Visualizzazione post con etichetta Medio Chiampo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Medio Chiampo. Mostra tutti i post

lunedì 21 gennaio 2019

Il piano di Medio Chiampo «Stop odori con 11 milioni»


Il piano di Medio Chiampo «Stop odori con 11 milioni»

Una vasca dell’impianto di depurazione di Medio Chiampo. ARCHIVIO
Una vasca dell’impianto di depurazione di Medio Chiampo. ARCHIVIO
tutto schermo Tutto Schermo
Sarà senza odori il futuro di Medio Chiampo. È stato presentato ieri all’hotel La Fracanzana, di Montebello, “Acqua, specchio del futuro”, il piano degli interventi varato dalla società a capitale pubblico, presieduta da Giuseppe Castaman, che gestisce il servizio idrico integrato, e in particolare la depurazione dei reflui della concia. Un master plan quinquennale che comincerà a essere realizzato dal 2019 e prevede oltre 11 milioni di euro di investimenti. L’obiettivo, delineato nell’incontro moderato dal direttore de Il Giornale di Vicenza, Luca Ancetti, è ammodernare gli impianti, costruire il nuovo centro direzionale e migliorare l’efficienza dei servizi erogati dall’azienda partecipata in modo paritetico dai Comuni di Montebello e Zermeghedo. Il progetto prevede l’importante implementazione dell’impianto studiata per rispondere in maniera sempre più efficace all’evoluzione del processo produttivo e ai cambiamenti della qualità dei reflui, in modo più efficiente e flessibile in base ai carichi di lavorazione. Saranno realizzate due nuove grandi vasche, della capacità di 7 mila metri cubi ciascuna. La prima, di omogeneizzazione e di equalizzazione, fungerà da bacino di accumulo e permetterà una miglior distribuzione del carico all’impianto. La seconda sarà adibita a integrare il processo di ossidazione con ricadute positive sul trattamento. Lavorando su maggiori volumi, infatti, il processo biologico consentirà di ottenere performance di depurazione più elevate e migliori risultati allo scarico. Questo comporterà la copertura della vasca di equalizzazione che impedisce che la fonte primaria degli odori, cioè i fanghi non trattati, vada in atmosfera con l’aria che sarà quindi aspirata per finire in un ciclo di trattamento. «Dell’esistenza degli odori provenienti dal depuratore, così come li conosciamo oggi, con molta probabilità, si perderà il ricordo», è stato sottolineato dal tecnico che ha illustrato il progetto. Le nuove vasche saranno realizzate al posto dell’attuale palazzina degli uffici, con il nuovo polo direzionale, in un’altra area, che avrà uno sviluppo di circa 2 mila metri quadri e sarà circondato da un’ampia zona a verde di oltre 10 mila metri. Il polo, oltre all’area amministrativa e tecnica, conterrà i laboratori, gli uffici direttivi, segreteria e magazzini. La forma sarà circolare, con un riferimento alla sagoma delle vasche e al simbolo di Medio Chiampo. Il complessivo intervento prevede, infine, il rafforzamento dell’asse viario di via Fracanzana con la creazione di una strada a due corsie interna all’impianto, su cui saranno distribuiti gli accessi. «Quando si è trattato di pensare a come raccontare i progetti per i prossimi anni è nato, quasi di getto, lo slogan “Acqua, specchio del futuro” - spiega il presidente Giuseppe Castaman-. Questa frase riassume l’entità dell’impegno e della sfida che ci vedono coinvolti, perché preservare e valorizzare una risorsa così preziosa come l’acqua vuol dire preservare e valorizzare il nostro futuro: nello stato di salute dell’una si riflette anche la crescita e lo sviluppo dell’altro. L’attuale master plan è il risultato di questa visione. Abbiamo studiato a lungo con i tecnici le soluzioni progettuali più adatte al nostro contesto, abbiamo considerato la funzionalità ma anche l’armonia con il territorio, perché la bellezza dei luoghi in cui viviamo è un aspetto su cui investire». • © RIPRODUZIONE RISERVATA
Matteo Guarda

giovedì 1 marzo 2018

Montebello (Vi), rifiuti illeciti nel depuratore: 15 prescritti



martedì 28 febbraio 2017

Gli scarichi sospesi in due concerie A casa 50 lavoratori?

I Sindacati preoccupati per i posti di lavoro delle due concerie Riviera di Zermeghedo e alla Cumar di Montorso che erano state destinatarie nei giorni scorsi di provvedimenti di sospensione allo scarico dei reflui conciari fino al 19 febbraio da parte di Medio Chiampo
Preoccupazione dei sindacati per la tenuta dell’occupazione alla conceria Riviera di Zermeghedo e alla Cumar di Montorso che erano state destinatarie nei giorni scorsi di provvedimenti di sospensione allo scarico dei reflui conciari fino al 19…
ilgiornaledivicenza.it
 
Ora le concerie hanno ripreso la loro attività modificando la loro produzione e depurazione per inquinare meno  /http://allnews24.org/riaprono-le-concerie-fermate-in-gennaio/

martedì 7 febbraio 2017

Medio Chiampo individua due utenze fuorilegge

Depurazione: Medio Chiampo individua due utenze fuorilegge: “Un danno per le altre concerie, per l’impianto e la società”

