a Montebello Vicentino, Brendola, Arzignano, Trissino, mentre è risultata scadente per i pozzi di
Lonigo e Almisano (frazione del comune di Lonigo), situati più a sud rispetto ai precedenti.
Nella zona di Almisano la situazione è più preoccupante per la presenza di solventi organici
alogenati in quantità di circa 10μg/l, di nitrati e salinità che presentano un trend in aumento negli
anni. Si deve sottolineare che anche l’agricoltura contribuisce tramite l’uso di fertilizzanti ad
incrementare la concentrazione di nitrati nelle acque e in questa zona, visto il territorio
pianeggiante, vi è un maggior numero di coltivazioni rispetto agli altri comuni.
I composti organo-alogenati comprendono, nelle acque destinate ad uso potabile, sia i
trialometani (THM) che si formano nella potabilizzazione delle acque in seguito a clorazione, che i
solventi clorurati di sintesi derivati da smaltimento non idoneo dei rifiuti. In Italia la concentrazione
massima ammissibile (CMA) prevista dal DPR 236 del 1988 (entrato in vigore nel 1991) è di 30
mg/l. Le rilevazioni attuate dall’ARPAV sono su acque non trattate e pertanto le sostanze
organoalogenate, derivanti da fonti diverse dalla clorazione delle acque, responsabili della gran
parte delle contaminazioni sono in genere il tetracloroetilene e il tricloroetilene. Gli organoalogenati
portano a una compromissione della qualità dell’acqua che la renderebbe non potabile a
meno di opportuni interventi di potabilizzazione. I livelli di organo-alogenati riscontrati nelle acque
se pur elevati non superano tuttavia i limiti di legge.
La presenza eccessiva di nitrati nell’acqua può recare in generale grave danno agli
ecosistemi acquatici, si ricorda ad esempio che l’azoto assieme al fosforo è uno dei principali
responsabili dell’eutrofizzazione dei corpi idrici. Per gli usi idropotabili è importante, inoltre, che la
concentrazione di nitrati (NO3) venga monitorata e mantenuta al di sotto dei limiti di legge. I nitrati
possono essere pericolosi per la salute umana. Nei neonati i nitrati possono provocare
metaemoglobinemia anche detta “blue baby syndrome” 56, 57. I nitrati e nitriti vengono classificati
inoltre in base alla classificazione IARC come probabili cancerogeni56. Tuttavia va evidenziato che i
nitrati, oltre che nell’acqua, possono essere presenti anche negli insaccati, dove vengono utilizzati
come coloranti e conservanti, e nelle verdure a foglia larga (es. insalate) e in generale sono queste le
maggiori fonti di ingestione degli stessi. Nelle misurazioni effettuate nelle Valli del Chiampo e
dell’Agno i livelli di nitrati risultano sempre inferiori a 50 mg/l, limite imposto dalla World Health
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