- Melania Marzia oggi giornata di EMBOLI......ringrazio Alberto Peruffo per il libro/raccolta che ha scritto In questa opera i nomi CI SONO TUTTI. IN-DE-LE-BI-LI e mi auguro che siano OGGETTO e SOGGETTO del secondo filone d'inchiesta. NON TORNERANNO I PRATI.....a meno che non vengano tutti CONDANNATI!
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sabato 23 marzo 2019
martedì 8 gennaio 2019
C8 C6 c4 normative mancanti

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Melania Marzia
PFAS- le origini
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Viene da chiedersi, perché in Italia, in Veneto, nella provincia di Vicenza la pericolosità dei PFAS- C8 (molecola catena lunga ad otto atomi di carbonio) è venuta alla luce solo a partire dal 2013, con l’intervento del CNR (Consiglio Nazionale Ricerche) ed Arpav. Viene da chiedersi se il "PRINCIPIO DI PRECAUZIONE" ivi vigente (dovrebbe!?!?) ci ha impiegato 8 anni ….”per attraversare l’oceano atlantico” (dal 2005 al 2013) per smuovere gli Enti competenti.
Prima del Veneto (Arpav), dov'era l'Agenzia per la protezione ambientale Italiana? E quella Europea?
///
CENNI STORICI
///
1945- Dupont (West Virginia –Usa) registra il marchio del Teflon.
1951- Dupont inizia ad utilizzare i C8 per la produzione del Teflon.
1954- Dupont è consapevole della possibile tossicità dei C8. Lo stesso anno un ingegnere francese applica il Teflon su una padella.
1961- I ricercatori Dupont confermano la tossicità dei C8.
1978- 3M e Dupont sono consapevoli che i C8 si accumulano nel sangue dei lavoratori e nei tessuti umani. Diversi studi sulle scimmie.
1981- 3M pubblica studi sui ratti evidenziando difetti alla nascita. Il figlio di Sue Bailey nasce con gravi malformazioni. Sue lavorava a stretto contatto con i C8 presso stabilimento Dupont.
1984- Dupont monitorizza l’acqua potabile relativamente a contaminazione da C8. CONCLUDE: la riduzione delle emissioni di C8 non è economicamente soddisfacente.
1999- Il bestiame del contadino Mr Tennant muore dopo aver bevuto acqua contaminata da C8. Tennant intenta una causa contro Dupont.
2000- 3M decide di cessare gradualmente la produzione di C8.
2001- L’avvocato Robert Bilott (ospite del Movimento No pfas nell’ottobre del 2017 tra Creazzo e Lonigo) promuove una class action contro Dupont. Bilott presenta all’EPA (agenzia per la protezione ambientale) documenti interni di Dupont su i C8.
2002 – EPA avvia una revisione prioritaria sui C8.
2005- Dupont patteggia $343 milioni a fronte della class action. Conferma di finanziare un progetto di ricerca per lo studio degli effetti chimici dei C8 sulla salute umana. EPA multa Dupont con $10.25 milioni per non aver informato sui rischi di danno alla salute causati da C8.
2006- Dupont conferma l’eliminazione dell’utilizzo dei C8 entro il 2015.
Attualmente i C8 vengono ancora prodotti in Cina, India, Russia. I C8 sono stati gradualmente sostituiti da molecole a catena corta (C4 e C6) non esenti, sembra, da effetti tossici, visto il loro bio-accumulo nell’organismo umano. I C4 e C6 non sono ad oggi normati.
Marzia Albiero
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Viene da chiedersi, perché in Italia, in Veneto, nella provincia di Vicenza la pericolosità dei PFAS- C8 (molecola catena lunga ad otto atomi di carbonio) è venuta alla luce solo a partire dal 2013, con l’intervento del CNR (Consiglio Nazionale Ricerche) ed Arpav. Viene da chiedersi se il "PRINCIPIO DI PRECAUZIONE" ivi vigente (dovrebbe!?!?) ci ha impiegato 8 anni ….”per attraversare l’oceano atlantico” (dal 2005 al 2013) per smuovere gli Enti competenti.
Prima del Veneto (Arpav), dov'era l'Agenzia per la protezione ambientale Italiana? E quella Europea?
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CENNI STORICI
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1945- Dupont (West Virginia –Usa) registra il marchio del Teflon.
1951- Dupont inizia ad utilizzare i C8 per la produzione del Teflon.
1954- Dupont è consapevole della possibile tossicità dei C8. Lo stesso anno un ingegnere francese applica il Teflon su una padella.
1961- I ricercatori Dupont confermano la tossicità dei C8.
1978- 3M e Dupont sono consapevoli che i C8 si accumulano nel sangue dei lavoratori e nei tessuti umani. Diversi studi sulle scimmie.
1981- 3M pubblica studi sui ratti evidenziando difetti alla nascita. Il figlio di Sue Bailey nasce con gravi malformazioni. Sue lavorava a stretto contatto con i C8 presso stabilimento Dupont.
