martedì 29 marzo 2016

Pfas, passo avanti del Comune di Brendola

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Pfas, passo avanti del Comune di Brendola

Inquinamento da Pfas nel mirino del Comune di Brendola e di Acque del Chiampo. Dopo la conclusione, a fine anno, dei lavori di potenziamento dell’acquedotto brendolano di via Rossini, è stato infatti approvato il progetto, del costo di 220 mila euro, per realizzare una struttura di copertura e allaccio alla fognatura dell’impianto di filtrazione di Madonna dei Prati. Un impianto attivo dal 2013 che è in grado di abbattere i contaminanti Pfas grazie a filtri a carboni attivi, che mantengono le concentrazioni al di sotto dei livelli di legge.
Ricordiamo che l’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) nelle acque superficiali e sotterranee interessa 79 comuni del Veneto, tra i quali anche Brendola. Lo scorso anno, infatti, le analisi eseguite sui pozzi privati avevano fatto emergere una concentrazione di Pfas al di sopra dei limiti di legge in 19 di queste fonti, per le quali era stata subito emessa un’ordinanza di divieto di utilizzo. Inoltre era stato elaborato un piano per consentire ai proprietari dei pozzi non allacciati all’acquedotto pubblico (10 su 19) di avere al più presto un collegamento. E, in attesa dei lavori di estensione della rete idrica, erano state installate due fontanelle pubbliche allacciate alla rete per soddisfare le esigenze delle dieci famiglie.
Conclusa questa fase di tamponamento dell’emergenza, è stato elaborato un progetto per procedere agli allacci, con interventi in via Orna, in via Casavalle e in Strada del Grasso, nell’ambito del piano complessivo di 1,4 milioni di euro che l’azienda idrica Acque del Chiampo stima di impegnare per i dodici chilometri di nuova rete installati tra Brendola e Lonigo. I lavori dovrebbero concludersi entro l’estate del 2017.
Gli interventi per potenziare l’acquedotto che si sono conclusi, come detto, a fine 2015, hanno permesso di aumentarne la capacità di approvvigionamento idrico, così da sfruttare al meglio le fonti sicure, a scapito dei pozzi più interessati dalla contaminazione da Pfas. La vigilanza sulla qualità delle acque del territorio resta comunque alta. Indagini accurate continueranno ad essere condotte e spetterà all’Ulss l’ultima parola sulla potabilità dei campioni analizzati. I dati raccolti saranno archiviati in un sistema informativo centralizzato implementato da Arpav.
“Un’attenzione costante a garanzia della sicurezza – ha sottolineato il sindaco di Brendola, Renato Ceron – è un dovere che le istituzioni hanno nei confronti dei cittadini. Per questo non abbiamo voluto perdere tempo per dare ai cittadini una risposta concreta ai problemi che si sono trovati in casa, senza averne colpa”.

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