venerdì 29 luglio 2016

PERICOLO PFAS NEI CANTIERI DELL’ALTA VELOCITA’ DI VERONA


PERICOLO PFAS NEI CANTIERI DELL’ALTA VELOCITA’ DI VERONA

inquinamento-2La costruzione del primo lotto della linea ferroviaria ad alta velocità, tratta Verona Porta Nuova – Bivio Vicenza, deve essere sospesa, perché comporta lo scavo di numerosi viadotti e di gallerie, con un uso abbondantissimo di acque e terre e rocce da scavo come sottoprodotto. I terreni che devono essere scavati potrebbero essere oggetto della contaminazione da Pfas con il rischio di compromettere gravemente la salute dei cittadini e dell’ambiente.
La contaminazione da PFAS delle acque interne superficiali e di falda, ha raggiunto infatti un livello critico nel Veneto, interessando un’area di circa 180 chilometri quadrati, con settanta comuni interessati e circa 300.000 persone coinvolte.
Questo elevato grado d’inquinamento, noto ormai dal 2013 a organismi ministeriali e regionali, non ha tuttavia comportato i necessari interventi su progetti ad alto impatto ambientale come quello dell’alta velocità di Verona.
Ho quindi depositato un’interrogazione a mia prima firma ai ministri dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, dei Trasporti, Graziano Delrio, e della Salute, Beatrice Lorenzin, per fare chiarezza su questa allarmante vicenda e chiedere lo stop immediato dei lavori nell’area interessata dal tracciato dell’alta velocità.
Le sostanze perfluoroalchiliche che hanno contaminato la zona sono state classificate come sospetti cancerogeni per l”uomo  e possono avere conseguenze dannose per la salute della popolazione che ne viene in contatto, perché neurotossiche.
I ministri interrogati devono farsi carico del problema ed attivarsi subito affinché siano fatti tutti i necessari studi di dettaglio per verificare i rischi per l’approvvigionamento idrico e per la salute pubblica derivanti dalle interferenze dei cantieri del primo lotto Verona Pv/Bivio Vicenza con la falda inquinata!

Questa sera dalle ore 20.00 alle ore 23.00 circa raccolta firme all'ultimo Venerdì di luglio a Lonigo

Questa sera dalle ore 20.00 alle ore 23.00 circa raccolta firme all'ultimo Venerdì di luglio a Lonigo contro
l' INQUINAMENTO DELL' ACQUA DA PFAS – PETIZIONI PER GARANTIRE LA POTABILITA' DELL’ACQUA(LA RACCOLTA FIRME PROSEGUE FINO ALL'AUTUNNO)
RICORDIAMO LE NOSTRE DUE PETIZIONI:
1° petizione: con la prima petizione viene richiesto al Ministero della Sanità e al il Ministero dell’Ambiente, di intervenire nel più breve tempo possibile per abbassare i limiti che ora sembrano di legge e sono altissimi di pfas nella nostra acqua
2° petizione: con la seconda petizione si chiede di allacciare gli acquedotti inquinati a fonti che non siano compromesse dalla presenza di sostanze nocive. Tale richiesta sorge dalla consapevolezza che l’inquinamento da PFAS non sarà facilmente debellabile a breve termine e che il risparmio dei costi per la filtrazione dell’acqua permetterà un veloce ammortamento dei lavori di modifica delle reti acquedottistiche, oltre che dall’obbligo dei gestori di garantire una fornitura di acqua pura.
Vi aspettiamo con la vostra Carta d'identità in Piazza Matteoti davanti il Teatro Comunale di Lonigo. Anche se avete già firmato passate a salutarci abbiamo sempre bisogno di voi

martedì 26 luglio 2016

Audizione Bicamerale d'inchiesta sugli illeciti dei rifiuti del nostro portavoce Piergiorgio Boscagin

Un audizione che aspettavamo e per noi molto importante è questa del portavoce del coordinamento Acqua libera dai pfas Piergiorgio Boscagin e con lui di Luigi Lazzaro presidente del Veneto di Legambiente in Commissione Bicamerale di inchiesta sugli illeciti dei rifiuti e le ecomafie il 22 giugno scorso . Piergiorgio ha risposto molto bene e dalle sue risposte si capisce la gravità di questo disastro e come viene gestito dalle istituzioni e cosa facciamo noi nel coordinamento Acqua libera dai pfas :
Il Coordinamento Acqua Libera dai Pfas rilancia sull'inquinamento ad Arcole