“La ricerca è iniziata la scorsa primavera, verificando più volte, durante l’attività di miglioramento e upgrading della nostra struttura, difformità di funzionamento dell’impianto dovute a scarichi anomali”. Inizia così Giuseppe Castaman (nel riquadro), presidente di Medio Chiampo, società del servizio idrico integrato di Montebello Vicentino, spiegando le ragioni per cui il Consiglio di Amministrazione ha sospeso l’autorizzazione a due concerie terziste (calcinaio e concia) “per evidenti difformità tra lo scarico consegnato e quello rilevato in rete”. Si tratta di Conceria Riviera di Zermeghedo e Cumar di Montorso Vicentino (50 dipendenti circa in totale). “Durante l’estate scorsa – continua Castaman – abbiamo attivato un nucleo operativo formato da nostri tecnici che hanno il compito specifico di individuare le anomalie. Questo gruppo è stato impegnato per un periodo molto lungo, durante il quale ci sono stati ripetuti e mirati controlli, video-ispezioni delle reti, bonifica e isolamento di alcuni tratti. Ha individuato con precisione i punti di origine dove si generavano scarichi con difformità sostanziali”. Scoperti i responsabili, Medio Chiampo ha deliberato la “sospensione temporanea dell’autorizzazione allo scarico dei reflui – spiega in una diffusa ieri -, emessa nei confronti delle due aziende il 12 gennaio scorso con scadenza il 22 gennaio”. Giovedì scorso (19 gennaio), “la sospensione è stata aggiornata al 31 di gennaio. L’avvio del procedimento di revoca prevede l’adeguamento nel limite di 30 giorni alle prescrizioni tecniche individuate a salvaguardia dello scarico. Le aziende dovranno presentare entro mercoledì prossimo, 25 gennaio, un piano industriale che sarà valutato in Consiglio di Amministrazione il giorno dopo. Per quanto riguarda i riscontri amministrativi, è stata fissata una sanzione che ammonta complessivamente a 1,55 milioni di euro”. Le due aziende, se vogliono riaprire, devono quindi avviare interventi sostanziali per rientrare nella norma, oltre a una serie di ristrutturazioni interne che porteranno, dice Castaman a “un ridimensionamento della loro attività”. L’anomalia strutturale di scarico di cui le due società conto terzi si sono rese responsabili (sia in termini di volumi che di carico inquinante) ha inciso in modo concreto sull’attività dell’impianto (in particolare sulla fase biologica), imponendo un aumento dei costi di gestione/manutenzione e, di conseguenza, penalizzando pesantemente lo sviluppo della produzione delle altre concerie allacciate al depuratore, poiché comprometteva l’efficienza del processo di depurazione. “È nostro dovere andare a ricercare aspetti che rendono difficoltosa la gestione dell’impianto – dichiara Castaman -, cuore pulsante dell’economia distrettuale, e difendere pertanto un interesse collettivo. Difformità di questo tipo danneggiano non solo la società, ma anche le altre aziende. Investimenti, ricerca, progettualità di ampio respiro passano attraverso il rispetto delle regole, punto di partenza necessario per una logica di sviluppo e tutela del territorio”. Medio Chiampo sta completando una serie di interventi che porteranno, nei prossimi tre anni, “a un significativo miglioramento dei processi depurativi e a un aumento della potenzialità dell’impianto, offrendo alle aziende collegate garanzie ancora maggiori di sicurezza ed efficienza”.


 Il CdA di Medio Chiampo riunitosi il 26 gennaio scorso ha deciso di prorogare a domenica 19 febbraio la sospensione allo scarico alle due concerie per cui nei giorni scorsi era stata notificato l’avvio del procedimento di revoca dell’autorizzazione da parte di Medio Chiampo.



martedì 24 maggio 2016

Bur n. 43 del 10 maggio 2016-Adeguamento funzionale della sezione di trattamento chimico fisico delle acque reflue in ingresso e realizzazione di nuovi comparti di sedimentazione

Scarica la versione stampabile del BUR n. 43 del 10/05/2016
Scarica la versione firmata del BUR n. 43 del 10/05/2016
Scarica versione stampabile Decreto

