giovedì 22 marzo 2018

Veneto, dichiarato lo stato d’emergenza per l’inquinamento da Pfas. Zaia: “Abbiamo perso tempo, bisogna agire in fretta”

La Stampa 22 marzo 2018 

Veneto, dichiarato lo stato d’emergenza per l’inquinamento da Pfas. Zaia: “Abbiamo perso tempo, bisogna agire in fretta”

«Ora l’obiettivo - afferma il Governatore - è realizzare velocemente il nuovo acquedotto».
Pubblicato il 21/03/2018
Ultima modifica il 21/03/2018 alle ore 22:10
Dagli anni ’50, con l’industrializzazione, un acido, il perfluorottansolfonico, conosciuto come Pfas, ha inquinato le falde acquifere di mezzo Veneto, colpendo le province di Vicenza, Verona e Padova. Dopo battaglie nate nel 2013 ed una decisa azione della Regione Veneto, oggi il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza e ha previsto la nomina di un commissario.

A cantare vittoria sono i cittadini, che in questi anni hanno dovuto sottostare ad esami medici e screening per capire quanto la popolazione fosse stata colpita dal Pfas, utilizzato dalle fabbriche nei più svariati modi: dalle pentole alle suppellettili per la casa, dai tessuti alla carta per pellicole fotografiche, ma anche per contenitori per alimenti.

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Ma si fa sentire anche il Governatore del Veneto, Luca Zaia, che da molti mesi aveva chiesto quanto deciso oggi dal Consiglio dei ministri. «Dico che il tempo è galantuomo - commenta Zaia -. Ricordo che quando ho fatto la richiesta dello stato di emergenza per i Pfas, a settembre dello scorso anno, sono stato attaccato da mezzo mondo, dicendo che erano pure fantasie quelle di pensare ad un commissario e che il governo non l’avrebbe mai concesso. Vedo invece che ora la proposta che ho fatto è stata accolta, anche se ai tempi supplementari. Peccato, perché così si sono persi un sacco di mesi».
Dal Pd Alessia Rotta e Laura Puppato rispondono «la Regione non ha più alibi, faccia la sua parte» e denunciano «ritardi che hanno riguardato anche l’invio al ministero dei documenti necessari per arrivare alla decisione odierna».

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«La notizia che il governo ha deliberato lo stato di emergenza - replica Zaia, che respinge al mittente le accuse - è comunque un passo importantissimo per mettere la parola fine in tempi brevi a una tematica tanto delicata. Viene premiata la nostra lungimiranza nell’aver affrontato con assoluto rigore un problema sul quale il Veneto sta facendo scuola anche ad altre esperienze simili: siamo stati infatti i primi a porre dei limiti, quando ancora lo Stato non si era mosso, ponendo quelli più restrittivi al mondo per le acque potabili; abbiamo approfondito e intensificato le indagini anche epidemiologiche in materia per garantire la salute dei cittadini; stiamo sviluppando un nuovo sistema acquedottistico all’avanguardia».

«Ora l’obiettivo - conclude il Governatore Veneto - è fare bene e fare in fretta, attraverso una struttura commissariale che ci permetterà di snellire le procedure, e quindi anche realizzare velocemente il nuovo acquedotto. Conto che, nel giro di un anno, noteremo già i primi benefici e in due o tre potremmo arrivare al completamento dell’opera, cosa che in condizioni normali implicherebbe un tempo almeno doppio».

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