Il Coordinamento Acqua Libera dai Pfas rilancia sull'inquinamento ad Arcole

Alla fine di giugno alcuni dati pubblicati dalla stampa locale sembravano scongiurare questo pericolo, ma una nota diffusa dal gruppo richiama l'attenzione sul problema e chiede al sindaco di pubblicare i dati reali


Potrebbe interessarti: http://www.veronasera.it/cronaca/coordinamento-acqua-libera-pfas-inquinamento-arcole-11-luglio-2016.html
Seguici su Facebook: http://www.facebook.com/veronasera

venerdì 22 luglio 2016

Con il nostro coordinamento Acqua libera dai pfas abbiamo deciso di non aderire a porte aperte alla Miteni

Sabato 23 luglio Porte aperte alla Miteni di Trissino l'azienda che ci ha inquinato la falda con i pfas . Con il nostro coordinamento Acqua libera dai pfas abbiamo deciso di non aderire
In questo sito si trovano tutte le informazioni sullo stabilimento Miteni di Trissino. I prodotti, l’impatto ambientale, la storia e i dati delle emissioni
miteninforma.it7uyiiii9o

Sostanze Pfas. Acque Veronesi illustra alla stampa i risultati delle analisi svolte nel Comune di Arcole su pozzi privati e rete acquedottistica.

15/07/2016

Sostanze Pfas. Acque Veronesi illustra alla stampa i risultati delle analisi svolte nel Comune di Arcole su pozzi privati e rete acquedottistica.

Sostanze Pfas. Acque Veronesi illustra alla stampa i risultati delle analisi svolte nel Comune di Arcole su pozzi privati e rete acquedottistica. Cordioli: “Nessun dato sopra i limiti”. Ceretta: “Gli esami confermano che non ci sono rischi per la popolazione. La guardia rimane alta, ma nessun allarmismo”.

Acque Veronesi fa il punto sulla situazione attuale e su tutte le iniziative messe in campo per limitare il problema pfas nella provincia di Verona. Questa mattina, nella sede della società consortile, il presidente Niko Cordioli, il consigliere di amministrazione Paola Briani, il sindaco di Arcole, Alessandro Ceretta ed il consigliere regionale ed ex sindaco del comune arcolese, Giovanna Negro, hanno illustrato alla stampa i risultati delle analisi svolte a fine maggio nel comune dell’est veronese sui pozzi privati e sulla rete acquedottistica. Le indagini, svolte dal laboratorio interno di Acque Veronesi, hanno riguardato 38 pozzi privati ubicati nel capoluogo e nelle frazioni di Volpino e Gazzolo.

“Dalle analisi è emerso che nessuno dei composti della famiglia dei pfas sfora i limiti di perfomance impiantistica stabiliti dall’Istituto Superiore di Sanita’ e successivamente recepiti dalla Regione Veneto – ha commentato Cordioli – Gli altri abitanti di Arcole, approvvigionati dall’acquedotto pubblico gestito dalla nostra società, le cui acque provengono dalla centrale di Madonna di Lonigo, possono stare tranquilli, in quanto le analisi effettuate dalle Ulss competenti hanno confermato che non vi sono problemi di qualità o sicurezza dell’acqua”.

“In 27 pozzi sui 38 analizzati, nell'acqua erano presenti concentrazioni irrilevanti di pfas. Negli altri 11 pozzi la concentrazione è risultata più sensibile, ma con valori al di sotto della soglia limite – ha spiegato Ceretta - Le concentrazioni maggiori sono state registrate nei pozzi più profondi, mentre i pozzi superficiali sono quelli che hanno concentrazioni di Pfas quasi impercettibili. Non abbasseremo la guardia, ma bisogna evitare inutili allarmismi che potrebbero generare confusione tra la cittadinanza”.

