domenica 16 aprile 2017

Modifica del Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (art. 121 D.Lgs. 152/2006)

Pfas:Con l'approvazione di tale modifica del Piano regionale Tutela Acque, ci sembra che la indicazione della necessità di chiudere la MITENI (a Trissino) - fino ad ora solo annunciata (da Mantoan e da ARPAV ) - sia diventata una norma cogente della Regione Veneto.
Siamo curiosi di vedere a quale Autorità pubblica spetterà farla rispettare
Modifica del Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (art. 121 D.Lgs. 152/2006) approvato con…

Comunicato di No Alla Centrale sull'inceneritore di fanghi ad Arzignano

«No inceneritore fanghi conciari ad Arzignano»

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Emanuele Vezzaro segretario dell’associazione “No alla Centrale” sul bando di Comune e Acque del Chiampo per un inceneritore di fanghi conciari ad Arzignano.
Dalle notizie apparse recentemente sulla stampa e dalla discussione nel Consiglio comunale di Arzignano del 15 marzo u.s. apprendiamo con stupore e incredulità che l’amministrazione di Arzignano e la società Acque del Chiampo hanno nuovamente avviato l’Iter per un bando alla ricerca di società che costruiscano un inceneritore per i fanghi conciari. Stupisce il metodo proposto: il Project Financing (finanza di progetto), cioè l’accordo in cui società private investono soldi propri per la realizzazione di un’opera. Strumento inefficace e truffaldino, come ben dimostrato dalla vicenda della Pedemontana col corollario ora di una nuova tassa regionale per coprire il dissesto. Nel merito invece, lo stupore nasce dal fatto che l’ipotesi inceneritore era stata, a suo tempo, bocciata proprio dal sindaco di Arzignano e dall’amministratore di Acque del Chiampo, in quanto avrebbe acuito i rischi per la salute dei cittadini. Il sindaco affermava inoltre che «chi propone di incenerire i fanghi conciari è una potente lobby» a cui lui mai si sarebbe assoggettato. Dovrebbe ora spiegare, il sindaco, su quali basi scientifiche e tecniche, vi è questa virata a favore di un impianto di incenerimento.
Dovrebbe cioè chiarire come è stato ora scongiurato il pericolo che il cromo trivalente presente in notevole quantità nei fanghi conciari si trasformi, durante la combustione, in cromo esavalente, inserito tra i cancerogeni certi. L’incredulità nasce invece dal fatto che Acque del Chiampo, con la presidenza Serafin, ha sbeffeggiato le proposte uscite dalla commissione istituita con il progetto partecipativo “Parco” del 2007, salvo ora ritornare come nel gioco dell’oca alla casella di partenza, con l’handicap rispetto al progetto Parco che tutte le decisioni vengono prese nelle segrete stanze dell’Amministratore unico di Acque del Chiampo. È necessario che i proponenti del nuovo impianto affrontino la questione in una assemblea pubblica aperta alla popolazione e agli amministratori comunali dell’Ovest vicentino. In tale assemblea dovrebbero essere presentati dati, progetti, costi, finanziamenti, impatti ambientali e sanitari in modo tale che sia fugato ogni dubbio sull’effettiva efficacia di un inceneritore per i fanghi conciari; così come la Regione ha affrontato il tema Pfas in assemblee pubbliche con i cittadini.
Emanuele Vezzaro
Segretario Associazione “No alla Centrale”

Presidi divisi sugli esami dell'acqua a scuola


Ancora sulle analisi nelle scuole richiesta da Greenpeace. Questa era la richiesta per la scuola di Almisano di Lonigo in via Chiesa :
icridolfi.gov.it
Qui nel giornale di Vicenza di venerdì scorso potete leggere la risposta dell'istituto comprensivo di Lonigo e com'è andata nelle altre scuole dove è stata fatta la richiesta. Comunque stessa acqua che arriva nelle scuole arriva anche a casa dei cittadini perciò se Grenpeace volesse fare un confronto può analizzare l'acqua di un cittadino di Lonigo


