mercoledì 28 febbraio 2018

Pfas, Cristina Guarda (Amp): "il quadro è allarmante, si proceda subito con il monitoraggio sui nati tra 2002 e 2015

Quotidiano | Categorie: Ambiente, Politica, Fatti

Pfas, Cristina Guarda (Amp): "il quadro è allarmante, si proceda subito con il monitoraggio sui nati tra 2002 e 2015"

Di Note ufficiali Venerdi 16 Febbraio alle 10:33 | 0 commenti
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"Ancora una volta la Giunta regionale, pur confermando l'intenzione di monitorare i Pfas nel sangue di bambini e ragazzi già annunciata a inizio dello scorso anno, cerca di prendere tempo e rinvia in modo indefinito un intervento che, alla luce della relazione della commissione parlamentare sulle ecomafie, si sta riconfermando urgente e non più dilazionabile." Lo dice la consigliera regionale Cristina Guarda (Amp), commentando la risposta ad un'interrogazione che chiedeva conto dell'attivazione di uno screening sui bambini nati dal 2013 nella zona rossa, maggiormente esposta ai Pfas.
L'esponente vicentina stigmatizza il "comportamento dell'esecutivo veneto che invece di dare certezze in merito alle richieste avanzate dal territorio contaminato già dalla scorsa primavera, stride sia con il richiamo della Commissione parlamentare, sia con la necessità di stabilire una volta per tutte, scientificamente, il nesso di causalità tra Pfas e le 4 patologie della maternità e neonatalità che il coordinamento Regionale per le Malattie Rare ha identificato appunto come conseguenza dell'esposizione alle sostanze perfluoroalchiliche."
Guarda, nell'annunciare la presentazione di un nuovo atto da presentare al Consiglio, ricorda i dati diffusi dal Coordinamento che confermano lo studio reso noto alla fine del 2016: "le donne in gravidanza nella zona contaminata dai Pfas ha avuto il 49% di probabilità in più di avere una preeclampsia, patologia che può causare anche la morte, e il 69% in più di contrarre diabete gestazionale. Oltre a questo si conferma il rischio maggiore per i neonati di contrarre patologie SGA (piccoli per età gestazionale) e malformazioni neurologiche. Queste osservazioni, datate aprile 2017, non possono che confermare l'urgenza di estendere un monitoraggio a ragazzi e bambini nati dal 2002 al 2015, proprio quelli nati nel periodo preso in considerazione dallo studio che associa le 4 patologie
con la contaminazione del sangue da Pfas, così da studiare l'evoluzione dello stato di salute dei soggetti di cui possiamo tracciare la storia sanitaria
."
"Un monitoraggio dunque - conclude la consigliera - indispensabile sia per evitare che la gravità della contaminazione venga derubricata, sia per individuare precisamente chi assistere con urgenza, sia per consentire una gestione ottimale della contaminazione."
Cristina Guarda, Consigliera della Regione Veneto (Amp)
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M5S: "Preoccupanti i primi dati sulle concentrazioni di Pfas nel sangue"Verona sera 9 Febbraio 2018

M5S: "Preoccupanti i primi dati sulle concentrazioni di Pfas nel sangue"

M5S: "Preoccupanti i primi dati sulle concentrazioni di Pfas nel sangue"

Tra gli adolescenti veronesi ci sono valori di Pfas nel sangue che supererebbero anche di 8 volte quelli registrati nei comuni non interessati dall'inquinamento


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Pfas, Dovigo (Leu): «estendere controlli fuori da zona rossa» 09-02-2018 Vvox


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«Nel “piano di sorveglianza sanitaria” devono essere inseriti immediatamente anche i cittadini residenti nelle zone circostanti alla zona rossa; i controlli sanitari gratuiti devono essere estesi anche alle fasce di età finora escluse dal monitoraggio: soggetti sopra i 65 e sotto i 14 anni e donne in gravidanza». Lo chiede in un comunicato la consigliera vicentina di Liberi e Uguali Valentina Dovigo commentando con positivamente l’accordo raggiunto fra governo e Regione Veneto sulla dichiarazione dello stato d’emergenza per la contaminazione da Pfas in Veneto, sullo sblocco dei fondi per i nuovi acquedotti e sulla nomina del commissario straordinario.
«Sia immediatamente proibito lo spargimento di fanghi reflui contenenti Pfas e altre sostanze tossiche sui terreni agricoli del Veneto e delle altre Regioni – aggiunge la Dovigo -. Gli impianti industriali, agricoli e artigianali che utilizzano Pfas, e i rispettivi scarichi ,devono essere regolamentati, impedendo l’immissione di Pfas nell’ambiente. Deve essere avviato un piano di dosaggio dei Pfas nell’aria e nei fumi emessi dai camini industriali. Sia iniziata al più presto la bonifica dei territori contaminati. Sia incentivata la conversione all’agricoltura e all’allevamento biologici nelle zone contaminate e nel resto della Regione. Questo permetterebbe anche la salvaguarda dell’occupazione esistente e la creazione di nuovi posti di lavoro».