Bur n. 43 del 10 maggio 2016


Materia: Ambiente e beni ambientali
Decreto DEL DIRETTORE DELLA SEZIONE COORDINAMENTO ATTIVITA' OPERATIVE  n. 50 del 22 aprile 2016
MEDIO CHIAMPO S.p.A. Impianto di depurazione sito in Comune di Montebello Vicentino: Adeguamento funzionale della sezione di trattamento chimico fisico delle acque reflue in ingresso e realizzazione di nuovi comparti di sedimentazione - Comune di localizzazione: Montebello Vicentino (VI) - Procedura di verifica di assoggettabilità (art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., L.R. 10/1999). Esclusione dalla procedura di VIA con prescrizioni
Note per la trasparenza
Il presente provvedimento esclude dall'obbligo di effettuazione della procedura di valutazione di impatto ambientale il progetto, presentato dalla società Medio Chiampo S.p.A., relativo all'adeguamento funzionale della sezione di trattamento chimico fisico delle acque reflue in ingresso ed alla realizzazione di nuovi comparti di sedimentazione da realizzarsi presso l'impianto di depurazione di Montebello Vicentino.
Il Direttore
VISTA l’istanza di verifica, ai sensi dell’art. 20 del D.Lgs. n. 152/06 e ss.mm.ii., presentata da società MEDIO CHIAMPO S.p.A. (P.IVA./C.F 00675230247) con sede legale in Montebello Vicentino, via G. Vaccai, n. 18, CAP 36054, PEC mediochiampo@pec.it, acquisita dagli Uffici della Sezione Coordinamento Attività Operative con prot. n. 6128 del 11/01/2016, successivamente integrata con nota acquisita agli atti con prot. n. 37752 del 01/02/2016, relativa all’intervento in oggetto specificato;
VISTO l’art. 20 del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii.;
VISTA la L.R. n.10 del 26 marzo 1999 ”Disciplina dei contenuti e delle procedure di valutazione d’impatto ambientale”;
VISTA la D.G.R. n. 575 del 3 maggio 2013 “Adeguamento alla sopravvenuta normativa nazionale e regionale delle disposizioni applicative concernenti le procedure di valutazione di impatto ambientale di cui alla D.G.R. n. 1539 del 27 settembre 2011 e sua contestuale revoca”;
VISTA la L.R. n. 4 del 18/02/2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale” ha abrogato la L.R. n.10 del 26/03/1999 ”Disciplina dei contenuti e delle procedure di valutazione d’impatto ambientale”;
CONSIDERATO che l’art. 22, comma 2, della citata L.R. n. 4 del 18/02/2016 stabilisce che “alle procedure avviate in epoca antecedente alla data di entrata in vigore della presente legge, ovvero avviate successivamente nelle more degli adempimenti di cui all’articolo 21, si applicano le disposizioni di cui alla legge regionale n. 10 del 1999 ivi compresa la disciplina in materia di Commissione VIA di cui agli articoli 5 e 6 della medesima legge regionale n. 10 del 1999 nel testo previgente la modifica introdotta dall’articolo 44 della legge regionale 27 aprile 2015, n. 6 “Legge di stabilità regionale per l’esercizio 2015”;
CONSIDERATO che ad oggi non risultano emanati gli atti di cui all’art. 22, comma 2, della citata L.R. n. 4 del 18/02/2016;
PRESO ATTO che il proponente ha provveduto, ai sensi dell’art. 20, comma 2 del D.Lgs. n. 152/2006, al deposito di copia integrale degli atti presso i Comuni di localizzazione dell’intervento e che ai sensi del D.L. n. 91 del 24/07/2014, convertito con L. 11 agosto 2014, n. 116, l’avviso dell’avvenuta trasmissione è stato pubblicato sul sito web del Settore V.I.A. della Regione Veneto in data 25/01/2016;
PRESO ATTO che l'istanza di progetto presentata prevede la realizzazione di un nuovo impianto di trattamento chimico fisico asservito ad una stazione di sollevamento e di due linee di sedimentazione dedicate. La nuova sezione di trattamento chimico fisico andrà a sostituire per intero il manufatto esistente e contestualmente le nuove unità di sedimentazione sostituiranno gli attuali sedimentatori che verranno dismessi;
VISTA la nota prot. n. 35072 del 29/01/2016 con la quale gli Uffici della Sezione Coordinamento Attività Operative hanno comunicato l’avvio del procedimento a decorrere dal 25/01/2016;
CONSIDERATO che il progetto è stato sottoposto all’esame della Commissione Regionale V.I.A. nella seduta del 03/02/2016 durante la quale è stato nominato un Gruppo Istruttorio, incaricato dell’approfondimento del progetto;
CONSIDERATO che il gruppo istruttorio ha ritenuto opportuno organizzare un sopralluogo in data 26/02/2016 con la partecipazione degli enti e soggetti interessati;
PRESO ATTO che, entro il termine di cui all’art. 20 comma 3 del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., non sono pervenute osservazioni da parte di eventuali soggetti interessati, ad eccezione dalla nota della Sezione di Bacino Brenta Bacchiglione – Sezione di Vicenza prot. n. 61413 del 17/02/2016;
PRESO ATTO delle integrazioni volontarie presentate dalla società MEDIO CHIAMPO S.p.A. acquisite dagli Uffici della Sezione Coordinamento Attività Operative con prot. n. 94283 del 09/03/2016;
CONSIDERATO che ai sensi della DGR n. 3173/2006 e ss.mm.ii., l’approvazione della Valutazione Incidenza Ambientale dovrà essere effettuata dall’autorità competente all’approvazione del progetto, rimandando perciò alla stessa l’opportunità di prescrivere adeguate misure cautelative nell’ambito del proprio procedimento;
SENTITA la Commissione Regionale V.I.A., la quale, nella seduta del 06/04/2016, preso atto delle valutazioni espresse dal Gruppo Istruttorio, per le seguenti motivazioni:
  • valutate le caratteristiche del progetto, la sua localizzazione nel più ampio contesto antropico ed ambientale;
  • visto e considerato che l’impianto si trova a circa 5.000 m dal sito di Rete Natura 2000, Colli Berici (codice IT3220037);
  • visto e considerato che l’intervento in oggetto non comporta alcuna variazione della potenzialità di trattamento dell’impianto, prevedendo unicamente un incremento dell’efficienza del comparto di sedimentazione e, di conseguenza, un miglioramento complessivo delle prestazioni dell’impianto;
  • visto e considerato che la natura del progetto e l’entità dell’intervento sono tali da non generare alcun impatto negativo e significativo sulle differenti componenti ambientali;
tenuto conto dei criteri di cui all’allegato V alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.
ha valutato che l’intervento non possa comportare impatti significativi negativi sulle componenti ambientali e, pertanto, ha ritenuto di doverlo escludere dalla procedura di V.I.A., di cui al D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. subordinatamente al rispetto delle seguenti prescrizioni:
PRESCRIZIONI
  1. Tutti gli impegni assunti dal Proponente con la presentazione della domanda e della documentazione trasmessa si intendono vincolanti ai fini della realizzazione dell’opera proposta.
  2. In considerazione del fatto che l'attuale sistema di gestione prevede, tra l’altro, l'omogeneizzazione dei reflui mediante micro-impianti situati a piè di fabbrica, prima dello scarico nel collettore fognario, e che gli stessi microimpianti sono ripetuta fonte di emissioni diffuse e maleodoranti, si prescrive di adottare opportune azioni correttive, anche di tipo regolamentare, presso le aziende interessate, al fine di incrementare il più possibile l’utilizzo delle "best practice" atte a ridurre tali fenomeni.
  3. A titolo indicativo e non esaustivo si segnalano tra le “best practice”:
  • la divisione interni tra flussi acidi e alcalini;
  • un efficiente dosaggio dell'ossigeno nelle vasche di reazione;
  • l'aspirazione e l'abbattimento delle componenti odorigene dell'aria dalle vasche di pretrattamento;
  • il trattamento separato dei bagni di calcinaio;
  • una gestione separata dei rifiuti costituiti dalle soluzioni esauste degli scrubber.
  1. L’impianto a scrubber di trattamento dell’aria proveniente dalla sezione chimico fisica sia opportunamente dimensionato secondo la normativa UNI 11304-2: impianti di abbattimento polveri, nebbie oleose, aerosol e composti organici volatili (VOC) Requisiti minimi prestazionali e di progettazione Parte 2: Impianti di trattamento VOC. Sia dimensionato opportunamente il ventilatore tenendo conto delle portata minima di aspirazione dichiarata e delle perdite di carico dell’impianto stesso.
  2. Venga definita con opportuna misurazione secondo norma UNI EN 13725 l’efficienza dell’impianto di abbattimento ad umido degli odori e si provveda a dotarsi di una procedura di gestione e manutenzione per garantire la massima efficienza dell’impianto stesso.
  3. In fase di revisione dell’autorizzazione allo scarico, da effettuarsi a seguito della realizzazione dell’intervento proposto, dovrà essere previsto uno specifico limite per il parametro cromo, da stabilire a garanzia del mantenimento dell’efficienza di abbattimento dello stesso parametro in condizioni di esercizio, così come risultante dall’esito del collaudo funzionale della nuova sezione e comunque non inferiore al valore certificato dal collaudatore.
VISTA l’approvazione del verbale della seduta della Commissione regionale V.I.A. del 06/04/2016, avvenuta in data 19/04/2016;
decreta
  1. Le premesse costituiscono parte integrante del presente decreto.
  2. Di prendere atto del parere espresso dalla Commissione Regionale VIA nella seduta del 06/04/2016 in merito all’intervento, così come descritto nella documentazione allegata alla predetta istanza di verifica, e di escluderlo dalla procedura di V.I.A. di cui al Titolo III della Parte II del D.Lgs. n. 152/06 e ss.mm.ii. al rispetto delle prescrizioni di cui alle premesse del presente decreto.
  3. Avverso il presente provvedimento, è ammesso ricorso giurisdizionale al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) oppure in via alternativa al Presidente della Repubblica, nei termini e nelle modalità previste dal Decreto Legislativo n° 104/2010.
  4. Di trasmettere il presente provvedimento alla società Medio Chiampo S.p.A., con sede legale in Montebello Vicentino (VI), Via G.Vaccai, n. 18 – PEC: mediochiampo@pec.it, e di comunicare l’avvenuta adozione dello stesso al Settore Sistema Idrico Integrato della Sezione Tutela Ambiente, alla Provincia di Vicenza e al Comune di Montebello Vicentino, alla Direzione Generale dell’ARPAV, al Dipartimento Provinciale ARPAV di Vicenza, al Consorzio A.RI.CA ed al Consiglio di Bacino Valle del Chiampo
  5. Di pubblicare integralmente il presente decreto nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto.
Luigi Masia


giovedì 24 marzo 2016

Medio Chiampo attacca Acqua fusione acqua

Medio Chiampo venderà cara la pelle se e quando andrà in porto la discussa fusione con Acque del Chiampo. Medio Chiampo chiede di essere equamente rappresentata ora che son finiti i problemi giudiziari e anche dei debiti - Il Consiglio Comunale di Montebello ha approvato un documento dove chiedono di contare di più e infatti per la depurazione stanno spendendo un sacco di soldi con nuovi interventi

