martedì 8 dicembre 2015

I “nuovi” PFAS – La Dichiarazione di Madrid


I “nuovi” PFAS – La Dichiarazione di Madrid

Posted by: | Posted on: dicembre 7, 2015 Questa è la traduzione più o meno fedele di un articolo scientifico recente  liberamente scaricabile dal sito Pubmed. Ho tradotto la dichiarazione di un gruppo di scienziati “preoccupati” che già avevano lanciato un analogo appello, noto come dichiarazione di Helsingør.

Dichiarazione di Madrid sui composti perfluoroalchilici (PFAS)


Dichiarazioni tranquillizzanti da parte delle autorità venete, come al solito
Come scienziati e professionisti di diverse discipline siamo preoccupati dalla produzione rilascio nell’ambiente di di un numero crescente di sostanze poli – e perfluoroalchiliche per i seguenti motivi:
  1. I PFAS sono molecole artificiali oramai presenti dappertutto. Sono molto persistenti e contengono catene perfluoroalchiliche che si degradano molto lentamente, o per nulla, in condizioni ambientali. È stato documentato che alcune molecole poliflorurate possono trasformarsi in PFAS corto (1).
  2. I PFAS si trovano negli ambienti esterni ed interni, nella fauna selvatica, nei tessuti e nei liquidi corporei umani in ogni parte del globo. Sono immessi nell’ambiente da processi industriali e militari, o nel corso di spegnimento di incendi (2,3) e possono migrare dai prodotti di consumo nell’aria (4), nella polvere di casa (5), nei cibi (6, 7, 8), nel suolo (9 10), nelle acque superficiali e profonde fino a contaminare l’acqua potabile (11,12).
  3. Negli studi animali, alcuni PFAS a lunga catena provocano tossicità e morte neonatale, malattie del fegato, alterazione del metabolismo lipidico, anomalie del sistema endocrino ed immunitario, alterazioni neurocomportamentali e tumori in numerosi organi e tessuti (13,14). Le prove epidemiologiche che si stanno accumulando, confermano specifici composti perfluoroalchilici causano: cancro renale e testicolare (15,16), malattie del fegato (17), ipotiroidismo (18), aumento del colesterolo nel sangue (19,20), colite ulcerosa (21), restrizione della crescita fetale (22), obesità (23), riduzione della risposta immunitaria alle vaccinazioni (24), riduzione delle concentrazioni ormonali è ritardo della pubertà (25).
  4. A causa della loro elevata persistenza, della loro distribuzione globale, della loro potenziale tossicità e capacità di bioaccumulo, alcuni composti perfluoroalchilici sono stati inseriti nella lista della convenzione di Stoccolma (26) come inquinanti organici persistenti (persistent organic pollutants o POPs).
  5. Come già documentato nella dichiarazione di Helsingør (27),
    1. sebbene alcuni dei PFAS a lunga catena siano stati regolati o banditi dalla produzione, le molecole più frequentemente utilizzate per la loro sostituzione sono PFAS a corta catena con simile struttura o composti florurati legati ad altre molecole;
    2. mentre alcune delle molecole fluorurate a corta catena proposte come alternativa sembrano dotate di una minore capacità di bioaccumulo, esse sono pur sempre persistenti nell’ambiente come gli analoghi a lunga catena o producono composti di degradazione molto persistenti. Pertanto, l’utilizzo di composti a corta catena e di altre molecole florurate alternative, probabilmente, non ridurrà la quantità totale di PFAS nell’ambiente. Inoltre, poiché alcune di queste molecole a corta catena sono meno efficienti, può essere necessario usarne quantità maggiori per ottenere la stessa efficacia
    3. nonostante siano presenti sul mercato numerose di queste molecole florurate alternative, molto scarse sono le informazioni disponibili pubblicamente sulla loro struttura chimica, sulle loro proprietà, sui loro utilizzi e profili tossicologici;
    4. il crescente utilizzo delle molecole florurate alternative causerà un aumento dei livelli di prodotti di degradazione perfluorati stabili nell’ambiente e, probabilmente, anche nel biota e negli esseri umani, con la conseguenza di aumentare i rischi di eventi avversi per la salute umana e ambientale.
  6. Gli sforzi iniziali per calcolare le emissioni totali dei PFAS nell’ambiente sono stati ostacolati dalle incertezze relative : alla loro formulazione presente nei prodotti di consumo finali; alle quantità prodotte; alla localizzazione degli impianti di produzione; all’efficacia delle misure di controllo e alle curve di produzione storiche (28).
  7. La maggioranza dei paesi produttori di PFAS non possiede attualmente la tecnologia per distruggerle


