Evidentemente lo studio del dottor Bai presentato nell'assemblea del
nostro coordinamento a Cologna Veneta e poi anche a Montecchio Maggiore
in Comissione Ambiente merito di Sonia Perenzoni dei 5 stelle ha smosso
le acque. Oggi sul Gdv Anche a Montebello, Montorso, Gambellara,
Zermeghedo
L´acqua dei pozzi verrà analizzata.E' infatti in arrivo
un ordinanza dalla Regione come annunciato anche su TVA pochi giorni
fa.L´Ulss 5 chiederà ai sindaci di obbligare i residenti ad eseguire i
controlli sui perfluori delle cisterne.
Gli esami dell´acqua potranno essere fatti in laborarori che rispettano i parametri regionali
L´Ulss5 chiederà ai sindaci di Montecchio, Montebello, Montorso,
Gambellara e Zermeghedo di emettere l´ordinanza che obblighi i
proprietari dei pozzi privati ad eseguire le analisi delle acque. Lo ha
annunciato l´altra sera Adolfo Fiorio, direttore del dipartimento di
prevenzione dell´Ulss5, durante l´incontro con la commissione comunale
ambiente e territorio, riunitasi in municipio per discutere ancora una
volta sulla falda contaminata dalle sostanze perfluoro-alchiliche.
«Dopo aver organizzato una prima fase nei quattro Comuni di Brendola
Sarego Lonigo e Alonte, e aver raccolto tutte le analisi - ha osservato
-, adesso come Ulss intendiamo attivarci con Montecchio, Montebello,
Montorso, Gambellara e Zermeghedo perché è opportuno che anche queste
Amministrazioni emanino l´ordinanza» . Fiorio ha anche spiegato che, una
volta che i privati avranno fatto analizzare le acque dei propri pozzi
ed avranno comunicato gli esiti all´ente socio-sanitario «l´Ulss5, sulla
base delle concentrazioni dedi queste sostanze, deciderà se l´acqua dei
pozzi è di uso potabile oppure se i sindaci dovranno intervenire con
una seconda ordinanza che ne vieta l´uso per bere e per cucinare. E
quindi il successivo allaccio all´acquedotto».
Il direttore del
dipartimento di prevenzione ha affermato che nei prossimi giorni saranno
programmati gli incontri con i primi cittadini con i quali saranno
messe a punto tutte le fasi del progetto. Per quanto riguarda poi le
analisi ha proseguito: «I titolari dei pozzi potranno far eseguire gli
esami in qualsiasi laboratorio ma i laboratori dovranno rispettare dei
parametri tecnici fissati da una delibera regionale. Acque del Chiampo,
ad esempio, ha dato la propria disponibilità ad effettuare le analisi ad
un prezzo calmierato».
In sostanza, come è accaduto nei Comuni
vicini, gli esami dovranno essere effettuati per sapere se le
concentrazioni dei perfluori supereranno i cosiddetti “valori
obiettivo", cioè i limiti di contaminazione di Pfos e Pfoa fissati
rispettivamente a 30 e 500 nanogrammi per litro dall´Istituto superiore
della Sanità lo scorso anno, e poi recepiti dalla Regione Veneto.
La
preoccupazione di tutti i consiglieri castellani, di maggioranza ed
opposizione, e del presidente della commissione Maurizio Scalabrin, si è
principalmente focalizzata sugli eventuali effetti che i perfluori
potrebbero avere sulla salute dei cittadini.
«I valori massimi
indicati dall´Istituto superiore della Sanità sono stati fissati per
rimanere ampiamente all´interno di un ambito di sicurezza - ha risposto
Fiorio -. Attualmente, quindi, le concentrazioni sono largamente al di
sotto dei valori in grado di provocare alterazioni patologiche. Dal
momento che parliamo di acqua ancora di più si è tenuto conto che si
tratta di un uso che dura tutta la vita».
All´incontro era presente
Edoardo Bai, medico specialista in medicina del lavoro ed ex
collaboratore dell´istituto nazionale tumori di Milano, membro
dell´Associazione dei medici per l´Ambiente - Isde Italia, invitato come
esperto dal consigliere Sonia Perenzoni. Il dottor Bai ha presentato i
risultati di una ricerca sugli effetti dei Pfas, eseguita con altri
epidemiologi specialisti, che ha preso in analisi i comuni di Lonigo,
Casale sul Sile, Montagnana e Cartigliano dove la presenza dei perfluori
supera i 500 ng/l ed altri in cui la concentrazione è bassa o assente.
Il confronto fra le aree ha evidenziato che per alcune patologie, come
il diabete, le malattie dell´apparato uro-genitale, ed i tumori del
fegato, della prostata e del rene, il numero dei morti è superiore.
«C´è un campanello d´allarme da non sottovalutare ed è per questo motivo
che ho scritto a tutte le Ulss interessate - ha dichiarato Bai - perchè
è necessario ridurre al minimo l´esposizione della popolazione mediante
un provvedimento sull´acqua potabile. È un fenomeno che può essere
nocivo anche a livello nazionale e non c´è normativa. Si può fare
un´indagine sanitaria importante e senza spese, utilizzando anche i dati
che sono già on-line».
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