1984- Dupont monitorizza l’acqua potabile relativamente a contaminazione da C8. CONCLUDE: la riduzione delle emissioni di C8 non è economicamente soddisfacente.
1999- Il bestiame del contadino Mr Tennant muore dopo aver bevuto acqua contaminata da C8. Tennant intenta una causa contro Dupont.
2000- 3M decide di cessare gradualmente la produzione di C8.
2001- L’avvocato Robert Bilott (ospite del Movimento No pfas nell’ottobre del 2017 tra Creazzo e Lonigo) promuove una class action contro Dupont. Bilott presenta all’EPA (agenzia per la protezione ambientale) documenti interni di Dupont su i C8.
2002 – EPA avvia una revisione prioritaria sui C8.
2005- Dupont patteggia $343 milioni a fronte della class action. Conferma di finanziare un progetto di ricerca per lo studio degli effetti chimici dei C8 sulla salute umana. EPA multa Dupont con $10.25 milioni per non aver informato sui rischi di danno alla salute causati da C8.
2006- Dupont conferma l’eliminazione dell’utilizzo dei C8 entro il 2015.
Attualmente i C8 vengono ancora prodotti in Cina, India, Russia. I C8 sono stati gradualmente sostituiti da molecole a catena corta (C4 e C6) non esenti, sembra, da effetti tossici, visto il loro bio-accumulo nell’organismo umano. I C4 e C6 non sono ad oggi normati.
Marzia Albiero
venerdì 2 novembre 2018
Grido alla chiesa di Marzia Albiero rete gas vicentina
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Anche
il GDV (il che è tutto dire e di certo non me lo aspettavo) ha
pubblicato il mio "grido" alla Chiesa. Qualcosa, forse, VUOLE
muoversi....
Melania Marzia
domenica 5 agosto 2018
PFAS: ASSESSORE BOTTACIN SU CONCLUSIONI COMMISSIONE REGIONALE DI INCHIESTA, “VENETO MODELLO NAZIONALE DI VIRTUOSITÀ”
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Mamma
mia Bottacin e le sue dichiarazioni:“Altro che Regione immobile –
replica Bottacin – Il Veneto, con il suo attivismo, ha sostituito anche
l’inerzia altrui ". Ben detto attivismo dei comitati No Pfas HA
SOSTITUITO L'INERZIA ALTRUI ovvero quella della Regione. Non è un
vanto...ma una tua- vostra sconfitta caro Bottacin. Prevenzione?????
Pua' ....siamo pieni di Pfas a CATENA CORTA ecc..bada a cosa dichiari.
Ma non si può denunciare per falsa testimonianza?
regione.veneto.it
PFAS: ASSESSORE BOTTACIN SU CONCLUSIONI COMMISSIONE REGIONALE DI INCHIESTA, “VENETO MODELLO NAZIONALE DI VIRTUOSITÀ”
Comunicato stampa N° 1124 del 01/08/2018
(AVN) – Venezia, 1 agosto 2018
“La
relazione della commissione regionale di inchiesta sui PFAS ha fatto
emergere in maniera chiara alcuni punti che per molti non erano per
nulla scontati. A cominciare dall’assenza di una disciplina europea e
statale in materia di limiti alla presenza di sostanze
perfluoroalchiliche”. Così l’assessore regionale all’ambiente,
Gianpaolo Bottacin, commenta la relazione finale della Commissione
d’inchiesta sull'inquinamento da PFAS, ringraziando i consiglieri per il
lavoro svolto.
“Nel
2013, quando il Ministero comunicò alle Regioni la presenza diffusa di
PFAS, mancavano limiti ambientali e limiti in relazione al loro utilizzo
ad uso potabile. Un elemento che – osserva Bottacin – emerge con
chiarezza dalla relazione, là dove ricorda che ‘la Regione Veneto, non
avendo competenza a porre con proprie leggi, posto che lo Stato ha
competenza legislativa e regolamentare esclusiva in materia ambientale ,
rivolse la richiesta al Ministero’".
“Da
allora si sono susseguite continue interlocuzioni con i ministeri della
Salute e dell'Ambiente, ma entrambe le strutture governative di fatto
si sono defilate – ricorda Bottacin - La Regione Veneto tuttavia non è
rimasta inerte, ma è intervenuta ponendo valori di riferimento sulle
acque potabili, sugli scarichi industriali e avviando una colossale
opera di monitoraggio ambientale e sanitario, con vari approfondimenti
tecnici che hanno reso oggi il Veneto un riferimento a livello nazionale
e internazionale sulla conoscenza di queste sostanze”.
Bottacin
mette sotto i riflettori alcune incoerenze nella gestione della
problematica sull’asse Roma-Venezia: “La Commissione parlamentare
d'inchiesta sugli illeciti ambientale nella sua prima relazione -
ricorda Bottacin - aveva tentato di sostenere che la Regione avrebbe
potuto definire autonomamente dei limiti. In realtà, dopo due mie
audizioni, nella seconda e ultima relazione ha dovuto correggere il tiro
affermando che ‘in effetti il combinato disposto degli articoli 75 e
101 del d.lgs. 152/2006 non lascia spazio a dubbi che la competenza a
fissare limiti per le nuove sostanze non presenti nelle suddette tabelle
sia di esclusiva competenza statale’".
