(Rinnovabili.it) – «Prima di decidere se mantenere il glifosato
nell’elenco Ue delle sostanze attive approvate, è necessario che si
faccia chiarezza. In mezzo alle due posizioni opposte dell’EFSA e dello
IARC c’è infatti la salute dei cittadini». Così recita la lettera
scritta dalle 31 associazioni nazionali per la difesa dell’ambiente e
dell’agricoltura biologica che hanno lanciato quest’anno la campagna STOP Glifosato, partita da un’iniziativa di AIAB e FIRAB.
Non sono per nulla soddisfatte del parere emesso giovedì scorso dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare: l’EFSA, infatti, andando contro al parere dell’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha decretato la non cancerogenicità per l’uomo di questa sostanza attiva utilizzata come base per un gran numero di erbicidi e pesticidi. La conclusione dell’EFSA sarà utilizzata come base dalla Commissione europea per decidere se mantenere o meno il pesticida nell’elenco UE delle sostanze approvate.
Non sono per nulla soddisfatte del parere emesso giovedì scorso dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare: l’EFSA, infatti, andando contro al parere dell’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha decretato la non cancerogenicità per l’uomo di questa sostanza attiva utilizzata come base per un gran numero di erbicidi e pesticidi. La conclusione dell’EFSA sarà utilizzata come base dalla Commissione europea per decidere se mantenere o meno il pesticida nell’elenco UE delle sostanze approvate.
Nel marzo scorso, però, lo IARC, ne
aveva invece decretato la probabile cancerogenicità, dando avvio in
tutto il mondo a proteste pubbliche, richieste di danni e moratorie. Sull’onda di questo movimento globale contro Monsanto (azienda che più guadagna dalle vendite dell’erbicida Roundup a base di glifosato) il Tavolo delle associazioni ha inviato una lettera al governo italiano chiedendo la rimozione del prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono. L’esecutivo, tuttavia, non ha ancora dato nessuna risposta a riguardo.
«La
decisione dell’EFSA era già nell’aria come si legge in una lettera
inviata alla Commissione europea il 29 ottobre scorso da numerose
associazioni – ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, portavoce del
Tavolo – Nella missiva si mette in evidenza che la relazione
dall’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR) a
supporto delle decisioni dell’EFSA non tiene in considerazione una vasta
gamma di studi scientifici pubblicati da riviste internazionali
indipendenti che sono stati invece valutati e considerati rilevanti
dallo IARC». L’Autorità, inoltre, si sarebbe basata in gran parte su studi mai pubblicati forniti dalle stesse multinazionali che producono il glifosato.
«Il primo obiettivo è la salute dei
cittadini – conclude Mammuccini – Per tutelarla occorrono strumenti
seri, scientifici e indipendenti. I due pareri sono troppo divergenti
per non richiedere l’applicazione del principio di precauzione
e un approfondimento su più fronti. Nel frattempo, però, rafforziamo la
nostra richiesta al governo italiano di vietare la produzione,
l’utilizzo e la commercializzazione di tutti i prodotti a base di
glifosato».
TAG: AIAB, cancro, Efsa, erbicidi, Firab, glifosato, IARC, monsanto, pesticidi, roundup, Stop glifosato
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