giovedì 15 febbraio 2018

RAPPORTO ECOMAFIE, RILIEVI PFAS IN VENETO E RIFIUTI

Rapporto ecomafie, importanti rilievi su PFAS in Veneto e traffico transfrontaliero di rifiuti. Sono gli argomenti delle quattro relazioni presentate oggi alla Camera dei…
teleambiente.it

Acque del Chiampo in Procura per parlare di Pfas 13 febbraio 2018

Autoanalisi sui Pfas

Acque del Chiampo in Procura per parlare di Pfas

Arzignano – Prosegue l’impegno di Acque del Chiampo spa nella ricerca delle responsabilità per l’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche, pfas, che nella nostra Regione è stato riscontrato nelle province di Vicenza, Padova e Verona.
Diverse le iniziative promosse fino ad ora dal gestore del servizio idrico integrato. “In particolar modo – sottolinea una nota diramata dall’azienda – sono state suggerite interpretazioni giuridiche del grave evento di inquinamento, orientate alla promozione di azioni di blocco delle situazioni di danno e di pericolo e a favorire le iniziative di riparazione e ripristino della risorsa ambientale compromessa”.
In questa strategia, che mira alla tutela degli utenti, rientra anche l’incontro che Acque del Chiampo ha avuto oggi, con il sostituto procuratore della Repubblica, a Vicenza, per illustrare gli approfondimenti tecnico giuridici fino ad ora avviati e che il gestore intende continuare a sviluppare.
L’azienda con sede ad Arzignano ha condiviso con la Procura le attività messe in atto per assicurare ai cittadini un’acqua di qualità e, soprattutto, per mettere a fattor comune un inquadramento tecnico e giuridico dell’evento funzionale a promuovere in maniera più incisiva l’attivazione concreta del responsabile delle azioni di tutela e ripristino, le uniche che consentono di non far ricadere sugli utenti gli eventuali costi extra di gestione della situazione.
“L’incontro – ha commentato il consigliere delegato, Andrea Pellizzari – è stato positivo e conferma la bontà del lavoro che stiamo facendo a tutela della salute dei cittadini, della credibilità della società ed a protezione della risorsa idrica. I nostri azionisti (i Comuni di Arzignano, Chiampo, Brendola, Lonigo, Montecchio Maggiore, San Pietro Mussolino, Montorso, Nogarole, Altissimo e Crespadoro) ci avevano dato due priorità al momento del nostro insediamento, nello scorso giugno: emergenza pfas e smaltimento dei fanghi. Manteniamo quindi la rotta nella ricerca delle responsabilità sul problema dell’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche, con impegno continuo ed attenzione costante”.

E' stata pubblicat la relazione della commissione Parlamentare d'Inchiesta 14 febbraio 2018

Perla Blu Legambiente
È stata pubblicata la relazione della commissione Parlamentare d’Inchiesta sugli illeciti legati al ciclo dei rifiuti, che si è occupata della questione delle sostanze PFAS. Vi proponiamo uno dei passaggi:
“In conclusione, come hanno posto in evidenza tutte le indagini effettuate da ERM, negli anni dal 1996 al 2009, era chiaro a tutti i dirigenti della Miteni che il sito di Trissino era allora - e lo è ancora oggi - la fonte di contaminazione da PFAS riscontrata nel vasto territorio Veneto tra le province di Vicenza, Verona e Padova. Tuttavia, la dirigenza della Miteni non ha mai fatto nulla per disinquinare il suo sito, né tantomeno per bloccare la veicolazione degli inquinanti verso l’esterno, anzi ha tenuto sempre nascosto l’inquinamento, sino al momento in cui è stato scoperto nel 2013 attraverso le indagini svolte dagli organi pubblici."
Puoi leggere il documento completo qui: http://perlablu.it/…/uploads/2018/comm.illeciti%20rifiuti15…