sabato 27 febbraio 2016

A Medio Chiampo arriva una caldaia per riscaldare i reflui della concia

Ancora su Medio Chiampo e la concia in crisi causa la depurazione. In questi giorni entra in funzione una caldaia per riscaldare i reflui prime di entrare in depurazione .
Sul GdV del 2 febbraio 2016 : Corre ai ripari Medio Chiampo
contro i rigori invernali
che rendono più laboriosa
l'attività dell'impianto di depurazione
e portano alla necessità
di sospensioni ai conferimenti
dei reflui della lavorazione
di conceria che hanno
creato disagi al sistema
produttivo.
Per risolvere il problema la
società partecipata daiComuni
di Montebello e Zermeghedo
ha dato l'avvio a un programmadi
interventi che troveranno
realizzazione entro
qualche giorno.
Nei giorni scorsi è stata installata
una grande caldaia
da un milione di kilo calorie
che fino a marzo riscalderà
i reflui in ingresso all'impianto
ad un costo di 40 mila
euro al mese.
«Considerato il persistere
delle basse temperature
all'interno delle vasche e la
conseguente riduzione
dell'attività biologica – spiegano
il presidente di Medio
Chiampo, Giuseppe Castaman,
e il direttore
dell’impianto, Luigi Culpo –
la caldaia permetterà
l’aumento della temperatura
dei reflui in modo che possano
essere lavorati più velocemente
di quanto altrimenti
accade normalmente in questo
periodo».
La serie di lavori comprende
poi l'installazione, per
200 mila euro, della terza
centrifuga di decantazione
per la disidratazione dei fanghi
che vengono sviluppati alla
fine del processo di depurazione.
«L'intervento – fanno sapere
da Medio Chiampo - si è
reso necessario a seguito
dell'incremento dei solidi sospesi
presenti nei reflui industriali
che arrivano al depuratore,
oltreché all’incremento
del carico organico». Entro finemese,
per 62mila euro, saranno
invece sostituiti 2.200
diffusori per l'insufflazione
dell’aria nelle vasche di ossidazione
mentre per 65 mila
euro ne sono stati appena sostituiti
2.300.
«L’elevato carico industriale
affluente all'impianto di depurazione
– viene precisato -
ha reso necessaria una maggiore
insufflazione ottenibile
solo con diffusori nuovi non
usurati». •

martedì 16 febbraio 2016

Consulta imprese di Medio Chiampo Disertato il voto

23.01.2016

Consulta imprese
di Medio Chiampo
Disertato il voto

L’impianto di depurazione di Medio Chiampo. FOTO ARCHIVIO
Sono andate deserte le votazioni per l'elezione della Consulta degli utenti conciari prevista in seno a Medio Chiampo per individuare le soluzioni più idonee per risolvere i problemi ed affrontare le sfide che la società che gestisce gli impianti di depurazione si trova oggi ad affrontare. Giovedì e ieri mattina i rappresentanti legali della trentina di aziende utenti che hanno l'autorizzazione allo scarico al depuratore erano stati chiamati ad esprimere la propria preferenza. Due componenti avrebbero dovuto essere eletti tra le aziende che scaricano fino a 500 metri cubi di reflui di lavorazioni di conceria al giorno, che sono la maggior parte, e uno per quelle che superano quella soglia. Della consulta farà poi parte anche un membro di diritto che è il presidente del Distretto della Pelle o un suo delegato.
Al posto dei votanti, però, è arrivata una comunicazione sulla mancata partecipazione. «Le aziende hanno chiesto un rinvio del voto, da differire a dopo un'assemblea tra utenti e la società che potrebe tenersi ai primi di febbraio - spiega il presidente di Medio Chiampo, Giuseppe Castaman -. Vorrà dire che ci prenderemo del tempo in più per riflettere sui qualsiasi dubbio che dovesse esserci sulle funzioni e sulle competenze di questa consulta». «Appena la consulta verrà costituita sono disponibile a partecipare direttamente- commenta il presidente del Distretto della pelle, Paolo Gurisatti-. Quello che gli utenti decideranno per me va bene, mi preme soltanto che trovino il modo di dialogare con la società e di cominciare ad affrontare i problemi urgenti del settore».
Matteo Guarda


mercoledì 11 novembre 2015

«Due gestori dell’acqua sono inutili doppioni» Ovest vicentino Medio Chiampo stanziati 4 milioni per potenziare il depuratore

«Un doppione che oggi non ha più ragione d’esistere. Medio Chiampo e Acque del Chiampo devono diventare una cosa unica. Tra l’altro è scaduta anche la proroga a suo tempo concessa di avere due gestori per quello che è il più piccolo ambito territoriale d’Italia». Per Bernardo Finco, presidente della Sezione Concia di Confindustria Vicenza, è venuto il momento di razionalizzare e ottimizzare, anche perché «sull’operato di Medio Chiampo penso vadano considerate problematiche ormai improrogabili, pena lo stallo e la totale ingovernabilità per le aziende collegate».
in un articoletto di ieri si legge che sono stati stanziati 4 milioni per potenziare il depuratore di Medio Chiampo

domenica 8 febbraio 2015

Medio Chiampo, 25 mila tonnellate di rifiuti smaltiti abusivamente, 16 persone a giudizio

Chiampo, 25 mila tonnellate di rifiuti smaltiti abusivamente, 16 persone a giudizio

Il tribunale di Venezia ha rinviato a giudizio 16 persone tra tecnici e dirigenti delle municipalizzate del Medio Chiampo incaricate della gestione del depuratore di Montebello. A marzo il via al processo
Redazione 23 dicembre 2014
Il tribunale di Venezia non ha voluto sentire ragioni, tutte rinviate a giudizio le 16 persone coinvolte  a vario titolo nella gestione dei depuratori di Montebello, controllati dalla municipalizzata Medio Chiampo.
L'accusa è di aver smaltito in modo illecito 25 mila tonnellate di rifiuti all'interno del depuratore, facendo passare rifiuti considerati pericolosi per semplici acque reflue. Come riportato da Il Giornale di Vicenza, gli episodi contestati sarebbero quattro, per un giro di affari di 700 mila euro guadagnati illecitamente, secondo l'accusa, grazie allo scarto tra i costi di smaltimento di un tipo di rifiuti e l'altro.
Annuncio promozionale
Il processo si terrà a Vicenza a partire dal 23 marzo del 2015. 

