lunedì 21 giugno 2021

Pfas Veneto: parte il processo ambientale più importante d’Italia

Pfas Veneto: parte il processo ambientale più importante d’Italia Il processo per crimini ambientali più importante d'Italia si svolgerà a Vicenza: il Gup ha rinviato a giudizio 14 manager dell'azienda Miteni e delle multinazionali Mitsubishi Corporation e International Chemical Investors Group, oltre che la stessa Miteni spa. L'accusa è di aver avvelenato oltre 300 mila abitanti di tre province venete con i Pfas, sostanze chimiche dannose per la salute

Dopo 3 ore di camera di consiglio, il Gup, Roberto Venditti, in pochi minuti ha letto la decisione. «È una prima vittoriadella procura della repubblica e di tutto il popolo inquinato che ha il diritto di avere questo processo», ha commentato l’avvocato delle Mamme NoPfas Matteo Ceruti.

La prima udienza è fissata a Vicenza per il primo luglio. Vista la gravità dei fatti contestati, il processo sarà celebrato in Corte d’assise.

A 10 anni dal referendum, il punto della neonata associazione Acqua bene comune Vicenza tra Pfas e Aim

A 10 anni dal referendum, il punto della neonata associazione Acqua bene comune Vicenza tra Pfas e Aim Di Redazione VicenzaPiu -12 Giugno 2021, 17:05 Era il 13 giugno, correva l’anno 2011, sono passati dieci anni giusti da quando 27 milioni di italiani scelsero di bocciare la legge che imponeva la privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali (trasporti, rifiuti, energia, etc.) tra cui il servizio idrico integrato, togliere la possibilità di fare profitti con un bene primario come l’acqua, bandire la produzione di energia nucleare. L’associazione Acqua bene comune Vicenza in un comunicato ricorda il referendum sull’acqua pubblica e sul nucleare. “Il buonsenso aveva vinto: davanti alla prospettiva di anteporre la logica del profitto a quella del diritto ad accedere ai servizi essenziali, migliaia di persone e centinaia di associazioni si sono coalizzate e si sono impegnate per raccogliere le firme di milioni di cittadini e promuovere i referendum- si legge nel comunicato dell’associazione -. I due quesiti sui servizi pubblici e in particolare sull’acqua sono stati promossi dal Forum italiano del Movimenti per l’acqua, collettore di associazioni ramificate e organizzate sui territori che in provincia di Vicenza vede aderire un centinaio di realtà sotto il nome di Coordinamento Acqua bene comune Vicenza. L’occasione di incontro e confronto fra enti, realtà, associazioni e cittadini fu la scintilla che innescò una collaborazione attiva fra vari soggetti riuniti in un gruppo tuttora attivo nel territorio e in rete con le realtà aderenti al Forum nazionale. In dieci anni di attività si sono affrontate molte tematiche legate al Bene Comune Acqua con la bussola sempre fissa sul rispetto dei quesiti referendari che indicavano chiaramente una volontà di gestire il bene senza profitti e fuori dalle regole di mercato. Forti pressioni e collaborative proposte sono state avanzate ai Comuni del Vicentino, ai Consigli di Bacino, ai gestori e alla Regione Veneto per elaborare una forma di gestione diversa dall’attuale che in tutta la provincia vicentina gestisce questo prezioso bene attraverso Società Per Azioni. Abbiamo proposto a tutti i Comuni Vicentini di inserire il diritto all’acqua nei propri Statuti Comunali, ottenendo buoni risultati con i Comuni più grandi fra cui il capoluogo, tuttavia l’acqua continua ad essere gestita con logiche privatistiche e rischierà nei prossimi anni di cadere in mano di colossi multinazionali attivi nei territori limitrofi. Alcuni di noi, dove è stato possibile, si sono impegnati entrando in organismi partecipativi come i Comitati Consultivi degli Utenti per meglio dialogare con le Autorità d’Ambito e proporre istanze migliorative”. “A livello nazionale si è proposta una legge quadro che ancora oggi è ferma in parlamento mentre le leggi governative sono andate nella direzione opposta. Forte è la delusione per la sostanziale disattesa dei risultati referendari: la remunerazione del capitale investito è stata re inserita con un’altra formula e tutt’oggi il servizio idrico è fonte di guadagno per enti pubblici e società private, anche quotate in borsa; la privatizzazione dei servizi non si è fermata e sono state create delle leggi che mettono in difficoltà chi ancora oggi gestisce il servizio idrico con affidamento diretto. L’argomento nei prossimi anni coinvolgerà in pieno anche l’area vicentina dell’ATO Bacchiglione, con il capoluogo che sembra avere decisamente cambiato rotta rispetto agli esiti referendari, decidendo di uscire dalla gestione in house per entrare nel libero mercato con l’azienda di servizi AIM, l’opposto di quello che aveva indicato quasi il 70% dei propri cittadini. Proviamo ad immaginare lo scenario odierno se dieci anni fa gli italiani avessero deciso di andare al mare piuttosto che andare a votare. “L’impegno non si è concentrato solo sulla gestione del servizio idrico, in questi dieci anni molte sono state le energie impiegate per la tutela della risorsa idrica del territorio. Fra i primi a denunciare lo scandalo dell’enorme inquinamento da PFAS, ancora oggi il gruppo è attivo sulla vertenza e ci siamo costituiti Parte Civile nel processo contro l’azienda Miteni, in collaborazione con il Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua. Il contatto diretto con i cittadini ci ha permesso di conoscere e denunciare importanti inquinamenti di corpi idrici e suolo e di fare rete per denunciare macroscopici scempi dei territori, derivanti da opere pubbliche come la caserma Dal Din, la strada pedemontana veneta e il progetto della ferrovia ad alta velocità che taglierà i territori interessati dal pericolosissimo inquinamento da PFAS, rischiando di allargarlo ad altri territori al posto di contenerlo”. “Dopo tante avventure il gruppo, determinato e aperto a contaminazioni e collaborazioni esterne, in occasione del decennale del referendum si è fatto un regalo – conclude la nota – si è costituito formalmente in associazione anche a livello provinciale con il nome di Associazione Acqua bene comune Vicenza convinto che questo passaggio darà maggiori possibilità di entrare nei luoghi dedicati a far valere i propri valori e migliori strumenti per aiutare ed essere aiutati dai cittadini a lottare per la tutela e la gestione pubblica e partecipata di un bene essenziale ed indispensabile, l’acqua”.