“Risulta
pertanto evidente – prosegue l’assessore regionale - che quando nel
2013 il CNR ha presentato lo studio sulla presenza di PFAS in molte
Regioni d'Italia, anche il Veneto, come tute le altre Regioni coinvolte,
avrebbe potuto rimanere in attesa dei limiti statali prima di agire.
Invece la Regione Veneto ha denunciato immediatamente alle autorità
competenti, tramite Arpav, gli illeciti rilevati, compreso il disastro
ambientale. Ha individuato poi, ancora tramite Arpav, la fonte primaria
di emissione. Ha imposto ai gestori del servizio idrico integrato il
montaggio di filtri a carboni attivi per garantire la massima sicurezza
per i cittadini esposti, pur ‘non essendoci rischio immediato’, secondo
quanto riportato nello studio del CNR. Ha attivato due accordi con le
università di Verona e di Padova volti all'abbattimento delle
concentrazioni di Pfas nelle acque attraverso soluzioni alternative
all’applicazione dei filtri. Ha avviato studi epidemiologici e
biomonitoraggi attraverso il Servizio Epidemiologico regionale, il
Registro Tumori del Veneto, il Registro Nascita, l'Istituto Superiore
della Sanità, coinvolgendo illustri luminari del settore. E ha avviato
il piano di monitoraggio degli alimenti”.
“Non
solo – continua Bottacin - nel contempo la Regione ha anche messo in
moto ‘il più imponente piano di sorveglianza sanitaria sulla popolazione
esposta alle sostanze perfluoroalchiliche’. È stata infatti avviata
l'aferesi, attività riconosciuta dal Centro Nazionale Sangue e dal
Centro Regionale Attività Trasfusionali, che è stata poi bloccata
inspiegabilmente dal Ministero della Salute, inviando i carabinieri del
NAS in Regione”.
“In
contemporanea la Regione Veneto ha utilizzato lo strumento
dell'Autorizzazione integrata ambientale – elenca l’assessore - per
porre dei limiti, assenti a livello statale, sugli scarichi industriali.
Ciò ha sottoposto la Regione a numerosi ricorsi (sempre onerosi, uno
addirittura per 98 milioni di euro), proprio in virtù del fatto che non
esistono limiti di legge. Inoltre, la Regione ha stabilito il "limite
zero" per gli acquedotti della zona rossa e ha imposto a tutti i gestori
del servizio idrico integrato di attrezzarsi per la predisposizione del
filtraggio di tutta l'acqua del Veneto a scopo preventivo”.
“Pur
essendo competenza per legge del Comune, abbiamo inoltre – aggiunge
Bottacin - creato un Comitato tecnico con Comune e Provincia per la
messa in sicurezza e bonifica del sito Miteni, a cui avevamo invitato
anche il Ministero, anche se quest’ultimo ha tuttavia deciso di non
partecipare a tale comitato”.
“Altro che Regione immobile – replica Bottacin – Il Veneto, con il suo attivismo, ha sostituito anche l’inerzia altrui”.
sabato 10 febbraio 2018
Marzia Albiero dopo la manifestazione davanti la Miteni del 27 gennaio 2018
Dopo esser stata nuovamente davanti a Miteni sabato 27 gennaio,
casualmente oggi ho ritrovato un articolo scritto esattamente un anno
fa. Lo pubblico..per chi non lo avesse letto.
La tristezza mi assale ogni qual volta vedo e penso a questo stabilimento "fantasma " per troppi anni che ha deturpato la nostra terra!
La tristezza mi assale ogni qual volta vedo e penso a questo stabilimento "fantasma " per troppi anni che ha deturpato la nostra terra!
-NOI CONTAGIATI DAI PFAS-08 gennaio 2017
Fa male, fa molto male leggere in questi ultimi giorni titoli su giornali come L’Arena o il Giornale di Vicenza: ”Problemi alle donne incinte nella zona Pfas”…”Sorpresa: i Pfas causano malattie anche mortali”.
Sorpresa? Vien da sorridere. Pensare che l’azienda in questione inquina da più di 40 anni le nostre falde e che i primi dati conclamati ci sono dal 2013.
In modo subdolo questo inquinamento ci ha contagiati (tramite particelle chimiche prodotte da Rimar prima e Miteni poi, come idrorepellenti), si è insinuato per decenni nei nostri organismi in modo pesante attraverso l’acqua “potabile” dei 21 comuni indicati come zona rossa (e tuttora NON allacciati a fonti di approvvigionamento sicure) e in maniera meno eclatante ma pur sempre invasiva, attraverso prodotti di agricoltura e allevamento locali, per tutti gli abitanti delle tre province di Vicenza Verona e Padova.
