Tutta
la rassegna stampa sulle vicende del cambio dirigenti Arpav a Vicenza e
caso Medio Chiampo con nuove nomine dei vertici e cronostoria della
vicenda sulle condanne per un grave inquinamento della nostra acqua
sopratutto qui a Lonigo e a Cologna Veneta . Non possiamo ancora stare
tranquilli ma anche il nostro comunicato
http://www.montecchiopiu.com/leggi/medio-chiampo-spa-le-richieste-di-acqua-bene-comune oltre a quello di Pietrangelo
Pettenò
http://www.veneziaonline.com/news/ultim-ora/ambiente-petteno-fsv-rimuovere-vertici-medio-chiampo-spa.html ha fatto in modo che ci sia stato questo cambio direzionale
RIORGANIZZAZIONE. Verona e Vicenza da unire
Arpav, nuove nomine ma si va a macro-aree
Da Il Giornale di Vicenza venerdì 03 ottobre 2014 REGIONE, pagina 9
PADOVA
Nuove nomine all´Arpav, l´agenzia della Regione, dove però si arriverà
presto a “macro-aree sovraprovinciali», come previsto dal piano
strategico 2012-14 aggiornato con l´ok della Regione in estate. Erano
scaduti i mandati dei direttori dei dipartimenti, e il direttore
generale Carlo Emanuele Pepe ha provveduto alle nuove nomine che
dureranno 3 anni. I nuovi direttori sono Loris Tomiato per i
dipartimenti provinciali di Treviso e di Venezia, Renzo Biancotto per
Rovigo, Vincenzo Restaino per Padova, Primo Munari per Verona e infine
Giancarlo Cunego per il dipartimento provinciale di Vicenza. È arrivata
la conferma per Rodolfo Bassan a Belluno, Alberto Luchetta al
dipartimento regionale Sicurezza del territorio e Francesca Daprà a
quello Laboratori. L´Arpav però mira a creare tre macroaree per
Verona-Vicenza, Padova-Rovigo, Venezia-Treviso, lasciando invariati
Belluno e i due dipartimenti di valenza regionale: «L´attivazione delle
tre macroaree sarà graduale, pertanto ogni direttore attualmente
designato ha il mandato fin d´ora di intraprendere soluzioni
organizzative propedeutiche all´avvio dei nuovi dipartimenti».P.E.
Il Giornale di Vicenza mercoledì 01 ottobre 2014 – PROVINCIA – Pagina 34
MONTEBELLO. Nominati i nuovi amministratori Castaman al vertice di Medio Chiampo dopo lo scandalo
I sindaci soci: «Un Cda di alto profilo, competente e capace»
È stato nominato il nuovo consiglio di amministrazione di Medio
Chiampo. Cambiano così i vertici della società a capitale pubblico che
gestisce il ciclo idrico integrato e l´impianto di depurazione fanghi
dopo lo scandalo dei controlli facili sfociato nella sentenza di primo
grado che aveva visto condannati il presidente e il managment
dell´azienda. La nomina da parte dei sindaci dei Comuni soci paritari,
Dino Magnabosco per Montebello e Gianluigi Cavaliere per Zermeghedo, è
avvenuta a pochi giorni dalla scadenza naturale del mandato dei
componenti, prevista per fine mese. «Abbiamo chiesto ai 3 membri del Cda
che erano rimasti ancora in carica di fare un passo indietro e
rassegnare le dimissioni in modo da poter permettere ai nuovi componenti
di essere operativi già dai primi di ottobre» spiega Magnabosco. Ad
accogliere le richieste dei sindaci sono stati i consiglieri Scalzolaro e
Cazzavillan mentre il presidente di Medio Chiampo, Pier Giorgio Rigon, è
stato travolto dalla decadenza dell´organo dovuta al venir meno, per
dimissioni dei consiglieri, della maggioranza minima di componenti
fissato dalla legge e dallo statuto.
«Non voglio pronunciarmi
sulla mancanza di dimissioni spontanee da parte di Rigon - precisa
Magnabosco - l´importante adesso per noi è che ci sia un nuovo Cda di
alto profilo nominato di comune accordo e formato da persone competenti e
capaci, in grado di imprimere quella svolta di cui la società ha
bisogno».
Presidente di Medio Chiampo è ora il due volte sindaco di
Zermeghedo Giuseppe Castaman, suo vice è Lorenzo Altissimo, chimico,
direttore del Centro idrico di Novoledo, già membro del Cda di Medio
Chiampo dal 2006 al 2009. Consiglieri sono Chiara Biscotto, bancaria ed
esperta di finanza aziendale; Antonio Gennarelli, commercialista e
revisore contabile, nel Cda di diverse Spa pubbliche e Monica
Battistella, laurea in farmacia, responsabile s! icurezza e qualità di
una multinazionale.
