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giovedì 15 marzo 2018

Pfas, Guarda: “Arzignano sarà nel biomonitoraggio?”


Pfas, Guarda: “Arzignano sarà nel biomonitoraggio?”

Venezia – Un biomonitoraggio sulle zone del Veneto interessate dalla contaminazione da Pfas per valutare, in modo più definito, i contorni del problema. E’ quanto progetta di fare la Regione Veneto, ma non sarebbero state ancora individuate le zone da sottoporre a questa osservazione. Di qui l’iniziativa della consigliera regionale di minoranza Cristina Guarda, del gruppo Amp, che ha presentato una interrogazione chiedendo, nello specifico, se si intende effettuare il monitoraggio anche sul territorio di Arzignano.
“Al momento – spiega Guarda – non ci sono segnali circa l’intenzione della giunta regionale di inserire il territorio di Arzignano tra quelli che saranno oggetto di biomonitoraggio sui Pfas. Eppure nell’area sono presenti diversi pozzi di approvvigionamento idrico, in primo luogo quello di Canove, sul quale non è chiara l’entità dell’esposizione alle sostanze, soprattutto nei periodi in cui, nell’area di pressione della Miteni, non esisteva la barriera idraulica”.
“Molti cittadini di Arzignano – continua -, preoccupati per il fatto di rifornirsi di acqua proveniente dal pozzo di Canove, si sono autonomamente sottoposti ad analisi del sangue per rilevare la presenza di sostanze perfluoroalchiliche nel sangue, con esiti che hanno rivelato valori sopra la media. Altri cittadini arzignanesi si stanno organizzando per effettuare le suddette analisi”.
La consigliera regionale incalza la giunta, chiedendo se vi è l’intenzione di inserire nel biomonitoraggio anche le aree e i residenti di Arzignano, oltre ad ufficializzare l’ampliamento della zona rossa, visto che manca ancora la delibera promessa a gennaio, e chiede anche “quali azioni sono previste per i pozzi di approvvigionamento idrico pubblico presenti nell’area contaminata dal plume, nello specifico per i pozzi di Canove di Arzignano, Montecchio e Brendola, visto che non esiste ancora alcun progetto per il filtraggio o la sostituzione delle fonti idriche”.

Pfas, Guarda (Amp): “La Regione aiuti la ricerca”

Pfas, Guarda (Amp): “La Regione aiuti la ricerca”

Venezia – “L’emergenza legata alla contaminazione da Pfas sta spingendo enti e istituti ad approfondire il fenomeno, attraverso studi e ricerche. Anche la Regione Veneto dia il proprio contributo per alzare i livelli di conoscenza e controllo”.
La richiesta è della consigliera regionale Cristina Guarda (Amp), prima firmataria di una mozione che impegna la giunta veneta “a promuovere, potenziare, diffondere e mettere a disposizione della comunità scientifica internazionale ricerche e studi circa gli effetti della contaminazione da Pfas sulla salute umana”.
Nella mozione si ricorda che “gli studi e le osservazioni del Coordinamento malattie rare della Regione Veneto non risulta siano state ufficialmente rese note alla comunità scientifica internazionale e non risulta siano state tradotte in lingua inglese”.
Inoltre, evidenziando il fatto che la Regione Veneto ha emanato un bando per finanziare con 300 mila euro progetti di ricerca innovativi sugli effetti delle sostanze perfluoroalchiliche, la consigliera regionale sottolinea la “necessità di implementare gli studi internazionali sugli effetti dei Pfas a catena corta, ad oggi ancora carenti”.

mercoledì 28 febbraio 2018

Pfas, Cristina Guarda (Amp): "il quadro è allarmante, si proceda subito con il monitoraggio sui nati tra 2002 e 2015

Quotidiano | Categorie: Ambiente, Politica, Fatti

Pfas, Cristina Guarda (Amp): "il quadro è allarmante, si proceda subito con il monitoraggio sui nati tra 2002 e 2015"