lunedì 12 febbraio 2018

PFAS: la Commissione Europea propone introduzione limiti

PFAS: la Commissione Europea propone introduzione limiti

La Commissione europea ha presentato una proposta per la revisione della direttiva 98/83/CE sull’acqua potabile, così come annunciato da mesi. Le proposte della Commissione Europea toccano diversi aspetti: indicazioni sui monitoraggi, approccio “risk-based” in tre fasi, azioni per migliorare l’accesso all’acqua potabile e alle relative informazioni, con l’obiettivo d’incoraggiare l’uso dell’acqua di rubinetto e ridurre i rifiuti in plastica. Ciò che è più interessante segnalare di questa proposta di revisione è il fatto che viene per la prima volta introdotto un limite per i PFAS nelle acque potabili che sia valido per tutta l’Unione Europea.  Più precisamente nella proposta sono indicate le seguenti quantità: 0.1 μg/l per il PFOA e il PFOS individualmente e 0.5 μg/l per i PFAS complessivamente.
La sfida per ridurre i PFAS nelle acque potabili è decisiva per tutta l’Unione Europea ma è particolarmente rilevante per il territorio tra le Province di Vicenza, Verona e Padova che ha subito un pesante inquinamento nel corso degli ultimi anni.
Il testo era molto atteso per rinnovare il fondamentale impegno alla protezione e tutela del bene più prezioso che abbiamo: l’acqua. Anche in un’ interrogazione che ho presentato ad ottobre la Commissione aveva risposto facendo presente che la modifica della Direttiva Acque era in arrivo a breve.
La sfida è ora quella di migliorare la proposta della Commissione. Per questo sto già studiando la definizione di un emendamento che preveda una concentrazione di PFAS inferiore a quella indicata nel testo presentato dalla Commissione. I PFAS sono una minaccia enorme per i territori che ne sono stati contaminati e serve che la normativa tuteli pienamente i cittadini. Solo con limiti stringenti e con gli investimenti che sta mettendo in campo il Governo potremo garantire salute e tutela dell’ambiente nelle aree contaminate da questo inquinante.
Qui potete trovare la proposta della Commissione. Per i riferimenti ai PFAS controllate a pagina 17 della proposta e a pagina 5 dell’allegato.

domenica 11 febbraio 2018

Ancora studi sulla pericolosità dei pfas!! Pfas, Veneto cerca scienziati per studio su salute



Ecoreati ecodelitti Disastro ambientale colposo ai sensi degli articoli 434 e 449 c. p.

Pfas: La allegata Sentenza - a parte dimostrare che non è affatto vero che i disastri ambientali, prima della recente legge sugli "ecoreati", non fossero perseguibili (servivano solamente dei "bravi" Magistrati, capaci di applicare correttamente gli esistenti articoli 434 e 449 C.P.) - evidenzia come la attuale proprietà della MITENI non possa assolutamente sentirsi "tranquilla" (dato che - dai dati ARPAV - vedasi ultima relazione qui allegata, è palese che dall'area dello stabilimento continuano, per lisciviazione, a fuoriuscire sostanze chimiche che "inquinano" la falda sotterranea che scorre sotto la fabbrica e , da tale falda, vengono veicolate a valle)
Ci saranno, a Vicenza, Magistrati (prima inquirenti e, poi, giudicanti) "capaci" di fare ciò che la Magistratura di Sassari ha fatto (ciòè rendere un po' di giustizia alla collettività)?


http://www.lexambiente.it/…/13512-ecodelitti-disastro-ambie…
Ecodelitti.Disastro ambientale colposo ai sensi degli articoli 434 e 449 c.p.
Categoria: Giurisprudenza Penale Merito
Pubblicato: 06 Febbraio 2018
Tribunale di Sassari - Ufficio G.U.P. sent. 932 del 13 gennaio 2017
Est. Spanu
Ecodelitti.Disastro ambientale colposo ai sensi degli articoli 434 e 449 c.p.
La contaminazione da benzene e da altri composti aromatici dei terreni sui quali insiste uno stabilimento petrolchimico, risalente ad epoca antecedente alla presa in carico da parte dell?attuale gestore, non esclude la responsabilità per disastro ambientale colposo di quest?ultimo, in persona dei soggetti che si trovano in posizione di garanzia, qualora emerga il nesso causale tra la persistente presenza in mare di dette sostanze inquinanti, trasportate dalle acque sotterranee a seguito di lisciviazione, e l?omessa adozione di ulteriori adeguate misure di contenimento, oltre a quelle già realizzate (nella specie barriera idraulica e trincea drenante), più volte sollecitata dall?autorità amministrativa di vigilanza, non essendo sufficiente a escludere la colpa generica contestata agli imputati il mero affidamento sugli studi commissionati dallo stesso gestore, attestanti l?efficace funzionamento della barriera contenitiva.
http://www.arpa.veneto.it/…/sostanze-perfluoro-alchiliche-p…
Contaminazione da PFAS. Azioni ARPAV - Regione Veneto. Periodo di riferimento: dal 14 giugno 2013 al 31 dicembre 2017