L’operazione controllo PFAS nelle scuole venete firmata Greenpeace. Genitori allarmati. La Regione minimizza

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L’operazione controllo PFAS nelle scuole venete firmata Greenpeace. Genitori allarmati. La Regione minimizza

L’acqua delle scuole del Veneto è finita sotto il monitor di Greenpeace. Da alcuni giorni infatti l’associazione effettuerà controlli al fine di monitorare la presenza di Pfas nell’acqua dopo che è venuta fuori l’inchiesta sulla Milteni, società chimica in crisi, che sarebbe colpevole di aver contaminato con tali sostanze le falde acquifere di diverse zone del Veneto. La Regione, tuttavia, sarebbe molto scettica e preferirebbe che le analisi venissero effettuate da centri competenti in grado di fornire analisi più veritiere e affidabili. Bottacin, assessore regionale per l’ambiente, ha inoltre rassicurato tutti affermando che l’acqua fornita dal sistema idrico è controllata e monitorata costantemente da enti preposti quali l’Arpav e dal servizio idrico stesso. Intanto si resta in attesa dei risultati dei campioni, il cui prelievo è iniziato il 4 aprile.
Pfas
Intanto Giuseppe Ungherese, che sta curando la campagna inquinamento promossa da Greenpeace, ha ringraziato tutti i genitori che si sono attivati per richiedere ai dirigenti scolastici di effettuare i controlli, sottolineando però come le scuole presenti nelle zone a maggior contaminazione si sono rifiutate di lasciar prelevare e analizzare i campioni. Si tratta di un dato preoccupante, visto che è in gioco la salute dei bambini e la tranquillità dei genitori. Intanto continuano anche le testimonianze di alcun ex dipendenti della Milteni che evidenziano i problemi di salute riscontrati negli anni di lavoro da molti di essi quali diabete, problemi cardiaci, ipertensione arteriosa, ma anche altri. I dati sono ancora più preoccupanti se si tiene conto che in neanche quarant’anni sono morte, nel reparto di produzione Pfas, oltre venti persone su poco più di 60, quindi la pericolosità delle sostanze è ormai cosa nota.
Intanto Greenpeace ha anche lanciato una petizione chiedendo alla Regione Veneto di analizzare i quantitativi di Pfas nelle zone inquinate, individuandone le fonti e riducendone quindi le quantità a livelli accettabili e in linea con le altre nazioni europee. Questo sarebbe senza dubbio un primo importante passo che non dovrebbe compiersi soltanto nel Veneto, ma pian piano bisognerebbe analizzare l’acqua di tutto il territorio italiano e intervenire dove è necessario. Se si cominciassero a monitorare gli agenti inquinanti, siano essi in acqua, aria o terra, potremmo vivere in un pianeta migliore facendo anche meno danni all’ambiente. Insomma, la speranza dei cittadini del Veneto è che questo caso non venga insabbiato, ma soprattutto che l’acqua delle scuole non riveli agenti chimici nocivi per la salute e che la Regione inizi finalmente un piano di bonifica delle zone maggiormente contaminate. La speranza di noi tutti è che casi come questo siano sempre meno frequenti.
Matteo Marchese