lunedì 29 dicembre 2014

Medio Chiampo: in 16 dal giudice per codici alterati

18-11-2014 Medio Chiampo:
Rigon e Paccanaro si difendono spiegando che loro si erano fidati di quelle ditte che avevano confluito a Medio Chiampo ben venticiquelmila tonnellate di rifiuti pericolosi facendole passare per acque reflue modificando il codice CER.Ieri è iniziata l'udienza a Venezia dove si sono costituiti parte civile il Ministero dell'Ambiente , la provincia e Medicina Democratica per chiedere i danni

martedì 9 dicembre 2014

Il sindaco di Montebello dopo le condanne ai vertici non ci sta a unire la gestione di Medio Chiampo ad Acque del Chiampo come suggerito da noi e da altri in questi ultimi due anni e vuole invece rilanciare l'ente per farlo crescere come l'Aim di Vicenza diventando così una Multiutility al servizio dei comuni

Tutta la rassegna stampa sulle vicende del cambio dirigenti Arpav a Vicenza e caso Medio Chiampo con nuove nomine dei vertici e cronostoria della vicenda sulle condanne per un grave inquinamento della nostra acqua

Tutta la rassegna stampa sulle vicende del cambio dirigenti Arpav a Vicenza e caso Medio Chiampo con nuove nomine dei vertici e cronostoria della vicenda sulle condanne per un grave inquinamento della nostra acqua sopratutto qui a Lonigo e a Cologna Veneta . Non possiamo ancora stare tranquilli ma anche il nostro comunicatohttp://www.montecchiopiu.com/leggi/medio-chiampo-spa-le-richieste-di-acqua-bene-comune oltre a quello di Pietrangelo Pettenòhttp://www.veneziaonline.com/news/ultim-ora/ambiente-petteno-fsv-rimuovere-vertici-medio-chiampo-spa.html ha fatto in modo che ci sia stato questo cambio direzionale
RIORGANIZZAZIONE. Verona e Vicenza da unire
Arpav, nuove nomine ma si va a macro-aree
Da Il Giornale di Vicenza venerdì 03 ottobre 2014 REGIONE, pagina 9
PADOVA
Nuove nomine all´Arpav, l´agenzia della Regione, dove però si arriverà presto a “macro-aree sovraprovinciali», come previsto dal piano strategico 2012-14 aggiornato con l´ok della Regione in estate. Erano scaduti i mandati dei direttori dei dipartimenti, e il direttore generale Carlo Emanuele Pepe ha provveduto alle nuove nomine che dureranno 3 anni. I nuovi direttori sono Loris Tomiato per i dipartimenti provinciali di Treviso e di Venezia, Renzo Biancotto per Rovigo, Vincenzo Restaino per Padova, Primo Munari per Verona e infine Giancarlo Cunego per il dipartimento provinciale di Vicenza. È arrivata la conferma per Rodolfo Bassan a Belluno, Alberto Luchetta al dipartimento regionale Sicurezza del territorio e Francesca Daprà a quello Laboratori. L´Arpav però mira a creare tre macroaree per Verona-Vicenza, Padova-Rovigo, Venezia-Treviso, lasciando invariati Belluno e i due dipartimenti di valenza regionale: «L´attivazione delle tre macroaree sarà graduale, pertanto ogni direttore attualmente designato ha il mandato fin d´ora di intraprendere soluzioni organizzative propedeutiche all´avvio dei nuovi dipartimenti».P.E.
Il Giornale di Vicenza mercoledì 01 ottobre 2014 – PROVINCIA – Pagina 34
MONTEBELLO. Nominati i nuovi amministratori Castaman al vertice di Medio Chiampo dopo lo scandalo
I sindaci soci: «Un Cda di alto profilo, competente e capace»
È stato nominato il nuovo consiglio di amministrazione di Medio Chiampo. Cambiano così i vertici della società a capitale pubblico che gestisce il ciclo idrico integrato e l´impianto di depurazione fanghi dopo lo scandalo dei controlli facili sfociato nella sentenza di primo grado che aveva visto condannati il presidente e il managment dell´azienda. La nomina da parte dei sindaci dei Comuni soci paritari, Dino Magnabosco per Montebello e Gianluigi Cavaliere per Zermeghedo, è avvenuta a pochi giorni dalla scadenza naturale del mandato dei componenti, prevista per fine mese. «Abbiamo chiesto ai 3 membri del Cda che erano rimasti ancora in carica di fare un passo indietro e rassegnare le dimissioni in modo da poter permettere ai nuovi componenti di essere operativi già dai primi di ottobre» spiega Magnabosco. Ad accogliere le richieste dei sindaci sono stati i consiglieri Scalzolaro e Cazzavillan mentre il presidente di Medio Chiampo, Pier Giorgio Rigon, è stato travolto dalla decadenza dell´organo dovuta al venir meno, per dimissioni dei consiglieri, della maggioranza minima di componenti fissato dalla legge e dallo statuto.
«Non voglio pronunciarmi sulla mancanza di dimissioni spontanee da parte di Rigon - precisa Magnabosco - l´importante adesso per noi è che ci sia un nuovo Cda di alto profilo nominato di comune accordo e formato da persone competenti e capaci, in grado di imprimere quella svolta di cui la società ha bisogno».
Presidente di Medio Chiampo è ora il due volte sindaco di Zermeghedo Giuseppe Castaman, suo vice è Lorenzo Altissimo, chimico, direttore del Centro idrico di Novoledo, già membro del Cda di Medio Chiampo dal 2006 al 2009. Consiglieri sono Chiara Biscotto, bancaria ed esperta di finanza aziendale; Antonio Gennarelli, commercialista e revisore contabile, nel Cda di diverse Spa pubbliche e Monica Battistella, laurea in farmacia, responsabile s! icurezza e qualità di una multinazionale.
Il Giornale di Vicenza domenica 10 agosto 2014 – PROVINCIA – Pagina 30
MONTEBELLO. Il sindaco: «Serve un nuovo cda tecnico e gestionale»
Idea Medio Chiampo
«Crescere come Aim»
Cura del verde e delle strade per restare autonomi
Rilanciare la partecipata municipale Medio Chiampo Spa e difenderne l´autonomia. Sono le intenzioni che il sindaco di Montebello, Dino Magnabosco, ha reso note durante il consiglio comunale relazionando ai consiglieri in merito alla società che, con socio paritario il comune di Zermeghedo, gestisce il servizio idrico integrato e finita al centro di una vicenda giudiziaria con i vertici condannati il mese scorso in primo grado per violazioni delle norme ambientali. In quest´ottica il primo punto da realizzare è la nomina di nuovi uomini nel consiglio di amministrazione dell´azienda. «Medio Chiampo è una risorsa da difendere e da valorizzare - ha detto Magnabosco - e ad oggi si sta lavorando per selezionare un gruppo dirigente che possa dare nuovo lustro e prospettive. È quindi nostra intenzione nominare un cda che garantisca alla società una copertura tecnico gestionale nei rapporti con gli altri enti, evitando concorrenze! inutili con altri gestori».
Una necessità che non può non passare attraverso un ripensamento della missione aziendale. «Vogliamo - hanno annunciato il sindaco e l´assessore al bilancio Anna Cracco - che Medio Chiampo cambi passo e che ci sia una chiara programmazione economica e finanziaria e una strategia aziendale finalizzata a migliorare e ad implementare i servizi offerti, diventando una multiutility al sevizio dei Comuni».
Il modello cui ispirarsi sono le Aim di Vicenza e il primo ampliamento delle competenze cui fare riferimento saranno le manutenzioni stradali e la cura del verde pubblico. Inoltre, per poter permettere una scelta più consapevole è stato affidato ad una società di consulenza aziendale l´incarico di stilare un rapporto sulla situazione complessiva di Medio Chiampo.
