Terminati i lavori di potenziamento dei filtri alla centrale di Lonigo. Un’opera da 1 milione e 800 mila euro.
I vertici di Acque Veronesi guidati dal presidente Niko Cordioli si
sono recati questa mattina in sopralluogo presso la centrale di Lonigo
per la presentazione della fine dei lavori di potenziamento del sistema
di assorbimento tramite carbone attivo granulare. L’impianto
acquedottistico gestito dalla società consortile veronese serve circa
100 mila abitanti e ha una portata massima di distribuzione di 600 litri
al secondo. I Comuni serviti dalla centrale di Madonna di Lonigo sono:
Lonigo e alcuni comuni dell’area Berica per la provincia di Vicenza;
Arcole, Veronella, Zimella, Albaredo d’Adige, Cologna Veneta, Bonavigo,
Minerbe, Pressana, Roveredo di Guà, Legnago, Boschi Sant’Anna,
Bevilacqua e Terrazzo in provincia di Verona e Montagnana per Padova.
L’operazione da poco completata è stata presentata nel corso di un
sopralluogo dell’assessore regionale all’ambiente accompagnato dal
direttore generale di ARPAV, dai vertici e dai tecnici di Acque
Veronesi, dal sindaco di Lonigo e da un rappresentante
dell’amministrazione provinciale di Vicenza.
Sono stati illustrati alla stampa i punti principali del progetto realizzato in questi mesi da Acque Veronesi. I lavori di potenziamento del sistema di assorbimento tramite carbone attivo granulare hanno l’obiettivo di garantire l’effettiva assenza di pfas nelle acque destinate al consumo umano. Per tale motivo, la società che gestisce il servizio idrico integrato in 77 Comuni della provincia scaligera ha in questi anni messo in atto una serie di molteplici interventi finalizzati al trattamento delle acque prima della distribuzione in rete, al fine di garantirne la piena conformità ai parametri di performance stabiliti dall'Istituto Superiore della Sanità, l’organo tecnico scientifico del Servizio Sanitario nazionale che persegue la tutela della salute pubblica. A seguito delle recenti indicazioni della Regione del Veneto ha, nel mese di gennaio di quest’anno, dato il via alla sperimentazione, progettazione e alla realizzazione di un sistema di potenziamento della filtrazione e depurazione dell’acqua distribuita dalla centrale vicentina. L’intervento, terminato proprio in questi giorni, ha portato al potenziamento del trattamento di potabilizzazione già esistente presso la centrale di produzione idrica, precedentemente costituito da un sistema di filtrazione a sabbia, filtri a carbone attivo e disinfezione. Tale trattamento consente l’abbattimento della sostanze PFAS a percentuali non significative, tali da non destare preoccupazione per la salute pubblica e nel rispetto degli obiettivi della Regione Veneto di perseguire, per l’acqua destinata al consumo umano, valori di perfomance. Acque Veronesi ha quindi provveduto ad incrementare l’attuale sistema di trattamento con l’aggiunta di ulteriori 10 filtri a carbone attivo. L’intervento prevede il raggiungimento dei seguenti valori:
- PFOA + PFOS pari o inferiori a 90 nanogrammi per litro
- PFOS<30 ng/L
- Altri PFAS<300 ng/L
“E’ stata perfettamente rispettata la cronologia e la tempistica dei lavori – ha commentato Niko Cordioli – Il solo raddoppio dei filtri ha avuto un costo di 1 milione e 800 mila euro, che vanno ad aggiungersi alle spese di manutenzione e al cambio dei filtri (circa 100 mila euro al mese) ed ai costi fino adesso sostenuti da Acque Veronesi dal sorgere della problematica (circa 3 milioni di euro). La priorità è quella di avere acqua pulita e sicura, garantendo alle famiglie dei Comuni interessati dall’emergenza l’assoluta tranquillità. In questi anni la nostra società è stata in prima fila nel coordinamento tra Enti, amministrazioni comunali e associazioni cittadine”.