Il Giornale di Vicenza domenica 10 agosto 2014 – PROVINCIA – Pagina 30
MONTEBELLO. Il sindaco: «Serve un nuovo cda tecnico e gestionale»
Idea Medio Chiampo
«Crescere come Aim»
Cura del verde e delle strade per restare autonomi
Rilanciare la partecipata municipale Medio Chiampo Spa e difenderne
l´autonomia. Sono le intenzioni che il sindaco di Montebello, Dino
Magnabosco, ha reso note durante il consiglio comunale relazionando ai
consiglieri in merito alla società che, con socio paritario il comune di
Zermeghedo, gestisce il servizio idrico integrato e finita al centro di
una vicenda giudiziaria con i vertici condannati il mese scorso in
primo grado per violazioni delle norme ambientali. In quest´ottica il
primo punto da realizzare è la nomina di nuovi uomini nel consiglio di
amministrazione dell´azienda. «Medio Chiampo è una risorsa da difendere e
da valorizzare - ha detto Magnabosco - e ad oggi si sta lavorando per
selezionare un gruppo dirigente che possa dare nuovo lustro e
prospettive. È quindi nostra intenzione nominare un cda che garantisca
alla società una copertura tecnico gestionale nei rapporti con gli altri
enti, evitando concorrenze! inutili con altri gestori».
Una
necessità che non può non passare attraverso un ripensamento della
missione aziendale. «Vogliamo - hanno annunciato il sindaco e
l´assessore al bilancio Anna Cracco - che Medio Chiampo cambi passo e
che ci sia una chiara programmazione economica e finanziaria e una
strategia aziendale finalizzata a migliorare e ad implementare i servizi
offerti, diventando una multiutility al sevizio dei Comuni».
Il
modello cui ispirarsi sono le Aim di Vicenza e il primo ampliamento
delle competenze cui fare riferimento saranno le manutenzioni stradali e
la cura del verde pubblico. Inoltre, per poter permettere una scelta
più consapevole è stato affidato ad una società di consulenza aziendale
l´incarico di stilare un rapporto sulla situazione complessiva di Medio
Chiampo.
«Se vogliamo che conservi la sua autonomia e che non venga
fagocitata da più grandi realtà industriali di Arzignano - ha precisato
Magnabosco rispondendo ai consiglieri Maria Grazia Maggio e Alberto
Zanuso - occorre aumentare la redditività con l´allargamento
dell´offerta dei servizi».
Il rapporto sullo stato di salute della
partecipata sarà reso noto ai primi di settembre, il cda scadrà alla
fine del mese prossimo. Poi sarà l´ora delle decisioni.
Il Giornale di Vicenza sabato 26 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 32
AMBIENTE
Pettenò chiede di rimuovere i vertici Medio Chiampo Spa
«I vertici dell´azienda Medio Chiampo, che gestisce il servizio idrico
integrato dei comuni di Montebello Vicentino, Zermeghedo e Gambellara,
devono essere rimossi». Lo chiede il consigliere regionale Pietrangelo
Pettenò (Federazione della Sinistra Veneta), in un´interrogazione
rivolta alla giunta regionale e in particolare all´assessore
all´ambiente Maurizio Conte, a seguito della condanna ad un anno e mezzo
di reclusione, oltre al risarcimento di 500 mila euro nei confronti del
Ministero dell´Ambiente, che il tribunale di Vicenza ha comminato al
presidente, al direttore generale e al direttore tecnico della Medio
Chiampo per l´inquinamento del depuratore di Montebello e della
discarica di Zermeghedo.
«La condanna, peraltro arrivata a otto anni
dai fatti contestati e dalle ispezioni Arpav - osserva Pettenò - va ad
aggiungersi a episodi che nel corso degli anni hanno visto operare in
negativo i verti! ci della società pubblica, che invece avrebbero dovuto
gestire in modo impeccabile il delicato equilibrio ambientale del
distretto produttivo di Zermeghedo, Montebello e Gambellara. Ritengo
pertanto necessario e urgente procedere subito alla revoca del
presidente e alla sospensione dei dipendenti condannati». M.G.
Il Giornale di Vicenza - lunedì 14 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 17
MONTEBELLO. Il Pd
«Si dimettano i vertici di Medio Chiampo»
Il Pd di Montebello ha chiesto le dimissioni dei vertici della Medio Chiampo condannati in primo grado.
