Pfas, il dottor Vincenzo Cordiano: non necessario screening di 110.000 persone da 1,5 miliardi di euro
Giovedi 15 Settembre alle 15:49 | 1 commenti
Riceviamo dal dottor Vincenzo Cordiano e pubblichiamo
Lo studio del SER veneto (clicca qui per visualizzarlo)
condotto nei comuni ad alta contaminazione da PFAS, i 21 comuni veneti
più contaminati, a mio parere è importantissimo perché: 1) conferma per
filo e per segno lo studio di mortalità retrospettivo condotto da
ISDE-ENEA, e cui vi ho dato notizia in precedenza. Inoltre conferma un
eccesso di incidenza di ipercolesterolemia e ipotiroidismo, condizioni
che classicamente sono state associate ai PFAS. E mi suscita alcune
perplessità l’affermazione dell’estensore che esclude a priori un ruolo
dei pfas nell’eziopatogenesi di queste patologie multifattoriali. Senza
apportare alcun dato scientifico che corrobori tale affermazioni. Il
dottor Saugo non è noto per essere un esperto di pFAS e non mi risulta
che se ne sia mai interessato prima del 2013.
2) Sempre a mio parere i risultati di questo studio rendono
non necessario il previsto screening di 110.000 persone per i prossimi
dieci anni. con una spesa preventivata di 1,5 miliardi di euro. I dati
già ci sono. A meno che non vengano determinati anche anche i pfas nel
sangue, cosa che, al momento, non sembra essere prevista.3) è gravissimo che nessuno dei sindaci interessati non abbia sentito il bisogno di chiedere lumi agli autori del studio
Commenti
Inviato Sabato 17 Settembre alle 06:48
Vorrei precisare che lo screening sanitario previsto, che pur noi
medici di ISDE Vicenza abbiamo chiesto fino dall'estate 2013, ha senso
SOLO se associato alla determinazione dei PFAS nel sangue dei singoli
soggetti residenti nelle zone più contaminate e in un campione di
controllo molto più numeroso di quello finora usato. Solo se saranno
disponibili i dati relativi alle quantità di pfas presenti nel sangue
dei singoli soggetti. si potrà trarre qualche confusione di un certo
valore significativo sul ruolo dei PFAS nel determinare o meno una
eventuale patologia riscontrata nel soggetto anonimato. Oltre a rendere
un servizio di inestimabile valore alla comunità scientifica
internazionale che potrà avere un altro contributo con il quale
giudicare la pericolosità di queste sostanze. Altrimenti saranno solo
soldi buttai al vento e resterà il dubbio, insinuato anche dall'autore
dello studio del SER, che tali anomalie possano essere causate dai
"soliti fattori di rischio già noti" e dai fantomatici stili di vita. I
quali non is capisce perché da oltre 40 anni si siano annidati e
concentrati in una determinata area, la zona "rosa" più contaminata dai
pfas, e non in altre zone vicine. Voci di corridoio dicono che i PFAS
nel sangue saranno cercati, ma dai documenti ufficiali ciò non si
ricava. SI parla solo di non meglio definiti "esami di secondo livello"
da effettuare qualora si verifichino determinate condizioni (quali?).
Aspettiamo di vedere il protocollo definitivo del programma decennale di
monitoraggio della popolazione esposta alla contaminazione da PFAS. Poi
ci sarebbe da chiedersi perché i politici hanno deciso di sottoporre ad
un monitoraggio accurato la popolazione esposta ai PFAS a spese del
contribuente e non altre popolazioni ugualmente esposte a sostanze
probabilmente più tossiche dei PFAs: per esempio i cittadini che vivono
in vicinanza degli inceneritori di Schio o di Padova (e di tutti gli
altri inceneritori più o meno nascosti del Veneto: cementifici di
Monselice,, inceneritori interni alle industrie chimiche ecc), o quelli
che risiedono attorno alle discariche, o quelli che vivono attorno al
lago di Garda contaminato dalle diossina, o i milioni di cittadini
veneti che respirano da decenni aria fra la più inquinata al mondo. I
pFAS oggi sono di moda e un monitoraggio più o meno ben fatto potrebbe
essere usato per nascondere colpe passate di politici e amministratori
che avrebbero dovuto controllare e forse non l'hanno fatto, accontentare
la popolazione che potrà farse delle analisi gratis e raccogliere
qualche voto alle prossime elezioni.. VIncenzo Cordiano
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