Pfas, duello Regione Ministero sui limiti per Arica
Il collettore Arica, negli intendimenti della Regione Veneto, dunque, avrebbe dovuto comunque raggiungere i livelli stabiliti per l’acqua potabile proposti dall’Istituto superiore di sanità, pur lavorando con acque reflue. La Regione tuttavia dava quattro anni di tempo ad Arica per farlo, mentre il Ministero impone l’adeguamento immediato.
“Anche la Regione – sottolinea una nota di Palazzo Balbi – aveva previsto di raggiungere gli stessi limiti, nel tempo più breve possibile consentito dalle migliori tecnologie disponibili, con un percorso che tenesse conto della necessità fisica di adeguamento degli impianti di depurazione e produttivi, considerata la palese impossibilità pratica di raggiungere lo stesso risultato da un giorno all’altro. Il tutto a seguito di una approfondita analisi tecnica e normativa”.
“Con il proprio intervento – continua la giunta regionale -, il Ministero, esercitando la propria competenza e seguendo un percorso più restrittivo rispetto alla normativa vigente, ha individuato la priorità da perseguire, i tempi di applicazione ed infine il percorso amministrativo, messo a carico alla Regione. La Regione non può che adeguarsi alla perentoria imposizione dello Stato, procedendo a modificare in tal senso l’autorizzazione”.
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