«Il Partito democratico a seguito della condanne inflitte ai vertici
del consiglio di amministrazione della Medio Chiampo Spa per
l´inquinamento del depuratore di Montebello e della discarica di
Zermeghedo – si legge nel volantino fatto circolare nei giorni scorsi –
chiede le dimissioni immediate dei dirigenti e dei dipendenti
condannati».
L´altro ieri un´analoga richiesta di azzeramento dei
vertici era stata formulata da parte del coordinamento Acqua bene comune
di Vicenza e del comitato Acqua bene comune della Valchiampo ai sindaci
di Montebello e Zermeghedo, soci paritari al 50 percento della società a
capitale pubblico che gestisce il ciclo idrico integrato.
Il
presidente del Cda Piegiorgio Rigon, il direttore amministrativo Luigi
Culpo e il direttore tecnico Stefano Paccanaro sono stati c! ondannati a
un anno e mezzo di reclusione col beneficio della sospensione della
pena a condizione del risarcimento al ministero dell´Ambiente di mezzo
milione di euro. Della sentenza di condanna è già stata annunciata la
presentazione dell´impugnazione in appello. M.G.
dal sito Il Giornale di Vicenza Clic.
Il Giornale di Vicenza Clic
domenica 13 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 31
MONTEBELLO
«Azzerare i vertici di Medio Chiampo»
Un azzeramento dei vertici di Medio Chiampo spa. È quanto chiedono il
coordinamento “Acqua bene comune” Vicenza e il comitato “Acqua bene
comune” Val Chiampo ai sindaci di Montebello e Zermeghedo, i cui Comuni
sono soci dell´ente di gestione del ciclo dell´acqua.
La richiesta è
motivata con le condanne del presidente della società Piergiorgio
Rigon, del direttore generale Luigi Culpo e del direttore tecnico
Stefano Paccanaro. Gli attivisti invitano i primi cittadini “a procedere
con urgenza alla revoca del mandato al presidente Piergiorgio Rigon e
ad attivare le procedure per la sospensione dal servizio e dello
stipendio dei dipendenti Luigi Culpo e Stefano Paccanaro, nel caso che i
citati ricorrano rispetto alla sentenza di condanna; diversamente, di
procedere, per quanto di competenza, al licenziamento senza preavviso e
al recupero delle spese processuali dai condannati”.
I comita! ti,
poi, oltre a sollecitare una verifica dello stato di salute dell´impresa
per valutare una fusione con Acque del Chiampo, chiedono un´indagine
alla vecchia discarica di Zermeghedo, anche in seguito alle malattie che
hanno colpito persone operanti, in passato, per Medio Chiampo, o
residenti nella zona. MA.CA.
Il Giornale di Vicenza mercoledì 02 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 28
MONTEBELLO. La replica dei vertici della società ritenuti responsabili di traffico di rifiuti
«MedioChiampo, la condanna è contro un lavoro di 30 anni»
«Il fango non è pericoloso perchè non è cancerogeno Ne va delle attività delle concerie di tutta la zona»
«Di fronte alla condanna siamo quanto mai perplessi. Perchè la sentenza
del giudice, oltre a ritenerci responsabili, di fatto condanna
un´attività trentennale della società, che continua analoga anche oggi,
ben dopo i fatti che erano oggetto dell´imputazione».
A parlare sono
gli imputati che l´altra sera, il giudice Michela Rizzi, accogliendo la
richiesta del pubblico ministero onorario Stefano Conte, ha ritenuto
responsabili e ha inflitto loro 18 mesi di reclusione (pena sospesa solo
se risarciranno mezzo milione di euro al ministero dell´Ambiente e se
rimuoveranno quanto è di pericolo per l´ambiente) a Piergiorgio Rigon,
79 anni, di Montebello, presidente della società Medio Chiampo spa; al
direttore amministrativo Luigi Culpo, 54, di Arzignano, e ai due
dipendenti Stefano Paccanaro, 53 anni, di Zermeghedo, e Stefania
Malesan, 41, di Monteforte d´Alpone.
Condannati anche Paolo
Crestani, 51, di Montebello, e Luigi Storato, 40, pure di Montebello.
Sono stati ritenuti colpevoli di traffico illecito di rifiuti per la
gestione della discarica di Zermeghedo.