I più, forse, sdrammatizzeranno facendone chiacchiere da luogo comune…perché si sa che tanto, vuoi per l’inquinamento atmosferico, vuoi per le onde elettromagnetiche, mettiamoci anche l’inquinamento dell’acqua….uno più o uno meno. Difficile fossilizzarsi sui luoghi comuni visto che il corpo umano è composto in media dal 65% di acqua e considerato ciò che i primi a rimetterci sarebbero proprio i Neo -Nati ovvero i cittadini del futuro, senza contare quelli del passato dei quali nessuno ha mai parlato. Ora grazie alla “scoperta” del 28 novembre scorso a firma del dr Mantoan Direttore dell’Area Sanità Regione Veneto e della Commissione Tecnica Pfas, dove ci si rifà al parere dell’Istituto Nazionale della Sanità del 16 gennaio 2014 (si sottolinea 2014 – tre anni or sono) emerge che tali sostanze perfluoralchiliche sono correlate ed aumentano il rischio delle seguenti malattie:
ipercolesterolemia, colite ulcerosa, malattie della tiroide, pre-eclampsia, diabete gestazionale, anomalie del sistema nervoso e del sistema cardiocircolatorio e cromosomiche dei neonati, negli iper esposti tumore del rene e del testicolo. Inoltre aumentano significativamente i casi di morte per i cittadini esposti, a causa di: ictus, infarto, Alzhaimer. Sempre in tale relazione, si evidenzia che la ditta Rimar già negli anni settanta è stata all’origine di versamento di sostanze chimiche mediante le acque di scarico nelle acque di Altavilla e Creazzo e va rilevato che già in quegli anni (ANNI 1970) le conoscenze scientifiche non permettevano di escludere la pericolosità delle sostanze citate per la salute, sostanze prodotte sin dagli anni ’60, dall’azienda in questione, classificata Industria Insalubre secondo art. 216 del Testo Unico e quindi soggetta a valutazione igenico-sanitaria. QUARANTASEI ANNI FA! Ma ora finalmente dopo 46 anni e tutte queste scoperte, finalmente si chiede alle Istituzioni competenti la TEMPESTIVA adozione di tutti i provvedimenti urgenti a tutela della salute della popolazione volti alla rimozione della fonte della contaminazione nonché l’ipotesi dello spostamento della sede produttiva della Ditta in oggetto.
E pensare che se si percorre nelle soleggiate domeniche di ogni stagione, la strada che porta a Valdagno- Recoaro per avvicinarsi alle Piccole Dolomiti, e meravigliarsi ogni volta vedendole svettare verso il cielo e provare un sentimento di gratitudine per essere culla della nostra acqua, non ci si accorge minimante all’altezza di Trissino, di tale colosso produttore di queste micidiali sostanze, tanta e rigogliosa è la vegetazione che gli fa da schermo e che gli ha permesso, in parte, di agire indisturbata.
E allora, rifacendomi alla melodia di un testo di Fabrizio de André, melodia che vista la circostanza assume note tristi…
“Se ci avvelenano l’acqua, Marcondiro'ndero
se ci avvelenano l’acqua, Marcondiro'ndà
Nelle falde in profondità, Marcondiro'ndera
Nelle falde in profondità chi ci aiuterà?
Ci aiuterà il buon Dio, Marcondiro'ndera
ci aiuterà il buon Dio, lui ci salverà”….
Marzia Albiero
Fa male, fa molto male leggere in questi ultimi giorni titoli su giornali come L’Arena o il Giornale di Vicenza: ”Problemi alle donne incinte nella zona Pfas”…”Sorpresa: i Pfas causano malattie anche mortali”.
Sorpresa? Vien da sorridere. Pensare che l’azienda in questione inquina da più di 40 anni le nostre falde e che i primi dati conclamati ci sono dal 2013.
In modo subdolo questo inquinamento ci ha contagiati (tramite particelle chimiche prodotte da Rimar prima e Miteni poi, come idrorepellenti), si è insinuato per decenni nei nostri organismi in modo pesante attraverso l’acqua “potabile” dei 21 comuni indicati come zona rossa (e tuttora NON allacciati a fonti di approvvigionamento sicure) e in maniera meno eclatante ma pur sempre invasiva, attraverso prodotti di agricoltura e allevamento locali, per tutti gli abitanti delle tre province di Vicenza Verona e Padova.
