domenica 4 novembre 2018

Miteni, situazione tesa Sarà settimana di fuoco



03.11.2018

Miteni, situazione tesa Sarà settimana di fuoco

Il tavolo in prefettura con Governo, Regione, Provincia e ComuneL’arrivo di sindacati e Rsu in prefettura. fotoservizio FRANCESCO DALLA POZZAAntonio NardoneChisin, Camporese e ZanniFrancesco Rucco
Il tavolo in prefettura con Governo, Regione, Provincia e ComuneL’arrivo di sindacati e Rsu in prefettura. fotoservizio FRANCESCO DALLA POZZAAntonio NardoneChisin, Camporese e ZanniFrancesco Rucco

Non è andata bene. Dopo tre ore e mezza di confronto, ieri pomeriggio in prefettura, resta tesissima la situazione per la Miteni di Trissino, l’azienda chimica al centro del caso dell’inquinamento da Pfas in decine di Comuni vicentini, veronesi e padovani. Il prefetto vicentino Umberto Guidato, d’accordo con l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan e il sindaco trissinese Davide Faccio, aveva convocato un summit in prefettura per affrontare le tensioni createsi dopo l’annuncio improvviso della proprietà Icig di Miteni prima di aver chiesto il fallimento, e poi - dopo lo sciopero di una settimana fa - di aver avviato il licenziamento di tutti e 121 i dipendenti (in questa lista peraltro c’è lo stesso ad Antonio Nardone), accusandoli di non permettere lo svuotamento di tutte le sostanze pericolose presente nello stabilimento chimico. TAVOLI SEPARATI. Un’accusa rimandata al mittente con forza dai sindacati, che ieri si sono presentati in forze in prefettura con i segretari provinciali e di categoria (Giampaolo Zanni-Cgil, Grazia Chisin-Uil e Riccardo Camporese per Ust-Cisl) e con le Rsu aziendali. Miteni non voleva sedersi allo stesso tavolo dei sindacati, e così le istituzioni hanno attivato due confronti diversi. Già dopo oltre un’ora, uscendo per impegni urgenti, era stato il sindaco e presidente della Provincia Francesco Rucco ad anticipare: «La situazione è critica, si procede per tavoli separati, da una parte Miteni con l’ad Nardone e Confindustria e dall’altra i sindacati: il tavolo è disunito, non c’è stata volontà di confronto e si rischiava di far saltare tutto». C’erano tutte le istituzioni, al tavolo, perfino il Governo rappresentato dal ministro Erika Stefani (che a Trissino è stata anche vicesindaco), la Regione, il Comune e poi Vigili del fuoco, Ulss-Spisal, Arpav. LO SCONTRO. Dopo tre ore e mezza, come detto, il confronto su due tavoli è terminato. Ma i sindacati ne sono usciti coi volti scuri, come testimoniava Renato Volpiana della Rsu che ha chiarito alcuni punti: i dipendenti si sono già attivati per conto loro nel tenere in sicurezza lo stabilimento. Miteni ha promesso che lunedì presenterà un piano di “svuotamento” delle sostanze pericolose presenti in fabbrica, ma le Rsu chiedono risposte all’azienda perché ritengono che la situazione non sia garantita: «Hanno spiegato che si sono dimessi 18 tecnici che avevano ruoli importanti. Per questo - spiega l’assessore Donazzan - abbiamo chiesto al tavolo con Miteni che nel piano di messa in sicurezza degli impianti ci sia anche il carico di lavoro, cioè a chi verranno affidati i vari compiti». Non c’è solo questo, nelle richieste dei lavoratori ovviamente: «Noi chiediamo salute, prospettive occupazionali e di ricollocazione, e il pagamento degli arretrati» rimarca Volpiana. Sugli arretrati peraltro, conferma Donazzan, è il Tribunale a decidere perché Miteni è già in concordato e ora chiede la procedura fallimentare «per cui ci sarà la nomina di un curatore che avrà poteri». GIORNATE INCANDESCENTI. Alla fine ne è emerso una sorta di calendario di fuoco. Già lunedì infatti Miteni è tenuta dalle indicazioni date dalle istituzioni e dal Comitato tecnico a presentare un piano di bonifica dell’area: lo farà, è stato assicurato. Ma mercoledì Miteni presenterà appunto anche il piano per la messa in sicurezza definitiva a tappe degli impianti: saranno le istituzioni (Provincia, Arpav, Vigili del fuoco, Spisal) a esaminarlo e dire se va bene. Infine è emerso però il colpo più duro: Miteni ha comunicato che già giovedì 8 ci sarà l’udienza in Tribunale per il fallimento che ha chiesto. E questo fa infuriare i sindacati, che confermano lo stato di agitazione, perché lo stesso giorno è già convocato un tavolo dalla Regione sulla situazione occupazionale. «Io proprio al tavolo separato ho ufficializzato la richiesta a Miteni di ritirare le lettere di licenziamento», rimarca l’assessore Donazzan che giovedì incontrerà appunto i sindacati. Ma non c’è stata risposta. E la prospettiva è che, passati i 75 giorni di legge per le trattative, si finisca tutti a un tavolo al Ministero del lavoro. IL RISCHIO. L’ad Nardone ieri ha sorpreso tutti annunciando che ci sarebbe un nuovo compratore per Miteni, con una proposta vincolante sul tavolo. Ma non risulta che la notizia sia stata data alle istituzioni. Anzi, purtroppo è sempre più chiaro che con il fallimento la Miteni (e anche l’eventuale compratore) si sfila dalla bonifica del sito di Trissino, per la quale pare che ieri si sia ipotizzato un costo fino a 100 milioni che finirà sulle spalle degli enti pubblici, in attesa che la magistratura possa definire responsabilità precise ed eventuali sue azioni giudiziarie. • © RIPRODUZIONE RISERVATA
Piero Erle

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