“Acque Veronesi va ringraziata – ha detto l’assessore veneto – per la velocità con cui i lavori sono stati eseguiti e la chiarezza delle idee. Come Regione ci eravamo attivati fin dall’inizio di questa emergenza e quando l’Istituto Superiore di Sanità ci ha detto di decidere noi i limiti per i PFAS, abbiamo indicato il valore “zero” per la “zona rossa”. Sono state ulteriormente potenziate le azioni di filtraggio che sono ora le più avanzate a livello europeo. Convocheremo gli enti gestori del servizio idrico del Veneto chiedendo che la stessa metodologia sia applicata in tutti gli acquedotti per evitare che si possano verificare situazioni analoghe, ampliando tra l’altro il raggio d’azione anche al percolato delle discariche. Il problema è complesso e abbraccia un ambito ampio, serve quindi un coordinamento che la gestione commissariale ormai imminente potrà garantire, soprattutto per quanto riguarda i tempi d’intervento”.
“Le misure messe in atto in via d’urgenza per ridurre il rischio per la popolazione – ha detto il direttore dell’ARPAV - consentono di stare tranquilli, in attesa che vengano realizzate le nuove tratte di adduzione dell’acqua. La dichiarazione dello stato di emergenza, con la conseguente gestione commissariale, renderà possibile accelerare i tempi per le fasi successive, riprendendo il molto che è già stato fatto”.
Sono stati illustrati alla stampa i punti principali del progetto realizzato in questi mesi da Acque Veronesi. I lavori di potenziamento del sistema di assorbimento tramite carbone attivo granulare hanno l’obiettivo di garantire l’effettiva assenza di pfas nelle acque destinate al consumo umano. Per tale motivo, la società che gestisce il servizio idrico integrato in 77 Comuni della provincia scaligera ha in questi anni messo in atto una serie di molteplici interventi finalizzati al trattamento delle acque prima della distribuzione in rete, al fine di garantirne la piena conformità ai parametri di performance stabiliti dall'Istituto Superiore della Sanità, l’organo tecnico scientifico del Servizio Sanitario nazionale che persegue la tutela della salute pubblica. A seguito delle recenti indicazioni della Regione del Veneto ha, nel mese di gennaio di quest’anno, dato il via alla sperimentazione, progettazione e alla realizzazione di un sistema di potenziamento della filtrazione e depurazione dell’acqua distribuita dalla centrale vicentina. L’intervento, terminato proprio in questi giorni, ha portato al potenziamento del trattamento di potabilizzazione già esistente presso la centrale di produzione idrica, precedentemente costituito da un sistema di filtrazione a sabbia, filtri a carbone attivo e disinfezione. Tale trattamento consente l’abbattimento della sostanze PFAS a percentuali non significative, tali da non destare preoccupazione per la salute pubblica e nel rispetto degli obiettivi della Regione Veneto di perseguire, per l’acqua destinata al consumo umano, valori di perfomance. Acque Veronesi ha quindi provveduto ad incrementare l’attuale sistema di trattamento con l’aggiunta di ulteriori 10 filtri a carbone attivo. L’intervento prevede il raggiungimento dei seguenti valori:
- PFOA + PFOS pari o inferiori a 90 nanogrammi per litro
- PFOS<30 ng/L
- Altri PFAS<300 ng/L
“E’ stata perfettamente rispettata la cronologia e la tempistica dei lavori – ha commentato Niko Cordioli – Il solo raddoppio dei filtri ha avuto un costo di 1 milione e 800 mila euro, che vanno ad aggiungersi alle spese di manutenzione e al cambio dei filtri (circa 100 mila euro al mese) ed ai costi fino adesso sostenuti da Acque Veronesi dal sorgere della problematica (circa 3 milioni di euro). La priorità è quella di avere acqua pulita e sicura, garantendo alle famiglie dei Comuni interessati dall’emergenza l’assoluta tranquillità. In questi anni la nostra società è stata in prima fila nel coordinamento tra Enti, amministrazioni comunali e associazioni cittadine”.