I condannati, assistiti
dagli avv. Marco Dal Ben. Marco Tonellotto, Lucio Zarantonello, Giovanni
Manfredini, Ilaria Benedetti, Linda Marchesini e Alessandro Zennaro,
attenderanno le motivazioni prima di presentare ricorso in appello. Il
reato si prescriverà in novembre, ma resta aperto il nodo del
risarcimento. «Medio Chiampo è una società pubblica nata per volontà dei
Comuni di Montebello e Zermeghedo che intendevano organizzare in
maniera pianificata la gestione dei rifiuti da fanghi di conceria. Il
depuratore di Montebello li riceve e li tratta, e poi li conferisce alla
discarica di Zermeghedo. Così da trent´anni, sulla scorta di
autorizzazioni rilasciate da più enti, l´ultima nel 2011», spiegano gli
imputati.
L´inchiesta della procura era partita con altre ipotesi di
reato, molte de! lle quali cadute in aula per prescrizione. È rimasta
in piedi! la questione del traffico di rifiuti, che fa riferimento al
fatto che i fanghi erano contaminati da idrocarburi e fenoli in eccesso.
Per il consulente della procura Vergnano, infatti, il fatto che
venissero superati i limiti di idrocarburi e fenoli stava a indicare la
pericolosità di quei rifiuti.
«Questa tesi, peraltro espressa in
solitudine dal consulente, è stata contrastata fra l´altro dall´Istituto
superiore di Sanità. Perchè, per stabilire se un rifiuto è pericoloso,
va indicato se è cancerogeno; e per accertarlo servono dei “marker”. Lo
ha poi stabilito anche una legge del 2009: non è sufficiente il
superamento del limite». A questi risultati, proseguono i condannati,
era giunta anche l´Arpav, e i suoi tecnici lo hanno testimoniato in
aula; ma c´era giunta anche la procura ancora nel 2007. «Per dare il via
libera al dissequestro della discarica il pm di allora ci chiese -
sottolinea Culpo con l´avv. Dal Ben - ! di portare i fanghi in un
laboratorio indicato dallo stesso magistrato. Gli esiti dimostrarono che
i nostri fanghi superavano sì il limite degli idrocarburi, ma non erano
cancerogeni. La Medio Chiampo interpellò anche la Stazione delle Pelli
di Napoli, che diede gli stessi esiti. I nostri fanghi, sempre gli
stessi, che trattiamo da 30 anni, non sono rifiuti pericolosi. Purtroppo
la sentenza racconta di una verità contraria».
È questa la maggiore
preoccupazione dei condannati. «Ad essere messa in dubbio non è la
nostra singola attività, ma tutto il sistema su cui da decenni si fonda
la Medio Chiampo, che è fondamentale per lo sviluppo del lavoro delle
concerie di tutta la zona. Senza discarica, si blocca la produzione. Ma
se gestendo la struttura così come abbiamo sempre fatto abbiamo commesso
un reato, vuol dire che oggi stiamo continuando a sbagliare. Ne siamo
certi?». La risposta in Appello. D.N.
Il Giornale di Vicenza martedì 01 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 31
MONTEBELLO. Si è chiuso ieri pomeriggio il lunghissimo processo vicentino legato all´inquinamento del depuratore
Medio Chiampo, sei condanne
I responsabili dovranno risarcire il ministero dell´Ambiente con 500
mila euro per i danni. Sono andate prescritte sette posizioni
Un
anno e mezzo di reclusione ciascuno, con la sospensione della pena solo
se pagheranno il mezzo milione di euro di provvisionale al ministero
dell´Ambiente. È questa la condanna, letta dopo tre ore di camera di
consiglio, inflitta dal giudice Michela Rizzi a carico di sei dei
tredici imputati del maxiprocesso per l´inquinamento del depuratore di
Montebello e della discarica di Zermeghedo. Otto anni dopo il blitz
compiuto da polizia stradale e Arpav, seguito alla visita a sorpresa
della troupe di “Striscia la notizia”, la vicenda giudiziaria arriva ad
un punto fermo. Assolti gli altri imputati, tre per non aver commesso il
fatto e gli altri perchè le accuse - in relazione a specifiche
violazioni ambientali - sono oramai prescritte. Il tribunale ha accolto,
diminuendole di sei mesi, le richieste della procura con il pubblico
ministero onorario Stefano Conte, cui era stato affidato un fascicolo
scottante. La parte civile - il ministero - con l´avv. Bonora aveva
chiesto una provvisionale di un milione per i danni provocati. Il
risarcimento complessivo sarà valutato dal giudice civile. Il dicastero
sottolinea che per bonificare il bacino (che insiste soprattutto sulla
provincia di Verona) ha un accordo di programma che prevede investimenti
per 90 milioni di euro.