I più, forse, sdrammatizzeranno facendone chiacchiere da luogo comune…perché si sa che tanto, vuoi per l’inquinamento atmosferico, vuoi per le onde elettromagnetiche, mettiamoci anche l’inquinamento dell’acqua….uno più o uno meno. Difficile fossilizzarsi sui luoghi comuni visto che il corpo umano è composto in media dal 65% di acqua e considerato ciò che i primi a rimetterci sarebbero proprio i Neo -Nati ovvero i cittadini del futuro, senza contare quelli del passato dei quali nessuno ha mai parlato. Ora grazie alla “scoperta” del 28 novembre scorso a firma del dr Mantoan Direttore dell’Area Sanità Regione Veneto e della Commissione Tecnica Pfas, dove ci si rifà al parere dell’Istituto Nazionale della Sanità del 16 gennaio 2014 (si sottolinea 2014 – tre anni or sono) emerge che tali sostanze perfluoralchiliche sono correlate ed aumentano il rischio delle seguenti malattie:
ipercolesterolemia, colite ulcerosa, malattie della tiroide, pre-eclampsia, diabete gestazionale, anomalie del sistema nervoso e del sistema cardiocircolatorio e cromosomiche dei neonati, negli iper esposti tumore del rene e del testicolo. Inoltre aumentano significativamente i casi di morte per i cittadini esposti, a causa di: ictus, infarto, Alzhaimer. Sempre in tale relazione, si evidenzia che la ditta Rimar già negli anni settanta è stata all’origine di versamento di sostanze chimiche mediante le acque di scarico nelle acque di Altavilla e Creazzo e va rilevato che già in quegli anni (ANNI 1970) le conoscenze scientifiche non permettevano di escludere la pericolosità delle sostanze citate per la salute, sostanze prodotte sin dagli anni ’60, dall’azienda in questione, classificata Industria Insalubre secondo art. 216 del Testo Unico e quindi soggetta a valutazione igenico-sanitaria. QUARANTASEI ANNI FA! Ma ora finalmente dopo 46 anni e tutte queste scoperte, finalmente si chiede alle Istituzioni competenti la TEMPESTIVA adozione di tutti i provvedimenti urgenti a tutela della salute della popolazione volti alla rimozione della fonte della contaminazione nonché l’ipotesi dello spostamento della sede produttiva della Ditta in oggetto.
E pensare che se si percorre nelle soleggiate domeniche di ogni stagione, la strada che porta a Valdagno- Recoaro per avvicinarsi alle Piccole Dolomiti, e meravigliarsi ogni volta vedendole svettare verso il cielo e provare un sentimento di gratitudine per essere culla della nostra acqua, non ci si accorge minimante all’altezza di Trissino, di tale colosso produttore di queste micidiali sostanze, tanta e rigogliosa è la vegetazione che gli fa da schermo e che gli ha permesso, in parte, di agire indisturbata.
E allora, rifacendomi alla melodia di un testo di Fabrizio de André, melodia che vista la circostanza assume note tristi…
“Se ci avvelenano l’acqua, Marcondiro'ndero
se ci avvelenano l’acqua, Marcondiro'ndà
Nelle falde in profondità, Marcondiro'ndera
Nelle falde in profondità chi ci aiuterà?
Ci aiuterà il buon Dio, Marcondiro'ndera
ci aiuterà il buon Dio, lui ci salverà”….
Marzia Albiero
mercoledì 22 marzo 2017
La Giornata di Lutto dell’Acqua in Veneto
Il 22 marzo
ricorre la Giornata Mondiale dell'Acqua - World
Water Day - ricorrenza istituita dalle
Nazioni Unite nel 1993.
Noi, Il 22 marzo 2017 vogliamo celebrare La Giornata di Lutto dell’Acqua in Veneto, lutto causato dall’inquinamento
da Pfas, composto chimico nato dalla fusione di solfuro di carbonio e acido
floridico, che ha avvelenato le falde
acquifere del Padovano, Veronese e Vicentino.
Una scardola presa all'amo nel Retrone a Creazzo, aveva
nei tessuti 57400 nanogrammi di Pfas, settecento volte sopra la soglia del
pericolo. Nel sangue di un operaio che ha lavorato per undici anni nella
fabbrica a sedici chilometri da Creazzo (la fabbrica è la Miteni di Trissino,
Nord Ovest di Vicenza) analisi private hanno contato 91.000 nanogrammi dello
stesso Pfas. In un uomo della nostra epoca moderna ci dovrebbero essere dai due ai tre nanogrammi di questo impermeabilizzante
per giacconi, smartphone prodotto dal 1938 e usato nel mondo anche per
le pellicole antiaderenti delle padelle, la carta da pizza, la sciolina dei
fondisti. La battaglia dei Pfas continua, ed
esplode nel 2013 (conclamata dalle Istituzioni solo nel corso del 2016), quando
un epidemiologo di Valdagno, Vincenzo Cordiano, inizia ad
incrociare i dati Istat su morti e malattie e traccia una virgola di
centottanta chilometri quadrati comprendente 79 comuni a sud di Trissino: è
l'area rossa, contaminata dal Pfas. Nelle ultime settimane, in una porzione di
terreno sotto le colline, sono usciti nuovi veleni. L'amministratore delegato
Antonio Nardone, subentrato da un anno, dice che dal 2011 in fabbrica non si
producono più i composti a catena lunga, quelli che restano a lungo
nell'intestino, ma il convegno scientifico di Madrid prima e quello recente di Venezia, affermano
che la produzione di
PFAS a catena corta, non è esente da tossicità sia ambientale che per la salute
dell’uomo, anche in conseguenza del fatto che la purificazione dell’acqua con
filtri a carboni attivi non permette di eliminare completamente i PFAS, in
particolare quelli a catena corta. Infatti si è visto che i PFAS a catena corta
(fino a 6 atomi di carbonio) si accumulano in vari tessuti (reni, fegato, ossa,
polmoni e cervello); in particolare il PFBA C4 si bioaccumula nei polmoni e nei reni, mentre
il PFHXA con 6 atomi di carbonio si accumula maggiormente nel cervello e nel
fegato e rimane aperta la questione se questi composti possano essere legati a
disturbi neurologici gravi nei bambini come l’autismo.