Di Note ufficiali Venerdi 16 Febbraio alle 10:33 | 0 commenti
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"Ancora una volta la Giunta regionale, pur confermando l'intenzione di monitorare i Pfas nel sangue di bambini e ragazzi già annunciata a inizio dello scorso anno, cerca di prendere tempo e rinvia in modo indefinito un intervento che, alla luce della relazione della commissione parlamentare sulle ecomafie, si sta riconfermando urgente e non più dilazionabile." Lo dice la consigliera regionale Cristina Guarda (Amp), commentando la risposta ad un'interrogazione che chiedeva conto dell'attivazione di uno screening sui bambini nati dal 2013 nella zona rossa, maggiormente esposta ai Pfas.
L'esponente vicentina stigmatizza il "comportamento dell'esecutivo veneto che invece di dare certezze in merito alle richieste avanzate dal territorio contaminato già dalla scorsa primavera, stride sia con il richiamo della Commissione parlamentare, sia con la necessità di stabilire una volta per tutte, scientificamente, il nesso di causalità tra Pfas e le 4 patologie della maternità e neonatalità che il coordinamento Regionale per le Malattie Rare ha identificato appunto come conseguenza dell'esposizione alle sostanze perfluoroalchiliche."
Guarda, nell'annunciare la presentazione di un nuovo atto da presentare al Consiglio, ricorda i dati diffusi dal Coordinamento che confermano lo studio reso noto alla fine del 2016: "le donne in gravidanza nella zona contaminata dai Pfas ha avuto il 49% di probabilità in più di avere una preeclampsia, patologia che può causare anche la morte, e il 69% in più di contrarre diabete gestazionale. Oltre a questo si conferma il rischio maggiore per i neonati di contrarre patologie SGA (piccoli per età gestazionale) e malformazioni neurologiche. Queste osservazioni, datate aprile 2017, non possono che confermare l'urgenza di estendere un monitoraggio a ragazzi e bambini nati dal 2002 al 2015, proprio quelli nati nel periodo preso in considerazione dallo studio che associa le 4 patologie
con la contaminazione del sangue da Pfas, così da studiare l'evoluzione dello stato di salute dei soggetti di cui possiamo tracciare la storia sanitaria
."
"Un monitoraggio dunque - conclude la consigliera - indispensabile sia per evitare che la gravità della contaminazione venga derubricata, sia per individuare precisamente chi assistere con urgenza, sia per consentire una gestione ottimale della contaminazione."
Cristina Guarda, Consigliera della Regione Veneto (Amp)
Leggi tutti gli articoli su: pfas, Cristina Guarda, AMP

mercoledì 1 marzo 2017

“Nel mare delle contraddizioni di Zaia, la fonte dell’inquinamento PFAS si sposta oppure no?”

“Nel mare delle contraddizioni di Zaia, la fonte dell’inquinamento PFAS si sposta oppure no?”

Non è così, in modo pasticciato, che si può gestire un’emergenza grave come quella dei Pfas. In merito al futuro dello stabilimento Miteni di Trissino, ci sono infatti gravissime contraddizioni tra ciò che dichiara Zaia e ciò che altri atti stabiliscono, a partire dalle modifiche al Piano di Tutela delle Acque, approvate dalla sua stessa Giunta e in discussione domani in commissione.

Meno di un mese fa Zaia dichiarava infatti che non c’è alcuna intenzione di chiudere o spostare la Miteni, ritenuta la principale responsabile della contaminazione. A fine gennaio invece la Giunta regionale ha approvato una modifica all’articolato delle Norme Tecniche del Piano di Tutela delle Acque, dove si dice che in caso di siti potenzialmente contaminati o contaminati che generino con continuità accertate situazioni di criticità per le acque potabili, ogni fonte di criticità debba ‘essere rimossa, o delocalizzata in aree meno critiche, nel più breve tempo possibile’. Una contraddizione non da poco: gli atti smentiscono Zaia. Cosa fa davvero testo? Gli atti o le dichiarazioni ai giornali?

Ricordo ancora che nelle conclusioni della relazione della Commissione PFAS del 21 ottobre 2016, presieduta dallo stesso Direttore generale dell’Area Sanità e Sociale, Domenico Mantoan, si chiede “...la tempestiva adozione di tutti i provvedimenti urgenti a tutela della salute della popolazione volti alla rimozione della fonte della contaminazione ivi comprese le opportune variazioni degli strumenti pianificatori di competenza”.
A confondere ulteriormente le acque è arrivata l’autorizzazione della Commissione tecnica regionale Ambiente al nuovo impianto di cogenerazione richiesto dalla azienda Miteni, dalla potenza di ben due megawatt e alimentato a metano: peccato che l’Ulss 8 abbia invece espresso parere contrario, ritenendo la richiesta in contrasto con le indicazioni del direttore generale dell’Area Sanità e Sociale. Eppure è Arpav, l'ente strumentale della Regione, che nel 2013 ha individuato nella Miteni la responsabile principale della contaminazione.