«Se vogliamo che conservi la sua autonomia e che non venga fagocitata da più grandi realtà industriali di Arzignano - ha precisato Magnabosco rispondendo ai consiglieri Maria Grazia Maggio e Alberto Zanuso - occorre aumentare la redditività con l´allargamento dell´offerta dei servizi».
Il rapporto sullo stato di salute della partecipata sarà reso noto ai primi di settembre, il cda scadrà alla fine del mese prossimo. Poi sarà l´ora delle decisioni.
Il Giornale di Vicenza sabato 26 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 32
AMBIENTE
Pettenò chiede di rimuovere i vertici Medio Chiampo Spa
«I vertici dell´azienda Medio Chiampo, che gestisce il servizio idrico integrato dei comuni di Montebello Vicentino, Zermeghedo e Gambellara, devono essere rimossi». Lo chiede il consigliere regionale Pietrangelo Pettenò (Federazione della Sinistra Veneta), in un´interrogazione rivolta alla giunta regionale e in particolare all´assessore all´ambiente Maurizio Conte, a seguito della condanna ad un anno e mezzo di reclusione, oltre al risarcimento di 500 mila euro nei confronti del Ministero dell´Ambiente, che il tribunale di Vicenza ha comminato al presidente, al direttore generale e al direttore tecnico della Medio Chiampo per l´inquinamento del depuratore di Montebello e della discarica di Zermeghedo.
«La condanna, peraltro arrivata a otto anni dai fatti contestati e dalle ispezioni Arpav - osserva Pettenò - va ad aggiungersi a episodi che nel corso degli anni hanno visto operare in negativo i verti! ci della società pubblica, che invece avrebbero dovuto gestire in modo impeccabile il delicato equilibrio ambientale del distretto produttivo di Zermeghedo, Montebello e Gambellara. Ritengo pertanto necessario e urgente procedere subito alla revoca del presidente e alla sospensione dei dipendenti condannati». M.G.
Il Giornale di Vicenza - lunedì 14 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 17
MONTEBELLO. Il Pd
«Si dimettano i vertici di Medio Chiampo»
Il Pd di Montebello ha chiesto le dimissioni dei vertici della Medio Chiampo condannati in primo grado.
«Il Partito democratico a seguito della condanne inflitte ai vertici del consiglio di amministrazione della Medio Chiampo Spa per l´inquinamento del depuratore di Montebello e della discarica di Zermeghedo – si legge nel volantino fatto circolare nei giorni scorsi – chiede le dimissioni immediate dei dirigenti e dei dipendenti condannati».
L´altro ieri un´analoga richiesta di azzeramento dei vertici era stata formulata da parte del coordinamento Acqua bene comune di Vicenza e del comitato Acqua bene comune della Valchiampo ai sindaci di Montebello e Zermeghedo, soci paritari al 50 percento della società a capitale pubblico che gestisce il ciclo idrico integrato.
Il presidente del Cda Piegiorgio Rigon, il direttore amministrativo Luigi Culpo e il direttore tecnico Stefano Paccanaro sono stati c! ondannati a un anno e mezzo di reclusione col beneficio della sospensione della pena a condizione del risarcimento al ministero dell´Ambiente di mezzo milione di euro. Della sentenza di condanna è già stata annunciata la presentazione dell´impugnazione in appello. M.G.
dal sito Il Giornale di Vicenza Clic.
Il Giornale di Vicenza Clic
domenica 13 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 31
MONTEBELLO
«Azzerare i vertici di Medio Chiampo»
Un azzeramento dei vertici di Medio Chiampo spa. È quanto chiedono il coordinamento “Acqua bene comune” Vicenza e il comitato “Acqua bene comune” Val Chiampo ai sindaci di Montebello e Zermeghedo, i cui Comuni sono soci dell´ente di gestione del ciclo dell´acqua.
La richiesta è motivata con le condanne del presidente della società Piergiorgio Rigon, del direttore generale Luigi Culpo e del direttore tecnico Stefano Paccanaro. Gli attivisti invitano i primi cittadini “a procedere con urgenza alla revoca del mandato al presidente Piergiorgio Rigon e ad attivare le procedure per la sospensione dal servizio e dello stipendio dei dipendenti Luigi Culpo e Stefano Paccanaro, nel caso che i citati ricorrano rispetto alla sentenza di condanna; diversamente, di procedere, per quanto di competenza, al licenziamento senza preavviso e al recupero delle spese processuali dai condannati”.
I comita! ti, poi, oltre a sollecitare una verifica dello stato di salute dell´impresa per valutare una fusione con Acque del Chiampo, chiedono un´indagine alla vecchia discarica di Zermeghedo, anche in seguito alle malattie che hanno colpito persone operanti, in passato, per Medio Chiampo, o residenti nella zona. MA.CA.
Il Giornale di Vicenza mercoledì 02 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 28
MONTEBELLO. La replica dei vertici della società ritenuti responsabili di traffico di rifiuti
«MedioChiampo, la condanna è contro un lavoro di 30 anni»
«Il fango non è pericoloso perchè non è cancerogeno Ne va delle attività delle concerie di tutta la zona»
«Di fronte alla condanna siamo quanto mai perplessi. Perchè la sentenza del giudice, oltre a ritenerci responsabili, di fatto condanna un´attività trentennale della società, che continua analoga anche oggi, ben dopo i fatti che erano oggetto dell´imputazione».
A parlare sono gli imputati che l´altra sera, il giudice Michela Rizzi, accogliendo la richiesta del pubblico ministero onorario Stefano Conte, ha ritenuto responsabili e ha inflitto loro 18 mesi di reclusione (pena sospesa solo se risarciranno mezzo milione di euro al ministero dell´Ambiente e se rimuoveranno quanto è di pericolo per l´ambiente) a Piergiorgio Rigon, 79 anni, di Montebello, presidente della società Medio Chiampo spa; al direttore amministrativo Luigi Culpo, 54, di Arzignano, e ai due dipendenti Stefano Paccanaro, 53 anni, di Zermeghedo, e Stefania Malesan, 41, di Monteforte d´Alpone.
Condannati anche Paolo Crestani, 51, di Montebello, e Luigi Storato, 40, pure di Montebello. Sono stati ritenuti colpevoli di traffico illecito di rifiuti per la gestione della discarica di Zermeghedo.
I condannati, assistiti dagli avv. Marco Dal Ben. Marco Tonellotto, Lucio Zarantonello, Giovanni Manfredini, Ilaria Benedetti, Linda Marchesini e Alessandro Zennaro, attenderanno le motivazioni prima di presentare ricorso in appello. Il reato si prescriverà in novembre, ma resta aperto il nodo del risarcimento. «Medio Chiampo è una società pubblica nata per volontà dei Comuni di Montebello e Zermeghedo che intendevano organizzare in maniera pianificata la gestione dei rifiuti da fanghi di conceria. Il depuratore di Montebello li riceve e li tratta, e poi li conferisce alla discarica di Zermeghedo. Così da trent´anni, sulla scorta di autorizzazioni rilasciate da più enti, l´ultima nel 2011», spiegano gli imputati.
L´inchiesta della procura era partita con altre ipotesi di reato, molte de! lle quali cadute in aula per prescrizione. È rimasta in piedi! la questione del traffico di rifiuti, che fa riferimento al fatto che i fanghi erano contaminati da idrocarburi e fenoli in eccesso. Per il consulente della procura Vergnano, infatti, il fatto che venissero superati i limiti di idrocarburi e fenoli stava a indicare la pericolosità di quei rifiuti.