Sostanze perfluoro alchiliche (PFAS) � ARPA Veneto
Contaminazione da PFAS. Azioni ARPAV - Regione Veneto. Periodo di riferimento: dal 14 giugno 2013 al 31 dicembre 2017
lexambiente.it
L'ultima relazione Arpav è questa. tutta interessante ma soffermatevi sulla fonte di pressione Miteni pdfhttp://www.arpa.veneto.it/arpav/pagine-generiche/allegati-pagine-generiche/pfas-relazioni-attivita-arpav/AGGIORNAMENTO%20RELAZIONE%20PFAS%20%20gennaio%202018.pdf

PFAS. ASSESSORE AMBIENTE REPLICA A PD: ‘’INCONTRO A ROMA POSITIVO. RICONOSCIUTO IL RUOLO FONDAMENTALE DELLA REGIONE’’

Ci vien da rispondere a Bottacin che anche se paga la Regione i soldi sono sempre dei cittadini e che non è vero che gli acquedotti sono stati messi subito in sicurezza si è atteso più di quattro anni per quelli della zona rossa lasciando la zona arancione e verde ancora senza filtri. Le bugie hanno le gambe corte ricordiamo il nostro blitz sul Fratta di un anno fa 

 

PFAS. ASSESSORE AMBIENTE REPLICA A PD: ‘’INCONTRO A ROMA POSITIVO. RICONOSCIUTO IL RUOLO FONDAMENTALE DELLA REGIONE’’

Comunicato stampa N° 146 del 07/02/2018
 (AVN) – Venezia, 7 febbraio 2018
“A fronte di certe affermazioni del Pd viene da chiedersi: ma che film hanno visto?”. L’assessore regionale all’ambiente Veneto replica alle affermazioni del Pd del Veneto e ad alcune parlamentari dello stesso partito all’indomani dell'incontro avvenuto ieri a Roma tra i tecnici regionali, quelli ministeriali ed il comitato delle “Mamme No Pfas”. 
“Per ripristinare un quadro che non sia del tutto fantasioso – fa presente l’assessore veneto – va ricordato che i filtri sugli acquedotti non sono stati pagati dai cittadini, ma li ha pagati la Regione, insieme ai nuovi pozzi di Carmignano, alla progettazione, alle indagini epidemiologiche, alle attrezzature di Arpav, alle convenzioni con due università, alla plasmaferesi purtroppo fatta interrompere dal ministro alla salute, ricorrendo ai carabinieri, e così via. Abbiamo agito immediatamente e per questo abbiamo avuto ben 34 ricorsi tra cui uno in cui la Miteni chiede 98 milioni come risarcimento danni”.
“La verità è – aggiunge - che finalmente si sta arrivando a sbloccare i fondi ministeriali per realizzare nuovi acquedotti per avere approvvigionamenti idrici esenti da pfas. Il fatto che il ministero dica che presto saranno sbloccati, dimostra in modo inequivocabile che tali fondi fino ad oggi non erano disponibili, smentendo categoricamente le affermazioni di alcune parlamentari che da quasi due anni continuano a dire che i fondi erano già nelle casse della Regione. Ad oggi, solo grazie agli interventi della Regione gli acquedotti garantiscono totale assenza di pfas”. 
“A queste parlamentari ricordo che gli 80 milioni che arriveranno non sono del governo ma sono soldi dei Veneti – conclude l’assessore - anzi sono circa un duecentesimo del residuo fiscale veneto di un anno. Anche se una delle due parlamentari se ne è addirittura andata via durante l’incontro, le “Mamme No Pfas” hanno comunque ben potuto vedere con reciproca soddisfazione la stretta collaborazione tra Ministero dell'ambiente e Regione. Un incontro positivo dunque - e questo al di là delle sterili polemiche di chi urla solo per cercare un po' di visibilità – tanto che lo stesso Ministero ci ha dato ragione anche sulla nostra richiesta di stato di emergenza”.