Sono stati ritenuti responsabili di aver
contaminato la discarica con idrocarburi e fenoli Stefano Paccanaro, 53
anni, di Zermeghedo (avv. Lucio Zarantonello); Piergiorgio Rigon, 79, di
Montebello (avv. Marco Dal Ben e Marco Tonellotto); Luigi Culpo, 54, di
Arzignano (avv. Giovanni Manfredini e Ilaria Benedetti); Paolo
Crestani, 51, di Montebello; Luigi Storato, 40, di Montebello (avv.
Alessandro Zennaro e Linda Marchesini), e Stefania Malesan, 41, di
Monteforte d´Alpone. Assolti con formula piena Giovanni Bartucci, 42, di
San Bonifacio; Fabio Crestani, 47, di Montebello (avv. Angelo Merlin), e
Sandra Dal Grande, 7! 0, di Montebello. Infine, prescritte le
posizioni, oltre che p! er alcune accuse di Paccanaro, Rigon, Culpo,
Storato e Malesan, di Tiziana Piras, 42, di San Bonifacio (avv.
Francesco e Lino Pasquino); Davide Zannato, 37, di Montecchio Maggiore;
Gianna Tasson, 51, di Zermeghedo (avv. Luisa Fiorentino), e infine Bruno
Pellizzari, 72, di Montecchio Maggiore.
Era il marzo 2006 quando la
procura fece perquisire la sede della Medio Chiampo. Scattarono
verifiche sulla gestione ambientale di depuratore e discarica. A dover
rispondere i vertici della Medio Chiampo, e di Elidra Multiutility, che
gestiva il depuratore.
Il Giornale di Vicenza - martedì 01 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 31
«Sentenza ingiusta Proporremo appello»
«Una sentenza assurda, da rivedere. Ricorreremo in Appello». I commenti
a caldo dei sei condannati sono simili fra loro e lapidari, soprattutto
da parte dei vertici della Medio Chiampo, che si riservano di tornare a
bocce ferme sulla condanna, sulla quale peraltro incombe la
prescrizione, che non tutela però dal risarcimento. Per l´avv. Dal Ben,
che difende il presidente Piergiorgio Rigon, il suo assistito è sempre
stato «convinto di avere operato in maniera corretta».
Articolato il
ragionamento dell´avv. Manfredini, che assiste Culpo. «Abbiamo portato
in aula testimonianze che hanno riferito come Culpo fosse direttore del
servizio amministrativo della società, senza delega ambientale. È stato
legale rappresentante fino al 2002, poi si è occupato solo di
amministrazione. Non solo non aveva deleghe, ma nemmeno competenze di
natura ambientale. Fra l´altro, a questa conclusione era già giunta la
medesima magistratu! ra, archiviando un altro procedimento, oltre alla
Provincia, che ha annullato delle sanzioni che aveva elevato a Culpo
ancora alcuni anni fa per questa stessa vicenda giudiziaria. Attendiamo
le motivazioni per comprendere il ragionamento del giudice». «Paccanaro e
Malesan erano dipendenti, e non è emerso nulla a loro carico - rimarca
l´avv. Zarantonello -: siamo sconcertati. Senza dire che i consulenti
hanno smentito il superamento dei limiti di legge».
Soddisfatto
invece l´avv. Pasquino, che tutelava Tiziana Piras, amministratrice di
Elidra: «Pur con la prescrizione, la mia assistita esce di scena senza
alcun obbligo risarcitorio».D.N.
Il Giornale di Vicenza - martedì 01 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 31
Il servizio di Striscia la notizia
Era il 2006 quando l´allora pm Angela Barbaglio, a margine della
maxinchiesta nella gestione dei rifiuti, fece perquisire la Medio
Chiampo. Gli accertamenti scattarono anche dopo la messa in onda del tg
satirico “Striscia la notizia”, che con un servizio di Moreno Morello
denunciò le pulizie in discarica prima dei controlli. L´indagine nei
confronti di 65 persone fu spezzettata in più filoni. In quello rimasto a
Vicenza erano indagate 31 persone, fra cui i politici regionali in
carica fino al 2010, usciti di scena con l´archiviazione. Erano tutti
accusati di aver favorito numerose concerie allacciate alla fognatura
pubblica per smaltire i loro fanghi in deroga ai limiti fissati dalla
legge. Il caso suscitò un ampio dibattito fra le necessità ambientali e
quelle di salvaguardare i posti di lavoro.