Acque Veronesi ha dato il via ad un’importante sperimentazione per studiare le diverse tecniche di abbattimento dei pfas, tra le quali: l’impiego di diverse tipologie di carbone attivo, l’utilizzo di un impianto pilota per l’ossidazione avanzata e l’utilizzo di carbone in polvere. In accordo con l’ULSS 20 di Verona, in assenza di altre indicazioni, sono stati applicati per le acque potabili i limiti di legge presenti nella normativa ambientale tedesca che corrispondono a PFOA+PFOS< 500 ng/. Nel mese di Febbraio 2014, l’Istituto Superiore di Sanità ha definito i limiti di performance impiantistica da applicare per la distribuzione delle acque potabili: PFOA<500 ng/L, PFOS<30 ng/L, Altri PFAS(*)<500 ng/L. L’acqua proveniente dalle falde di Almisano rispetta i valori di performance definiti dall’Istituto Superiore di Sanità. Per la risoluzione della fase di emergenza, in accordo con la Regione Veneto, è stato potenziato il sistema di trattamento delle acque mediante filtrazione su carboni attivi, con aumento della potenzialità dai 200 L/s a 500 L/s ed è stato aumentato il volume del serbatoio di accumulo presso la centrale da 1.000 mc a 5.000 mc. L’investimento complessivo è stato di: € 2 .800.000. Acque Veronesi ha infine effettuato uno studio di fattibilità per utilizzare fonti di approvvigionamento alternative ad Almisano, integrando i campi pozzi esistenti con la creazione di nuovi, in falde presenti nei territori comunali che vanno da Verona a Belfiore. L’investimento previsto è di € 57.000.000, per una lunghezza di rete complessiva di circa 40 km.
 20160715114220_1.JPG  Scarica l'allegato (3.193 Kb)  20160715114220_2.JPG  20160715114220_2.JPG (3.054 K

lunedì 18 luglio 2016

Deliberazione della Giunta Regionale n. 551 del 26 aprile 2016 Classificazione dello stato chimico dei corpi idrici sotterranei nel quinquennio 2010-2014. Direttive 2000/60/CE e 2006/118/CE; D.Lgs 30/2009. Deliberazione n. 14/CR del 23/02/2016.

