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lunedì 21 gennaio 2019

il nostro comunicato stampa riguardo il divieto di mangiare pesce pescato in zona rossa.

il nostro comunicato stampa riguardo il divieto di mangiare pesce pescato in zona rossa.

COMUNICATO STAMPA
IL Coordinamento Acqua libera dai Pfas esprime il proprio sconcerto nell’apprendere che la Regione Veneto anche per quest'anno ripete la stessa ordinanza dell'anno scorso, vietando il consumo del pesce pescato nella zona rossa. (ordinanza Regione Veneta nr. 5 del 08/01/2019).
A tale riguardo il Coordinamento esprime le seguenti considerazioni:
  1. Vietare solo il consumo del pesce pescato e solo in zona rossa non è, a nostro parere, una misura che tuteli realmente la salute dei cittadini; manca infatti nell'ordinanza qualunque disposizione relativa a qualunque forma di controllo sul rispetto dell'ordinanza medesima; chi controllerà che effettivamente nei locali pubblici non venga più servito pesce pescato in zona rossa? E, anche volendo controllare l'origine del pesce pescato, come si potrebbe? Se effettivamente si vuole proteggere la salute dei cittadini, impedendo che consumino cibo ad altissimo contenuto di PFAS, è più efficace vietarne la pesca, affidandone il controllo agli organismi di controllo già esistenti (guardie venatorie.........)
  2. Non tutela la salute dei cittadini nemmeno restringere questo divieto, anche fosse di pesca, alla sola zona rossa; ARPAV anche nel suo ultimo documento di controllo  (Concentrazione di sostanze perfluoroalchiliche(PFAS) nelle acque prelevate da ARPAV-20.9.2018) evidenzia come le acque del fiume Retrone, nel tratto che scorre nei comuni di Sovizzo, Creazzo, Vicenza, quindi in zona arancio, siano ancora abbondantemente contaminate dai PFAS. Non c'è da meravigliarsi data la persistenza di queste molecole nell'ambiente, anche se da qualche anno non vengono più prodotti Pfoa e Pfos. Inoltre proprio il primo “Campionamento Alimenti di produzione locale per la ricerca di PFAS”, pubblicato dalla stessa regione Veneto il 6.11.2015, evidenziava come tutti i pesci pescati in zona di Creazzo, avessero elevati quantitativi di PFOS, tra cui spicca la famosa scardola, con un quantitativo pari a 57.400 ng/kg di PFOS.
    A fronte di ciò il Coordinamento esprime il proprio disappunto nel constatare che ancora una volta la Regione Veneto ed i singoli Comuni non fanno il minimo sforzo per inquadrare il problema Inquinamento da Pfas nell’insieme, e non, come risulta evidente nell'ordinanza, all’interno dei soli confini delineati dall'uomo, ma certo ignorati dai pesci!   A riprova di ciò, il fatto di non considerare minimamente zona da tutelare la Zona Arancio (area che risente del primo inquinamento degli ’70 dell’allora Rimar) e le sue acque superficiali e profonde, con in testa il fiume Retrone.
  3. Ancora non tutela la salute dei cittadini il brevissimo arco temporale cui si riferisce l'ordinanza (6 mesi), come se tra 6 mesi il problema potesse essere risolto.