«Questa tesi, peraltro espressa in solitudine dal consulente, è stata contrastata fra l´altro dall´Istituto superiore di Sanità. Perchè, per stabilire se un rifiuto è pericoloso, va indicato se è cancerogeno; e per accertarlo servono dei “marker”. Lo ha poi stabilito anche una legge del 2009: non è sufficiente il superamento del limite». A questi risultati, proseguono i condannati, era giunta anche l´Arpav, e i suoi tecnici lo hanno testimoniato in aula; ma c´era giunta anche la procura ancora nel 2007. «Per dare il via libera al dissequestro della discarica il pm di allora ci chiese - sottolinea Culpo con l´avv. Dal Ben - ! di portare i fanghi in un laboratorio indicato dallo stesso magistrato. Gli esiti dimostrarono che i nostri fanghi superavano sì il limite degli idrocarburi, ma non erano cancerogeni. La Medio Chiampo interpellò anche la Stazione delle Pelli di Napoli, che diede gli stessi esiti. I nostri fanghi, sempre gli stessi, che trattiamo da 30 anni, non sono rifiuti pericolosi. Purtroppo la sentenza racconta di una verità contraria».
È questa la maggiore preoccupazione dei condannati. «Ad essere messa in dubbio non è la nostra singola attività, ma tutto il sistema su cui da decenni si fonda la Medio Chiampo, che è fondamentale per lo sviluppo del lavoro delle concerie di tutta la zona. Senza discarica, si blocca la produzione. Ma se gestendo la struttura così come abbiamo sempre fatto abbiamo commesso un reato, vuol dire che oggi stiamo continuando a sbagliare. Ne siamo certi?». La risposta in Appello. D.N.
Il Giornale di Vicenza martedì 01 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 31
MONTEBELLO. Si è chiuso ieri pomeriggio il lunghissimo processo vicentino legato all´inquinamento del depuratore
Medio Chiampo, sei condanne
I responsabili dovranno risarcire il ministero dell´Ambiente con 500 mila euro per i danni. Sono andate prescritte sette posizioni
Un anno e mezzo di reclusione ciascuno, con la sospensione della pena solo se pagheranno il mezzo milione di euro di provvisionale al ministero dell´Ambiente. È questa la condanna, letta dopo tre ore di camera di consiglio, inflitta dal giudice Michela Rizzi a carico di sei dei tredici imputati del maxiprocesso per l´inquinamento del depuratore di Montebello e della discarica di Zermeghedo. Otto anni dopo il blitz compiuto da polizia stradale e Arpav, seguito alla visita a sorpresa della troupe di “Striscia la notizia”, la vicenda giudiziaria arriva ad un punto fermo. Assolti gli altri imputati, tre per non aver commesso il fatto e gli altri perchè le accuse - in relazione a specifiche violazioni ambientali - sono oramai prescritte. Il tribunale ha accolto, diminuendole di sei mesi, le richieste della procura con il pubblico ministero onorario Stefano Conte, cui era stato affidato un fascicolo scottante. La parte civile - il ministero - con l´avv. Bonora aveva chiesto una provvisionale di un milione per i danni provocati. Il risarcimento complessivo sarà valutato dal giudice civile. Il dicastero sottolinea che per bonificare il bacino (che insiste soprattutto sulla provincia di Verona) ha un accordo di programma che prevede investimenti per 90 milioni di euro.
Sono stati ritenuti responsabili di aver contaminato la discarica con idrocarburi e fenoli Stefano Paccanaro, 53 anni, di Zermeghedo (avv. Lucio Zarantonello); Piergiorgio Rigon, 79, di Montebello (avv. Marco Dal Ben e Marco Tonellotto); Luigi Culpo, 54, di Arzignano (avv. Giovanni Manfredini e Ilaria Benedetti); Paolo Crestani, 51, di Montebello; Luigi Storato, 40, di Montebello (avv. Alessandro Zennaro e Linda Marchesini), e Stefania Malesan, 41, di Monteforte d´Alpone. Assolti con formula piena Giovanni Bartucci, 42, di San Bonifacio; Fabio Crestani, 47, di Montebello (avv. Angelo Merlin), e Sandra Dal Grande, 7! 0, di Montebello. Infine, prescritte le posizioni, oltre che p! er alcune accuse di Paccanaro, Rigon, Culpo, Storato e Malesan, di Tiziana Piras, 42, di San Bonifacio (avv. Francesco e Lino Pasquino); Davide Zannato, 37, di Montecchio Maggiore; Gianna Tasson, 51, di Zermeghedo (avv. Luisa Fiorentino), e infine Bruno Pellizzari, 72, di Montecchio Maggiore.
Era il marzo 2006 quando la procura fece perquisire la sede della Medio Chiampo. Scattarono verifiche sulla gestione ambientale di depuratore e discarica. A dover rispondere i vertici della Medio Chiampo, e di Elidra Multiutility, che gestiva il depuratore.
Il Giornale di Vicenza - martedì 01 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 31
«Sentenza ingiusta Proporremo appello»
«Una sentenza assurda, da rivedere. Ricorreremo in Appello». I commenti a caldo dei sei condannati sono simili fra loro e lapidari, soprattutto da parte dei vertici della Medio Chiampo, che si riservano di tornare a bocce ferme sulla condanna, sulla quale peraltro incombe la prescrizione, che non tutela però dal risarcimento. Per l´avv. Dal Ben, che difende il presidente Piergiorgio Rigon, il suo assistito è sempre stato «convinto di avere operato in maniera corretta».
Articolato il ragionamento dell´avv. Manfredini, che assiste Culpo. «Abbiamo portato in aula testimonianze che hanno riferito come Culpo fosse direttore del servizio amministrativo della società, senza delega ambientale. È stato legale rappresentante fino al 2002, poi si è occupato solo di amministrazione. Non solo non aveva deleghe, ma nemmeno competenze di natura ambientale. Fra l´altro, a questa conclusione era già giunta la medesima magistratu! ra, archiviando un altro procedimento, oltre alla Provincia, che ha annullato delle sanzioni che aveva elevato a Culpo ancora alcuni anni fa per questa stessa vicenda giudiziaria. Attendiamo le motivazioni per comprendere il ragionamento del giudice». «Paccanaro e Malesan erano dipendenti, e non è emerso nulla a loro carico - rimarca l´avv. Zarantonello -: siamo sconcertati. Senza dire che i consulenti hanno smentito il superamento dei limiti di legge».
Soddisfatto invece l´avv. Pasquino, che tutelava Tiziana Piras, amministratrice di Elidra: «Pur con la prescrizione, la mia assistita esce di scena senza alcun obbligo risarcitorio».D.N.
Il Giornale di Vicenza - martedì 01 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 31
Il servizio di Striscia la notizia
Era il 2006 quando l´allora pm Angela Barbaglio, a margine della maxinchiesta nella gestione dei rifiuti, fece perquisire la Medio Chiampo. Gli accertamenti scattarono anche dopo la messa in onda del tg satirico “Striscia la notizia”, che con un servizio di Moreno Morello denunciò le pulizie in discarica prima dei controlli. L´indagine nei confronti di 65 persone fu spezzettata in più filoni. In quello rimasto a Vicenza erano indagate 31 persone, fra cui i politici regionali in carica fino al 2010, usciti di scena con l´archiviazione. Erano tutti accusati di aver favorito numerose concerie allacciate alla fognatura pubblica per smaltire i loro fanghi in deroga ai limiti fissati dalla legge. Il caso suscitò un ampio dibattito fra le necessità ambientali e quelle di salvaguardare i posti di lavoro.