Messi in fila, questi fatti dimostrano che chi governa la Regione stia navigando a vista. Di fronte abbiamo un presidente della Regione che dà l’impressione di voler tutelare prima di tutto se stesso facendo sprofondare questa gravissima vicenda nel caos di indicazioni ed atti contraddittori. E intanto sull’emergenza Pfas sono solo i cittadini a pagare nelle bollette dell'acqua i filtri per la potabilizzazione, unica misura attuata per la tutela preventiva della nostra salute.
(Comunicato stampa del 15-02-2017)

mercoledì 22 febbraio 2017

Il Blog di Cristina Guarda PFAS - LE CONTRADDIZIONI DI ZAIA SULLA MITENI

Cristina GuardaIl Blog di Cristina Guarda

PFAS - LE CONTRADDIZIONI DI ZAIA SULLA MITENI

“Nel mare delle contraddizioni di Zaia, la fonte dell’inquinamento PFAS si sposta oppure no?”

Non è così, in modo pasticciato, che si può gestire un’emergenza grave come quella dei Pfas. In merito al futuro dello stabilimento Miteni di Trissino, ci sono infatti gravissime contraddizioni tra ciò che dichiara Zaia e ciò che altri atti stabiliscono, a partire dalle modifiche al Piano di Tutela delle Acque, approvate dalla sua stessa Giunta e in discussione domani in commissione.

Meno di un mese fa Zaia dichiarava infatti che non c’è alcuna intenzione di chiudere o spostare la Miteni, ritenuta la principale responsabile della contaminazione. A fine gennaio invece la Giunta regionale ha approvato una modifica all’articolato delle Norme Tecniche del Piano di Tutela delle Acque, dove si dice che in caso di siti potenzialmente contaminati o contaminati che generino con continuità accertate situazioni di criticità per le acque potabili, ogni fonte di criticità debba ‘essere rimossa, o delocalizzata in aree meno critiche, nel più breve tempo possibile’. Una contraddizione non da poco: gli atti smentiscono Zaia. Cosa fa davvero testo? Gli atti o le dichiarazioni ai giornali?

Ricordo ancora che nelle conclusioni della relazione della Commissione PFAS del 21 ottobre 2016, presieduta dallo stesso Direttore generale dell’Area Sanità e Sociale, Domenico Mantoan, si chiede “...la tempestiva adozione di tutti i provvedimenti urgenti a tutela della salute della popolazione volti alla rimozione della fonte della contaminazione ivi comprese le opportune variazioni degli strumenti pianificatori di competenza”.
A confondere ulteriormente le acque è arrivata l’autorizzazione della Commissione tecnica regionale Ambiente al nuovo impianto di cogenerazione richiesto dalla azienda Miteni, dalla potenza di ben due megawatt e alimentato a metano: peccato che l’Ulss 8 abbia invece espresso parere contrario, ritenendo la richiesta in contrasto con le indicazioni del direttore generale dell’Area Sanità e Sociale. Eppure è Arpav, l'ente strumentale della Regione, che nel 2013 ha individuato nella Miteni la responsabile principale della contaminazione.

Messi in fila, questi fatti dimostrano che chi governa la Regione stia navigando a vista. Di fronte abbiamo un presidente della Regione che dà l’impressione di voler tutelare prima di tutto se stesso facendo sprofondare questa gravissima vicenda nel caos di indicazioni ed atti contraddittori. E intanto sull’emergenza Pfas sono solo i cittadini a pagare nelle bollette dell'acqua i filtri per la potabilizzazione, unica misura attuata per la tutela preventiva della nostra salute.
(Comunicato stampa del 15-02-2017)