domenica 25 aprile 2021

Manifestazione No Pfas 25 Aprile 2021

Michela Piccoli Foto di stamattina alle 8 davanti allo scarico ARICA. Presenti i sindaci dei comuni Adige Guà e la Consigliera Regionale Annamaria Bigon,giornalisti e TV. È stato Raccolto una bottiglia d'acqua dello scarico da portare con la staffetta davanti al tribunale di Vicenza ,un atto simbolico ma significativo . [Foto] Michela Piccoli Vicenza, comitati contro i Pfas: staffetta fino al Tribunale - TGR Veneto https://www.rainews.it/tgr/veneto/video/2021/04/ven-Vicenza-Pfas-Staffetta-comitati-bf4dff04-a139-42f6-83d2-ddfb7b3170d8.html?wt_mc=2.www.wzp.tgrveneto_ContentItem-bf4dff04-a139-42f6-83d2-ddfb7b3170d8.&wt TGR Vicenza, comitati contro i Pfas: staffetta fino al Tribunale - TGR Veneto Un 25 aprile di liberazione anche dall'inquinamento ambientale. Associazioni e comitati, che si battono contro i pfas, hanno organizzato una staffetta...

In Toscana: Rifiuti tossici nel fondo stradale. "La sindaca sapeva che finivano lì" 17 Aprile 2021

