vigilato sul disastro ambientale sopra menzionato.
La politica faccia finalmente quello che da tempo andava fatto, tolga la possibilità a quest’azienda di continuare ad inquinare e attivi urgentemente la procedura per il finanziamento del cambio delle fonti di approvvigionamento di tutti gli acquedotti inquinati
Si richiede inoltre a tutti gli enti responsabili, Regione Veneto in primis, di non perdere ulteriore tempo nel fornire acqua totalmente priva di pfas in tutti i comuni che si trovano nell’area definita di massima esposizione sanitaria, nel rispetto del massimo principio di precauzione
La Regione disponga "lo stato di disastro ambientale" e proponga, alla stregua della Terra dei Fuochi, dell’Ilva di Taranto o del Porto di Marghera, l’inserimento nei SIN, Siti di Interesse Strategico Nazionale per le bonifiche, l’intera area coinvolta dal micidiale inquinamento
Per il Coordinamento Acqua Libera dai Pfas
http://acqualiberadaipfas.blogspot.it/…/il-coordinamento-ac…
Il comportamento gravemente e dolosamente omissivo tenuto dall’azienda nel tempo non può essere giustificato in alcun modo, così come ora non possono essere più accampati alibi istituzionali nell’agire nei confronti di chi consapevolmente ha messo a rischio la salute dei cittadini delle zone contaminate.
Il coordinamento denuncia con forza anche la mancata attivazione degli organi di tutela e prevenzione istituzionali ed in particolar modo chiede dove fossero i vertici dell’ex Ulss 5 quando tutto ciò accadeva.
Non è concepibile che per oltre 20 anni chi ci doveva tutelare non subodorasse alcunché, vista l’attività altamente rischiosa svolta dalla Rimar prima e dalla Miteni ora.
Il coordinamento chiede, pertanto, a tutti gli enti competenti di attivarsi al più presto affinché chi ha inquinato paghi ed offra le necessarie ed adeguate garanzie patrimoniali ed economiche per la bonifica del sito e della falda.
Si richiede, inoltre, con forza che vengano accertate le eventuali responsabilità di tutti quei dirigenti del settore prevenzione che non hanno adeguatamente e prontamente vigilato sul disastro ambientale sopra menzionato.
La politica faccia finalmente quello che da tempo andava fatto, tolga la possibilità a quest’azienda di continuare ad inquinare e attivi urgentemente la procedura per il finanziamento del cambio delle fonti di approvvigionamento di tutti gli acquedotti inquinati
Si richiede inoltre a tutti gli enti responsabili, Regione Veneto in primis, di non perdere ulteriore tempo nel fornire acqua totalmente priva di pfas in tutti i comuni che si trovano nell’area definita di massima esposizione sanitaria, nel rispetto del massimo principio di precauzione
La Regione disponga "lo stato di disastro ambientale" e proponga, alla stregua della Terra dei Fuochi, dell’Ilva di Taranto o del Porto di Marghera, l’inserimento nei SIN, Siti di Interesse Strategico Nazionale per le bonifiche, l’intera area coinvolta dal micidiale inquinamento
Per il Coordinamento Acqua Libera dai Pfas
http://acqualiberadaipfas.blogspot.it/…/il-coordinamento-ac…
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