Data ultimo aggiornamento: 07/02/2018

sabato 10 febbraio 2018

Come stanno andando le analisi del sangue sui pfas? Sull' Arena e Giornale di Vicenza 9 Febbraio 2018

Sul Giornale di Vicenza e sull'Arena di venerdì 9 febbraio 2018 . Non stiamo tranquilli anche un solo nanogrammo in alcuni casi può far male non è una gara a chi ne ha di più o di meno! Basta Pfas!
Attenzione nella zona B ci sono due comuni Bevilacqua e Minerbe con i pfas nel sangue in percentuale uguali alla zona A 


Pfas nei bambini, dati più negativi del previsto. Quantità alte non solo nelle zone «rosse» ma anche in altri paesi del Veronese meno sospetti


Che i Pfas fossero presenti nel sangue di chi vive in 13 comuni veronesi che fanno parte della cosiddetta «zona rossa» era noto. Così come si sa che quattro di essi, Cologna, Pressana, Roveredo e Zimella, sono considerati particolarmente a rischio perché hanno acquedotti alimentati dall’acqua pescata dalla falda contaminata. Ora però è ufficiale che le fosche previsioni su Cologna erano azzeccate e che la situazione è grave anche in altri quattro paesi: Bevilacqua, Bonavigo, Minerbe e Veronella.
Qui, infatti, i ragazzi di 14 anni o poco più hanno nell’organismo sostanze perfluoro-alchiliche in quantità da 5 ad 8 volte superiori rispetto ai limiti massimi riscontrati in aree non contaminate.
NUMERI.  Al 12 gennaio, risultavano controllate in tutto 7881 persone, il 60 per cento degli invitati, anche se in alcuni comuni, come Bevilacqua e Boschi Sant’Anna, sono state registrate percentuali di adesione superiori al 70 per cento. L’unico dato disponibile sui comuni scaligeri che fanno parte della «Zona rossa A», quella più esposta, riguarda Cologna. Qui i ragazzi sinoranalizzati risultano avere nel sangue una media di 51,6 nanogrammi di Pfoa, uno dei composti che fanno parte della famiglia dei Pfas, per ogni millilitro di sangue, oltre a 3,5 nanogrammi di Pfos, un’altra delle sostanze di più datata produzione, e 4,2 di Pfhxs.
Un composto, quest’ultimo, che è più recente. I dati colognesi sono inferiori a quelli di alcuni comuni vicentini – i giovani di Lonigo, Asigliano e Pojana hanno circa 70 nanogrammi di sostanze, come la padovana Montagnana – ma superiori alle realtà di Noventa, Sarego e Brendola che vengono spesso considerate dall’Arpav più rischiose perché più vicine alla fonte della contaminazione, cioé alla Miteni di Trissino. Ma non è tutto. Nella «Zona rossa B», quella che non si trova sopra la falda inquinata, ci sono realtà come Bevilacqua, 70,35, Minerbe, 58,29, Veronella, 44,1, e Bonavigo, 43,55, che hanno valori medi di Pfoa nel sangue decisamente significativi.
Più bassi, invece, Boschi Sant’Anna, 38,6, Legnago 32, Arcole 24,1, e Terrazzo 13,3. Tutte cifre che, comunque, sono ben al di sopra dei valori riscontrati in zone non contaminate affatto, dove i valori si attestano da 1,5 ad 8 nanogrammi.
LA SALUTE. I dati, inoltre, confermano che più si va avanti con l’età e più alti sono i valori dei Pfas e il numero di persone con problemi renali: quasi il 13 per cento di chi ha fra i 30 ed i 35 anni ha l’«egfr», che misura la filtrazione del sangue, fuori norma, insieme a trigliceridi e colesterolo.
Luca Fiorin – L’Arena – 9 febbraio 2018

Pfas: il Movimento 5 Stelle scende in piazza con i cittadini sabato 10 febbraio davanti alla Miteni

Quotidiano | Categorie: Politica, Ambiente

Pfas: il Movimento 5 Stelle scende in piazza con i cittadini sabato 10 febbraio davanti alla Miteni

