mercoledì 26 dicembre 2018

Caso Pfas, il Ministero chiede i danni alla Miteni


Caso Pfas, il Ministero chiede i danni alla Miteni

Zambon, Berlenghi e Castiglion durante l’incontro.  FOTO GUARDA
Zambon, Berlenghi e Castiglion durante l’incontro. FOTO GUARDA
«Il Ministero dell’Ambiente chiederà alla Miteni il risarcimento dei danni ambientali. La richiesta per ottenere il risarcimento sarà presentata come domanda di insinuazione al passivo nella procedura fallimentare, che riguarda l’azienda considerata responsabile dell’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche nelle acque dei Comuni della zona rossa». Lo ha annunciato Tullio Berlenghi, capo della segreteria tecnica dello stesso ministero, a margine dei due incontri per fare il punto sull’emergenza Pfas che si sono succeduti nella mattinata di ieri in municipio a Sarego con i sindaci e i rappresentanti dei Comuni inseriti nella zona rossa, di maggior concentrazione degli inquinanti e con le associazioni e i cittadini. «Il ministero ha avviato il percorso per entrare nel passivo della procedura fallimentare della Miteni in modo che lo Stato possa ottenere il risarcimento del danno ambientale - ha annunciato Berleghi -. L’importo da considerare è in via di quantificazione da parte dei tecnici dell’Ispra, cui ci siamo rivolti per fare questo tipo di valutazioni», ha aggiunto il capo segreteria, che ha toccato anche altri temi. A cominciare dalla richiesta dell’Italia all’Unione europea di modificare la normativa allo scopo di abbassare i limiti di emissione dei Pfas, con l’obiettivo di arrivare al livello zero. «C’è un’ipotesi di revisione della direttiva quadro sulle Acque riguardo la quale l’Italia è il Paese che attualmente ha la posizione più avanzata per ridurre i limiti delle emissioni di queste sostanze – ha riferito -. Sappiano che in Europa è tutta una trattativa e per quanto ci riguarda noi cerchiamo di tenere i limiti il più basso possibile. Siamo quelli che abbiamo una visione più avanzata e sarà quindi piuttosto difficile, in queste circostanze, che otterremo il risultato sperato di zero Pfas». Per fronteggiare l’emergenza dell’inquinamento dalle sostanze perfluoroalchiliche il ministero ha messo in campo iniziative con il dicastero della Salute, «con cui stiamo aprendo un dialogo - ha precisato -: quest’ultimo ministero per la qualità delle acque e per le indagini epidemiologiche e il ministero dell’Ambiente per il livello di emissioni e il monitoraggio del quadro complessivo della situazione». In campo ci sono i finanziamenti per la rete idrica alternativa. «L’obiettivo qui è permettere di non utilizzare le falde che sono ormai contaminate - conclude -. Sono 56 milioni di euro, con una prima tranche per la progettazione che è già stata finanziata. L’idea è quella che l’opera di collegamento con Belfiore (VR) possa essere completata in un paio di anni. Il resto, come la bonifica, spetta al commissario per l’emergenza Pfas e alla Regione». • © RIPRODUZIONE RISERVATA
Matteo Guarda

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