Le misure globali attuate con il protocollo di Montreal (29) hanno consentito di ridurre efficacemente l’utilizzo dei clorofluorocarburi, gas altamente persistenti e distruttori dello strato di ozono atmosferico, consentendone la riformazione. Tuttavia molti dei composti organoclorurati con i quali sono stati sostituiti destano ancora preoccupazione a causa del loro potenziale contributo al riscaldamento globale. È pertanto essenziale imparare da questi sforzi compiuti nel passato ed adottare misure a livello internazionale per ridurre l’utilizzo di PFAS nei prodotti di consumo e prevenirne la sostituzione con altre molecole florurate, in modo da evitare i danni a lungo termine per la salute umana e ambientale.
Per questi motivi invitiamo la comunità internazionale a cooperare per limitare la produzione e l’utilizzo dei PFAS e per sviluppare alternative non fluorurate meno tossiche. Pertanto, invitiamo urgentemente gli scienziati, i governi, le industrie chimiche e manufatturiere, le organizzazioni commerciali, i rivenditori e i consumatori a intraprendere le seguenti azioni.
  1. Scienziati
    1. preparare, in collaborazione con l’industria e i governi, un inventario globale di tutti i PFAS utilizzati o presenti nell’ambiente, compresi i precursori e prodotti di degradazione, le loro proprietà, funzioni e caratteristiche tossicologiche.
    2. Sviluppare metodiche analitiche per l’identificazione e quantificazione di tutti i composti perfluoralchilici
    3. attuare il monitoraggio continuo dei PFAS nelle diverse matrici e nelle loro riserve ambientali
    4. continuare a ricercare i meccanismi di tossicità ed esposizione (origine, destino, trasporto e bioaccumulo dei PFAS) migliorando anche i metodi per la valutazione della sicurezza delle alternative proposte
    5. rendere pubblici i risultati delle ricerche ai decisori politici, all’industria, ai media e al pubblico generale
  2. Governi
    1. promulghino leggi idonee a autorizzare soltanto gli impieghi essenziali dei PFAS e a imporre etichette che ne indicano chiaramente gli usi
    2. richiedano alle industrie chimiche produttrici di PFAS o alle industrie manifatturiere di:
      1. effettuare test tossicologici più adeguati
      2. rendere pubbliche le formule di struttura delle molecole utilizzate
      3. mettere a punto metodiche analitiche valide e standardizzate per il dosaggio dei PFAS
    3. assicurino che i produttori vengano realmente perseguiti per le loro eventuali responsabilità ed adottare misure di sicurezza adeguate durante la fase di trasporto e conservazione dei materiali contenenti PFAS
    4. collaborino con l’industria per sviluppare registri pubblici dei prodotti contenente PFAS
    5. pubblichino ogni anno rapporti statistici sulla produzione, importazione ed esportazione dei PFAS
    6. vietino l’utilizzo, dove possibile, negli ambienti pubblici di prodotti contenenti PFAS
    7. in collaborazione con l’industria, assicurino che vi siano infrastrutture adeguate per il trasporto, la distribuzione e la distruzione dei PFAS e dei prodotti che li contengono.
  3. Industrie chimiche
    1. rendano pubblico ogni dato sui PFAS di loro conoscenza, comprese la struttura chimica, le proprietà e la tossicologia di queste molecole
    2. forniscano agli scienziati campioni standardizzati di PFAS, compresi i precursori e prodotti di degradazione, in modo che sia possibile un monitoraggio adeguato dei PFAS presenti nell’ambiente
    3. forniscano alla catena distributiva la documentazione completa contenente raccomandazioni adeguate su come evitare il contatto con queste molecole
    4. lavorino con i governi e ricercatori per sviluppare metodi che garantiscano la sicurezza durante tutte le fasi di produzione e distribuzione dei PFAS
    5. sviluppino alternative non fluorurate che non siano persistenti né tossiche.
  1. Distributori, rivenditori singoli consumatori finali
    1. Ove possibile, evitino l’uso di prodotti contenenti o per la cui manifattura sono richiesti PFAS. Fra i più noti di tali prodotti ricordiamo tessuti anti macchia, impermeabilizzati e pentole anti aderenti.
    2. Contrastare l’impiego di PFAS aggiunti ai prodotti di consumo quotidiano.
1: Blum A, Balan SA, Scheringer M, Trier X, Goldenman G, Cousins IT, Diamond M, Fletcher T, Higgins C, Lindeman AE, Peaslee G, de Voogt P, Wang Z, Weber R. The Madrid Statement on Poly- and Perfluoroalkyl Substances (PFASs). Environ Health Perspect. 2015 May;123(5):A107-11. doi: 10.1289/ehp.1509934. PubMed PMID: 25932614; PubMed Central PMCID: PMC4421777.


I riferimenti bibliografici nell’articolo originale scaricabile qui

Nessun commento:

Posta un commento