Di Note ufficiali Martedi 6 Febbraio alle 15:03 | 0 commenti
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Sabato 10 febbraio dalle 11 alle 12 il Movimento 5 Stelle del Veneto sarà davanti alla sede della Miteni Spa in località Colombaretta a Trissino per manifestare pacificamente il proprio appoggio ai lavoratori dell'azienda e a tutti i cittadini veneti contaminati da Pfas, e per chiedere a gran voce l'immediato avvio delle bonifiche del terreno contaminato da Pfas e da molte altre sostanze. Non si può più aspettare! Le mamme No Pfas sono giustamente indignate, e lo siamo anche noi che da anni ci occupiamo di questo grave inquinamento, quando ancora gli altri partiti silenziavano il tutto o ci minacciavano di denunciarci per procurato allarme.
Sono passati ormai quasi 5 anni dalla scoperta della fonte dell'inquinamento ad opera del CNR e dell'Arpav, cosa aspetta Luca Zaia ad emettere l'ordinanza di bonifica del sito?
Cosa aspetta la Procura di Vicenza a sequestrare i beni degli amministratori dell'azienda?
Cosa aspetta il presidente della Provincia di Vicenza Achille Variati a "stoppare" l'Autorizzazione Integrata Ambientale della Miteni?
Saremo presenti in tanti e invitiamo tutti i cittadini ad unirsi a noi in questa battaglia. Se non ora, quando?
Movimento 5 Stelle del Veneto 

Interferenti endocrini, un rapporto commissionato dal governo francese critica Parigi e Bruxelles. Insufficiente azione del governo transalpino e forte inerzia Ue

Interferenti endocrini, un rapporto commissionato dal governo francese critica Parigi e Bruxelles. Insufficiente azione del governo transalpino e forte inerzia Ue

Il governo francese ha pubblicato un rapporto, richiesto lo scorso agosto, sull’attuazione della Strategia nazionale adottata nel 2014 sugli interferenti endocrini, cioè le sostanze in grado di interferire con il sistema ormonale e causare patologie, anche gravi. Come ha anticipato Le Monde, si tratta di uno dei primi rapporti ufficiali che riassume in linguaggio non tecnico la portata dei problemi posti dagli interferenti endocrini, descritti come fonte di “esternalità negative molto forti”, cioè di potenziali danni collaterali importanti, tra cui diminuzione della qualità dello sperma, aumento della frequenza di anomalie nello sviluppo negli organi riproduttivi, abbassamento dell’età della pubertà e insorgenza di alcuni tipi di tumori ormono-dipendenti.
Il rapporto afferma che la Strategia nazionale adottata dalla Francia nel 2014, sebbene sia “pertinente” e “opportuna”, ha sofferto dell’assenza di un piano d’azione, “di una mancanza di coerenza tra gli obiettivi dichiarati e l’evoluzione dei mezzi, così come di un’insufficiente mobilitazione interministeriale”. Il documento denuncia anche “la forte inerzia della regolamentazione europea”, che “non è al passo con la rapida evoluzione delle conoscenze scientifiche” e “rischia di minare la credibilità dell’azione comunitaria e degli Stati membri”.
pesticidi campi
Secondo il rapporto francese sulla strategia nazionale sugli interferenti endocrini, manca un piano d’azione
Questa situazione si riflette anche sulla credibilità delle informazioni che vengono date alla popolazione sui rischi degli interferenti endocrini. Secondo la rilevazione annuale sulla percezione dei rischi, pubblicata lo scorso luglio dall’Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare francese (IRSN), il 51,7% delle persone ritiene che non venga detta la verità, e solo il 10% è convinto del contrario.
Il rapporto, richiesto lo scorso agosto dai ministri della Sanità, della Transizione ecologica e dell’Agricoltura e dell’alimentazione, è stato realizzato dall’Ispettorato generale degli affari sociali, dal Consiglio generale per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile e dal Consiglio generale per l’alimentazione, l’agricoltura e gli spazi rurali.
A livello europeo, la situazione sugli interferenti endocrini è bloccata, dopo che lo scorso ottobre il Parlamento europeo ha messo il veto alla proposta presentata nel giugno 2016 dalla Commissione Ue sui criteri scientifici da adottare per determinare cosa sia o non sia un interferente endocrino nei pesticidi e nei biocidi. Secondo l’europarlamento, si trattava di una proposta troppo morbida e quindi ha chiesto alla Commissione di “presentare senza indugio un nuovo progetto”, perché quello del 2016 “non può essere considerato come basato su dati scientifici oggettivi”.
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La proposta della Commissione Ue per i criteri di individuazione degli interferenti endocrini nei pesticidi è stata bocciata perché troppo morbida
La proposta della Commissione Ue era stata presentata sei mesi dopo una sentenza con cui il Tribunale dell’Unione europea la condannava per essere venuta meno ai propri obblighi, che le imponevano di definire i criteri scientifici per gli interferenti endocrini entro il 13 dicembre 2013. Il progetto della Commissione aveva provocato critiche contrapposte. L’industria chimica giudicava i criteri proposti troppo severi, mentre parte del mondo scientifico, le organizzazioni ambientaliste e dei consumatori ritenevano i criteri della Commissione Ue troppo lassisti e contrari al principio di precauzione che deve ispirare le regolamentazioni comunitarie.
Lo scorso dicembre la Commissione Ue ha presentato una nuova proposta, che dovrà ottenere il via libera del Consiglio, cioè dei ministri dei 28 Stati membri, e poi di nuovo del Parlamento europeo.
© Riproduzione riservata
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Un commento