venerdì 14 aprile 2017

Monografia sui pfas del dottor Vincenzo Cordiano

Riceviamo dal dottor Giovanni Fazio di Cillsa : Il dott. Vincenzo Cordiano ha scritto un documento estremamente interessante di cui dovrebbero tenere conto non solo coloro che sono preposti alla tutela della salute dei cittadini, ma anche chi governa, dai comuni, al Consiglio e alla Giunta Regionale e gli stessi istituti nazionali come l'ISS (Istituto Superiore di Sanità) e il Ministero che hanno stabilito dei limiti di tolleranza per l'acqua potabile di 2030 nanogrammi/litro, laddove in Germania è proibito superare i 100 nanogrammi e negli USA si va dai 20 nanogrammi del Vermont ai 14 nanogrammi del New Jersey. Queste cose i cittadini devono saperle e devono chiedersi come mai in Italia nell'acqua potabile sia consentita una quantità di PFAS più di 200 volte di qella consentita negli USA.
La pubblicazione di Vincenzo Cordiano, che è completa per quanto riguarda le nostre conoscenze in merito a questi inquinanti, ha un carattere scientifico e non divulgativo, tuttavia la maggior parte delle persone potrà leggerla con una certa facilità, arricchendo il propprio vocabolario di qualche termine scientifico.
Ringraziamo il Dott Cordiano per questa importantissima monografia che nessuno da ora in poi potrà fingere di ignorare.

Potrete scaricare la pubblicazione cliccando il LINK https://drive.google.com/…/0BxEyH0OkxRKIMXNBSlVpbWZZa…/view…
Buona lettura
Giovanni Fazio
addetto comunicazione CiLLSA

Pfas nell’acqua L’asilo chiede i soldi alla Miteni

La scuola per l’infanzia di Brendola. FOTO MASSIGNAN
La scuola per l’infanzia di Brendola. FOTO MASSIGNAN
BRENDOLA. L'asilo di Brendola chiederà alla Miteni un contributo per l’installazione di un impianto di depurazione dell’acqua a scuola. La comunicazione è stata inviata ai genitori dei 220 bambini iscritti dal Gruppo di gestione dell’asilo, presieduto da Alberto Vicentin.
«Vista la situazione che si sta verificando ultimamente e viste anche le richieste delle famiglie - ha spiegato il presidente - stiamo valutando l’idea di installare un impianto centralizzato, ora vedremo se a carboni attivi o a nano filtrazione a membrana, e invieremo anche una richiesta di libero contributo all’azienda di Trissino oltre che di consigli sul tipo di impianto».
Al momento i bambini berranno l’acqua in bottiglia sia a mensa durante i pasti, come accade da tempo, sia in tutti gli altri momenti della giornata scolastica con bottigliette a disposizione nelle classi. La Miteni intanto si è detta disponibile per consigli tecnici, ma non per l'erogazione di un contributo.
A.F.

giovedì 6 aprile 2017

Pfas: in regione veneto istituito un tavolo di crisi per la miteni

Pfas: in regione veneto istituito un tavolo di crisi per la miteni


Venezia, 28 mar. (AdnKronos) – Sara costituito un tavolo istituzionale di crisi per affrontare, con le organizzazioni sindacali e l’azienda, le problematiche che vedono al centro la Miteni di Trissino in conseguenza dell’inquinamento riscontrato per l’utilizzo nel ciclo produttivo di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas). E’ quanto e stato concordato nel corso di un incontro che si e svolto oggi a Palazzo Ferro Fini a Venezia tra le rappresentanze sindacali e gli assessori regionali al lavoro Elena Donazzan, alla sanita Luca Coletto e all’ambiente Gianpaolo Bottacin.
E’ intervenuto anche il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, il quale ha ricordato di essere firmatario di una proposta di legge con cui fornire anche un quadro normativo agli interventi che la giunta regionale sta portando avanti in materia di Pfas.
L’incontro era stato richiesto per manifestare la forte preoccupazione dei lavoratori della Miteni sia in relazione alla mancanza di informazioni precise da parte dell’azienda circa gli investimenti e il piano industriale, sia per l’emergenza sanitaria e ambientale provocata dai Pfas e le conseguenze per la salute, la sicurezza, l’ambiente e l’occupazione. Oltre alla costituzione di un tavolo per la gestione coordinata della crisi, sono state presentate altre due richieste: l’inserimento dei lavoratori, i circa 120 attuali e anche gli ex, nel piano di sorveglianza sanitaria della Regione sulla popolazione esposta ai Pfas e l’esigenza di poter avere un’informazione precisa degli interventi realizzati e in programma per la messa in sicurezza ambientale e del territorio interessato.
(Adnkronos)