Il mondo agricolo del Vicentino, viticoltori berici,
produttori di latte e formaggi, tace. “Settant'anni di
sviluppo alla cinese ci stanno uccidendo" afferma un agricoltore di Sarego. Per
accertare se nuoce alla salute la procura si è affidata all'Istituto superiore
di sanità e al professor Tony Fletcher, quello della vertenza Du Pont.
E mentre oggi
i dipendenti di Miteni annunciano uno
sciopero proclamato da Cgil Cisl e Uil a sostegno delle richieste più volte
presentate all’azienda in termini di investimenti e piano industriale, e par
dar voce allea preoccupazione dei lavoratori
Miteni per le problematiche riguardanti la salute e al sicurezza,
l’ambiente non solo come dipendenti ma soprattutto come cittadini a fianco
della popolazione coinvolta, noi, a capo
chino in segno di cordoglio ci soffermiamo in silenzio ad onorare in
questa eterna giornata, lo scorrere inesorabile della nostra ACQUA.
Marzia
Albiero per il Coordinamento Acqua Libera dai Pfas
mercoledì 1 marzo 2017
Pfas: La terra delle Bugie di Marzia Albiero
Articolo
uscito sul Punto di Creazzo e di Sovizzo scritto dalla nostra Marzia
Albiero Gas di Creazzo , (che ringraziamo ) scritto per tutto il
Coordinamento Acqua libera dai Pfas dopo il Flash Mob sulle bugie della
regione di sabato scorso : Pfas: La terra delle Bugie
Nonostante la pioggia, il carnevale porta sempre un po’ di allegria. E’ sotto la pioggia battente che sabato mattina 4 febbraio si è svolto a Cologna Veneta un Flash Mob (Blitz) a cura di Legambiente Veneto e Coordinamento Acqua Libera da Pfas, proprio allo sbocco del collettore Arica nel fiume Fratta. L’evento è stato arricchito da coriandoli, canzoncine ma soprattutto striscioni ben disegnati raffiguranti i governanti della Regione Veneto travestiti da Pinocchio. Pareva quasi di assistere a pillole del Carnevale di Viareggio in cui la satira socio-politica la fa da padrone. Presenti delegazioni di Legambiente dei circoli Regionali, delegazioni di Acqua Bene Comune di Vicenza e Verona, delegazioni dei G.A.S. (gruppi di acquisto solidale) della provincia di Vicenza e Verona e giornalisti locali.
Per chi non ne fosse a conoscenza, il collettore Arica raggruppa i reflui (o acque di scarico) di cinque importanti depuratori: Arzignano, Lonigo, Montecchio Maggiore, Montebello, Trissino.
Tali acque, di colore nero come la pece contenti sostanze di ogni genere ma soprattutto valori PFAS al di fuori di ogni ragionevole limite, proprio a Cologna Veneta, si gettano nel fiume Fratta e pochi metri più a sud vengono diluite con acqua pulita assumendo color violaceo. Il Fratta poi sfocia nell’ Adriatico. Peccato che queste acque vengano ancora utilizzate dagli allevatori ed agricoltori della zona per irrigare campi e allevare bestiame nel Vicentino, Veronese e Padovano.
Ma torniamo ora al clima tristemente goliardico della mattinata. Ci si chiede che fine abbiano fatto gli 80 milioni di euro che il Governo ha stanziato per il rifacimento degli acquedotti dei 21 comuni super esposti all’ inquinamento da Pfas, comuni tuttora approvvigionati con acqua inquinata attenuata solo da filtri ai carboni attivi. In questi giorni la Regione Veneto replica affermando che i fondi non sono ancora stati stanziati. Non è così! I soldi ci sono, lo afferma il sottosegretario all' ambiente Barbara Degani e sono destinati ad allacciare i cittadini dei 21 comuni a fonti sicure.