  1. Grandissimo problema molto sottovalutato, grande lassismo colpevole e la solita Commissione latitante.
    Condivisibile la reazione e stimolo del Governo francese, che speriamo sortisca qualche buon effetto e scatto d’orgoglio prima per la definizione delle sostanze interferenti, poi dei livelli massimi ammessi negli alimenti ed ambiente, ma soprattutto un piano efficace per la riduzione finalizzata all’eliminazione delle cause delle contaminazioni estese.

Pfas, Puppato (Pd): «Zaia scarica costi su cittadini» Vvox 7 febbraio 2018


Pfas, Puppato (Pd): «Zaia scarica costi su cittadini»

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Partito Democratico Veneto
L’incontro tra i tecnici del Ministero dell’ambiente e la Regione del Veneto ha fatto chiarezza su chi si è attivato per affrontare il problema. È parso chiaro a tutti che, ad oggi, gli unici fondi disponibili e destinati alla realizzazione del nuovo acquedotto bypass necessario per portare acqua pulita nei rubinetti delle case vicentine, veronesi e padovane sono 80 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero ambiente.
L’incontro si è tenuto ieri a Roma, era stato richiesto dai genitori No Pfas e organizzato dalla senatrice veneta Laura Puppato e dalla deputata veronese Alessia Rotta. Il Ministero dell’Ambiente, hanno riportato i tecnici, ha deciso di intervenire per sostenere la costruzione di un nuovo acquedotto, disegnato per superare la falda inquinata. L’infrastruttura consentirà di abbattere i costi in bolletta altrimenti scaricati sui cittadini della zona colpita. Nulla se non il costo di progettualità ancora allo stadio preliminare, giungerà dalla Regione del Veneto per un importo di un milione e mezzo di euro. La disponibilità delle risorse consente di procedere alla realizzazione del nuovo acquedotto nell’arco di un anno, massimo 18 mesi. Molto dipenderà anche da quanto tempo la Regione impiegherà nella redazione dei progetti e dalla figura tecnica capace di coordinare le parti.
«È evidente che a 5 anni dalla scoperta delle falde inquinate», afferma Alessia Rotta, «è necessario intervenire con maggiore tempestività per tutelare la salute dei residenti e mettere al riparo la catena alimentare». «La priorità adesso è fare un monitoraggio su allevamenti e imprese agricole delle zone inquinate per capire dove sia eventualmente necessario intervenire – aggiunge il segretario veneto del Pd, Alessandro Bisato -. È impensabile che allevatori e imprese agricole della nostra regione affrontino da sole un’emergenza di questo tipo».
Purtroppo la Regione Veneto «ha perso molto tempo», ricorda Laura Puppato, «e sta scaricando i costi sui cittadini». Il sistema di filtraggio a base di carboni attivi fin qui attuato viene interamente sostenuto dall’aumento delle bollette. Il Ministero, per bocca dei suoi tecnici ritiene che il Commissario debba operare a breve attuando nuove tecnologie disponibili che consentano di rendere potabile l’acqua utilizzando metodi più efficaci e meno costosi, come la desalinizzazione.
Partito Democratico – Unione regionale del Veneto

