martedì 2 gennaio 2018

San Bonifacio: Agli esami del sangue al Fracastoro si presenta solo il 70% dei convocati Arena 15 Dicembre 2017

Agli esami del sangue al Fracastoro si presenta solo il 70% dei convocati

Interni del Fracastoro
Interni del Fracastoro
Gianni Bertagnin «L’acqua dell’acquedotto di San Bonifacio, per quanto riguarda l’inquinamento da Pfas, oggi ne registra la presenza sotto i 5 nanogrammi: quindi non solo è perfettamente potabile ma è anche buona, sicuramente migliore di quella minerale conservata nelle bottigliette di plastica lasciate al sole». Questa la «sentenza», così riassunta dal sindaco Gianpaolo Provoli, a conclusione del Consiglio comunale straordinario di San Bonifacio dedicato al problema Pfas dopo che nel sangue di alcuni cittadini di Lobia, che si erano sottoposti ad analisi di laboratorio, sono stati rinvenuti valori di Pfas da zona rossa, anche se il paese non vi rientra. Al Consiglio, come abbiamo riferito ieri, sono intervenuti il direttore dell’Arpav Nicola Dell’Acqua, i rappresentanti dell’Ulss 9 Linda Chioffi (Servizio igiene alimenti) e Luciano Marchiori (Servizio prevenzione) e i tecnici di Acque Veronesi Massimo Carmagnani ed Enzo Venturini, accompagnati dall’avvocato Paola Briani. I cittadini che si sono sottoposti ad analisi del sangue sono stati un adulto di 43 anni e una ragazzina di 16. L’inconciliabilità del caso di Lobia con i dati rassicuranti dell’acqua pubblica è una contraddizione che giustifica la richiesta di ulteriori controlli anche sulla popolazione di San Bonifacio, fuori dalla zona rossa ma contigua. Richiesta che è stata avanzata all’Ulss sia dal Consiglio che dal sindaco stesso, per uno screening a campione, tra cittadini di vari quartieri e di diversa età. L’Ulss si è resa disponibile e all’inizio dell’anno prossimo darà una risposta precisa. L’ospedale Fracastoro di San Bonifacio del resto già controlla 10 cittadini dell’area rossa al giorno, cifra che salirà fino a 100. Attualmente però solo il 70 per cento dei convocati si presenta al controllo del sangue. Il direttore Dell’Acqua ha detto che l’Arpav «è a disposizione per qualsiasi altro controllo e analisi con il suo laboratorio, ma posso confermare che l’acqua di San Bonifacio è perfetta. Comunque per precauzione continuiamo a studiare ogni aspetto del problema e assicuro che la nostra attenzione è altissima». Marchiori ha dichiarato che l’Ulss seguirà il caso di Lobia per «fare una strada insieme», per capire. «Anzi, con il Piano che partirà all’inizio dell’anno prossimo non solo sarà seguita la popolazione a rischio ma questa sarà seguita anche in un percorso terapeutico per i prossimi 10 anni». Alle domande sull’inquinamento degli alimenti prodotti nelle zone rosse, Chioffi ha risposto ricordandto le centinaia di analisi già effettuate, dalle quali è risultato nessuna presenza di Pfas nei vegetali «e solo qualcosa nel mais di qualche zona del Vicentino e nel fegato di suini e avicoli o nelle uova allevate a terra».

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