Rifiuti tossici nel fondo stradale. "La sindaca sapeva che finivano lì" Lorenzo Mancini, a capo del depuratore Aquarno , intercettato al telefono con la prima cittadina di Santa Croce sull’Arno: "Il Keu è smaltito anche nei riempimenti stradali... Alternative? Non ci sono" di CARLO BARONI Articolo La ’ndrangheta voleva prendere la Toscana. "Contava su politici, dirigenti e associazioni" Giulia Deidda (foto Germogli) Giulia Deidda (foto Germogli) Santa Croce sull’Arno (Pisa), 18 aprile 2021 - La sindaca di Santa Croce sull’Arno, Giulia Deidda, era stata informata delle criticità del Keu, l’inerte finale derivante dal trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della concia delle pelli, che ha dato il nome all’inchiesta della Dda con arresti e sequestri. Questo è quanto emerge dalle intercettazioni raccolte dalla procura. La sindaca indagata per associazione per delinquere, secondo gli inquirenti era l’anello di congiunzione tra la politica e il "sistema" messo in piedi dai conciatori, si batteva perché fossero rispettate le promesse fatte a Ledo Gori di restare al suo posto, e si muoveva perché il funzionario regionale troppo ligio alle regole, Alessandro Sanna, venisse rimosso o indotto a modificare i suoi orientamenti. Nelle intercettazioni del 24 luglio 2018 è Lorenzo Mancini, presidente di Aquarno, il depuratore di Santa Croce, a parlare alla sindaca delle criticità del Keu. Succede all’indomani della relazione che Arpat svolgeva per la Regione, quando – rilevano gli inquirenti – erano tutti impauriti e non sapevano dove portare il Keu. Gli scarichi delle concerie, che una volta trattati prendono appunto il nome di Keu, sono ceneri che presentano concentrazioni di inquinanti tali da non poter essere riutilizzati per recupero in attività edilizie di riempimento di rilevati o ripristini ambientali. Ma secondo gli inquirenti tramite Francesco Lerose – proprietario di due impianti di smaltimento rifiuti a Pontedera e Bucine, arrestato giovedì – questi scarti tossici sono finiti a tonnellate nei rilevati della 429. Intercettato, Mancini spiega alla sindaca Deidda: "Comunque senti, intanto te lo anticipo telefonicamente... te lo dissi no? che un po’ di tempo fa c’era stato un simpaticissimo sopralluogo dell’Arpat co’ i Noe all’Ecoespanso, e sostanzialmente ci... hanno scritto alla Regione, e chiedendo alla Regione di verificare la possibilità che noi si possa continuare a smaltire il Keu...". Deidda: "Eh!". Mancini: "Con Lerose (l’imprenditore in carcere, ndr ), cosa che a questo punto noi dubitiamo fortemente...". Deidda: "Scusa Lorenzo, eh! Smaltire il Keu con...?". Mancini: "Con Lerose, quelli con cui si lavora, che si butta nei sottofondi stradali o nei cementifici". Deidda: "Ah!". Mancini: "Quindi boh? Secondo cosa risponde la Regione chiaramente noi da settembre ci s’ha ancora... anche questo problema oltre al fatto di capire...". Deidda: "Ma Nicola sta già pensando a qualche alternativa?". Nicola Andreanini è il direttore di Aquarno, anche lui nella lista dei 19 indagati. Mancini: "Un’ ce n’è, Giulia, in questo momento alternative un ce n’era... sai quant’è che ci si pensa a delle alternative? Cioè è quella cosa dell’economia circolare che dice Rossi, cioè noi ci si prova ad andà negli asfalti si può provà ad andà però... perché tutte le volte che ti provi a fa’ qualcosa, e ai discorsi dici.. .no, no... ma fate... cosate, e poi mi metti i bastoni tra le ruote?". Deidda: "Sì ma poi il...". Deidda chiede poi a Mancini quale sia sostanzialmente il problema. Mancini: "Il problema in questa fase è che... se lo butti nel cemento, di fatto lo leghi, cioè quindi nel cemento se ci piove sopra non rilascia niente". Deidda: "Ah!". Mancini: "Però Lerose lo usa anche come sottofondo stradale, cioè nei riempimenti... quindi dicono alla Regione... suggeriscono". Deidda "Ah". Mancini: "L’asfalto... loro te lo contestano, cioè quell’utilizzo lì te lo contestano". Deidda: "E perché te lo contestano?". Mancini: "Perché secondo loro non ha le caratteristiche per poter andare là, cioè questo loro lo interpretano così". Deidda: "Sì, caratteristiche di che tipo?". Mancini: "Caratteristiche... chimiche, chimiche analitiche". Deidda: "... Chimiche...". © Riproduzione riservata

domenica 18 aprile 2021

Caso Miteni, arriva il portale dedicato al procedimento giudiziario Il sito web, raggiungibile all'indirizzo www.processopfas.it