  4. Visto che finalmente anche la Procura di Vicenza annuncia che, a parere del suo consulente Prof.Fletcher, esiste un rapporto CAUSALE tra concentrazione di PFOA nel sangue e colesterolemia, pensiamo sia giunto il momento che la regione affronti il difficile problema di quanto contribuiscano tutti i cibi (non solo il pesce!!!) al livello ematico di PFAS (esposizione alimentare). Questo per tutti i cittadini (non solo quelli residenti in zona rossa!) che si alimentano con cibi contaminati. Questo problema è divenuto ancora più pressante e ineludibile, se si vuole tutelare la salute dei cittadini, dopo la pubblicazione del documento EFSA (datato marzo 2018), che riduce in buona sostanza di 1500 volte la TDI (massima dose tossica giornaliera tollerata), e quindi rendendo superate le conclusioni cui era arrivato l'ISS nel suo “Piano di contaminazione per il monitoraggio degli alimenti” pubblicato nel novembre del 2017. Ricordiamo che secondo la DGR 854 del 13.6.2017, tuttora in vigore, i limiti stabiliti per i PFAS nelle acque a scopo irriguo sono:  
    PFOA<500ng/L; PFOS<30ng/L; somma altri PFAS<500ng/L;
    questo non va nella direzione della tutela della salute dei cittadini.
Nessuno può dirsi tranquillo perché queste sostanze, i Pfas, sono ovunque e, una volta immesse nell’ambiente, sono molto persistenti.
A fronte di ciò il Coordinamento chiede:
  1. che tutta la Zona Arancio venga ricompresa nell’ordinanza Regionale nr. 5 del 08/01/2019.
  2. che qualora la regione non provveda all’inserimento della zona arancio nella propria ordinanza, siano i sindaci dei comuni compresi nella zona arancio a prendere tale iniziativa, emettendo una ordinanza comunale che vieta il consumo di pesce pescato nei comuni della zona arancio.  Tale ordinanza potrebbe essere fatta insieme da tutti i sindaci della zona arancio, che darebbero così un segnale alla popolazione sul loro interesse per l’inquinamento delle acque che stiamo subendo. Ricordiamo ai primi cittadini eletti che il sindaco è la prima carica sanitaria nel territorio comunale. Ci rendiamo conto delle difficoltà che una simile presa di posizione potrebbe comportare per i sindaci  per molti aspetti, ma, da cittadini, apprezzeremmo molto qualche atto concreto a difesa della nostra salute, da parte di chi ci amministra.
  3. che la regione inizi a programmare (come è stato fatto per le acque destinate al consumo umano),   un serio piano di fornitura alle aziende agricole dei territori inquinati, di acqua priva di PFAS, se si vuole che finalmente non continui, come ora, la contaminazione dei residenti attraverso l'alimentazione (richiesta avanzata più volte per Pec da Retegas Vicentina).
  4. che lo screening sanitario presso le strutture pubbliche venga ampliato a tutta la Zona Arancio (come da mozione regionale votata all’unanimità nel dicembre 2017) su pagamento di un ticket. Segnaliamo che i cittadini che desiderano conoscere il proprio livello di PFAS nel sangue sono in continuo aumento, ma tuttora non possono eseguire gli esami in nessun laboratorio.
Per il Coordinamento Acqua Libera dai Pfas : Perla Blu Legambiente di Cologna Veneta, Legambiente Creazzo, Legambiente Valdagno, ViVerBio Gas Lonigo, Gas Creazzo, , Gruppo Gas Prova di San Bonifacio, Rete Gas Vicentina, Comitato Acqua Bene Comune Vicenza , Comitato Vicentino No Ecomafie, Associazione No alla Centrale Ovest vicentino, Acli Montagnana, ISDE Vicenza.

