“La ricerca è iniziata la scorsa primavera, verificando più volte, 
durante l’attività di miglioramento e upgrading della nostra struttura, 
difformità di funzionamento dell’impianto dovute a scarichi anomali”. 
Inizia così Giuseppe Castaman (nel riquadro), presidente di Medio 
Chiampo, società del servizio idrico integrato di Montebello Vicentino, 
spiegando le ragioni per cui il Consiglio di Amministrazione ha sospeso 
l’autorizzazione a due concerie terziste (calcinaio e concia) “per 
evidenti difformità tra lo scarico consegnato e quello rilevato in 
rete”. Si tratta di Conceria Riviera di Zermeghedo e Cumar di Montorso 
Vicentino (50 dipendenti circa in totale). “Durante l’estate scorsa – 
continua Castaman – abbiamo attivato un nucleo operativo formato da 
nostri tecnici che hanno il compito specifico di individuare le 
anomalie. Questo gruppo è stato impegnato per un periodo molto lungo, 
durante il quale ci sono stati ripetuti e mirati controlli, 
video-ispezioni delle reti, bonifica e isolamento di alcuni tratti. Ha 
individuato con precisione i punti di origine dove si generavano 
scarichi con difformità sostanziali”. Scoperti i responsabili, Medio 
Chiampo ha deliberato la “sospensione temporanea dell’autorizzazione 
allo scarico dei reflui – spiega in una diffusa ieri -, emessa nei 
confronti delle due aziende il 12 gennaio scorso con scadenza il 22 
gennaio”. Giovedì scorso (19 gennaio), “la sospensione è stata 
aggiornata al 31 di gennaio. L’avvio del procedimento di revoca prevede 
l’adeguamento nel limite di 30 giorni alle prescrizioni tecniche 
individuate a salvaguardia dello scarico. Le aziende dovranno presentare
 entro mercoledì prossimo, 25 gennaio, un piano industriale che sarà 
valutato in Consiglio di Amministrazione il giorno dopo. Per quanto 
riguarda i riscontri amministrativi, è stata fissata una sanzione che 
ammonta complessivamente a 1,55 milioni di euro”. Le due aziende, se 
vogliono riaprire, devono quindi avviare interventi sostanziali per 
rientrare nella norma, oltre a una serie di ristrutturazioni interne che
 porteranno, dice Castaman a “un ridimensionamento della loro attività”.
 L’anomalia strutturale di scarico di cui le due società conto terzi si 
sono rese responsabili (sia in termini di volumi che di carico 
inquinante) ha inciso in modo concreto sull’attività dell’impianto (in 
particolare sulla fase biologica), imponendo un aumento dei costi di 
gestione/manutenzione e, di conseguenza, penalizzando pesantemente lo 
sviluppo della produzione delle altre concerie allacciate al depuratore,
 poiché comprometteva l’efficienza del processo di depurazione. “È 
nostro dovere andare a ricercare aspetti che rendono difficoltosa la 
gestione dell’impianto – dichiara Castaman -, cuore pulsante 
dell’economia distrettuale, e difendere pertanto un interesse 
collettivo. Difformità di questo tipo danneggiano non solo la società, 
ma anche le altre aziende. Investimenti, ricerca, progettualità di ampio
 respiro passano attraverso il rispetto delle regole, punto di partenza 
necessario per una logica di sviluppo e tutela del territorio”. Medio 
Chiampo sta completando una serie di interventi che porteranno, nei 
prossimi tre anni, “a un significativo miglioramento dei processi 
depurativi e a un aumento della potenzialità dell’impianto, offrendo 
alle aziende collegate garanzie ancora maggiori di sicurezza ed 
efficienza”.
 Il CdA di Medio Chiampo riunitosi il 26 gennaio scorso ha deciso di 
prorogare a domenica 19 febbraio la sospensione allo scarico alle due 
concerie per  cui nei giorni scorsi era stata notificato l’avvio del 
procedimento di revoca dell’autorizzazione da parte di Medio Chiampo. 
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