lunedì 30 aprile 2018

«No Pfas, acqua e terra pulite». Tremila in corteo hanno accerchiato la Miteni


«No Pfas, acqua e terra pulite». Tremila in corteo hanno accerchiato la Miteni

A Trissino l’affollata protesta di cittadini e ambientalisti. Sit in di vicentini e veronesi. I lavoratori dell’azienda: vanno avviati nuovi cicli di lavorazione e trattamenti di depurazione


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La manifestazione a Trissino (Navarro)
La manifestazione a Trissino (Navarro)
TRISSINO (VICENZA) Protesta e corteo No Pfas. Almeno tremila persone hanno circondato l’azienda Miteni di Trissino nel Vicentino, che secondo l’Arpav è la principale responsabile dell’inquinamento da Pfas.

Una protesta pacifica, che ha visto però schierati insieme cittadini, ambientalisti e le «mamme No Pfas».

Il corteo dei manifestanti che poi hanno circondato la Miteni (Foto Navarro)
Il corteo dei manifestanti che poi hanno circondato la Miteni (Foto Navarro)

«Servono soluzioni subito», è stato il messaggio ricorrente, scandito anche dagli slogan.


Oltre a Vicenza, la contaminazione comprende anche 13 comuni del Veronese: alla manifestazione c’erano dunque vicentini ma anche molti veronesi. Tutti a protestare per lo stesso motivo: acqua non contaminata e via i veleni che inquinano il territorio. In marcia anche i lavoratori della Miteni.
I lavoratori: noi in prima linea con i cittadini
«Noi lavoratori della Miteni siamo qui perché in questa vicenda di contaminazione da Pfas siamo in assoluto i più colpiti. Capiamo quindi perfettamente lo stato d’animo, l’ansia, la preoccupazione dei papà, delle mamme, dei figli e di tutti gli abitanti contaminati. Altrettanto capiamo le sacrosante richieste di avere acqua pulita e salubre e delle bonifiche. Così come condivisibili sono le istanze affinché la giustizia faccia pienamente e rapidamente il suo corso nell’ acclarare le responsabilità di quanto accaduto. Siamo in assoluto i più coinvolti dalla vicenda sia per questioni di salute sia per ragioni di lavoro. Consci di questa nostra condizione chiediamo in modo chiaro e inequivocabile che vada salvaguardata la salute di tutti. Va salvaguardato l’ambiente, la terra nonché il bene primario e comune che essa racchiude: l’acqua. Vanno messi in pratica nuovi cicli di lavorazione e trattamenti che prevedano una depurazione con le tecnologie più idonee e più all’avanguardia. Anche le autorità però devono fare la loro parte».
La replica della Miteni: gli slogan non risolvono il problema
«E’ stata una manifestazione simbolica che non aiuta però a risolvere il problema Pfas, considerato che i dati Arpav del 2017 hanno rivelato che meno dell’1% dei Pfas che esce dagli scarichi industriali della zona appartiene a Miteni». Rileva in una nota, la Miteni. «È del tutto incomprensibile che alla luce di questo dato - dice l’azienda nella nota - si chieda la chiusura di Miteni visto che il suo impatto ambientale è positivo togliendo Pfas dall’ambiente con la pulizia della falda a fronte di scarichi sotto i livelli delle acque potabili: le acque che escono sono più pulite di quelle che entrano. È del tutto evidente che chiudere Miteni significherebbe aggravare il problema e non risolverlo. Sono dati oggettivi sui quali c’è un confronto costante con le istituzioni e sul quale più volte abbiamo invitato anche i comitati. Rinnoviamo il nostro invito a venire in stabilimento a vedere cosa è stato fatto e quali sono i risultati ottenuti, aiuterebbe a capire meglio come affrontare il problema che non può fermarsi agli slogan e alla protesta contro i simboli, altrimenti non troverà soluzione».
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