DESERTO ISTITUZIONALE E MASSICCE DOSI DI ASSENZIO
Sapete che cos'è l'assenzio, sostanza molto usata nei secoli scorsi, dai bohemien.
Incolore, indolore, come il collirio.
Un breve resoconto di ieri sera e una considerazione finale, con foto allegate (di
Pietro Gervasio).
1. C'erano più giornalisti che amministratori. Su circa 200 invitati,
tra sindaci, consiglieri, industriali, sono stati contati da noi 7
amministratori (dalla stampa 11, forse con i portaborse), 1 ricercatore
maître à penser per la sua "Lectio Magistralis" (così definita da Invito
Ufficiale MITENI), 1 AD + qualche tecnico e un paio di apriporte. Fuori
un centinaio di manifestanti, che hanno dato vita a un sit-in stile
anni 70, quando l'impegno civile era pasto quotidiano per le
cittadinanze, ora tutte molto più ammorbidite e "appagate". Forze
dell'ordine: 2 carabinieri, 3 agenti della Digos, 4-5 agenti della
Polizia Locale.
2. Tutto si è svolto in modo assolutamente
pacifico, fatto eccezione per 2 episodi marginali frutto di idiozie e
incapacità - reciproche - di dire la propria senza alzare le mani e la
voce. Dirò al punto successivo qualcosa. Fatto invece non marginale, che
come sempre la stampa o dimentica o sotterra o non è presente al
momento giusto, il Dirigente Nardone, prima delle 19, come documentano
le foto, preso atto che la sala era praticamente deserta, incalzato da
un nostro sonoro applauso quando lo si è visto sbirciare dalla porta per
osservare la nostra civile manifestazione, è uscito. Ha allargato le
braccia, in atteggiamento di difesa, sconsolato, e ha detto, a gran
voce, queste parole: «per colpa di TERRORISTI come voi alla nostra
riunione non viene nessuno». Più che noi, la Digos e i Carabinieri,
hanno guardato Nardone... con aria stranita... sospesi... dicendo, senza
proferire parola, con evocative espressioni facciali: «questo è scemo».
Di fronte infatti stazionavano sorridenti mamme, papà, genitori,
giovani, attivisti, tutti in rigorosa tenuta "cittadina". Anti-sommossa.
Sottolineo un'evidenza sociologica, di alto rigore scientifico dopo
anni di militanza: l'usanza di chiamare "terroristi" attivisti con forti
argomenti civili sulle questioni di merito è usanza di persone
cialtrone e arroganti in fatto degli stessi argomenti di merito. A
Vicenza siamo campioni nazionali su questo fronte. Bulgarini docet.
Anche
Gianluca Peripoli ci ha chiamato così all'assemblea PFAS di Brendola. Detto questo, non ci scomponiamo e neppure perdiamo tempo. Punto. A capo.
3. Tutti sono rimasti colpiti - qualcuno anche fisicamente, a tatto e a parole - dall'arrivo irruente, debordante, di
Maurizio Scalabrin.
Bisogna riconoscergli una certa audacia e coraggio. Si è gettato nella
mischia dei manifestanti, come fossero i suoi fan. Cercando e provocando
lo scontro, a parole; ma anche proiettando in avanti la sua piuttosto
considerevole mole... Proiezione che per poco non si tramuta in scontro
fisico. Perché il primo a lanciare parole di querela per chi osava dire
che Scalabrin fosse l'organizzatore dell'incontro, è stato Scalabrin
stesso. Attenzione. Solo 2 persone, una prima e una dopo, sconosciute ai
più, hanno fatto la sceneggiata con il Presidente della Commissione
Ambiente Territorio. La seconda addirittura inventandosi un offesa
fisica che nessuno ha visto. Non mi soffermo sui dettagli, perché non
vale la pena. Riporto solo una nota, quasi notturna, apparsa sul Gruppo
Genitori Attivisti PFAS, in prossimità della mezzanotte. Qualcuno ha
scritto: «avete visto Scalabrin... incredibile... ma è sempre così? ...
pazzesco... fuori di testa... sembrava posseduto da Sgarbi». Caspita.
Posseduto da Sgarbi! Il mostro della critica! Geniale metonimia.
4. Caro Maurizio, chiudo con un punto in forma di lettera. Perché tutto
questo tuo ardore critico non lo riversi o non l'hai riversato contro
Nardone nella passata Commissione Ambiente Territorio? Di Sgarbi -
metonimia non mia, ahimé - in quell'occasione non avevi neppure l'ombra.
Certo, ieri sera era prevedibile la tua presenza. Dovevi riscattare -
"probabilmente" - un brutto tiro fatto dal Presidente del Consiglio
Comunale alle tue spalle,
Claudio Meggiolaro.
E poi da tutta la Maggioranza che ha disertato la Conferenza dopo
averla fatta firmare dal suo massimo rappresentante, citando il tuo nome
testualmente come "organizzatore", in veste di Presidente della
Commissione. Non di Pinco Pallino. Vedi, i cittadini, di questi giochi,
non sanno che farsene. Vorrebbero solo che l'ardore e l'intelligenza
critica si riversasse sulle cause giuste e al momento giusto. Non contro
di loro come è successo ieri sera. In fin dei conti, dei vostri conti,
ieri sera siamo rimasti sbigottiti. Sia per la tua irruenza fuori luogo,
di fronte a cittadini impauriti, non di te, ma dei PFAS. Sia perché a
parte la presenza tua e del tuo segugio, in prima linea, non c'era
nessun altro rappresentante del Comune di Montecchio. Fatta eccezione
per
Sonia Perenzoni
del M5S, prima e unica forza a muoversi contro i PFAS ancora nel 2014,
quando tutti la screditavano e la oltraggiavano. Qui non si tratta di
fare il gioco delle parti. Ma di dare merito a chi si impegna. A
prescindere dal colore. Sonia qui lo merita. Perché l'acqua non ha
colore. Se non quello invisibile dei PFAS. L'acqua - anzi, meglio - il
cibo, contaminato, viene ingerito sia da
Sonia Perenzoni, sia da Milena Cecchetto, sia da
Maurizio Scalabrin, sia da
Gianluca Peripoli.
Sia, e soprattutto, dai nostri figli. Da tutti. Nessuno escluso.
L'unico che non beve quest'acqua è Nardone. NARDONE. Per questo l'ardore
critico va tutto e sempre riversato contro di lui. Non contro di noi.
CONSIDERAZIONE FINALE
Ieri sera purtroppo trova conferma la mia ipotesi liquido-alimentare.
Gli amministratori che convocano e poi non si vedono, i politici del
territorio che non sono "presenti" mai al momento giusto, né con gli
argomenti, né con il corpo, Milena Cecchetto,
Claudio Meggiolaro, Gianluca Peripoli e chi più ne ha più ne metta, tra cui l'Assessore all'Ambiente
Gianfranco Trapula,
non si cibano con la stessa nostra acqua. Putrida. Anche se per via di
acquedotto e aggiustamenti normativi e filtri vari, ci dicono buona.
Mentre si deposita, senza riserve, ripeto, negli alimenti a km0. Non si
cibano di acqua. Bensì di massicce dosi di ASSENZIO.
ASSENZIO.
La bevanda divenuta simbolo degli "assenti".
Per banale trasferimento semantico. In fatto di PFAS, più che mai pertinente.
Ieri sera abbiamo avuto la prova inconfutabile.
COLLIRIO negli occhi e ASSENZIO nelle vene.
Fate voi. Dove andremo a finire.