Caso Miteni, arriva il portale dedicato al procedimento giudiziario
Marco Milioni31 marzo 2021 17:20 Uno scorcio dell'ingresso della Miteni a Trissino (repertorio Today.it, foto Marco Milioni) Da alcune ore è on line il nuovo sito di informazione e approfondimento sui temi legati all'inquinamento da Pfas (www.processopfas.it). Si tratta di una iniziativa fortemente voluta dalle società idriche che si sono costituite parti civili contro i presunti responsabili del disastro ambientale che ha colpito le province di Padova, Vicenza e Verona. All'interno del sito si potranno monitorare l'andamento del processo nonché tutte le informazioni inerenti al tema tanto sentito dalle comunità locali. L'iniziativa è stata resa nota oggi 31 marzo con un lancio firmato dai quattro presidenti delle società gestrici del ciclo integrato dell'acqua ossia da Piergiorgio Cortelazzo di Acque venete, da Renzo Marcigaglia di Acque del Chiampo, da Roberto Mantovanelli di Acque veronesi e da Angelo Guzzo di Viacqua. Nel portale, si legge nella nota, sono disponibili le sezioni dedicate alle inchieste e al processo a carico della Miteni (una nota industria chimica di Trissino nell'Ovest vicentino al centro di un caso di inquinamento da derivati del fluoro, i Pfas appunto) in corso al Tribunale di Vicenza che verrà seguito con un report dettagliato ad ogni udienza, la rassegna stampa, i progetti e gli investimenti. Proprio per questo i quattro gestori idrici hanno rinnovato l'incarico a The Skill, «società leader a livello nazionale nella comunicazione di vicende che hanno a che fare in parallelo con l'aspetto giudiziario e con quello mediatico». La società infatti «è stata incaricata di seguire le fasi del processo informando le comunità locali proprio anche attraverso» il nuovo sito internet. UNA QUESTIONE «DI TRASPARENZA» «Da quando ci siamo trovati a dover affrontare l'emergenza Pfas la trasparenza è sempre stata il valore al centro del nostro operato», fanno sapere i quattro presidenti i quali hanno anche ricordato le recenti novità del processo in corso a Borgo Berga, un processo che per la complessità e la delicatezza della materia ambientale trattata secondo diversi giuristi potrebbe fare scuola. PROCEDIMENTI UNIFICATI Recentemente peraltro la procura di Vicenza ha unificato i due procedimenti Pfas1 e Pfas2 (la prima indagine riguarda lo sversamento Pfas fino al 2013, la seconda vede i manager imputati per lo sversamento di C6o4, GenX fino al 2017 e per la bancarotta di Miteni spa di Trissino) e chiesto il processo davanti al Tribunale di Vicenza per quindici manager, tra cui anche i vertici di Mitsubishi Corporation. La prossima udienza è fissata il 13 aprile e non è escluso che in aula tra le parti civili possano prendere posto proprio i quattro presidenti. A Borgo Berga In fase istruttoria l'accusa ha fatto proprio un tema sollevato giustappunto dal collegio difensivo delle società idriche, riconoscendo agli imputati del procedimento cosiddetto Pfas-bis «la imprescrittibilità dei reati ambientali». Si tratta di una novità importante che obbliga gioco forza le parti a confrontarsi sulla materia del contendere e che renderà di fatto difficilissimo se non impossibile che l'intera materia del contendere rischi di essere divorata dalla prescrizione. «CENTO MILIONI NELLE OPERE DI RIPRISTINO» «Ricordiamo che a oggi - ribadiscono ancora Cortelazzo, Marcigaglia, Mantovanelli e Guzzo - sono stati investiti oltre 100 milioni di euro nelle opere di ripristino della salubrità dell'acqua nelle province di Padova, Vicenza e Verona». Ad ogni modo nella udienza del 13 aprile si potrebbe decidere definitivamente sui rinvii a giudizio. Questa almeno è l'impressione dei legali delle società ossia Angelo Merlin (Acquevenete e Viacqua), Vittore d’Acquarone (Acque Veronesi) e Marco Tonellotto (Acque del Chiampo). «Il collegio difensivo - si legge ancora nella nota - auspica che si arrivi presto ad un confronto dibattimentale per rendere giustizia ai cittadini e alle società idriche, le prime a intervenire sulla base delle direttive del commissario straordinario dell'emergenza».

giovedì 11 marzo 2021

Processo Pfas-bis contro la Miteni al via con 8 imputati e 30 parti civili Lunedì 25 Gennaio 2021 di Redazione online

 

Processo Pfas-bis contro la Miteni al via con 8 imputati e 30 parti civili

Lunedì 25 Gennaio 2021 di Redazione online
Processo Pfas-bis contro la Miteni al via con 8 imputati e 30 parti civili
1

VICENZA  - Sono 30 le parti civili ammesse oggi al processo «Pfas-bis» a carico di otto imputati, accusati a vario titolo dei reati ambientali avvenuti tra il 2013 e il 2017 a causa delle emissioni dell'ex stabilimento «Miteni» di Trissino (Vicenza). Tra le parti civili ci sono anche le società di gestione idrica Acque del Chiampo, Acquevenete e Viacqua; una quarta azienda, Acque Veronesi, valuterà la costituzione entro l'avvio dell'udienza dibattimentale.

Gli 8 imputati sono accusati di aver provocato un deterioramento significativo e misurabile nelle acque sotterranee al sito Miteni, e di aver immesso nelle falde il rifiuto pericoloso contenente «GenX» e cC6o4. Per quanto riguarda il reato di bancarotta, l'accusa è di aver aggravato il dissesto della società di Trissino con perdite per quasi 15 milioni di euro tra 2010 e 2017. Nell'udienza di oggi è stata citata come responsabile civile la ditta International Chemical Investors Group (Icig), alla quale verrà notificato l'atto in tempi brevi. Nella prossima udienza, prevista il 22 marzo, si inizierà la discussione, a prescindere che si sia deciso sulla riunione del primo procedimento, relativo ai reati commessi fino al 2013.

Con la contestazione del reato di inquinamento da parte della Procura di Vicenza nel filone «Pfas-bis» è stata recepita una delle argomentazioni del collegio difensivo delle società idriche (avvocati Marco Tonellotto, Angelo Merlin, Vittore d'Acquarone) che avevano pure rappresentato la natura permanente o continuata della compromissione ambientale, e quindi la sostanziale non prescrittibilità dei reati ambientali contestati, tesi condivisa anche da una recente sentenza della Cassazione.

Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 08:06© RIPRODUZIONE RISERVATA