domenica 26 agosto 2018

Il Coordinamento Acqua Libera dai Pfas esprime il suo appoggio al presidio organizzato da associazioni e gruppi di cittadini presso la procura di Vicenza.

Agli organi di stampa e a tutti i cittadini: 

Il Coordinamento Acqua Libera dai Pfas esprime il suo appoggio al presidio organizzato da associazioni e gruppi di cittadini presso la procura di Vicenza.
Nel  chiedere che al più presto si accertino le responsabilità degli inquinatori, il Coordinamento non può esimersi dal rimarcare le evidenti responsabilità politiche, tecniche, sanitarie e di mancata prevenzione che hanno permesso e che ancora permettono che aziende come Miteni possano inquinare a danno della salute delle persone e a danno dell’integrità dei nostri territori.
Le amministrazioni regionali, provinciali e comunali che si sono succedute nel tempo, unitamente ai responsabili dei settori  tecnici e sanitario preventivi, nel nome di una distorta idea di  progresso, hanno consentito la predazione sistematica di risorse comuni primarie, acqua in primis, di territorio e salute.
Il disastro pfas risulta essere solo la punta dell’iceberg dell’enorme carico inquinante che i cittadini veneti sono costretti a sopportare: l’inquinamento del Bacino del Fratta Gorzone, il sito industriale di Marghera, la discarica di Pescantina, l’inquinamento da cromo di Tezze sul Brenta e molte altre situazioni critiche dovrebbero suonare come un enorme campanello d’allarme per chi ha la responsabilità della cosa pubblica.
Esprimiamo ancora una volta, in questa occasione, quei principi che dovrebbero ispirare le Amministrazioni locali (Regionali, Provinciali, Comunali), e dai quali scaturiscono le nostre richieste:
1)Chiediamo che chi ci amministra prenda coscienza di quanto sopra esposto e che si avvii un programma di bonifiche e di lotta agli inquinatori senza se e senza ma.
2)Chiediamo con forza che la prevenzione ed il controllo prendano il posto dell’emergenza;
3)chiediamo che il progresso ed il lavoro non siano in antitesi con la salute e l’ambiente;
4)chiediamo che la Regione Veneto si faccia promotrice affinché la tutela dell’ambiente e dei beni primari diventi materia di studio nelle scuole di ogni ordine e grado nel nostro paese.
Per quanto riguarda specificatamente l'inquinamento delle acque potabili, di superficie e di falda con i composti PFAS:
1)Ribadiamo con forza la necessità di fonti di approvvigionamento sicure di acque potabili ad uso umano, che ad oltre cinque anni dalla scoperta dell’inquinamento ancora mancano;
2)chiediamo l’estensione della zona di controllo sanitario anche ai territori limitrofi alla zona rossa; 
3)chiediamo un programma di disinquinamento completo del bacino dell’Agno Fratta Gorzone;
4) nel segnalare che a tutt’oggi mancano ancora le mappature complete dei pozzi di captazione privata, così come mancano ancora i dati sulla geolocalizzazione delle matrici alimentari e che non si hanno dati  sulla contaminazione dei terreni delle aree inquinate, chiediamo con forza che la Regione Veneto trovi fonti sicure di approvvigionamento idrico per l’irrigazione dei prodotti agricoli.   
5)chiediamo, infine, che chi ha inquinato finalmente paghi.
Per  il Coordinamento Acqua Libera dai PfasCenrale
Circolo PERLA BLU di Legambiente Cologna Veneta,  Retegas Vicentina, Circolo Legambiente di Creazzo ,Acli Montagnana, Acqua Bene Comune Vicenza, Comitato Vicentino no Ecomafie, ViVerBio Gas Lonigo, ISDE Vicenza , Associazione No Alla Centrale  
Lì, 24 agosto 2018Risultati immagini per acqua libera dai pfas foto

domenica 5 agosto 2018

Comunicato stampa Acqua libera daiu pfas:Dopo i Pfas il Genx. Regione e Provincia dove eravate?

Breaking News

Dopo i Pfas il Genx. Regione e Provincia dove eravate?