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sabato 28 gennaio 2017

PFAS - UNA PROPOSTA PER L'AGRICOLTURA: USIAMO IL CANALE LEB, NON I FONDI DEL PSR

Pfas. "Fondi per lo sviluppo agricolo usati per i danni creati dall'industria"
“Da un anno le aziende agricole delle aree maggiormente colpite dall’inquinamento da Pfas convivono con lo spettro della chiusura dei pozzi privati che erogano le acque utilizzate per l’allevamento e la coltivazione. Non solo in questi mesi la Giunta Zaia ha lasciato nel limbo queste realtà: ora, fonti attendibili raccontano come l’Assessore all’agricoltura stia predisponendo un intervento che lascia a dir poco perplessi”.
Lo afferma in una nota la consigliera regionale Cristina Guarda (AMP) che spiega “come l’iniziativa a cui starebbe lavorando l'Assessore regionale all'agricoltura Giuseppe Pan consisterebbe nell’attingere risorse previste dal Piano di Sviluppo Rurale per destinarle a sostegno delle aziende agricole nell’acquisto di impianti di filtraggio delle acque. Questo, malgrado sia proprio il comparto industriale ad essere responsabile dell'inquinamento da Pfas e altre sostanze, non solo della falda ma anche delle acque superficiali. Insomma, dopo il danno, per gli agricoltori si profila pure la beffa. Si tratta di una disparità di trattamento inaccettabile: per tamponare i danni dell'industria si utilizzano le risorse europee per l'agricoltura”.
“L’Assessorato all’agricoltura – chiede la consigliera - dovrebbe trovare soluzioni più rispettose per gli agricoltori: fondi di altra provenienza per salvaguardare i pozzi agricoli ed interventi decisi per tutelare l'acqua superficiale usata per scopi irrigui. A scopo esemplificativo, occorre investire con determinazione nel ‘Consorzio Leb’ (Consorzio di bonifica di II° grado Lessinio Euganeo Berico), una risorsa idrica artificiale creata proprio per fornire acqua alle attività agricole che operano dal basso veronese, vicentino fino al rodigino. Una realtà che da anni cerca di estendere l'erogazione di acqua ‘Pfas-free’ per scopi irrigui anche al territorio contaminato, fino a Lonigo, in attesa che la Regione provveda ad autorizzare la maggiore portata idrica che da tempo il Consorzio chiede”.
“Senza dimenticare – ricorda Guarda - quanto sia scandaloso che dei 26 mc/sec di acqua a scopi irrigui concessi in proroga, addirittura 6 mc/sec, il Leb debba destinarli alla diluizione dell’inquinamento da Pfas (e non solo) nel punto in cui il tubo collettore Arica scarica nel fiume Fratta Gorzone i reflui dei depuratori dell'industria dell'ovest vicentino; non basta fare proroghe su proroghe dell'attuale, ma è necessario accogliere la proposta del Consorzio di aumentare la concessione d'acqua almeno del 20%, così da sfruttare al massimo la capacità di portata del prezioso Leb, impiegandolo per contenere le conseguenze dell'inquinamento da Pfas. La Giunta prenda dunque in seria considerazione questa soluzione, utilizzando le opere già esistenti”.
“Vale infine la pena ribadire – conclude Cristina Guarda - che quelli del PSR sono finanziamenti europei che hanno un preciso obiettivo di crescita del settore agricolo e che non possono essere usati come tappabuchi delle inadempienze delle industrie. Servono maggiori attenzioni e tutele nei riguardi dell’agricoltura, che si trova seriamente alle prese con le difficoltà di comparti come quelli dei cereali, delle carni, del latte e dell’ortofrutta. Un settore, quest’ultimo, che peraltro immette sul mercato prodotti che, secondo i dati attualmente a disposizione, riguardanti l’incidenza della catena alimentare inquinata da Pfas sulla salute umana, risultano essere di basso impatto. Quindi, è doveroso che la Giunta regionale si attivi per porre in essere azioni più oculate e non ulteriormente penalizzanti per l’agricoltura”.


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martedì 22 marzo 2016

Inquinamento Pfas consiglio Regionale straordinario richiesto da Cristina Guarda


Manuel Brusco Oggi consiglio straordinario PFAS, sostanze perfluoroalchiliche che stanno contaminando le acque di circa 400 mila veneti.. Chiediamo alla Giunta Regionale quali azioni vorrà intraprendere per affrontare il problema.
Ore 10.15 incontro con Legambiente e i comitato Acque libere da PFAS di Cologna Veneta

venerdì 18 marzo 2016

CONSIGLIO STRAORDINARIO ‪#‎PFAS‬ di Cristina Guarda

Cristina Guarda - Consigliere Regione Veneto
CONSIGLIO STRAORDINARIO ‪#‎PFAS‬
Ho richiesto un Consiglio Straordinario per finalmente poterci confrontare con la Giunta sullo stato e sui progetti futuri per risolvere il nostro problema ambientale causato dall'inquinamento delle acque da sostanze perfluoroalchiliche PFAS.
MENO DIBATTITI SUI MEDIA E PIU' DIALOGO E COLLABORAZIONE: I CITTADINI LO MERITANO.
Ringrazio tutti i Consiglieri di minoranza, di tutte le forze politiche, che hanno sottoscritto la richiesta e la mozione che verrà votata nel Consiglio Straordinario.

https://youtu.be/2Gw-pU6HKes
Sono la proponente e prima firmataria della richiesta di convocazione di un Consiglio regionale straordinario sull’inquinamento PFAS. Sensibilizziamo la Giun...
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