Bur n. 42 del 09 maggio 2016


Materia: Acque
Deliberazione della Giunta Regionale n. 551 del 26 aprile 2016
Classificazione dello stato chimico dei corpi idrici sotterranei nel quinquennio 2010-2014. Direttive 2000/60/CE e 2006/118/CE; D.Lgs 30/2009. Deliberazione n. 14/CR del 23/02/2016.
Note per la trasparenza
Con la presente deliberazione si approva la classificazione dello stato chimico dei corpi idrici sotterranei nel quinquennio 2010-2014, ai sensi delle direttive 2000/60/CE e 2006/118/CE e del D.Lgs 30/2009.
L'Assessore Gianpaolo Bottacin riferisce quanto segue.
La definizione dello stato chimico delle acque sotterranee, secondo le direttive 2000/60/CE (Water Framework Directive -WFD) e 2006/118/CE (GroundWater Directive - GWD), si fonda sul rispetto di norme sulla qualità delle acque, espresse mediante concentrazioni limite, che vengono definite a livello europeo per nitrati e pesticidi (standard di qualità), mentre per altri inquinanti, di cui è fornita una lista minima all'Allegato 2 parte B della direttiva 2006/118/CE, spetta agli Stati membri la definizione dei valori soglia, oltre all'onere di individuare altri elementi da monitorare, sulla base dell'analisi delle pressioni. I valori soglia (VS) adottati dall'Italia sono quelli definiti all'Allegato 3, tabella 3, D.Lgs 30/2009.
L'Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV) da anni esegue il monitoraggio delle acque sotterranee del Veneto nel rispetto delle normative vigenti e può pertanto disporre di una notevole quantità di dati a riguardo. ARPAV ha prodotto una relazione - inviata alla Regione Veneto con prot. n. 76846 del 03/08/2015 - che comprende la classificazione dello stato chimico dei corpi idrici sotterranei relativa al quinquennio 2010-2014, la definizione dei valori di fondo e l'analisi dei trend, con il dettaglio delle metodologie utilizzate, presentata in Allegato A, parte integrante e sostanziale della presente deliberazione. Il dettaglio di tale classificazione viene presentato in Allegato A1, parte integrante e sostanziale della presente deliberazione. Nella stesura dell'elaborato è stato utilizzato come riferimento la "WFD Reporting Guidance 2016 ver. 4.0", documento guida elaborato nel contesto della Common Implementation Strategy per la WFD.
La procedura di valutazione dello stato chimico deve essere espletata per tutti i corpi idrici sotterranei caratterizzati come a rischio e per ciascuno degli inquinanti che contribuiscono a tale caratterizzazione; è condotta alla fine del ciclo di un Piano di Gestione di Distretto Idrografico, utilizzando i dati raccolti con il monitoraggio operativo e di sorveglianza, per verificare l'efficacia dei programmi di misura adottati. I dati di monitoraggio utilizzati sono stati riferiti al più recente periodo disponibile, ossia il quinquennio 2010-2014.
Nella valutazione dello stato chimico è stata affrontata la questione dei valori di fondo naturale. Ciò in quanto in alcuni corpi idrici sotterranei è dimostrata scientificamente la presenza di metalli e altri parametri di origine naturale in concentrazioni di fondo naturale superiori ai limiti fissati a livello nazionale: in questi casi è opportuno che tali livelli di fondo costituiscano i valori soglia per la definizione del buono stato chimico. Il compito della definizione dei valori di fondo è affidato alle regioni dal D.lgs 30/2009, art.2, comma 1 lettera b. La determinazione dei livelli di fondo assume pertanto una rilevanza prioritaria al fine di non classificare le acque di scarsa qualità come in cattivo stato; nel Veneto è il caso tipico dei corpi idrici di bassa pianura. La presenza in concentrazioni elevate di ammoniaca, ferro, manganese ed arsenico deriva, infatti, da litotipi caratteristici e/o da particolari condizioni redox. Situazioni analoghe si trovano anche in alcune falde degli acquiferi di Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Lombardia. La necessità della determinazione (o della stima, a seconda dei casi) dei livelli di fondo è stabilita anche nella direttiva 2014/80/UE del 20 giugno 2014 che modifica l'allegato II della direttiva 2006/118/CE.
Infine, la direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento, prevede che siano individuate tutte le tendenze significative e durature all'aumento delle concentrazioni di inquinanti, gruppi di inquinanti e indicatori di inquinamento rilevate nei corpi o gruppi di corpi idrici sotterranei che sono stati identificati come a rischio. La questione dei trend deve essere affrontata anche nei Piani di Gestione dei bacini idrografici: dove è stato individuato un trend significativoall'aumento è necessario invertirne la tendenza, e ciò va fatto attraverso i programmi di misure. La valutazione dei trend è stata eseguita su tutte le stazioni con dati sufficienti, non solo su quelle appartenenti ai corpi idrici a rischio.
Le metodologie adottate per l'individuazione dei trend sono le stesse utilizzate nella precedente stesura del Piano di Gestione: il test non parametrico Mann-Kendall per l'analisi dei trend alla scala di singolo punto di monitoraggio - i cui risultati sono presentati in Allegato A2, parte integrante e sostanziale della presente deliberazione - ed il test Kendall regionale per l'analisi a scala di corpo idrico, i cui risultati sono presentati in Allegato A, parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.
Con DGR n. 1625 del 19/11/2015, pubblicata sul BUR n. 116 dell'11/12/2015, stante l'urgenza di pervenire al primo aggiornamento del Piano di Gestione del distretto idrografico delle Alpi Orientali, pena il possibile insorgere di procedure di infrazione comunitaria, è stata approvata la classificazione dello stato chimico dei corpi idrici sotterranei, incaricando nel contempo il Direttore della Sezione Geologia e Georisorse all'espletamento della fase di consultazione pubblica. Si è ritenuto infatti opportuno avviare, in analogia con quanto fatto per la classificazione dei corpi idrici superficiali, una fase di consultazione pubblica aperta a Enti e ad altri soggetti sia pubblici che privati che consentisse la partecipazione attiva di tutte le parti interessate e raccogliere eventuali suggerimenti, osservazioni e informazioni nei 30 giorni successivi alla pubblicazione sul BUR della DGR n. 1625 del 19/11/2015.
Allo scadere dei termini per la presentazione di osservazioni non risultano pervenuti contributi. Pertanto, ai sensi della DGR n. 1625 del 19/11/2015, è stata inviata con DGR n. 14/CR del 23/02/2016 la classificazione dello stato chimico dei corpi idrici sotterranei, così come approvata con DGR n. 1625 del 19/11/2015, alla competente Commissione Consiliare per acquisire il parere ai sensi dell'art. 19 comma 6 e art. 28 della L.R. 33/1985, e art. 4 comma 3 delle Norme Tecniche del Piano di Tutela delle Acque.
La Seconda Commissione Consiliare si è espressa favorevolmente a maggioranza con parere n. 76 nella seduta del 31/03/2016.
Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la struttura proponente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto;
VISTE le Direttive 2000/60/CE, 2006/118/CE e 2014/80/UE;
VISTO il D.Lgs. 152/2006;
VISTO il D.Lgs. 30/2009;
VISTO il Piano di Tutela delle Acque approvato con DCR n. 107 del 5/11/2009 e ss.mm.ii.
VISTA la nota ARPAV prot. n. 76846 del 03/08/2015;
VISTA la DGR n. 1625 del 19/11/2015;
VISTA la DGR n. 14/CR del 23/02/2016;
VISTO il parere n. 76 della Seconda Commissione consiliare alla Giunta Regionale, espresso favorevolmente a maggioranza nella seduta del 31/03/2016;
VISTO l'art. 2, comma 2 della Legge Regionale n. 54 del 31 dicembre 2012;

