A Lonigo è successo anche questo fattaccio nel 2009 .Indagini della Gdf.
Annullato il risarcimento a Legambiente perché il danno ambientale è
liquidato soltanto allo Stato I reflui delle lavorazioni della pelle di
una conceria (anche a Lonigo ce ne sono, poche ma quanto basta!)
finivano anche in un lavandino dei bagni aziendali. «Era emerso che
l'attività di prelievo dei liquidi dalle cisterne e di utilizzo del tubo
per lo scarico di essi in fognatura era svolta giornalmente
dal titolare». A scoprirlo era stata la guardia di finanza nel corso di
un accertamento e la Cassazione ha respinto il ricorso
dell'imprenditore Giovanni Tessari, 56 anni, di Lonigo, titolare anche
della Giulipell, ritenendo pacifica la sua responsabilità penale
ambientale.
È stato, invece, accolto lo stesso ricorso per Giuliana
Visentin, 50 anni, moglie di Tessari, condannata dal tribunale di
Vicenza sul presupposto che «sicuramente (costei) ha notato il tubo in
questione e avrebbe dovuto quantomeno interrogarsi sulla sua funzione».
L'affermazione, scrivono i supremi giudici, «non è idonea di per sé a
giustificare la condotta di concorso, nella forma dell'omissione, nel
reato contestato a Tessari», poiché per condurre alla condanna della
donna, avrebbe dovuto presupporre l'esistenza di un dovere di vigilanza
dell'imputata.
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