A volte, pare impossibile, ma sembra proprio di vivere in una favola, per l’appunto Pinocchio…e assistere alla scena del povero ingenuo burattino, seppellire il tesoretto aiutato dal Gatto e la Volpe. Ma siamo fiduciosi……nel libro di Pinocchio un personaggio di spicco è sicuramente il Grillo Parlante che scuote le coscienze più pigre, anche perché, giunti a questo punto dove tutto è conclamato, non si può più perder tempo e fingere di non sapere…....e peggio ancora raccontare bugie....il rischio per il povero Pinocchio è quello di finire nella pancia della Balena! E per evitare di sentire nuovamente citazioni del tipo: “Ai cittadini dobbiamo dire che l’inquinamento appartiene al passato, perché oggi non c’è alcuna nuova produzione di pfas..” (Luca Zaia,18.01.2017) -
Gli 80 milioni che erano stati dati per assegnati dal Governo qualche tempo fa, in realtà non sono ancora stati stanziati” (Gianpalo Bottacin, 31.01.2017) -
Nulla, nemmeno il peggio, sarà nascosto o trascurato” (Luca Coletto 20.4.2016)
Non esiste un problema igienico-sanitario sui livelli di pericolosità dei Pfas negli alimenti, vista la presenza dei filtri” (Domenico Mantoan, 17.01.2017)”….nella realtà come nella fantasia, ci auguriamo l'intervento della Fata Turchina…affinché anche Pinocchio possa salvarsi e avere un cuore vero.
Marzia Albiero per il Coordinamento Acqua Libera da Pfas
Nonostante la pioggia, il carnevale porta sempre un po’ di allegria. E’ sotto la pioggia battente che sabato mattina 4 febbraio si è svolto a Cologna Veneta un Flash Mob (Blitz) a cura di Legambiente Veneto e Coordinamento Acqua Libera da Pfas, proprio allo sbocco del collettore Arica nel fiume Fratta. L’evento è stato arricchito da coriandoli, canzoncine ma soprattutto striscioni ben disegnati raffiguranti i governanti della Regione Veneto travestiti da Pinocchio. Pareva quasi di assistere a pillole del Carnevale di Viareggio in cui la satira socio-politica la fa da padrone. Presenti delegazioni di Legambiente dei circoli Regionali, delegazioni di Acqua Bene Comune di Vicenza e Verona, delegazioni dei G.A.S. (gruppi di acquisto solidale) della provincia di Vicenza e Verona e giornalisti locali.
Per chi non ne fosse a conoscenza, il collettore Arica raggruppa i reflui (o acque di scarico) di cinque importanti depuratori: Arzignano, Lonigo, Montecchio Maggiore, Montebello, Trissino.
Tali acque, di colore nero come la pece contenti sostanze di ogni genere ma soprattutto valori PFAS al di fuori di ogni ragionevole limite, proprio a Cologna Veneta, si gettano nel fiume Fratta e pochi metri più a sud vengono diluite con acqua pulita assumendo color violaceo. Il Fratta poi sfocia nell’ Adriatico. Peccato che queste acque vengano ancora utilizzate dagli allevatori ed agricoltori della zona per irrigare campi e allevare bestiame nel Vicentino, Veronese e Padovano.
Ma torniamo ora al clima tristemente goliardico della mattinata. Ci si chiede che fine abbiano fatto gli 80 milioni di euro che il Governo ha stanziato per il rifacimento degli acquedotti dei 21 comuni super esposti all’ inquinamento da Pfas, comuni tuttora approvvigionati con acqua inquinata attenuata solo da filtri ai carboni attivi. In questi giorni la Regione Veneto replica affermando che i fondi non sono ancora stati stanziati. Non è così! I soldi ci sono, lo afferma il sottosegretario all' ambiente Barbara Degani e sono destinati ad allacciare i cittadini dei 21 comuni a fonti sicure.
A volte, pare impossibile, ma sembra proprio di vivere in una favola, per l’appunto Pinocchio…e assistere alla scena del povero ingenuo burattino, seppellire il tesoretto aiutato dal Gatto e la Volpe. Ma siamo fiduciosi……nel libro di Pinocchio un personaggio di spicco è sicuramente il Grillo Parlante che scuote le coscienze più pigre, anche perché, giunti a questo punto dove tutto è conclamato, non si può più perder tempo e fingere di non sapere…....e peggio ancora raccontare bugie....il rischio per il povero Pinocchio è quello di finire nella pancia della Balena! E per evitare di sentire nuovamente citazioni del tipo: “Ai cittadini dobbiamo dire che l’inquinamento appartiene al passato, perché oggi non c’è alcuna nuova produzione di pfas..” (Luca Zaia,18.01.2017) -
Gli 80 milioni che erano stati dati per assegnati dal Governo qualche tempo fa, in realtà non sono ancora stati stanziati” (Gianpalo Bottacin, 31.01.2017) -
Nulla, nemmeno il peggio, sarà nascosto o trascurato” (Luca Coletto 20.4.2016)
Non esiste un problema igienico-sanitario sui livelli di pericolosità dei Pfas negli alimenti, vista la presenza dei filtri” (Domenico Mantoan, 17.01.2017)”….nella realtà come nella fantasia, ci auguriamo l'intervento della Fata Turchina…affinché anche Pinocchio possa salvarsi e avere un cuore vero.