delibera

1.      di approvare la proposta di classificazione dello stato chimico dei corpi idrici sotterranei nel quinquennio 2010-2014, come presentata nella relazione in Allegato A, parte integrante e sostanziale della presente deliberazione, nonché con un maggior grado di dettaglio in Allegato A1, parte integrante e sostanziale della presente deliberazione, tenuto conto dell'analisi dei trend alla scala di singolo punto di monitoraggio mediante il test Mann-Kendall, descritta in Allegato A2, parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
2.      di incaricare la Sezione Geologia e Georisorse della trasmissione della classificazione al Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del Mare, anche per il successivo inoltro alla Commissione europea, nonché alle Autorità di Distretto idrografico delle Alpi Orientali e di Distretto Idrografico del fiume Po;
3.      di dare atto che la presente deliberazione non comporta spesa a carico del Bilancio Regionale;
4.      di incaricare la Sezione Geologia e Georisorse all'esecuzione del presente atto;
5.      di pubblicare la presente deliberazione integrale nel Bollettino ufficiale della Regione; gli Allegati A, A1, A2, saranno altresì resi disponibili sul portale web della Regione Veneto e dell'ARPAV.
(seguono allegati)
551_AllegatoA0_321374.pdf
551_AllegatoA1_321374.pdf
551_AllegatoA2_321374.pdf

venerdì 15 luglio 2016

INQUINAMENTO DELLE ACQUE DA PFAS: CON LA NUVOLA DI MAFFEO D'ARCOLE SI VA DAL FUNERALE DELL'AMBIENTE ALLE SPERANZE DI RINASCITA LEGATE AD UNA POESIA RECITATA DAI BAMBINI

Domenica 17 luglio, nei pressi del ponte sull'Alpone ad Arcole, performance artistica di Maffeo D'Arcole incentrata sul tema dell'acqua, risorsa vitale sempre più sfruttata ed inquinata.

mercoledì 13 luglio 2016

pazzie di Arcole sui limiti dei pfas o sbaglio clamoroso? Sospiro di sollievo: pozzi privati senza concentrazioni di Pfas