Vicenza – In un Veneto da anni preoccupato e indignato per la contaminazione da Pfas del territorio e delle acque, cresce ora lo sconcerto per il ritrovamento di una nuova sostanza potenzialmente tossica, chiamata Genx, nelle acque sotterranee a valle dello stabilimento Miteni. Tutto questo sta anche facendo crescere la sfiducia nelle istituzioni, dato che questa sostanza, proveniente dallo smaltimento di rifiuti prodotti in Olanda, sarebbero trattate dalla Miteni grazie all’autorizzazione rilasciata dalle autorità regionali con decreto numero 59 del luglio 2014.
“Riteniamo grave – scrivono oggi in una nota vari gruppi No Pfas – che gli uffici preposti abbiano rilasciato l’autorizzazione nel 2014 quando già dall’estate del 2013 era conosciuto l’inquinamento da Pfas della falda acquifera, sempre da parte della Miteni. Riteniamo altrettanto grave che chi detiene la responsabilità politica a livello regionale e a livello provinciale non sia intervenuto per impedire attività potenzialmente inquinati in un sito già gravemente contaminato. Ribadiamo che un impianto chimico come Miteni, già indicato dalla stessa Arpav come la fonte principale dell’inquinamento da Pfas, non possa e non debba più operare sopra ad una falda di ricarica così importante, una incompatibilità sottolineata anche da  numerose  fonti regionali”.
A firmare la nota sono Legambiente Veneto, Legambiente Verona, Circolo perla blu di Legambiente di Cologna Veneta, Legambiente Creazzo, Legambiente Valle Agno, Retegas vicentina, Gas Creazzo, Gas prova San Bonifacio, ViVerBio Gas Lonigo, Acli Montagnana, Acqua bene comune Vicenza, Cillsa Arzignano, Comitato zero Pfas Agno Chiampo, Associazione no alla centrale ovest vicentino, Isde medici per l’ambiente Vicenza.
“Non accettiamo più – concludono le associazioni No Pfas – alcuna soluzione temporanea e di tamponamento per un territorio ed i suoi abitanti  già altamente contaminati. Chiediamo l’intervento immediato del ministro dell’ambiente Sergio Costa e della ministra della sanità Giulia Grillo, così come chiediamo l’intervento della magistratura affinché le indagini in corso vengano portate a completamento entro il più breve tempo possibile, vengano individuati definitivamente i responsabili e venga effettuata la bonifica di tutto il territorio”.

lunedì 26 marzo 2018

Il comunicato stampa del Coordinamento Acqua libera dai Pfas dopo la dichiarazione dello stato di emergenza e commissario straordinario

Il comunicato stampa del Coordinamento Acqua libera dai Pfas dopo la dichiarazione dello stato di emergenza e commissario straordinario riguardo l'inquinamento pfas in Veneto da parte del Ministero dell'ambiente e del governo in uscita

STATO DI EMERGENZA PFAS E NOMINA DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO PER LE ZONE INQUINATE
Il Coordinamento Acqua Libera dai pfas, esprime soddisfazione alla notizia dell'approvazione dello stato di emergenza sulla questione dell'inquinamento da PFAS e alla nomina di un commissario straordinario con poteri appropriati necessari per intervenire nella vicenda in maniera efficace.
Il Coordinamento auspica che il commissario nominato dal governo dia seguito a quanto sin dal lontano 2013 le associazioni e i singoli cittadini aderenti al Coordinamento chiedono : il cambio delle fonti inquinate e la rimozione della fonte principale di inquinamenro e la contemporanea bonifica del sito contaminato.
Come aderenti al Coordinamento Acqua Libera dai pfas ricordiamo inoltre come non si possa non tener conto anche di altri fattori di certo non secondari quali: la mancanza di interventi risolutivi per la questione dell’irrigazione agricola e animale nelle aree contaminate e una mancanza di mappatura completa della captatura dell’acqua dai pozzi privati presenti nell’area contaminata.
Chiediamo inoltre che lo screening sanitario posto in atto dalla regione Veneto venga esteso anche alle popolazioni residenti nelle zone limitrofe alla zona rossa, cosi come da sempre chiediamo che le analisi dello screening sanitario , vengano allargate alle fasce di popolazione che per l’età al momento ne sono escluse (sotto i quattordici anni e sopra i sessantacinque anni).
Riteniamo inoltre che le attività del commissario nominato debbano avere il massimo della trasparenza e comprendano luoghi di confronto con tutte le associazioni che in questi anni si sono attivate per far fronte a quest’immane disastro.
Per il Coordinamento Acqua Libera dai pfas
Perla Blu Legambiente di Cologna Veneta – Legambiente Creazzo-Legambiente Valle Agno-Legambiente Vicenza-Legambiente Verona- ViVerBio Gas Lonigo-Gas Creazzo- Gas Prova-Rete Gas Vicentina-Acli Montagnana- Associazione No alla Centrale- Acqua Bene Comune Vicenza-Acqua Bene Comune VeronaComitato vicentino No Ecomafie – Dottoressa Elisa Dalla Benetta- e altri singoli cittadini

giovedì 1 marzo 2018

Lettera e domande ai candidati da parte del coordinamento Acqua libera dai pfas 16 febbraio 2018


Lettera e domande ai candidati per le polititiche del 4 marzo