“Acque Veronesi va ringraziata – ha detto l’assessore veneto – per la velocità con cui i lavori sono stati eseguiti e la chiarezza delle idee. Come Regione ci eravamo attivati fin dall’inizio di questa emergenza e quando l’Istituto Superiore di Sanità ci ha detto di decidere noi i limiti per i PFAS, abbiamo indicato il valore “zero” per la “zona rossa”. Sono state ulteriormente potenziate le azioni di filtraggio che sono ora le più avanzate a livello europeo. Convocheremo gli enti gestori del servizio idrico del Veneto chiedendo che la stessa metodologia sia applicata in tutti gli acquedotti per evitare che si possano verificare situazioni analoghe, ampliando tra l’altro il raggio d’azione anche al percolato delle discariche. Il problema è complesso e abbraccia un ambito ampio, serve quindi un coordinamento che la gestione commissariale ormai imminente potrà garantire, soprattutto per quanto riguarda i tempi d’intervento”.
“Le misure messe in atto in via d’urgenza per ridurre il rischio per la popolazione – ha detto il direttore dell’ARPAV - consentono di stare tranquilli, in attesa che vengano realizzate le nuove tratte di adduzione dell’acqua. La dichiarazione dello stato di emergenza, con la conseguente gestione commissariale, renderà possibile accelerare i tempi per le fasi successive, riprendendo il molto che è già stato fatto”.
Previsti cali di pressione fino al 31 maggio. Stanno terminando i lavori
di potenziamento delle reti acquedottistiche. Un intervento da 1
milione di euro contro le criticità del periodo estivo.
Divieto di sosta e transito in vicolo Storto da lunedì 28 maggio.
Da lunedì 28 maggio, per la durata di 2 giorni, saranno vietati la sosta
ed il transito alle autovetture in vicolo Storto a Verona. In quei
giorni Acque Veronesi provvederà alla realizzazione di lavori di
manutenzione alla rete fognaria della zona.
Terminati i lavori di potenziamento dei filtri alla centrale di Lonigo. Un’opera da 1 milione e 800 mila euro.
I lavori di potenziamento del sistema di assorbimento tramite carbone
attivo granulare hanno l’obiettivo di garantire l’effettiva assenza di
pfas nelle acque destinate al consumo umano.
Stop agli allagamenti a Portoni Borsari.
Stop agli allagamenti a Porta Borsari, grazie alla prossima
realizzazione di un pozzo per il deflusso dell’acqua piovana. I lavori
inizieranno giovedì prossimo, 24 maggio. L’intervento, già programmato
da settimane, permetterà di evitare il ristagno della pioggia, come
avvenuto ieri pomeriggio a causa della bomba d’acqua che si è abbattuta
sulla città.
Acque Veronesi. Chiusura dello sportello di Verona nella giornata di lunedì 21 maggio per festività Santo Patrono.
Gli sportelli di Acque Veronesi in lungadige Galtarossa a Verona
rimarranno chiusi nella giornata di lunedì 21 maggio per la festività
del Santo Patrono. Gli utenti potranno contattare i numeri verde
800735300 (da rete fissa) e 0452212999 (da rete mobile) o recarsi presso
qualsiasi sportello della società dislocato in provincia.
Lavori di Acque Veronesi in un tratto di via Mameli da martedì 22 maggio.
Da martedì 22 maggio inizieranno i lavori di Acque Veronesi relativi
alla realizzazione di nuovi sottoservizi aziendali in un tratto di via
Mameli. Per tale motivo, per la durata di 10 giorni, saranno vietati la
sosta ed il transito alle autovetture nella corsia di destra di via
Mameli in direzione Verona, all'altezza dei civici 124/B e 124/F. Sarà
pertanto ristretta la carreggiata ad una corsia.
Acque Veronesi potenzia ed estende le reti fognarie a San Pietro in Cariano. Conclusi interventi per 350 mila euro.
A San Pietro in Cariano arrivano nuove infrastrutture fognarie per una
maggiore tutela ambientale e a vantaggio della collettività dell’intero
paese. Sono terminati in questi giorni i lavori di Acque Veronesi in
alcune località di San Pietro, finalizzati alla realizzazione di
condotte di fognatura nera in zone fino ad oggi sprovviste di rete
pubblica.
Pfas, nuovi pozzi per il veronese. L’annuncio del Commissario straordinario Nicola Dall’Acqua.
La strategia illustrata da Dell’Acqua prevede l’apertura di nuovi pozzi
d'approvvigionamento in aree non interessate dall’inquinamento dei Pfas.
Per la provincia scaligera sarà la zona dell’est a fornire, entro
qualche anno, nuova acqua pulita alla pianura veronese.
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