27.06.2016

Sospiro di sollievo: pozzi privati
senza concentrazioni di Pfas

Sebbene inserito nella lista dei Comuni colpiti dall’inquinamento da Pfas, Arcole in realtà è indenne dalla presenza di questi pericolosi inquinanti. Non ci sono infatti concetrazioni di Pfas pericolose nei pozzi privati di Arcole, Gazzolo e Volpino. Nella maggioranza dei casi, non c’è proprio presenza di questa tipologia di inquinanti.
In pocchissimi casi sono state trovate modeste concentrazioni, comunque molto lontane dalla soglia limite di legge, ossia 500 microgrammi il litro. È questa la tranquillizzante conclusione a cui è giunta l’amministrazione comunale, che tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, ha invitato i privati ad aderire alla campagna di prelievi promossa dal Comune, per verificare le condizioni dei pozzi privati su tutto il territorio comunale.
Tra il 25 maggio e il 1 giugno, il Comune ha inviato gli agenti di polizia locale a prelevare l’acqua da 38 pozzi privati, disseminati tra capoluogo e le frazioni di Volpino e Gazzolo. I 38 campioni d’acqua sono stati analizzati da un laboratorio chimico specializzato, incaricato dal Comune, che ha analizzato a una a una e poi ha sommato le concentrazioni degli inquinanti: Pfba, Pfpea, Pfhxa, Pfhpa, Pfoa, Pfna, Pfdea, Pfdoa, Pfuna, Pfos e Pfbs.
In 27 casi si sono trovate concentrazioni inferiori a 5 microgrammi il litro e quindi non rilevanti, come dire non c’è presenza assoluta di Pfas. La maggior concentrazione di inquinanti è stata rinvenuta in un pozzo in via Nogarole, con totale Pfas pari a 296 microgrammi il litro, a fronte di una soglia limite di 500. Dunque anche questa è acqua a tutti gli effetti non contaminata.
Negli altri dieci pozzi dove sono state trovate piccole concentrazioni di Pfas, comunque siamo molto lontani da acque che assumendole possono comportare rischi per la salute. Per esempio in due pozzi di via Mazzini sono state trovate concentrazioni di 172 e 107 microgrammi il litro di Pfas totali. In via Rovere un pozzo ha fatto rilevare la presenza di 109 microgrammi il litro.
In via Genova è stato trovata una concentrazione di 183 microgrammi di Pfas sempre in un pozzo privato e in via Trento la concentrazione è pari a 31 microgrammi il litro in un altro. In Crosara in un pozzo sono stati trovati 107 microgrammi il litro totali di Pfas e in via Trieste 25 microgrammi il litro.
Infine in un pozzo artesiano di via Casalveghe a Gazzolo sono stati rivenuti Pfas per 13 microgrammi il litro e in due pozzi situati in via Marezzane di Sotto, sempre a Gazzolo, vi sono concentrazioni totali di 17 e 15 microgrammi di Pfas il litro.
«ABBIAMO anche controllato l’acquedotto pubblico in più punti e non è risultata presenza di inquinanti», assicura il sindaco, Alessandro Ceretta, soddisfatto del monitoraggio a campione, ma diffuso. «Innanzitutto è stato un bene che una quarantina tra cittadini e aziende private abbiano aderito al nostro invito, acconsendendo a fare il prelievo gratuito dell’acqua per farne fare le analisi a carico dell’ente locale, perché così abbiamo potuto compiere un’indagine allargata, coprendo tutto il territorio».
«Dalle verifiche, è risultato ad esempio che pozzi superficiali non hanno assolutamente presenza di sostanze inquinanti», precisa Ceretta, «mentre in pozzi più profondi è stata trovata una qualche modesta concentrazione di Pfas, comunque ben al di sotto della soglia limite di legge».
Così, non avendo trovato al momento pozzi con concentrazioni di Pfas sopra la soglia di legge, «i residenti possono tranquilizzarsi», conclude il sindaco, «e possono continuare a fare uso dell’acqua attinta dai pozzi privati per i loro usi. L’aquedotto è controllato costantemente e non v’è alcun problema per chi si approvvigiona da esso per usi domestici potabili».
Dalle analisi, dunque, il primo cittadino non è stato costretto a ricorrere a provvedimenti particolari, come ad esempio ordinanze per vietare l’utilizzo dei pozzi privati. Perché l’acqua ad Arcole, sia di falda che superficiale, è risultata essere assolutamente potabile. «Ma non per questo abbasseremo l’attenzione: continueremo a fare periodici controlli», assicura Ceretta.
Zeno Martini