Life Glass Water di Giulio Vanzan

Salve a tutti
Ho realizzato questo cortometraggio sul tema dell ‘ acqua inquinata in Veneto
Guardatelo e diffondetelo per favore !
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=411028549326799&id=411020509327603
Finally online! "Life Glass Water" is a short movie that talks about the pollution of the water and the environment through a poetical outlook. The film is in b...
Altro...
Life Glass Water is a short movie that talks about the pollution of the water and the environment through a poetical outlook. The film is in black and white, mute,…
vimeo.com

Pfas, i sindaci al ministro: “Coinvolgete anche noi” Vicenza Report 6 febbraio 2018

Pfas, i sindaci al ministro: “Coinvolgete anche noi”

Noventa Vicentina – Il Coordinamento dei sindaci contro l’inquinamento da Pfas ha inviato ieri al Ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti, e per conoscenza anche al Presidente della Regione Veneto, all’assessore all’ambiente Bottacin e alla senatrice Laura Puppato, una lettera nella quale si sottolinea come, in qualità di amministratori locali, ritengano “che le amministrazioni locali, in un contesto di emergenza, debbano essere coinvolte sistematicamente dalle istituzioni e dagli enti superiori”.
Principio ribadito in modo formale alla Regione del Veneto durante l’incontro del 31 gennaio in sede di Vicenza dell’Arpav, e ribadito, con questo documento, anche al governo nazionale, al quale viene chiesto che nei tavoli tecnico-politici siano invitati anche i rappresentanti istituzionali del territorio. Un principio disatteso, stigmatizzano i sindaci,  dato che al tavolo tecnico politico di oggi, tra istituzioni e comitati sul tema dell’emergenza Pfas in Veneto, il Coordinamento dei sindaci contro l’inquinamento Pfas non è stato invitato.
La lettera è stata inviata anche alla senatrice veneta Laura Puppato, per “ricordare alla parlamentare democratica – sottolineano i sindaci del coordinamento – nonché ex prima cittadina di un importante comune, presente a tale incontro, che avrebbe dovuto caldeggiare la presenza dei primi cittadini, oltre che le loro istanze”. Indipendentemente da chi sarà il primo ministro dopo le elezioni, i sindaci auspicano che “il modus operandi da parte del futuro esecutivo sia più attento alle istanze delle amministrazioni locali, vere sentinelle del territorio sia in ambito locale che nazionale”.
“Riteniamo – scrivono i primi cittadini – che la decisione di non coinvolgere i sindaci dei comuni interessati dall’inquinamento da Pfas sia non solo inopportuna ma anche controproducente nell’affrontare una tematica tanto delicata che ci vede coinvolti tutti, come cittadini ma anche come istituzioni. Il ruolo istituzionale del sindaco è proprio quello di rappresentante della propria comunità locale e mai come in questa occasione riteniamo che la voce delle istituzioni sia fondamentale per affrontare il problema in maniera seria, coordinata, puntuale e senza lasciar spazio al possibile rimpallo delle responsabilità, come spesso è avvenuto finora”.

IL VERGOGNOSO "DOTTOR" NARDONE? di Alberto Peruffo

IL VERGOGNOSO "DOTTOR" NARDONE?
La sua ultima intervista. Quante falsità. Basterebbe l'ultima dichiarazione nei confronti di ARPAV. O l'appiglio sui NOE. O la manipolazione del Caso Dupont e delle parole di Fletcher. Le smonteremo una a una. Queste false dichiarazioni.
Come si fa a chiamare DOTTORE uno che è solo SERVO di un sistema a cui neppure egli stesso crede - guardatelo in faccia quanto fragile è - ma che la comodità e l'ingordigia del suo essere umano, troppo umano, incatena a sé? Servo della sua impermeabile "pancia" e del finto benessere che dietro a questo strato di grassa sicurezza si crede di avere.
Sottolineo un solo passaggio che ho scritto la settimana scorsa, per smontare intanto la falsità citata su ARPAV: «Innanzi tutto, prendendo in mano i documenti ARPAV¹ datati 11 luglio 2013 e consegnati alle autorità preposte alla nostra sicurezza [...] di fronte a valori di cinque-MILIONI-quattrocentoseimila nanogrammi litro (5.406.847 ng/l !!) presso lo «scarico industriale Miteni spa al depuratore di Trissino» - https://goo.gl/pKyFCt
L'intervista esclusiva e "documentale" di Antonio Nardone, ad…
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