Idea Medio Chiampo << Crescere come Aim>>

Il sindaco di Montebello dopo le condanne ai vertici non ci sta a unire la gestione di Medio Chiampo ad Acque del Chiampo come suggerito da noi e da altri in questi ultimi due anni e vuole invece rilanciare l'ente per farlo crescere come l'Aim di Vicenza diventando così una Multiutility al servizio dei comuni

Ricordiamo: Debiti Medio Chiamo Spa: intervento di Giuliano Raimondo

Leggiamo, nella edizione de "il Giornale di Vicenza" di sabato 15 settembre u.s., che la Medio Chiampo spa «In due anni i conti in ordine» e che i debiti ammontano a 18,8 milioni, di cui 12 con le banche e 6,7 con i fornitori. Leggiamo inoltre che Pier Giorgio Rigon, presidente di Medio Chiampo da 8 anni, analizza i numeri e osserva: «Sì, la società è indebitata, ma è strutturalmente sana e in un paio d´anni, grazie ai flussi di cassa positivi, ridurremo sensibilmente il passivo». Dopo aver letto questo, molti si domandano come questa società, di proprietà dei Comuni di Zermeghedo e Montebello, possa realizzare tale poderosa impresa, considerato un fatturato annuo di 11 milioni di euro.
Ci si domanda, quale piano di rientro dal poderoso debito abbiano deliberato i componenti l’Assemblea Generale di Medio Chiampo spa composta dall’ing. Fabio Cisco con funzione di presidente (sindaco di Montebello Vicentino) e dal prof. Giuseppe Castaman componente  della stessa Assemblea (sindaco del Comune di Zermeghedo). Sindaci che per legge sono tenuti al controllo analogo sulla Medio Chiampo e alla tutela della salute degli amministrati. Ci si domanda quale impatto questo piano di rientro dai debiti avrà sugli investimenti per la necessaria manutenzione straordinaria e ordinaria del sistema impianto di trattamento e depurazione dei reflui. Ci si domanda quale impatto avrà questo poderoso piano di rientro dai debiti sul fronte dei necessari investimenti per migliorare gli impianti e garantire la qualità del fluido che arriva nei rubinetti per l’erogazione dell’acqua potabile e per il necessario contenimento delle tante perdite in rete. Ci si domanda se il pagamento degli stipendi ai dipendenti di Medio Chiampo è sempre regolare.
Per quanto concerne gli aspetti connessi con la fusione con Acque del Chiampo spa ci riserviamo di intervenire più avanti considerate le dichiarazioni del presidente Rigon  - evidenziate  nell’art. del 18 ottobre scorso ne Il Giornale di Vicenza - ove dichiara, tra l’altro, che «…. Stiamo infatti valutando l´ipotesi di costituire conla municipalizzata Acquedel Chiampo una nuova azienda pubblica consortile. Non c´è comunque ancora nulla di deciso, perché siamo in una fase interlocutoria in cui si esprimono valutazioni che dovranno essere corroborate sotto il profilo tecnico».
Così come interverremo, dopo il richiesto incontro con il Presidente di Acque del Chiampo spa dr. Antonio Fracassoe con il suo direttore generaledr. Alessandro Rebellato, proposto in data 26 ottobre scorso, per la convocazione urgente con le competenti Rappresentanze Sindacali sui temi delle strategie societarie connesse alle decisioni dell’A.T.O.Valle del Chiampo, relative alla “ipotizzata fusione tra la Acque del Chiampo spa ela Medio Chiampo spa, nonché all’impianto per il trattamento-riduzione dei fanghi”. Le discariche per i fanghi, nonostante i riflessi della crisi del settore concia, si stanno anche se più lentamente esaurendo e quindi occorrono scelte urgenti per non frenare o peggio, bloccare, l’area produttiva della concia.

Cordialmente
Giuliano Raimondo FILCTEM-CGIL Vicenza
Vicenza 31 ottobre 2012

Commento Filippo Canova ABC Vicenza 

  • Filippo Canova 1- AIM Vicenza non gestisce il servizio idrico, ha scorporato da anni il ramo aziendale creando Acque Vicentine S.p.A.
    2- Le aziende con gestione "in house" ad oggi devono svolgere prevalentemente il compito per cui sono state create (idrico in questo
    caso), non alti servizi, pena la perdita dell'affidamento.
    3- AIM Vicenza l'anno scorso ha deciso di uscire dall'affidamento "in house" con tutti i servizi ed enteare nel mercato, quando tra una decina d'anni gli affidamenti scadranno dovra' andare a gara rischiando di perderla a favore di qualche multinazionale o grossa multiutility (HERA S.p.A. e' a caccia di situazioni simili...), il contrario di quanto deciso dai referendum 2011 !

    Ergo... anche Medio Chiampo vuole fare lo stesso. Alla faccia della coerenza delle dichiarazioni!