Marzia Albiero per il Coordinamento Acqua Libera da Pfas
martedì 17 gennaio 2017
Articolo di Marzia Albiero del Gas di Creazzo da parte del nostro Coordinamento
Noi contagiati dai
Pfas.
Fa male, fa molto male leggere in questi ultimi giorni
titoli su giornali come L’Arena o il Giornale di Vicenza: ”Problemi alle donne
incinte nella zona Pfas”…”Sorpresa: i Pfas causano malattie anche mortali”.
Sorpresa? Vien da sorridere.
Pensare che l’azienda in questione inquina da più di 40 anni le nostre falde e
che i primi dati conclamati ci sono dal 2013.
In modo subdolo questo inquinamento ci ha contagiati (tramite
particelle chimiche prodotte da Rimar prima e Miteni poi,
come idrorepellenti), si è insinuato per decenni nei nostri organismi in modo pesante
attraverso l’acqua “potabile” dei 21 comuni indicati come zona rossa (e tuttora
NON allacciati a fonti di approvvigionamento sicure) e in maniera meno
eclatante ma pur sempre invasiva, attraverso prodotti di agricoltura e
allevamento locali, per tutti gli abitanti delle tre province di Vicenza Verona
e Padova.
I più, forse,
sdrammatizzeranno facendone chiacchiere da luogo comune…perché si sa che
tanto, vuoi per l’inquinamento
atmosferico, vuoi per le onde elettromagnetiche, mettiamoci anche l’inquinamento
dell’acqua….uno più o uno meno. Difficile fossilizzarsi sui luoghi comuni visto che il corpo umano è composto in media
dal 65% di acqua e considerato ciò che i primi a rimetterci sarebbero proprio i Neo -Nati
ovvero i cittadini del futuro, senza contare quelli del passato dei quali
nessuno ha mai parlato. Ora grazie alla “scoperta” del 28 novembre scorso a
firma del dr Mantoan Direttore dell’Area Sanità Regione Veneto e della
Commissione Tecnica Pfas, dove ci si rifà al parere dell’Istituto Nazionale
della Sanità del 16 gennaio 2014 (si sottolinea 2014 – tre anni or sono) emerge
che tali sostanze perfluoralchiliche sono correlate ed aumentano il rischio delle
seguenti malattie:
ipercolesterolemia, colite ulcerosa, malattie della tiroide,
pre-eclampsia, diabete gestazionale, anomalie del sistema nervoso e del sistema
cardiocircolatorio e cromosomiche dei neonati, negli iper esposti tumore del rene e del testicolo. Inoltre
aumentano significativamente i casi di morte per i cittadini esposti, a causa
di: ictus, infarto, Alzhaimer. Sempre in
tale relazione, si evidenzia che la ditta Rimar già negli anni settanta è stata
all’origine di versamento di sostanze
chimiche mediante le acque di scarico nelle acque di Altavilla e Creazzo e va
rilevato che già in quegli anni (ANNI 1970) le conoscenze scientifiche non
permettevano di escludere la
pericolosità delle sostanze citate per la salute, sostanze prodotte sin dagli anni
’60, dall’azienda in questione, classificata Industria Insalubre secondo
art. 216 del Testo Unico e quindi soggetta a valutazione
igenico-sanitaria. QUARANTASEI ANNI FA! Ma ora finalmente dopo 46 anni e tutte
queste scoperte, finalmente si chiede alle Istituzioni competenti la TEMPESTIVA
adozione di tutti i provvedimenti urgenti a tutela della salute della
popolazione volti alla rimozione della fonte della contaminazione nonché l’ipotesi
dello spostamento della sede produttiva della Ditta in oggetto.
E pensare che se si percorre la strada
che porta a Valdagno- Recoaro per avvicinarsi alle Piccole Dolomiti, e
meravigliarsi ogni volta vedendole
svettare verso il cielo e provare un sentimento di gratitudine per
essere culla della nostra acqua, non ci si accorge minimante all’altezza di
Trissino, di tale colosso produttore di queste micidiali sostanze, tanta e
rigogliosa è la vegetazione che gli fa
da schermo e che gli ha permesso, in parte, di agire indisturbata.
E allora, rifacendomi alla melodia di un testo di Fabrizio
de André, melodia che vista la circostanza
assume note tristi…
“Se ci avvelenano l’acqua,
Marcondiro'ndero
se ci avvelenano l’acqua, Marcondiro'ndà
se ci avvelenano l’acqua, Marcondiro'ndà
Nelle falde in profondità, Marcondiro'ndera
Nelle falde in profondità chi ci aiuterà?
Nelle falde in profondità chi ci aiuterà?
Ci aiuterà il buon Dio,
Marcondiro'ndera
ci aiuterà il buon Dio, lui ci salverà”….
ci aiuterà il buon Dio, lui ci salverà”….
Marzia Albiero per il Coordinamento Acqua Libera dai Pfas
Uscito anche sul Punto di Creazzo
Uscito anche sul Punto di Creazzo
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