Sul tavolo degli imputati, per i reati di avvelenamento di acque e disastro ambientale, i vertici della ex industria chimica di Trissino
Si è celebrata lunedì davanti al dottor Venditti del Tribunale di Vicenza la seconda udienza preliminare del processo che vede imputati, per i reati di avvelenamento di acque e disastro ambientale, i vertici della ex Miteni, tra i quali i manager della giapponese Mitsubishi Corporation e della lussemburghese International Chemical Investors, che nell’ultimo decennio si sono succeduti nella proprietà e nella gestione amministrativa dell’industria chimica di Trissino, oggi fallita.
"La Regione Veneto, costituita parte civile - sottolinea l’avvocato Fabio Pinelli del Foro di Padova, incaricato dalla Regione del Veneto per la Costituzione di Parte Civile dell’Ente nel processo penale per la vicenda Pfas - non ha subito eccezioni in ordine alla sua legittimazione a stare in giudizio come parte offesa e danneggiata del reato. La Regione Veneto, dunque, è protagonista di questo processo, per rivendicare il risarcimento di tutti gli ingentissimi danni che l’Ente ha subito, e per ottenere copertura dei costi che continuerà a sostenere, per favorire la tutela del territorio veneto, sia sul versante della sua salubrità ambientale, sia soprattutto per garantire ai suoi cittadini la funzionalità di tutti gli strumenti sanitari necessari a proteggerli dalle conseguenze dannose di tale gravissima vicenda di inquinamento".
Proprio per assicurare alla Regione Veneto la massima tutela risarcitoria nell’interesse dei suoi cittadini, l'avvocato Pinelli ha formalizzato al giudice dell’udienza preliminare la richiesta di far entrare nel processo, quali responsabili per il risarcimento dei danni, le due multinazionali straniere Mitsubishi Corporation e International Chemical Investors, nel cui interesse e sotto la cui direzione e controllo taluni degli imputati hanno gestito la Miteni.
Anche di quest’ultima, seppur fallita, è stato chiesto il formale coinvolgimento nel processo; valuterà il Giudice se il patrimonio della Miteni debba essere messo a disposizione anche dell’Ente Regione, per il risarcimento di tutti i danni che quest’ultima è costretta a subire, per tutelare la sua popolazione dalle conseguenze dei reati commessi dagli imputati. Se tale richiesta sarà – come si auspica – accolta, tutte e tre queste importanti società dovranno rispondere con il proprio patrimonio dei danni subiti dal Veneto in conseguenza dei fatti della Miteni.
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